Opera 2011 alla Galleria Bevilacqua La Masa di Venezia

La Bevilacqua La Masa è l’unica istituzione italiana a mettere a disposizione 12 atelier per giovani artisti per un anno intero. Ogni anno dal 2007 la fine della residenza è segnata da una mostra collettiva. Anche nel 2012, nella galleria di piazza San Marco, si potranno vedere dodici artisti, dodici opere a conclusione dell’anno di lavoro passato all’interno degli studi della Fondazione Bevilacqua La Masa. Gli artisti assegnatari degli Atelier BLM (Nico Angiuli, Lia Cecchin, Nebojša Despotović, Nina Fiocco e Nicola Turrini, Martino Genchi, Giovanni Giaretta, Alessandra Messali, Andrea Napolitano, Luca Pucci, Chiara Trivelli, Aleksander Velišček, Serena Vestrucci) dal 2 di febbraio mettono in mostra i loro lavori nella Galleria di Piazza San Marco.

Una esposizione che fa entrare lo spettatore in un “Lunar Park”, un ambiente immersivo che trasforma le mura familiari della Blm in un mondo suggestivo composto da dodici situazioni diverse che riflettono le visioni degli artisti. Ecco allora che Nebojša Despotović attraverso alcune tele e un grande murales rievoca memorie senza tempo. Immagini definite, tratte dalle miriadi di fotografie che la rete mette a disposizione di tutti, vengono rielaborate, sfumate e restituite alla collettività dall’intervento dell’artista. E in esse ognuno può ritrovarsi.

Com’è triste Bologna Parte 2

C’è poi chi, come Studio La Città di Verona, ha deciso di partecipare per l’ultima volta ad una fiera a causa dell’inconcludenza di questo tipo di manifestazioni. Eppure il sempre più crescente numero di manifestazioni di mercato organizzate all’estero, va un poco a cozzare contro tali affermazioni. “Io ho venduto. Io invece no”, il ritornello è sempre lo stesso degli anni passati ma stavolta il numero di bollini rossi diminuisce e la pressione sale alle stelle.

L’arte contemporanea è roba da ricchi, direbbe qualcuno, ma per crear prestigio e un’aura di  sofisticatezza bisogna conservare le apparenze e fingere di esserlo . In questo piattaforme come Frieze si dimostrano ben più preparate mentre la nostra organizzazione sente il peso degli anni e sotto le scarpe lucide il calzino bucato comincia già ad intravedersi.

Com’è triste Bologna parte 1

Artribune ha da poco pubblicato alcuni video-bollettini con le opinioni dei galleristi presenti quest’anno ad Artefiera Bologna. Inutile aggiungere che le dichiarazioni rilasciate da alcuni dealers mi hanno lasciata un poco perplessa. Come precisato in seguito dal sempre puntuale magazine, a telecamere spente le opinioni dei galleristi erano un tantino diverse. Di certo a qualcuno la fiera ha giovato ma la maggior parte delle gallerie partecipanti sono tornate a casa con un pugno di mosche, anzi con la sacca piena di biglietti da visita e qualche rimpianto.

La crisi forse non colpirà le fiere d’oltreconfine ma dalle nostre parti il disastro economico si sente eccome ed è inutile continuare con questo negazionismo berlusconiano reiterato da Silvia Evangelisti, l’Italia è ferma, il mercato dell’arte contemporanea non sta attraversando un momento felice e la vetusta formula di Artefiera non regge il passo con i tempi. La recessione arriva inevitabilmente anche a Bologna, dove dopo una preview semideserta ed un venerdì che ha fatto tremare le ginocchia a tutti (colpa anche dei numerosi scioperi nazionali e dei cataclismi naturali), i rimanenti giorni di fiera sono sfilati senza troppe sorprese e senza troppa calca.

Fortuna vuole che quest’anno, a differenza di quelli passati dove le riserve erano blindatissime, l’organizzazione ha deciso di elargire a moltissimi visitatori il biglietto gratuito per tentare di “fare massa”.

Gary Taxali da Antonio Colombo Arte Contemporanea di Milano

La galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea inaugura la prima mostra personale italiana dedicata all’opera di Gary Taxali (dal 9 febbraio al 17 marzo 2012), artista fortemente rappresentativo di una scena neo-pop d’oltreoceano in continua ebollizione che, pur ricollegandosi culturalmente al movimento Pop-Surrealism (noto anche come Low-brow), ne rappresenta una interessante evoluzione di senso e di linguaggio. L’opera di Taxali nasce dalla sintesi sapiente tra l’iconografia retrò dei comics americani di inizio novecento (citiamo ad esempio il Popeye di Elzie Crisler Segar, i Barney Google & Snuffy Smith di Billy De Beck o i Nancy and Sluggo di Ernie Bushmiller) e una visione artistica dal sentire ambiguo e distaccato, tipica dell’era dei media, in cui il rigore del messaggio visivo gioca con il flusso inconscio di segni casuali.

L’effetto è quello di una straordinaria reinvenzione estetica – fusione perfetta tra immaginazione, stile e contenuto – capace di delineare un felice universo visivo quieto ma allo stesso tempo frenetico e dal perimetro formale preciso e circoscritto.  La base per il suo lavoro è fornita da superfici riciclate quali, ad esempio, piatti di vecchi libri, carte ingiallite, buste postali ancora provviste di indirizzi e francobolli, frammenti di vecchie tappezzerie rinvenute chissà dove.

Giovani street artists, solo sulla carta


La street art non è più una novità, ormai questa meravigliosa tecnica artistica comincia a mostrare i suoi anni e le prime opere prodotte fanno già parte della storia dell’arte contemporanea. Va inoltre precisato che la street art è attualmente regina del mercato e delle aste, un successo che ha trasformato in veri e propri eroi gli artisti che hanno scelto la strada come teatro principale della loro creatività.

Certo, riuscire a conciliare la vita di artista mainstream con quella di anonimo guerrafondaio della strada. Ed è proprio questo il nocciolo della questione, il dibatto aperto riguarda infatti  la reale spontaneità di tutti quagli artisti che si sono lasciati affascinare dal canto delle sirene del mercato dell’arte o espongono regolarmente nelle gallerie di tutto il mondo. Va detto che alcuni street artists come Banksy, Blek le Rat ed Invader sono riusciti a conciliare le loro attività “istituzionali” con le ben più avventurose e soprattutto pericolose in termini legali, attività “metropolitane”.

Aleksandr Sokurov e Faust dal cinema alla video arte


Con Faust, Aleksandr Sokurov chiude in bellezza la sua grande tetralogia fondata sul potere ed i suoi effetti devastanti sulla natura umana. Dopo aver preso in esame le figure di Adolf Hitler (“Moloch”, 1999), Vladimir Lenin (“Il Toro”, 2000) e l’imperatore giapponese Hirohito (“Il Sole”, 2004), il grande regista, autore di Arca Russa (2002), si concentra sul dottor Faust di Goethe che in sostanza contiene tutti i personaggi delle pellicole precedenti e riassume in sé l’essenza della condizione umana.

Nelle mani di Sokurov, la grande leggenda del dottore deluso ed annoiato dalla vita che stringe un patto con il diavolo per ottenere conoscenza e piacere, diviene metafora dell’esistenza stessa in un continuo rotear di macchina da presa e destini, un turbinio perpetuo che costringe i protagonisti ad errare senza una meta all’interno di un universo ottocentesco che pare proiettato all’indietro nel tempo e regala visioni che si accostano ai capolavori di Hieronymus Bosch con frammenti botticelliani in alcune scene dominate dai personaggi femminei.

CLAUDIA ZURIATO – sognai che sognavo un sogno

La Bugno Art Gallery di Venezia inaugura il 10 febbraio la mostra, a cura di Antonio Arévalo, “sognai che sognavo un sogno”  dell’artista veneziana Claudia Zuriato.

Questa la sua terza mostra personale in galleria. La prima, in concomitanza con la partecipazione alla rassegna OPEN “immaginaire féminin”, alla cui opera il curatore Pierre Restany assegnò il Premio Internazionale D’Ars. Da quel  settembre 2002, la Bugno Art Gallery ha presentato tre personali che hanno testimoniato il percorso creativo di Claudia Zuriato, dall’astrattismo assoluto, al figurativo quasi mistico e surreale: pensieri, anzi “sogni”, sempre tradotti sui supporti (tele, tavole, carte) con un “graffiante” segno al bulino e la capace mescolanza ai colori di fondo di patine opache e lucide, resine e vernici che lei stessa “alchemicamente” inventa di volta in volta.

LAWRENCE WEINER – EVER SO MUCH / MAI COSÌ TANTO

Lawrence Weiner, figura centrale tra i fondatori della Conceptual Art, interviene nello spazio di Base con nuove installazioni sui muri di grande formato. E’ la prima mostra personale di Weiner a Firenze e in Toscana, che segna l’inizio del quattordicesimo anno di attività dello storico spazio non profit.

Lawrence Weiner, nato nel 1942, vive e lavora tra New York ed Amsterdam, ha formulato il suo lavoro, sin dal 1967, ricorrendo al linguaggio piuttosto che a medium tradizionali quali la pittura o la scultura, considerando esso stesso un oggetto materiale. Nel linguaggio, l’artista americano trova uno strumento per la rappresentazione materiale dei rapporti del mondo esterno eliminando tutti i riferimenti alla soggettività artistica, tutte le tracce della mano dell’artista, la sua abilità, o il suo gusto. Utilizzando, dove possibile, simboli semantici e grammaticali, egli ha articolato il suo lavoro in termini inequivocabilmente diretti.

Jean-Marc Bustamante all’Accademia di Francia a Roma

Dal 5 febbraio al 6 maggio 2012, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici invita Jean-Marc Bustamante (nato nel 1952) in una mostra che vuole presentare una selezione del suo lavoro degli ultimi trent’anni incentrata sulla nozione di luogo. A questa selezione, l’artista ha deciso di associare una scelta di opere (quadri e disegni) del pittore olandese Pieter Jansz Saenredam (1597 – 1665) e ha proposto di insistere su una relazione attenta con gli spazi ideati da Balthus (1908 – 2001) quando era direttore di Villa Medici, dal 1961 al 1977, attraverso la creazione di una serie di quattro Pitture (Peintures)  per il Grand Salon.

Alla fine del 1970, Jean-Marc Bustamante è stato uno dei pionieri della fotografia a colori su grande formato. La sua serie, paradossalmente intitolata Tableaux (Quadri) portava un nuovo modo di creare e pensare la fotografia, praticata anche dai fotografi della Scuola di Düsseldorf e da quelli di Vancouver. Dall’inizio degli anni ’80 ha ampliato il suo lavoro passando dalla fotografia, che comunque continua a utilizzare e a mettere in mostra, alla scultura, alle istallazioni e più recentemente alla pittura (rappresentata attraverso serigrafie su pannelli di plexiglas di dimensioni monumentali).  

TALENTS 2012 con video evento art on the Catwalk

L’Accademia di Costume e di Moda, Istituto d’eccellenza italiana nella formazione per la Moda ed il Costume, nuovamente in passerella il 31 gennaio a Santo Spirito in Sassia nel calendario di ALTAROMALTAMODA, per la presentazione dei Talents 2012.

TALENTS 2012 – Giunti al termine di un percorso accademico durato tre anni, i giovani creativi compiono il primo passo per entrare, da professionisti, nel Mondo della Moda. La giuria composta da stilisti, Direttori Creativi di importanti Maison di Moda e Operatori del settore, assisterà alla sfilata per giudicare tecnicamente le creazioni dei neo stilisti. Sarà il primo vero confronto per i creativi con esperti sul loro operato ed anche un momento importante di riflessione in prossimità delle loro future avventure professionali.

VOGLIO SOLTANTO ESSERE AMATO, 38 artisti, 31 scrittori, 23 curatori e 15 intellettuali mettono a confronto sensibilità e competenze

Da sabato 18 febbraio 2012, EX3 Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze ospita il progetto MAP con la seconda tappa della mostra Voglio Soltanto Essere Amato: 38 artisti, 31 scrittori, 23 curatori e 15 intellettuali mettono a confronto sensibilità e competenze.

I diversi ambiti del sapere si incontrano su map-project.com, una piattaforma virtuale di dialogo che, attraverso le voci di un nucleo di professionisti dalle competenze trasversali (letteratura, antropologia, biologia, neuroscienza, filosofia…), si pone l’obiettivo di riposizionare la riflessione sullo stato dell’arte e della cultura contemporanea. Un dibattito partito dal web che si concretizza in un evento-mostra – tenutosi prima al MAGA di Gallarate e ora ad EX3 – un modello di sperimentazione curatoriale innovativo tramite l’impiego di tecnologie interattive, in cui il grande pubblico possa avvicinarsi con nuove modalità al dibattito culturale.

CAMERE XVII – Des Mondes de Poche

Des Mondes de Poche/Mondi tascabili è nato da una serie d’incontri in appartamenti romani e parigini. Un’avventura umana per una ridefinizione politica delle piccole comunità che incoraggiano il concetto di condivisione e la qualità degli incontri.

La prima proposta per Camere è un modellino di Yona Friedman & Jean-Baptiste Decavèle, La petite ville spatiale, realizzata appositamente per la mostra. Si tratta di una riattualizzazione di una delle idee chiave di Yona Friedman: La Città spaziale, esempio e teoria architettonica che rimanda al concetto stesso del progetto Camere. Uno spazio che non è costruito, riempito o modificato, ma reso disponibile all’uso.Fin dal 1958, Yona Friedman crea i principi della Città spaziale, la più importante applicazione dell’architettura mobile, una struttura su palafitte in cui si alternano volumi abitati e vuoti formando dei “quartieri” dove si distribuiscono liberamente gli alloggi. La sopraelevazione permette a queste strutture di svilupparsi al di sopra di siti indisponibili, di aree non edificabili o già edificate e di terreni agricoli.

Tutto il programma di Art White Night a Bologna

Sabato 28 gennaio, la notte si illumina e l’arte contemporanea invade il centro storico di Bologna con la notte bianca di Arte Fiera. Una serata straordinaria grazie all’apertura gratuita fino mezzanotte delle installazioni del Bologna Art First, dei musei, delle mostre, delle gallerie d’arte, negozi, a cui si aggiungono eventi, iniziative, videoproiezioni e party presenti un po’ ovunque in città. Scegliere cosa vedere sarà difficile.

Pedalare con Arte – Piazza Maggiore
Un percorso guidato in bicicletta alla scoperta delle installazioni di Bologna Art First 2012.
Tutti gli appassionati e proprietari di una bicicletta possono partecipare a questa pedalata organizzata in occasione di Art White Night e giunta alla sua quarta edizione.
Da un’idea di Ilikebike in collaborazione con Arte Fiera Art First, BolognaFiere, Monte Sole Bike Group – FIAB Bologna
Sabato 28 gennaio,  partenza ore 17:30 da Piazza Maggiore (Emporio della Cultura)


Davide Dormino – L’origine della trama

 

 

Davide Dormino realizza una scultura per raccontare l’evoluzione di un processo creativo: da artigiano ad artista. L’opera racconta l’origine e lo sviluppo del gesto creativo che nasce da un disegno preciso e si sviluppa fino a distruggere l’immagine di partenza. Il lavoro cerebrale e misurato dell’artigiano che esplode nella follia passionale dell’artista. La messa in scena del gesto, dell’invenzione di un metodo ordinato che genera una trama e poi un trauma: la sintesi del momento in cui interviene l’estro e disordina tutto.
All’interno dello spazio espositivo, volutamente piccolo, un ambiente unico dove si entra in gruppi secondo un ritmo preciso scandito dal sottofondo musicale dell’opera, da una lastra di ferro alta quasi tre metri ci investe un flusso di fili metallici. Una cascata che si sprigiona fino al pavimento e corre fino all’esterno dello spazio stesso.