Paul Schimmel e l’oscuro licenziamento dal MOCA

Molti di voi penseranno che il pasticciaccio del MAXXI sia un affare squisitamente italiano o romano che dir si voglia. La realtà è che i valzer di poltrone e i defenestramenti di personaggi scomodi non sono un nostro diritto riservato. Anche all’estero infatti vengono perpetrate barbarie molto simili a quelle del nostro belpaese.  Parliamo quindi del MOCA, Museum of Contemporary Art di Los Angeles, guidato da quel volpone di Jeffrey Deitch che di nefandezze ne ha già una sporta piena, basti pensare alla censura al murale di Blu ed altre storie simili.

 Questa volta il caso in questione è il bizzarro licenziamento del curatore capo della prestigiosa istituzione, vale a dire Paul Schimmel. Quest’ultimo è da 22 anni alla direzione dello staff curatoriale del MOCA, praticamente una sorta di Alex Ferguson alla guida del Manchester United. Tra Schimmel e Deitch non è mai corso buon sangue ed alla fine il grande “vecchio” del board del museo, Mr. Eli Broad ha deciso di far fuori il curatore.

Ingrid Hora al Museion di Bolzano

Mercoledì 4 luglio la facciata di  si illumina con una nuova “storia”: dalle ore 22 viene infatti proiettato il video “Die Wende” dell’artista Ingrid Hora (Bolzano, 1976). La proiezione sarà preceduta da un “artist talk”, un incontro in cui l’artista parlerà del suo lavoro in dialogo con la curatrice della rassegna, Frida Carazzato.  In una piscina un gruppo di anziane signore, cuffia bianca e costume blu, esegue composto una coreografia di nuoto sincronizzato. È questa la scena narrata dal video “Die Wende” grazie a cui la facciata del museo sembrerà invasa da un’enorme piscina. “Die Wende” è il titolo della coreografia in cui sono impegnate le signore.

Significa “volteggio” e si riferisce al giro completo compiuto dagli atleti del nuoto sincronizzato sott’acqua. La parola può voler dire però anche “svolta”: dopo la caduta del muro di Berlino il termine si riferisce infatti al processo che porta dal socialismo alla democrazia e dall’economia pianificata al capitalismo. L’ambivalenza della “svolta” compiuta dalle anziane signore rivela appieno il suo significato simbolico quando apprendiamo che le donne appartengono a un’associazione della Germania dell’Est attiva da oltre vent’anni.

Lo strano caso del furto con ritorno

Strani furti accadono nel mondo dell’arte. Pochi giorni fa, esattamente il 19 di giugno, un ignoto ladro era riuscito ad introdursi nella galleria Venus Over Manhattan (di proprietà del celebre collezionista e scrittore Adam Lindemann) ed a sottrarre un dipinto del grande maestro surrealista Salvador Dalì, del valore di oltre 150.000 dollari. La piccola opera del 1949, intitolata Cartel de Don Juan Tenorio era stata creata utilizzando inchiostri ed acquarelli.

Il ladro aveva rubato l’opera in pieno giorno e sotto gli occhi di tutti. Il fellone si era infatti finto un critico d’arte ed aveva chiesto di scattare una foto all’opera di Dalì, salvo poi piazzarla all’interno di una borsa da shopping nera e dileguarsi nel nulla, tra la folla giunta in galleria per presenziare all’evento. 

Fingersi giovani artisti

 

Se ancora non ve ne eravate accorti, il mondo dell’arte perpetra continue discriminazioni riguardo l’età dei suoi protagonisti. Questa assurda pratica è talmente diffusa che il primo consiglio da dare ad un artista è quello di rimuovere la propria data di nascita da curriculum vitae, account Facebook e sito web personale. Prendiamo ad esempio gli artisti attivi in Italia agli inizi degli anni ’90, quelli della generazione pre-internet o magari quelli attivi agli inizi del 2000.

Ebbene, è facile notare che molti di quei nomi si sono persi nelle sabbie del tempo. Anche loro sono stati giovani artisti, vezzeggiati dal mercato e dalle gallerie di grido, ma una volta superata la soglia dei quaranta sono stati messi in soffitta e completamente dimenticati. Certo i più abili sono riusciti a salvarsi e a trasformarsi in maestri del contemporaneo ma una nutrita schiera è caduta nell’oblio.

Brightlight/Darklight all’American Academy in Rome

Roma – Martedì 19 giugno e 3 luglio 2012 l’American Academy in Rome inaugurerà nella sua galleria la doppia mostra Brightlight/Darklight, curata da Ludovico Pratesi e Valentina Ciarallo. Questa esposizione ospiterà le opere di 4 giovani artisti italiani: Francesco Carone, Chiara Camoni, Salvatore Arancio ed Emanuele Becheri. I loro lavori riflettono sull’ambigua natura della percezione del tempo attraverso la metafora dei due aspetti della luce: l’abbaglio delle giornate estive e l’oscurità della notte.

Gli artisti trasformeranno i due spazi espositivi della galleria dell’American Academy in ambienti che permettono ai visitatori di vivere l’evento espositivo come un’esperienza di conoscenza, innestando una riflessione sulla capacità dell’arte di aprire inaspettate modalità interpretative e modificando così la banalità del quotidiano. Ogni artista, attraverso un percorso che unisce opere realizzate con tecniche diverse, crea un itinerario concettuale ed emotivo unico e memorabile.

Shepard Fairey abbellisce Londra

Torniamo a parlare di street art e torniamo a parlare di Shepard Fairey. Ultimamente il nostro “street artists – che – non – ama –sporcarsi – le – mani” aveva guadagnato le prime pagine dei magazine d’arte contemporanea esclusivamente con le sue disavventure più che con la sua arte. Se ben ricorderete infatti, dopo aver pagato fior di quattrini di multa per aver cannibalizzato una fotografia di Mannie Garcia ed averla utilizzata per il suo poster Hope, icona della campagna di Obama alle presidenziali, il nostro Shepard era incappato in una gaffe dalle proporzioni colossali.

Nel corso di un’intervista, alla domanda: “creai ancora i murales in strada personalmente” Fairey era stato preceduto dalla moglie che aveva innocentemente affermato: “non li fa più da diverso tempo!” con sommo dispiacere del marito. Oggi, a distanza di tantissimo tempo Fairey è tornato a creare murales e non parliamo di stencil o posters ma di un’opera dipinta.

Che senso ha rimettere in scena le performance?

La domanda potrebbe sembrarvi ardua, ma noi abbiamo voglia di farvela lo stesso: Può la performance art essere rimessa in scena e mantenere inalterato il suo potere? Molti di voi a questo punto saranno già rimasti basiti, ma come la performance art si può anche rivedere? Certo, anzi in realtà si può anche vendere. Già, almeno Tino Sehgal ci è riuscito, visto che la sua performance Kiss (2003) è stata acquistata qualche tempo fa dal MoMa di New York per una cifra a cinque zeri.

 Ovviamente Sehgal non ha venduto la documentazione ma l’intera performance, che in futuro il MoMa potrà rimettere in atto seguendo le informazioni (incredibilmente dettagliate) fornite dall’artista che le ha sottoscritte di fronte ad un notaio. Molte piece storiche, e pensiamo a quelle di Yoko Ono, Gina Pane, Vito Acconci, Marina Abramovic e compagnia cantante, sono incentrate sulla figura del performer e sull’irripetibilità del momento creativo.

Marlon de Azambuja e Deimantas Narkevicius per Arezzo Wave Love Festival 2012

Il brasiliano Marlon de Azambuja (San Antonio da Patrulha, Brasile – 1978, vive e lavora a Madrid) realizzerà la sua opera in un’area impraticabile dello Stadio Comunale di Arezzo i cui è allestito il Main Stage del Festival, dove si esibiranno da Caparezza a Yann Tiersen, da Nina Zilli a Bandabardò e decine si artisti italiani e stranieri. Come in molti dei suoi interventi precedenti in diverse locations sparse in tutto il mondo, de Azambuja riabiliterà uno spazio in “ruìna” restituendogli un nuovo aspetto e una nuova vita per mezzo della sua tipica tecnica con nastro adesivo colorato, creando nuove forme dal forte impatto visivo e una sorprendente scenografia che recupererà un’area altrimenti priva di utilità e valore estetico.

Questo progetto fa parte di un lavoro più ampio dove Marlon de Azambuja accosta fotografia, scultura, installazione, video e disegno facendo uso di materiali comuni e semplici in virtù di un’arte popolare, una sorta di linguaggio globale che genera nuove suggestioni e nuove identità da quelle già esistenti che però, date per scontate, sono state dimenticate. Quindi de Azambuja suggerisce una traduzione di immagini, idee e concetti che ha inizio con la visione dell’opera d’arte e poi prosegue nell’esperienza personale successiva di ciascuno.

Apriti IED a Milano

APRITI IED è l’annuale appuntamento con cui l’Istituto Europeo di Design conclude l’anno accademico: tre giornate a porte aperte e un calendario di appuntamenti dove la creatività e il talento saranno i protagonisti. Da mercoledì 4 a venerdì 6 luglio le sedi di Via Bezzecca 5 e Via Sciesa 4 si trasformeranno in un villaggio creativo aperto al pubblico: quel luogo vissuto e animato da centinaia di studenti nel corso dell’anno diventerà teatro della loro crescita, della loro formazione ed esperienze, mostrandone i migliori progetti e parlando della loro vita, dei momenti di studio e allegria che hanno scandito un lungo percorso formativo, in un fermento di idee, creatività e talento.

In questi giorni la sede aprirà le sue porte ad appassionati di design, moda, comunicazione visiva e management delle imprese creative, studenti, aziende, professionisti ma anche giovani interessati alle iniziative dello IED e semplici curiosi, che saranno i benvenuti e potranno lasciarsi coinvolgere dalle iniziative
in calendario.

The Small Utopia alla Fondazione Prada di Venezia

La Fondazione Prada annuncia l’apertura di Ca’ Corner della Regina, storico palazzo affacciato sul Canal Grande, come sua nuova architettura espositiva. Messo a disposizione dalla Fondazione Musei Civici usufruttuaria dello storico stabile di proprietà del Comune di Venezia, per un periodo di tempo di sei anni con intesa di rinnovo, l’edificio sarà aperto con una mostra che documenta l’attività multiforme della Fondazione Prada (dal  5/7/2012 al 25/11/2012).

La prima esposizione offre una lettura dell’approccio culturale della Fondazione senza imporre un’interpretazione tematica e univoca del materiale artistico e museale presentato. Le singole installazioni e presenze nelle stanze del palazzo sono quindi da considerarsi esempi che testimoniano i diversi aspetti dell’identità, passata e futura, della Fondazione Prada, creata nel 1993 da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli per diffondere l’arte contemporanea. Esse comprendono una selezione della collezione, un anticipo di future collaborazioni e il progetto per la nuova sede permanente della Fondazione di Milano in Largo Isarco, disegnato da Rem Koolhaas e OMA, che in Ca’ Corner della Regina include la presentazione di modelli in scala del futuro complesso architettonico, che aprirà nel 2013.

Roberto Coda Zabetta alla Certosa di San Giacomo di Capri

Sabato 28 luglio alle ore 19.00 negli spazi della Canonica della Certosa di San Giacomo a Capri con la direzione di Rossana Muzii, l’Associazione Culturale ArteAs presenterà la mostra personale di Roberto Coda Zabetta dal titolo “VERDADE” a cura di Guilherme Bueno, Maria Savarese e Maurizio Siniscalco.

L’esposizione è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli e dall’Associazione Culturale ArteAs di Maurizio Siniscalco. La mostra, con il Patrocinio della Città di Paraty gemellata con la Città di Capri, dell’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro e della UERJ – Universidade do Estado do Rio de Janiero, presenta 27 lavori inediti, in anteprima assoluta italiana, che verranno successivamente presentati al MAC – Museu de Arte Contemporânea de Niterói a Rio de Janeiro dal 29 settembre al 3 novembre 2012.

VERDADE” (“VERITÁ”) prende spunto dalla memoria di quanti hanno sofferto la detenzione in uno dei più spietati sistemi di prigionia del mondo: quello delle carceri brasiliane, durante il periodo di dittatura dal 1964 al 1984. Bambini, giovani e donne sparirono senza lasciare traccia, se non quella indelebile nei ricordi di tutti coloro che indirettamente vissero quella tragica esperienza.

Hans Richter al MACA di Acri

A partire da sabato 30 giugno 2012, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospiterà un’importante mostra retrospettiva – la prima su territorio nazionale – dedicata ad Hans Richter (Berlino, 1888 – Locarno, 1976). Artista poliedrico enormemente affascinato dalle infinite possibilità espressive fornite dal mezzo cinematografico, di cui fu uno dei massimi sperimentatori, Richter fu tra i padri fondatori del Dadaismo, nonché uno dei suoi maggiori esponenti.
Dopo un primo periodo espressionista, in cui dipinti e disegni risentono della forte influenza del movimento Der Blaue Reiter, Richter si trasferisce a Zurigo, dove, nel 1917, dà vita, con Tristan Tzara e Hugo Ball, al movimento Dada e, due anni più tardi, fonda, assieme ad Hans Arp e Marcel Janco, il Group des Artistes Radicaux.

Contemporaneamente, comincia a sperimentare con i Rotoli dipinti, di derivazione cinese, nel tentativo di rendere al meglio l’idea di movimento, trasportando la figura oltre i limiti del quadro tradizionale. Il passaggio dietro la macchina da presa, avvenuto a partire dal 1917, è per lui una scelta obbligata. Nascono così i primi cortometraggi, tra cui, fondamentali sono quelli della serie astratta Rhythmus (1921 – 1925). Nel 1940, Richter si trasferisce a New York, dove realizza due lungometraggi, entrambi presenti in mostra: Dreams That Money Can Buy (1947) e 8 x 8: A Chess Sonata in Eight Movements (1957), nato dalla collaborazione con Max Ernst, Jean Cocteau, Fernand Léger, Alexander Calder e Marcel Duchamp.

La top 200 dei collezionisti di ARTnews

 

Eccoci Finalmente giunti alla fatidica top 200 dei collezionisti più famosi del mondo stilata ogni anno dal prestigioso magazine ARTnews.  Se siete artisti ed avete voglia di farvi comprare qualche opera non esistate a contattare questi veri e propri tycoon dell’arte. Noi possiamo solo aggiungere che i collezionisti italiani sono come al solito grandi assenti all’interno di questa lista. Gli unici a comparire sono Miuccia Prada e Patrizio Bertelli. Ma quelli, si sa, sono una conferma.

Shelley Fox Aarons and Philip E. Aarons
New York
Real estate
Contemporary art

Roman Abramovich and Dasha Zhukova
Moscow
Steel, mining, investments, and professional soccer
(Chelsea Football Club)
Modern and
contemporary art

Paul Allen
Seattle
Computer software and sports franchises
Impressionism; Old Masters; modern and contemporary art

María Asunción Aramburuzabala
Mexico City
Beverages and investments
Modern and contemporary art