Pillole di Biennale 08 – Nazioni illuminate

(Dove eravamo rimasti…) Ebbene si siamo ancora in Biennale, dopo aver visitato il Padiglione centrale avevamo decisamente perso la sensibilità alle gambe, sognavamo comode sedute e refrigeranti bibite, invece avevamo un’ultima ora per vedere qualche padiglione nazionale, e guai a chi si lamenta.

PAGLIONE UNGHERESE – Esilarante, tragicomico, cinico, intelligente, catastrofico. Hajnal Németh porta l’opera Crollo – Intervista passiva, un racconto corale di incidenti d’auto reinterpretati in canto lirico. Quando la video arte piace pure a me.

PADIGLIONE DANESE – Una mostra complessa, un buon tema di base: la libertà di espressione, ma un po’ dispersiva, troppe opere diverse richiedenti ognuna tempo per essere comprese ed interagire. Ipnotico il video su tre schermi di Han Hoogerbrugge, Quatrosopus. Un uomo che non vorrei incrociare per strada, ma il cui universo visivo è affascinante, dissacrante e tristemente realista. (Consiglio di cercarlo in rete.)

James Franco e le lezioni al MoMA

Chi ha ancora voglia di ascoltare qualche barzelletta su James Franco ed il mondo dell’arte contemporanea? Ovviamente noi non raccontiamo storielle e sinceramente pensiamo che questa storia dei divi di Hollywood e delle popstars i quali cercano ostinatamente di entrare nel mondo dell’arte visiva, abbia un poco passato la misura. Eppure loro, gli attori ed i grandi cantanti, non hanno intenzione di limitarsi al loro campo d’azione ma tentano ogni giorno di irrompere in ciò che non gli compete.

Ecco quindi che Sylvester Stallone inizia a dipingere, Lou Reed a Fotografare, David Byrne a creare installazioni e la peperina Lady Gaga a spacciare i suoi concerti in vere e proprie performance. Ma noi eravamo fermi al nostro James Franco.

Astrid Nippoldt da The Gallery Apart di Roma

La stagione 2011-2012 di The Gallery Apart apre con la seconda personale che la galleria dedica ad Astrid Nippoldt, artista di stanza a Berlino fra le più presenti della sua generazione negli spazi museali tedeschi. Per l’occasione, Astrid Nippoldt ha selezionato un estratto della importante personale che il Kunstraum di Monaco di Baviera le dedicherà nei mesi di ottobre e novembre, nella quale l’artista presenterà il ciclo Patterns of Paradise di cui la mostra romana costituisce un’anteprima.

Il progetto, cui Astrid Nippoldt ha lavorato per mesi, ruota intorno alla storia di Cape Coral, città della Florida fondata nel 1957 e sviluppatasi in pieno boom economico con il dichiarato intento di offrire alla middle class urbanizzata americana un luogo dove esaudire ogni possibile ambizione in termini di qualità della vita.

Lady Gaga e Terry Richardson, un team da urlo per un nuovo libro fotografico

Terry Richardson non ha certo bisogno di presentazioni e noi abbiamo più volte dedicato articoli al suo stile fotografico decisamente controverso. Anche Lady Gaga da par suo non è certo una sconosciuta ed anche la reginetta del pop non ha niente da invidiare al celebre fotografo quando si parla di trasgressioni e numeri sopra le righe. Viene da pensare che ad unire questo piccante duo di provocateurs potrebbe succedere il finimondo.

Ed allora allacciate le cinture perché questo mix mortale ci sarà, e la data del suo manifestarsi è fissata per il prossimo 22 novembre. La Grand Central Publishing ha infatti annunciato l’imminente uscita di “Lady Gaga” un libro che svela immagini dell’eroina del pop mai viste prima d’ora, fotografie ovviamente scattate dall’altro fenomeno del pop/porno Mr. Richardson.

Il MoMA prepara una mostra sull’11 settembre

Nessuno di noi potrà mai dimenticare le orribili immagini dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York. Nella nostra memoria collettiva sono ancora incredibilmente vividi i fotogrammi del disastro, gli aerei che impattano contro i grattaceli, le deflagrazioni, la gente che tenta di mettersi in salvo in tutti i modi anche gettandosi nel vuoto, il crollo finale e la distruzione, i pianti dei superstiti il dolore per le vittime.

Tra non molto questa immane tragedia, una delle più grandi in tempo di pace, compirà il suo decimo anniversario ed il MoMa di New York ha deciso di organizzare un evento per commemorarla ma non si tratterà di uno dei soliti eventi commemorativi intrisi di stucchevole quanto inutile retorica. La prestigiosa istituzione ha infatti intenzione di attirare la nostra attenzione non tanto sulle immagini del disastro o su come l’arte si sia evoluta nel corso dei dieci anni passati ma su come da quel tragico 11 settembre abbia influenzato la pratica artistica e le nostre percezioni visive.

Jannis Kounellis a Cortonantiquaria

Di ritorno, proprio in questi giorni, da un importante appuntamento espositivo e di creazione di nuove opere in Cina, Jannis Kounellis – tra gli artisti italiani, senza tema di smentita – è colui che più di ogni altro ha identificato la propria arte con il viaggio e l’incontro con culture e realtà di ogni parte del mondo. Entro questa sua attitudine, negli ultimi anni egli ha impresso alla sua azione un’accelerazione equivalente alla rapidità dei mutamenti sociali, economici e culturali venutisi a determinare in diversi paesi del pianeta. Kounellis, infatti, ha sviluppato una modalità di concezione e realizzazione delle proprie opere che gli consente, con inedita efficacia, di giungere alla creazione di importanti opere – talvolta di considerevoli dimensioni, connesse strettamente ai luoghi e ai contesti espositivi – in un tempo che solo una qualificata ed esercitata facoltà linguistico-artistica consente di affrontare.

In occasione del conferimento del Premio Cortonantiquaria 2011 di Cortona di cui l’artista Jannis Kounellis è da anni assiduo frequentatore, egli dona alla città l’opera Senza titolo, 2011. Un avvenimento di grande emozione per la città di Cortona, che coniuga, con questo evento straordinario un dialogo, finora inusitato, fra Arte Contemporanea e Antiquariato.

Leonardo da Vinci unisce Francia ed Inghilterra

Tra Inghilterra e Francia non è mai corso buon sangue, inutile ricordare la famigerata Guerra dei cent’anni, conflitto tra i due regni che durò, non continuativamente, dal 1337 al 1453. Anche nelle competizioni sportive come il calcio Francia ed Inghilterra sono sempre in continua sfida, per non enunciare i vari scenari economici, politici, sociali e così via. Due nazioni in eterna lotta? Non per il mondo dell’arte, che come è noto riesce ad unire i popoli laddove anche i più abili diplomatici hanno fallito.

In questi ultimi giorni infatti La National Gallery di Londra ed il Louvre di Parigi hanno dato il via ad una grande intesa, forse la più grande collaborazione di sempre. Si tratta di un programma di prestiti con l’obiettivo di illuminare la carriera di un grande artista come mai fatto prima d’ora, e contate che stiamo parlando di Leonardo da Vinci.

Il nostro cuore palpita quando ammiriamo l’arte


Entrare in un prestigioso museo internazionale, ammirare i capolavori in mostra e lasciarsi catturare dalle meraviglie dell’arte. Si tratta di un’esperienza vissuta ogni da milioni di persone, un’esperienza che spesso e volentieri alimenta emozioni e sensazioni fortissime. A volte, come ben sappiamo, la maestosità dell’arte può portare alla Sindrome di Stendhal, patologia battezzata dal celebre scrittore che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e persino allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza.

Ma se in pochi al mondo hanno sofferto di questa malattia, quasi tutti i visitatori non restano di certo indifferenti alla visione di un capolavoro d’arte. A riprova di ciò, alcuni studiosi dell’Università di Berna in Svizzera hanno da poco pubblicato i risultati di una ricerca sugli effetti psicologici correlati alla percezione estetica delle opere d’arte all’interno dei musei.

Terzo appuntamento per “Ogni cosa a suo tempo”

Da sabato 24 settembre la Fondazione MIA – Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo, fondata nel 1265, ospita negli antichi matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore, il terzo appuntamento di “Ogni cosa a suo tempo”, progetto a cura di Stefano Raimondi, Paola Tognon e Mauro Zanchi. Il terzo capitolo del ciclo espositivo vede come protagonisti David Adamo e Ettore Favini, due artisti contemporanei rappresentativi nel panorama artistico nazionale e internazionale.

David Adamo, artista americano di stanza a Berlino, crea sculture e installazioni che originano nello spazio – attraverso una manipolazione della materia che viene di volta in volta levata nelle parti o nel tutto –  equilibri precari che svuotano gli oggetti della loro materialità evidenziandone nuove funzione semantiche e simboliche. Le sculture in legno di Adamo sono infatti spesso oggetti di uso comune presentati in uno stato di parziale distruzione come in Untitled (Hammers) dove quattro martelli di grandi dimensioni giacciono sul pavimento con le impugnature ridotte a sottilissimi bastoncini o in Untitled (Column) dove una colonna scavata e resa filiforme raggiunge in forma precaria il soffitto. Per questa esposizione l’artista realizza in situ sculture in legno, non più a partire da oggetti di uso comune ma a partire invece da altissimi tronchi di cedro, appositamente selezionati.

Se il MoMa diventa un locale per singles

Il MoMa di New York è senz’altro uno dei poli culturali più importanti di tutto il mondo ed al suo interno vengono sviluppate mostre ed altri eventi di alto livello. Ma come si sa, agli americani non piace prendersi troppo sul serio, ed allora può capitare che di quando in quando (soprattutto in estate) il prestigioso museo presenti un programma lontano dagli ingessati vernissage d’alto bordo.

Certo non è detto che eventi come quello attualmente in visione al MoMa siano il massimo in fatto di sperimentazione artistica ed anche se possono servire a muover un poco le acque, a tener in vita il museo anche durante la lunga stagione estiva ed a non perdere il contatto con il pubblico giovane, c’è il rischio di trasformare un’istituzione museale in una discoteca o peggio ancora in un centro vacanze dove operano animatori di infimo ordine. Le nostre accuse si riferiscono alla famigerata Singles Night, vale a dire notte dei singles, una performance artistica collettiva tenutasi lo scorso venerdì nell’atrio del museo.

Shepard Fairey torna in strada dopo la brutta figura

Poche settimane fa, durante una video intervista comparsa su un’emittente americana e successivamente rimbalzata su Youtube, Shepard Fairey aveva avuto un acceso diverbio con sua moglie. A noi questo potrebbe anche non interessare se non per il fatto che la litigata è scaturita da una risposta della moglie del celebre street artist che aveva anticipato quella del marito. “Vai ancora in strada a compiere personalmente le tue azioni?” aveva chiesto l’intervistatore a Fairey, ma la moglie aveva risposto con un divertito: “Era tanto tempo fa, ora no!”.

Ovviamente si tratta del segreto di pulcinella, tutti gli appassionati di Street Art sanno benissimo che dopo i primi grandi successi, Fairey ha totalmente smesso di “sporcarsi le mani” ed ha messo in piedi uno studio con tanto di assistenti che provvedono ad attaccare i suoi posters, quando non espone in gallerie e musei.

L’hôtel sur la Lune, ultima installazione site-specific di Gian Maria Tosatti

Mercoledì  3 Agosto 2011 verrà inaugurata L’hôtel sur la Lune, ultima installazione site-specific di Gian Maria Tosatti, un grande telescopio posto sul tetto dell’ex-salumificio Fiorucci (via Prenestina, 912 – Roma) per permettere a migranti e precari che lo abitano, di vedere la Luna. L’opera è stata ideata e realizzata nell’ambito del progetto artistico e filmico “Space Metropoliz” di Fabrizio Boni e Giorgio de Finis.

Dopo gli interventi di Cesare Pietroiusti, Francesco Sylos Labini, Cobol Pongide, Giangiacomo Gandolfi, Carmelo Colangelo, Francesco Careri, solo per citarne alcuni, Gian Maria Tosatti chiude il primo ciclo di appuntamenti “preparatori” e si apre il vero e proprio “cantiere” che da settembre si concentrerà sulla costruzione condivisa di Big Rocket, il grande razzo capace di portare i metropoliziani sulla Luna aprendo la strada all’era delle migrazioni “esoplanetarie”… alla ricerca di un mondo migliore.

Daniel Buren al Tuscan Sun Festival

Galleria Continua, Tenimenti d’Alessando e Tuscan Sun Festival di Cortona sono lieti di invitarvi all’inaugurazione della fontana di Daniel Buren ‘camminare sull’acqua: lavoro in situ’, 2011 nell’ambito del Tuscan Sun Festival di Cortona. Commissionato da Massimo d’Alessandro e da Giuseppe Calabresi, con la collaborazione di Mario Cristiani (Galleria Continua), l’idea è stata concepita prevendendo l’installazione dell’opera stessa all’interno della tenuta in toscana sita vicino Cortona.

L’artista concettuale francese, è uno delle forze creative dell’arte contemporanea degli ultimi quarant’anni. Daniel Buren espone regolarmente le sue opera in musei e gallerie nazionali ed internazionali, ha lavorato a più di ottanta opera pubbliche ufficiali in tutto il mondo.

Annu Palakunnathu Matthew alla Z2O Galleria | Sara Zanin di Roma

La Z2O Galleria | Sara Zanin presenta la prima personale italiana dell’artista indiana Annu Palakunnathu Matthew (India 1964) con un allestimento specificatamente pensato e realizzato dalla curatrice Maria Teresa Capacchione per la galleria di Sara Zanin.

Quello di Annu Matthew è un lavoro fotografico che mette al centro i rapporti sociali che derivano dalla sovrapposizione e dall’intreccio di storie e culture molto diverse fra loro. Ricerca le cui radici affondano nella vita stessa della Matthew che, nata in India, ha sempre vissuto tra il suo Paese, l’Inghilterra e gli Stati Uniti  dove attualmente risiede.