Jean-Auguste-Dominique Ingres e Ellsworth Kelly a Villa Medici

Dal 20 giugno al 26 settembre 2010, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici presenta una mostra che vedrà riuniti due grandi artisti della storia dell’arte, Ellsworth Kelly, artista americano tra i più attivi della scena contemporanea e Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867). L’intenzione non è quella di mettere a confronto due stili o due generi formali, bensì di comprendere quali siano le relazioni che hanno legato il lavoro di Kelly – tra i pittori astratti più significativi su scala mondiale dalla fine degli anni ’40 – durante la sua permanenza a Parigi, al pittore francese, un tempo direttore di Villa Medici, la cui opera ha nutrito tanto l’arte accademica quanto l’arte moderna più innovativa.

La mostra espone lavori recenti e inediti di Ellsworth Kelly, come anche una selezione di suoi disegni di piante e figure (8 oli e 28 disegni), affiancate a dipinti e disegni di Ingres (4 oli e 32 disegni), frutto di una selezione dell’artista americano e provenienti dalle collezioni del Museo Ingres di Montauban, del Museo del Louvre, del Museo di Besançon e del Museo di Lyon.

Robert Ryman e le dissolvenze in bianco

Per oltre 50 anni Robert Ryman (oggi splendido 70enne) ha indagato la natura della pittura come mezzo di espressione artistica, in particolare egli ha posto la sua attenzione sulle relazioni tra la superficie dipinta ed il supporto sottostante. I risultati di queste sperimentazioni hanno condotto il grande artista a risultati incredibilmente e sorprendentemente diversi, come è possibile ammirare alla presente mostra dedicata al grande pittore, attualmente in visione al museo Dia:Beacon, situato vicino al fiume Hudson a New York e diretto dalla Dia Art foundation.

Ovviamente la celebre istituzione offre molte altre meraviglie in collezione permanente, opere di grandi nomi del contemporaneo come Joseph Beuys, Walter De Maria, Dan Flavin, Donald Judd, Cy Twombly, Andy Warhol, Louise Bourgeois e On Kawara, ma l’evento dedicato a Ryman non è certo cosa da poco.

Al Tel Aviv Museum of art corre la BMW di Roy Lichtenstein

Il Tel Aviv Museum of Art ha deciso di presentare al pubblico una mostra decisamente fuori dal commune, si tratta infatti di un evento impreziosito dalla presenza di 16 macchine da corsa che ad oggi rappresentano il più alto grado di design automobilistico del 20esimo secolo.  C’è da dire che il design automobilistico è considerato fra i più importanti del design industriale e gli artefici delle macchine sono tra i più celebri professionisti del settore del mondo. Quindici delle macchine in esposizione provengono da collezionisti israeliani ed una macchina in particolare fa parte della collezione BMW di Berlino. Si tratta ovviamente della BMW 320i, creata dal pop artist americano Roy Lichtenstein.

Parlando del suo design per la potentissima autovettura, Lichtenstein disse: “Ho disegnato delle linee che intendono raffigurare la strada che la macchina deve percorrere, la mia creazione mostra anche la campagna che il bolide sta attraversando. Si tratta di un compendio di esperienze che si possono sperimentare viaggiando su di un’autovettura e tali esperienze sono riflesse sulla macchina ancor prima che essa viaggi su strada”.

Pietro Ruffo e Riccardo Previdi al Pastificio Cerere di Roma

La Fondazione Pastificio Cerere presenta la mostra personale di Pietro Ruffo, intitolata I sei traditori della libertà. L’esposizione porta a compimento lo studio che l’artista ha condotto negli ultimi anni sulla figura del filosofo Isaiah Berlin e sui due concetti di libertà positiva e negativa resi noti nel saggio Due concetti di libertà del 1958. Pietro Ruffo ripercorre la formulazione di questo assunto filosofico attraverso alcuni precisi riferimenti storici, dal Settecento fino ad oggi. Partendo dalle sei famose lezioni tenute da Berlin nel 1952, e trasmesse dalla BBC, in cui il filosofo russo traccia sei ritratti di filosofi del passato appartenenti al periodo della Rivoluzione francese, Ruffo giunge alla contemporaneità, offrendo una riflessione di sei luminari odierni che partendo dai concetto di libertà positiva e negativa, offrono una nuova idea di libertà per la società contemporanea (prof. Giacomo Marramao, prof. Sebastiano Maffettone, prof. Giovanni Aldobrandini, prof. Eugenio Lecaldano, prof. Ian Carter, prof. Marco Santambrogio).

La mostra e’ pensata dall’artista come una galleria di sei grandi ritratti dei vecchi nemici della libertà, realizzati con matita e intaglio su carta, riproducendo una distesa di libellule che invade il volto di ognuno. Il volo orizzontale della libellula e la caducità della sua esistenza, sono in natura l’espressione piu’ vicina all’idea di libertà filosofica, politica, sociale. Le sei interviste condotte da Pietro Ruffo a sei teorici e filosofi contemporanei sono parte integrante del progetto perche’ mostrate in forma di ritratto video.

Il Mito del Vero a Palazzo Durini di Milano

Milano, 18 maggio – Il Mito del Vero, dal 3 giugno al 10 luglio a Palazzo Durini a Milano, raccoglie cinquanta opere pittoriche inedite di cinquanta artisti contemporanei che approfondiscono e rinnovano il tema del ritratto e del volto. ll progetto predilige opere pittoriche dall’intensa forza narrativa e dai ricchi immaginari, cariche di componenti mitiche, esoteriche e simboliste. Il Mito del Vero quale verità del Mito descrive la vittoria dell’iconologia, degli immaginari, della partecipazione visiva sull’immagine quale bene di consumo.

L’identità del ritratto e del volto rappresenta l’esigenza ineludibile di riaffermazione di una presenza, di manifestazione di una visione, di espansione di un racconto passando dal ritratto posturale e neotradizionalista, al ritratto implicito e interpretativo, attraverso differenti linguaggi figurativi e tecniche. I temi delle opere esposte permettono di incrociare il Mito della tradizione – attraverso Marte, Giuditta, Salome’, Saffo e Ophelia – con i miti di massa contemporanei con il loro fascino e le loro contraddizioni, ambiguità ed estremizzazioni: da Perlasca al Ku Klux Klan, dal tifoso alle dark lady, dalle muse fumettistiche alle eroine fantasy, dal burqa alla donna fatata e fiabesca, dai bambini da cartolina stile belle epoche al mito della donna anziana, da Gollum ad Obama.

La Pittura italiana alla Fondazione Brodbeck

Domenica 30 maggio alle ore 17.00 la Fondazione Brodbeck di Catania presenterà la mostra collettiva dal titolo Collezione Paolo Brodbeck – Pittura italiana 1949/2010. Si tratta della prima mostra del progetto espositivo intitolato -Collezione-, ideato da Gianluca Collica, direttore artistico della Fondazione e curatore della Collezione Paolo Brodbeck. Il progetto pluriennale prevede la realizzazione di un ciclo di mostre collettive (con opere della collezione) e una selezione di mostre personali, dedicate ad alcuni artisti della collezione stessa (il primo di questi appuntamenti sarà la mostra di Urs Lüthi, a novembre 2010).

Collezione Paolo Brodbeck. Pittura italiana 1949/2010 propone una prima selezione di opere che testimoniano l’interesse di Paolo Brodbeck per l’arte Italiana – e in modo particolare per la pittura – ma soprattutto il suo atteggiamento aperto alla qualità della ricerca, piuttosto che alle tendenze effimere.

Il Giudice parla chiaro: la Lista Nera non esiste ma…

Vi abbiamo tenuto sempre informati sull’intera vicenda e siamo ora qui a comunicarvi che alla fine la corte di Manhattan ha negato l’esistenza della famigerata lista nera dell’arte contemporanea. Lo scorso giovedì la corte ha emanato il verdetto, giudicando aleatorie le accuse del collezionista Craig Robins, che aveva appunto accusato l’artista Marlene Dumas, assieme ad una serie di celebri dealers americani. Robins, stando a quanto dichiarato, sarebbe stato messo su una sorta di lista nera assieme ad altri collezionisti, colpevoli di rivendere troppo presto le opere degli artisti rappresentati da un giro di gallerie amiche e di pregiudicare così la giusta crescita di quotazioni degli stessi .

In parole povere tutti i collezionisti e galleristi presenti sulla lista, sempre secondo le parole di Robins, non possono più comprare opere d’arte dalla cerchia di dealers implicati nel giro.  David Zwirner, ex dealer di Marlene Dumas ha poi confermato la presenza di una lista nera rivolta però a collezionisti accusati di aver speculato sulle opere dell’artista. Insomma alla fine il giudice ha ritenuto del tutto infondate le accuse di Robins che non sarebbero state supportate da prove concrete o quantomeno scritte.

Arakawa e l’arte contro la morte

Arakawa è stato uno dei più raffinati e poetici artisti dell’epoca contemporanea. Assieme a sua moglie, Madeline Gins, l’artista ha esplorato il concetto di mortalità, creando opere intese a fermare l’invecchiamento ed ingannare la morte. La filosofia personale dei due coniugi prende il nome di Reversibile Destiny (destino reversibile) ed i due hanno cercato di espanderla negli anni all’interno delle loro produzioni, tra libri, poemi, dipinti ed occasionalmente edifici.

La loro più recente opera architettonica è infatti la Bioscleave House di Long Island, un’abitazione del tutto inconsueta dipinta con vernici che spaziano su ben tre dozzine di tinte. La casa possiede un pavimento incredibilmente ripido che forza gli ospiti a rotolare (per così dire) in cucina. I diversi livelli della villa donano una sensazione di spaesamento, come se ci si trovasse in due differenti posti in una sola volta.

Antonello Bulgini al Condotto C di Roma

-Promessa ad oriente- di Francesco Cascino

Cercare le risposte oltre il muro della ragione sarà sempre possibile, finche’ esisteranno scrittori e descrittori di percorsi immaginabili con la forza dei sensi. Guardando l’opera – attribuite nuove proprietà ad un paesaggio– si scorge, ad Oriente, la possibilità di ritrovare la rotta. Intera.

D’altronde ci si orienta, non si va in altre direzioni, se ci si perde.

Perdersi e ritrovarsi e’ l’invito di Antonello Bulgini. La materia partecipa alla descrizione della Via come una volta si usava fare con la scultura, solo che in questo caso siamo di fronte ad una reinterpretazione evoluta in versione pittorica, e con materiali di nuova generazione. Solchi tracciati per animi visionari abituati a cambiare strada. Bulgini non vuole restare ai mezzi espressivi del -900, semplicemente cerca nuove visioni per dare vita alle ombre. Dipinge nuove strade per dare luce ai sensi. Traccia percorsi di stimolo perche’ chi guarda possa trovare nuove strade; a seconda del punto da cui si guarda, sembra suggerire.

Debora Hirsch alla Flora Bigai

La galleria Flora Bigai Arte Contemporanea presenta il 22 maggio la seconda mostra personale di Debora Hirsch, It Is Not Lichtenstein, in cui l’artista rafforza la ricerca sull’immaginario del mondo dei fumetti cominciata nel 2006 con So What.

Nel 1947 Jack Kirby crea con Joe Simon Young Romance -for the more adult readers of comics- dove presenta fumetti con storie romantiche che diventano rapidamente molto popolari nell’America del dopoguerra. Ma Kirby non e’ il miglior autore di questo genere, la sua composizione e il suo tratto sono ancora incerti e troveranno piena espressione circa dieci anni dopo disegnando i Fantastici Quattro, Thor, Capitan America, X-Men.

Picasso, Braque ed altri dipinti rubati a Parigi

Incredibile e scioccante notizia proveniente da Parigi. Alcuni ladri si sono introdotti l’altro ieri notte all’interno del Museo di arte moderna di Parigi (Musée d’art moderne de la Ville de Paris). La banda ha forzato un lucchetto e mandato in frantumi un vetro  penetrando così dentro lo spazio museale. Ieri mattina, al momento del loro arrivo, i responsabili dell’istituzioni si sono trovati davanti ad una scena a dir poco tragica.

La banda, presumibilmente prima dell’alba, aveva infatti trafugato ben cinque capolavori d’arte. Cosa strana è che le telecamere a circuito chiuso del museo hanno registrato solamente l’accesso di un ladro, ma si pensa che si sia trattato di un blitz ben organizzato. Comunque sia ora all’appello mancano come detto un dipinto di Pablo Picasso, uno di Georges Braque, uno di Amedeo Modigliani, uno di Fernand  Léger ed uno di Henri Matisse, in pratica una vera e propria catastrofe.

Giambattista Tiepolo ad Udine

A 40 anni dall’ultima loro storica esposizione, i Capricci e gli Scherzi di Giambattista Tiepolo tornano al Castello di Udine.

Il corpus completo della magnifica produzione grafica dell’artista veneziano sarà esposto nella Galleria d’Arte Antica del Castello udinese insieme ad una attentissima selezione di suoi disegni, opere direttamente collegate ai temi delle incisioni. Il tutto affiancato dagli oli del Tiepolo e dei tiepoleschi patrimonio delle Gallerie d’Arte udinesi e dai cicli di affreschi che i Tiepolo, Giambattista e Giandomenico, hanno lasciato in città e che valgono ad Udine l’appellativo di -Città di Tiepolo-.

‘Giambattista Tiepolo tra scherzo e capriccio’, curata da Cristina Donazzolo Cristante e Vania Gransinigh, sarà allestita in Castello dal 21 maggio al 31 ottobre. La mostra rientra, ed e’ anzi una delle proposte di punta, delle –Giornate del Tiepolo 2010-, programma ideato e gestito dall’Assessorato alla Cultura del capoluogo friulano, che propone, dal 21 al 30 maggio, itinerari tiepoleschi, concerti di musica barocca, momenti di approfondimento storico e scientifico, tutto intorno appunto al marchio -Udine Città del Tiepolo-.

David Hockney, dall’iPhone all’iPad

David Hockney all’età di 72 anni non ha ancora perso la voglia ed il gusto di sperimentare nuove tecniche e soprattutto nuove tecnologie. La volta scorsa vi avevamo già accennato della sua passione nei confronti dell’ iPhone, l’ambito gioiellino di casa Apple. Ebbene il celebre pittrore, dopo aver a lungo utilizzato Brushes, l’app che permette di usare il telefonino come una sorta di tavoletta grafica, ha ora focalizzato la sua attenzione sul nuovo nato dell’azienda di Steve Jobs e sarebbe a dire l’iPad.

Hockney ha dichiarato al celebre quotidiano inglese The Evening Standard, di aver cominciato da qualche settimana a dipingere utilizzando l’iPad. Hockney nel corso della sua carriera ha già sperimentato numerosi mezzi tecnologici come il fax, fotocopiatrici e fotografie istantanee Polaroid.

Un Warhol venduto ed un Constable ritrovato

Occhi puntati su di un grande dipinto di Andy Warhol del 1986, comparso lo scorso mercoledì ad un’asta da Sotheby’s. Il dipinto è stato venduto da Tom Ford, stilista, regista ed accanito collezionista d’arte. Il suo acquirente si è impossessato dell’importantissima opera dopo una lunga asta per telefono che ha portato le quotazioni del dipinto da 15 milioni di dollari a 32.6 milioni di dollari.

L’opera ritrae un Warhol in viola su sfondo nero ed è stata dipinta esattamente un anno prima della sua morte. Esistono in totale 5 versioni dell’autoritratto, ognuna con un differente colore. L’Andy Warhol Museum di Pittsburgh detiene due copie, una in giallo e l’altra in blu. Il Modern Art Museum di Fort Worth ne possiede una verde ed infine i magnate Peter M. Brant è il proprietario del dipinto in rosso.