Lucia Romualdi – platea

Giovedì 24 novembre 2011 alle ore 18.30 alla Sinagoga di Šamorín verrà presentato il nuovo lavoro di Lucia Romualdi platea partitura di luce per macchinari ottici e suono meccanico. Le installazioni di Lucia Romualdi sono composizioni di luce che occupano gli spazi: cifre, diagrammi numerici, tabulati di maree e di stelle. Un lirismo matematico che si avvale anche di procedimenti tipici del montaggio cinematografico.

platea è un’opera che legge i tempi di marea di Trieste, città di tre anime, luogo geometrico e indeterminato, passaggio di venti. È un limite, un viaggio mentale, una partenza d’acqua accompagnata dal suono e dal ritmo dei proiettori in movimento, dalla visione di un film au ralenti e dalla musica composta da Franco Donatoni in dialogo con l’opera di Lucia Romualdi:  Black & White n°2 nella versione per pianoforte e pianoforte registrato, eseguita da Antonio Ballista (in prima assoluta al Palazzo delle Esposizioni di Roma, 1993). Nell’immaginario il termine platea è inteso come luogo o insieme di parole e cose poste in modo ordinato o casuale che occupano uno spazio o guardano a un luogo e presuppone un movimento vero o fittizio.

David Wojnarowicz infiamma anche Brooklyn

Incredibilmente David Wojnarowicz ed il suo video A Fire in My Belly sono nuovamente al centro di roventi polemiche. Se ben ricorderete noi di Globartmag abbiamo dato ampio risalto a questo assurdo atto di censura operato dallo Smithsonian Portrait Gallery di Washington DC. Proprio sul finire del 2010, l’opera di Wojnarowicz è stata rimossa dalla mostra Hide/Seek poiché giudicata offensiva.

In particolare le istituzioni religiose dello Smithsonian si sono scagliate su quei fotogrammi che raffiguravano un crocifisso con delle formiche sopra, accusando l’artista (deceduto a soli 37 anni nel 1992) di blasfemia. il video di Wojnarowicz è invece un viaggio per immagini che mostra la sofferenza ed il calvario delle vittime dell’AIDS. Questa deprecabile e diremmo noi indecente censura ha in seguito scatenato diverse azioni di protesta, manifestazioni che hanno avuto luogo in tutto il mondo.

Takashi Murakami raccoglie quasi 9 milioni di dollari per il Giappone

Takashi Murakami e la solidarietà hanno assestato un bel colpo all’interno del variegato mondo del mercato dell’arte. Giusto lo scorso mercoledì, il re del pop giapponese ha praticamente riempito la sala vendite di Christie’s New York alle 9:30 di mattina, totalizzando il ragguardevole bottino di 8.7 milioni di dollari. Si è trattato di un evento di beneficenza ed i ricavi sono andati al Giappone, per tentare di arginare i danni economici e strutturali causati dal tremendo terremoto dello scorso 11 marzo e dal conseguente tsunami che ha devastato le vite di centinaia di migliaia di innocenti. Si stima infatti che più di 300.000 persone siano rimaste senza casa, praticamente una crisi umanitaria che ad oggi non sembra migliorare.

Tornando all’evento, anche se Christie’s e Murakami hanno scelto un orario piuttosto mattiniero, i collezionisti non si sono lasciati scoraggiare e sono accorsi in massa, mentre uno streaming online ha facilitato la partecipazione dei collezionisti asiatici. Ovviamente Murakami, che ha contribuito con 4 opere appositamente realizzate per l’evento, non è stato l’unico big a partecipare all’asta ma è stato affiancato da altre stars del contemporaneo. Jeff Koons, ad esempio, con la sua opera Balloon Monkey Relief ha raggiunto 1 milione di dollari partendo da una quotazione di 600.000 dollari.

Invernomuto – Simone

Le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e Xing presentano ART FALL ‘11 Ferrara contemporanea. Giunta alla sua quarta edizione, la manifestazione presenta dal 12 novembre la mostra Simone, la prima personale di Invernomuto in uno spazio istituzionale. La mostra rappresenta un momento importante in un percorso ormai ricco e stratificato. Proprio per questo motivo, Simone da una parte guarda verso la produzione degli ultimi anni del duo, dall’altra apre e anticipa nuovi sviluppi.

L’esposizione si dispiega sui due piani del Padiglione d’Arte Contemporanea e prevede la presentazione di tre opere inedite che danno vita ad un paesaggio audiovisivo e sinestesico che rappresenta al meglio la poetica e l’universo di Invernomuto. L’intero piano terra è dedicato a Wax, Relax (2011, cera, dimensioni variabili, soundtrack di Hieroglyphic Being) che – allestita sotto forma di scultura nella mostra Terre Vulnerabili presso Hangar Bicocca nel 2011 – si configura al PAC come una nuova opera dinamica.

Le mostre internazionali di novembre

Mark Rohtko

Eccoci come di consueto ad offrirvi il meglio dell’arte contemporanea in giro per il mondo. Mi raccomando se vi trovate in viaggio o in vacanza non mancate queste mostre, sarebbe un peccato imperdonabile.  Il 13 novembre al MOCA di Los Angeles parte Icons, la grande retrospettiva dedicata a quel geniaccio dell’occulto mr Kenneth Anger, tutta la mostra è ovviamente incentrata sul culto delle icone.

Eddie Martinez va invece in onda dal 11 novembre nelle prestigiose sale della galleria Peres Project di Berlino. In mostra nove dipinti recentemente prodotti dal celebre astrattista. Marlene Dumas è invece ospitata fino al 26 novembre dalla Frith Street Gallery di Londra. Sono presenti in mostra alcuni dipinti facenti parte di una serie recente, c’è anche un ritratto di Amy Winehouse.

Giovedì difesa: Drive

Mi aspettavo le macchine, invece mi trovo una sorta di Hana Bi occidentale, un fiore di fuoco violento e silenzioso, ricco di amore quanto ricco di odio. Il principio di Hana Bi di Kitano era la dolcezza e la violenza applicata alla vita. Hana Bi sono i fuochi di artificio, una cosa che esplode, che nasce dalla combustione ma che forma un fiore.

Il protagonista di Drive, il film del regista danese Nicolas Winding Refn non parla molto, quando gli chiedono che mestiere fa risponde: io guido. Guidando si guadagno da vivere: dal palo nelle rapine al meccanico fino allo stunt nei film pericolosi.

Del perchè il pubblico si allontana dall’arte contemporanea

Da diverso tempo mi trovo a condividere con Luca Rossi alcune idee riguardo alla scena dell’arte contemporanea ed alla sua ormai cronica mancanza di pubblico. Come già scritto in precedenza, una delle cause di questo lento stillicidio è l’estrema inconcludenza e pretestuosità dei progetti presentati da curatori ed artisti, progetti che molto spesso si riducono ad una serie di comportamenti stereotipati, infarciti di vuoti concetti ed estetiche semplicemente brutte.

A volte ciò che viene dato in pasto al pubblico è l’idea dell’idea e questo non può esser fruito in maniera naturale, bisognerebbe superare il postmodernismo o almeno Duchamp per ritornare a respirare. Essere facili non significa esser dei semplici, altrimenti tanto varrebbe pensarla come Carmelo Bene e recitar le fatidiche parole: “L’arte è sempre stata borghese, idiota, mentecatta, soprattutto cialtrona e puttanesca e ruffiana. L’arte deve essere incomunicabile, deve solamente superare se stessa”.

DIBATTITO EDITORIALE SULL’ILLUSTRAZIONE CONTEMPORANEA

In occasione della XVII Edizione di Umbria Libri 2011 che si svolgerà tra il 10 e il 13 novembre a Perugia all’interno dell’affascinante cornice della Rocca Paolina, l’associazione e casa editrice VIAINDUSTRIAE già da anni divulgatrice e promotrice artistico culturale, organizza un dibattito sull’editoria specializzata d’arte.

In particolare vi segnaliamo la tavola rotonda partecipata venerdì 11 novembre alle ore 18,30, che tratterà del libro illustrato e delle nuove ricerche nell’editoria internazionale, con particolare attenzione a quelle italiane e indagherà l’ormai sottile confine tra i vari mondi e le pratiche creative del fumetto, della graphic novel, del libro illustrato e del libro d’artista cercando di capire come le attuali ricerche artistiche editoriali indipendenti stiano di riflesso influenzando anche i settori mainstream.

Lara Almarcegui al Pastificio Cerere di Roma

Giovedì 10 novembre inaugura a Roma, presso la Fondazione Pastificio Cerere, la prima mostra personale in Italia dell’artista spagnola Lara Almarcegui (Saragozza, 1972). Aperta al pubblico con ingresso gratuito fino al 7 gennaio 2012, l’esposizione – fa parte di un ciclo annuale di attività proposto da Vincenzo de Bellis, curator in residence della Fondazione per il 2011.

La mostra di Lara Almarcegui è composta da due distinti e complessi progetti, realizzati appositamente per l’occasione, che rappresentano l’elaborazione di un suo più semplice lavoro esposto nel 2010 a Vienna. Pur diverse fra loro, entrambe le opere indagano la città di Roma, evidenziando l’interesse dell’artista nei confronti delle relazioni fra architettura e contesto urbano, fra ciò che accade in strada e ciò che accade negli spazi espositivi. 

Lars il folle strega anche Berlino con la sua Melancholia

 Un folle, un visionario, un genio. Lars von Trier, regista danese, amante e prigioniero delle ferree regole che puntualmente abbatte con una punta di sadismo ed ironia. Il Lars von Trier di The Kingdom, di Epidemic, di Breaking the Waves e de Le Cinque Variazioni. Il Lars von Trier celebre per le paure, per le depressioni e per le fobie che lo torturano. Non viaggia in aereo e sceglie sempre auto e treni di una determinata compagnia. E’ sempre in lotta con qualche presunto cancro o altra malattia mortale che puntualmente ravviva la sua infinita ipocondria.

Il Lars von Trier che ogni anno macina chilometri e chilometri attraverso mezza Europa per recarsi al Festival del cinema di Cannes, rigorosamente con il suo camper. Ed è a Cannes che nel maggio di quest’anno, rilasciando dichiarazioni scellerate riguardo ad Hitler ed al nazismo viene giustamente allontanato. Il Lars von Trier che si scusa ma non ha scusanti, che dovrebbe essere severamente punito perché un personaggio della sua levatura non può pronunciare simili oscenità, anche se dettate dalla depressione.

Terza ed ultima fase di Cosa si prova ad avere un suono in testa

Cosa si prova ad avere un suono in testa l’11 novembre arriva alla sua terza e ultima fase, con una collettiva dedicata al concetto di ripetizione. Gli artisti coinvolti sono Ryoji Ikeda e Carsten Nicolai. Lamberto Teotino, Gregory Chatonsky, Daniela De Paulis, Alia Scalvini.

Nella ripetizione di un gesto, di una parola, di un elemento visivo o sonoro è insita una silenziosa volontà di arrestare il tempo e inseguire il mito dell’eterno ritorno, che si manifesta attraverso il perpetrarsi del presente, all’infinito. La reiterazione in loop di un oggetto-evento produce un eco del reale, che sfida le leggi spazio-temporali, dando vita a una dimensione parallela che trova origine nell’istante presente e in esso si rigenera, ciclicamente, mentre la sua matrice originale si proietta nel futuro, votandosi al non ritorno e all’oblio.

Il mondo dell’arte schiavo dell’Operazionismo creativo

 

Nan Goldin si riscopre fotografa (senza identità) per il re delle scarpe Jimmy Choo. Ai Weiwei non disdegna la collaborazione con W Magazine. Jerry Saltz è un grande critico ma è anche un giudice del reality show dell’arte Work Of Art, una delle peggiori idee della tv contemporanea. Christie’s da par suo assolda Spiderman e lo fa interagire con una scultura di Louise Bourgeois. Le fiere dell’arte si moltiplicano a vista d’occhio con conseguente bagno di folla ma spesso gli opening si affastellano l’uno sull’altro, creando replicanti inutili. I grandi franchisor come Lisson aprono sedi in ogni parte del globo per attirar più clienti nei loro supermarket dell’arte. La Vip Art Fair, fiera dell’arte esclusivamente online, ritocca la sua piattaforma in occasione dell’edizione 2012.

Queste, in sintesi, le notizie provenienti dal mondo dell’arte contemporanea degli ultimi giorni. Si tratta di eventi che in sostanza superano il concetto di spettacolo ed intrattenimento per lanciarsi sui sentieri inesplorati del nulla totale. La crisi del mondo moderno ha provocato una reazione all’interno dell’artesistema ma questa reazione è in realtà un grande effetto collaterale che minaccia la salute di un mondo ormai esangue.

Da cosa ad opera d’arte e viceversa, ovvero: anche Kippenberger viene ripulito

Spesso le opere d’arte contemporanea causano numerosi fraintendimenti ed il fruitore basito non riesce a comprendere l’esatta funzione dell’oggetto che si trova al suo cospetto. Sarà forse colpa di Duchamp e del suo orinatoio, sta di fatto che ormai gli artisti ci hanno abituato ad ogni ardita sperimentazione, arrivando a spacciare lamiere e spazzatura per arte concettuale. Critici, appassionati ed addetti del settore potranno anche captare il senso di talune opere ma sovente ci scappa il misfatto.

Ecco quindi che si moltiplicano le situazioni-tipo tratte da “Le vacanze intelligenti”, anche noi potremmo un giorno tramutarci Remo e Augusta Proietti alla Biennale di Venezia, sederci sopra una sedia e tramutarci magicamente in un’opera d’arte ambita da tutti i collezionisti. Ma che tipo di cosa è un’opera d’arte? Difficile a dirsi, ecco perché a volte queste cose finiscono con l’esser gettate nella pattumiera.