Paul Gauguin era un gran bugiardo, lo dice il Tate

La Tate Modern di Londra ha già preso appuntamento in anticipo per il prossimo autunno, si tratta della mostra Maker of Myth, evento dedicato al grande genio di Paul Gauguin (e curato da due donne Belinda Thomson e Christine Riding) che si aprirà il prossimo 30 settembre e si concluderà il 16 gennaio 2011. Alla mostra saranno presenti oltre 100 opere tra cui svettano I sensuali ed affascinanti dipinti di Tahiti. I curatori della mostra hanno già dichiarato che nel corso dell’evento sarà possibile scoprire dei lati di Gauguin che non conoscevamo.

Il maestro, sempre secondo i curatori, fu un grande manipolatore della verità, un astuto inventore di architetture sbalorditive oltre che un astuto manager di se stesso proprio come noti nomi della scena dell’arte contemporanea come Jeff koons o Damien Hirst. Ad esempio la frutta che compare nei suoi dipinti è un prodotto della sua immaginazione. Nel dipinto Hin Parahi te Marae (1892) Gauguin rimette in scena un rituale cannibale “Gauguin ha re-inventato la scena puntando sui pregiudizi dei suoi spettatori, il cannibalismo appartiene ad un passato molto remoto di Traiti, largamente antecedente all’epoca del pittore” ha dichiarato Thomson.

Steven Barrett piazza Gordon Brown al posto di Obama

 Tempo di elezioni anche in Inghilterra ma c’è da dire che nel Regno Unito, come del resto in Italia, le elezioni sono una questione molto lontana dal glamour. In Italia ad esempio tutti noi associamo il periodo elettorale ad una massa informe di volantini e cartelloni pubblicitari dove campeggiano facce ben poco attraenti, personaggi che giocano a mascherarsi da leader a volte bonari altre pragmatici o rassicuranti, fino ad arrivare a volti che rasentano il ridicolo ed il farsesco, tutto per accaparrarsi qualche centinaio di voti in più.

Bene in Inghilterra le cose sono più o meno come da noi ed è sicuramente difficile immaginarsi Gordon Brown, David Cameron o Nick Clegg nei panni dell’iconico Obama del poster Hope creato da Shepard Fairey, opera che si è tramutata in un vero e proprio simbolo della campagna per le elezioni presidenziali americane del 2008. Barack Obama e John McCain si sono sfidati per ben tre volte nel corso di talk show televisivi ed ora anche i politici inglesi hanno deciso di prendere parte a queste kermesse televisive per la prima volta nella storia.

Impresa pittura, quando la pittura torna alla ribalta

Inaugura sabato 15 maggio 2010 la grande collettiva sulla pittura italiana dal titolo IMPRESA PITTURA (resterà aperta fino al 26 settembre) presso il CIAC – Centro Internazionale d’Arte Contemporanea di Genazzano (RM).

Curata da Raffaele Gavarro e da Claudio Libero Pisano, direttore del Ciac, IMPRESA PITTURA si propone come una ricognizione ragionata sulla pittura italiana a partire dalla metà degli anni Novanta sino ai nostri giorni. È il primo tentativo così ampio, da molti anni a questa parte, di ragionare sullo stato della pittura italiana, oltre le confusioni che hanno spesso caratterizzato questo mezzo espressivo nel nostro paese.

Luca Padroni alla Galleria 3)5 di Rieti

La galleria 3)5 di Rieti presenta dal 17 aprile al 19 giugno 2010 la mostra personale dell’artista romano Luca Padroni (classe 1973), confermandosi, con questa scelta, come una delle gallerie fra le piu’ vivaci e interessanti del panorama del centro Italia e spazio da tenere sott’occhio per quanto riguarda i progetti futuri. I piani di colore nelle opere di Luca Padroni si accostano in prospettive infinite, legate sempre all’idea di una partenza o forse di un arrivo. Il simbolismo del viaggio, particolarmente ricco, si riassume nella ricerca della verità, della pace, dell’immortalità, nella ricerca e nella scoperta di un centro spirituale.

Nella sala principale della galleria, una tela di grande dimensioni dal titolo Terra! (286x420cm. olio su tela 2010) ci appare come se ci trovassimo dinnanzi ad un’immensa voragine, un gigantesco cratere che sembra stia per divorarci. Ma – se di cratere si tratta – questo si lega al simbolismo intorno alla montagna, che e’ un punto di incontro tra cielo e terra. Ed e’ la terra quella che sostiene, come femmina e madre, come sostanza universale, dà e riprende vita, e’ simbolo di fecondità e di rigenerazione.

L’Ikea Art ed il problema dell’unicità dell’opera

Abbiamo più volte espresso le nostre opinioni (discutendone anche con il celebre blogger Luca Rossi) sull’Ikea Art, ovvero sulla creatività uniformata che in questi anni sembra spadroneggiare in tutto il mondo. I nuovi artisti modello Ikea creano le loro opere ispirandosi ad un minimalismo concettuale che strizza pericolosamente l’occhio al design svedese. In tutto ciò ovviamente ogni appiglio filosofico diviene puramente pretestuoso e l’opera diviene sempre più simile ad un oggetto di consumo o ad un semplice complemento d’arredo. E se questa fosse la nuova forma creativa del 2000? così ferocemente presi dall’impeto critico non avevamo pensato a tale eventualità, magari fra uno sbadiglio e l’altro l’Ikea Art potrebbe anche nascondere il suo fascino e segnare l’inizio di una nuova corrente artistica. L’identita seriale dell’Ikea Art o dell’arte facilmente riproducibile in genere potrebbe però nascondere molte insidie legate all’unicità dell’opera.

Negli ultimi tempi  molti siti web vendono stampe di celebri artisti contemporanei con prezzi alla portata di tutti, proprio come se si trattasse di quelle cornici già dotate di foto che la nota azienda svedese di mobili mette in vendita all’interno di tutti i suoi megastore. La domanda che vi vorremmo porre è quindi questa: Può l’esistenza di migliaia di copie rendere l’opera un semplice oggetto senza valore? La risposta è probabilmente si, anche se stiamo parlando di repliche ovviamente non siglate dall’artista in persona, non autenticate, ma cosa succederebbe se fosse possibile ricreare l’opera originale?

Tutta colpa dell’aria condizionata: Annullata la mostra alla Corcoran Gallery

La Corcoran Gallery of Art di Washington è stata protagonista lo scorso mercoledì di un evento senza precedenti. Gli spazi espositivi della celebre istituzione erano occupati dalla grande mostra Da Turner a Cezanne: Capolavori dalla Davies Collection, National Museum Galles, ma nel corso del regolare andamento dell’evento qualcosa è andato storto e la Corcoran è stata costretta ad interrompere la mostra a più di dieci giorni dalla data prevista (il 25 aprile prossimo).

Il problema è sorto quando l’impianto di condizionamento (di recente installazione) dell’aria ha smesso di funzionare regolarmente. Lo staff della galleria ha quindi organizzato un meeting straordinario nella notte di martedì ed  ha prontamente preso la decisione di chiudere la mostra per non far inviperire oltre ogni limite i proprietari delle opere che tutte insieme valgono la bellezza di mezzo miliardo di dollari.

Prorogate fino al 12 aprile le iscrizioni online per il Premio Combat

C’è ancora tempo fino a domani per l’sicrizione online al PREMIO COMBAT, nuovo contest esclusivamente dedicato alla pittura.

La pittura possiede potenzialità intrinseche forti e dense di significati. A queste intende dar voce il PREMIO COMBAT, che nel medium pittorico, spesso trascurato in favore di media espressivi più di moda, vuole avere fiducia. Il PREMIO COMBAT nasce per avviare un’indagine, attraverso gli autori che vi parteciperanno, delle più interessanti proposte pittoriche della nostra realtà.

COMBAT prende nome ed ispirazione concettuale dai combat film, filmati realizzati da cineoperatori militari americani durante i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, in cui venivano filmati spesso in prima linea e in diretta gli orrori della guerra per documentare e mostrare alla popolazione americana – non ancora certamente preparata a questa tv verità – ciò che stava succedendo, compresi gli episodi più cruenti. La finalità del PREMIO COMBAT ha lo stesso obiettivo forse ambizioso ma senz’altro efficace dal punto di vista culturale: scendere in prima linea per cercare i diversi percorsi all’interno del panorama artistico italiano attuale ed al contempo documentare cosa sta succedendo.

He Sen da Primo Marella Gallery

Primo Marella Gallery di Milano inaugura l’8 aprile (la mostra sarà visibile fino al 30 maggio) una selezione degli ultimi lavori dell’importante artista cinese He Sen. He Sen è stato l’artista selezionato come rappresentante della pittura nel padiglione Cina dell’ultima Biennale di Venezia e ha esposto di recente le sue opere presso la mostra Cina. Rinascita Contemporanea nei prestigiosi spazi di Palazzo Reale.

I dipinti di He Sen si contraddistinguono per la tecnica sublime che egli utilizza ed attraverso la quale riesce a stabilire un contatto intimo con lo spettatore che osserva le sue tele. Parte della mostra sarà dedicata alle celebri Smoking Girls. Si tratta infatti delle opere più famose dell’artista nate da uno scatto fotografico che ritrae delle giovani ragazze colte in un momento di quotidianità: mentre fumano, giocano con un peluches o bevono. Le figure create dal pennello dell’artista, sono di una bellezza disarmante. Celate da questa perfezione si nascondono le incertezze, le paure ed il vuoto interiore dei soggetti dipinti. Incertezze e paure che si riferiscono all’età contemporanea ed in particolare ad un territorio come la Cina che avanzando a un ritmo frenetico non lascia spazio all’individuo di adattarsi al cambiamento.

Rinasce la pittura grazie alla Nuova Scuola di Lipsia

 L’hanno data più volte per spacciata ed è sempre risorta dalle ceneri con rinnovate e potenti energie. Stiamo ovviamente parlando della pittura, regina delle tecniche artistiche ed oggetto di roventi critiche che negli ultimi tempi l’hanno relegata al ruolo di comprimaria dell’arte, dietro installazione e video arte. Al di là delle mode la pittura non è mai scomparsa dal mercato e la sua valenza economica è davanti agli occhi di tutti, aste e grandi manifestazioni fieristiche internazionali parlano di un collezionismo ancora ben ancorato a questa tecnica.

Ovviamente siamo i primi a parlare di un calo di energie creative, soprattutto nel nostro bel Paese. In Italia molte giovani leve sono ancora troppo legate al figurativismo vecchia maniera ed all’espressionismo astratto per riuscire a concepire qualcosa di veramente innovativo. Ed allora la risposta arriva dritta dalla Germania dove una generazione di giovani ed agguerriti pittori che il Frankfurter Allgemeine Zeitung ha riunito sotto il nome di Nuova Scuola di Lipsia.

Owen Maseko, ancora un altro artista censurato in Africa

Lo scorso fine settimana l’artista Owen Maseko è stato arrestato dalla polizia a causa di una sua mostra alla National Gallery di Bulawayo nello Zimbabwe. Tale atto ci riporta tristemente alla mente un’altra censura perpetrata ai danni dell’arte sempre nello Zimbabwe di cui abbiamo ampiamente parlato in un nostro precedente articolo.

Secondo l’Associated Press, Maseko ha raccolto alcune foto di famiglia di persone scomparse mescolandole ad immagini di depositi minerari dove si pensa siano sepolti alcuni resti umani ed ha aggiunto all’interno della mostra anche alcuni rapporti su un’insurrezione armata nel distretto del Matebeleland dopo l’indipendenza del 1980. Ricordiamo che il distretto fu letteralmente fatto a pezzi dalle truppe fedeli a Mugabe e migliaia di civili innocenti furono massacrati nella lotta.

Se Cy Twombly imbratta il soffitto del Louvre

The Ceiling è la nuova opera permanente di Cy Twombly per il soffitto del Louvre e va decisamente detto che il suo largo uso del blu corredato da iscrizioni di sette antichi scultori greci ci ha letteralmente spiazzato. La composizione continua inoltre con sfere e scudi in argento ed avorio che guadagnano oltre 350 metri quadrati di superficie. L’opera di Twombly è nettamente in contrasto con lo stile a cui ci aveva abituato.

Dimenticate quindi il graffitismo e le astrazioni calligrafiche di un tempo perchè adesso il visionario pittore 82enne ha cambiato totalmente registro. Ovviamente non siamo gli unici a pensare che Twombly abbia completamente perso la bussola. In febbraio, quando l’opera fu mostrata in anteprima alcuni critici francesi espressero un totale disprezzo per l’affresco ed alcuni lasciarono le sale totalmente indispettiti.

Jan Vermeer ed altri maestri di rinascimento baravano usando il proiettore. Ma sarà vero?

Non è mistero che i grandi maestri del passato fossero avvezzi all’uso di ingegnosi marchingegni ed espedienti per realizzare i loro capolavori. Tecniche come quella dello spolvero permettevano di accorciare tempi di esecuzione ed accentuare la precisione dei soggetti ritratti. Oggi però un’altra teoria, a dir poco ardita, potrebbe svelare alcuni retroscena sulle abilità tecniche e formali dei geni dalla pittura del rinascimento. La teoria è stata già avanzata nel 2000 dal celebre artista inglese David Hockney ed oggi alcuni studi condotti assieme allo scienziato Charles Falco della Università dell’Arizona, hanno portato ad una conclusione: I maestri del Rinascimento dipingevano unicamente proiettando le immagini direttamente sulla superficie da dipingere (mediante un’avanzata camera oscura) un poco come fanno molti artisti contemporanei con i proiettori digitali o con gli episcopi.

Ovviamente si tratta di una teoria tutta da confermare ma se fosse vera ci troveremmo di fronte ad una scoperta sensazionale: anche gli infallibili maestri baravano, usando gli “aiutini” e non tracciando il segno a mano libera. Hockney e Falco hanno dichiarato di aver scoperto un documento risalente al 1650 dove un gesuita tedesco, tale Athanasius Kircher, descrive minuziosamente un oggetto posseduto dal pittore Jan Vermeer, una specie di marchingegno capace di proiettare le immagini sulla tela.

Sarah Palin in un dipinto porno ed una tigre arrestata in galleria

 Il dipinto dell’artista inglese Jonathan Yeo raffigurante il politico britannico e leader del Partito Conservatore David Cameron è stato recentemente comprato da un ricco proprietario terriero per 200.000 sterline ma siamo sicuri  il prossimo progetto dell’artista non avrà la stessa fortuna. Yeo è infatti in procinto di ultimare un suo dipinto raffigurante l’ex governatore dell’Alaska ed avversario di Obama alle scorse elezioni presidenziali. Stiamo parlando ovviamente della chiacchierattissima Sarah Palin che nelle mani di Yeo diverrà un soggetto porno, o quantomeno la sua immagine sarà costituita da foto osè. L’artista ha dichiarato di aver creato il ritratto di Sarah Palin utilizzando alcuni ritagli Hardcore tratti da giornalini pornografici. “Credo che il dipinto sia il giusto riconoscimento per i repubblicani a cui tutti siamo grati per aver fottuto il mondo” ha dichiarato recentemente Yao mentre si trovava ad un party a Londra.

Ricordiamo che Yeo ha già scatenato le ire dei fans di George W. Bush per aver realizzato lo scorso anno un ritratto dell’ex presidente degli Stati Uniti assemblando delle immagini sempre tratte da riviste porno. Siamo quindi curiosi di vedere come ne uscirà fuori Sarah Palin.  Nel frattempo sempre a Londra la polizia ha acciuffato una tigre all’interno di una galleria d’arte. Certo voi tutti penserete ad una leggenda metropolitana come il coccodrillo nelle fogne di New York ma la ragione di questa cattura è tristemente reale.

Alex young a Londra, Mario Nigro a Milano e Robert Irwin a San Diego

Vorremmo consigliarvi 3 mostre in giro per il globo che vale la pena visitare, offerte creative dall’Italia, dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti. Quindi se vi trovate in quei luoghi vi consigliamo caldamente di darci un’occhiata. Si parte con le nuove opere di Alex Young, astro nascente della scena dell’arte contemporanea inglese. L’artista si getta oltre le barricate dell’illustrazione, della pittura e del graffiti, investigando il fenomeno sociale dell’alter ego. Il titolo dell’evento è A.K.A. ed è organizzato dalla London Miles Gallery e si aprirà il 1 aprile 2010. La mostra ospita inoltre diverse installazioni ispirate dall’amore di Young per i tatuaggi e dal macabro fascino dei calaveras, i celebri teschi messicani del giorno dei morti.

La galleria A arte Studio Invernizzi di Milano presenta invece una mostra personale di Mario Nigro dedicata a sedici opere di grandi dimensioni – per la prima volta riunite in uno spazio espositivo privato – dei cicli Spazio totale degli anni Sessanta, Ritratti e Dipinti satanici della fine degli anni Ottanta.