Andy Warhol al Palazzo Magnani di Reggio Emilia

È una Pasqua all’insegna di Andy Warhol, quella che attende Reggio Emilia. Dal 31 marzo al 15 aprile 2012, Palazzo Magnani ospita The Last Supper, una delle opere più significative nella produzione del genio che ha lasciato un’impronta indelebile sull’arte del secondo Novecento. The Last Supper è infatti una straordinaria interpretazione del Cenacolo di Leonardo da Vinci, operata da Andy Warhol nel 1986.

L’evento, che cade nel 25° anniversario della morte di Warhol, è parte del progetto Arte in Agenda. A tu per tu con… ideato e promosso dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia. The Last supper racchiude in sé l’essenza della poetica warholiana tesa a demistificare l’opera d’arte e la sua originalità di “pezzo unico”, per dimostrare che, anche l’Ultima cena di Leonardo, al pari di altri soggetti come la Campbell’s Soup, il fustino Brillo, la Coca Cola, altro non è che “un prodotto”.

Letture di Difesa: Warhol e Romiti. Un confronto assurdo

“Leggo per legittima difesa.” (Woody Allen)

 Confesso di aver fatto la mia tesi di laurea su Romiti. E di non averci trovato nulla di “warholiano”, per così dire.

La pittura di Sergio Romiti, per me, è stata quasi come se Morandi avesse incontrato Montale e con lui si fosse accorto del vuoto dietro le cose, con un terrore da ubriaco avesse accettato di indagare in pittura l’inganno consueto.

Da Hopper a Warhol. Pittura americana del XX secolo a San Marino

Da Hopper a Warhol. Pittura americana del XX secolo a San Marino, curata da Marco Goldin, è proposta a Palazzo SUMS dal 21 gennaio al 3 giugno (in parallelo alla grande mostra riminese “Da Vermeer a Kandinsky. Capolavori dai musei del mondo a Rimini”). L’esposizione prende in considerazione tutti i momenti fondamentali, a partire dal realismo di Edward Hopper da un lato e di Thomas Hart Benton dall’altro, fino all’esperienza così particolare di Giorgia O’Keeffe. Già da questi primi nomi si comprende come la partenza della rassegna sammarinese sia straordinaria, con il realismo adamantino e stordente di Hopper, la cosiddetta visione regionale di Benton e la secchezza in cui si mescolano descrizione e metafisica della O’Keeffe.

A questa prima fase succede quella, indimenticabile, della grande astrazione americana. Divisa in mostra tra una parte più gestuale e una in cui il colore pare distendersi libero e indicare anche il senso della costruzione e della forma. Tutti i nomi più celebri vi sono compresi, a cominciare ovviamente da quello di Jackson Pollock, presente con due grandi tele, la prima del 1949 e la seconda del 1952. Poi ancora Franz Kline, con un grandi dipinto del 1960, dunque il momento migliore del suo lavoro.  Su un registro intermedio si giocano i quadri inclusi in mostra di un autore straordinario che lavora sul segno declinato nella grande superficie spesso quasi monocroma. E’ dunque il caso di Arshile Gorky che più di altri ha saputo rendere il fascino di una scrittura che si mescola alla materia di un colore rappreso.

Pelle di donna, Identita’ e bellezza fra arte e scienza

Per la prima volta in Italia una mostra che unisce arte e scienza sul tema della pelle. Pelle di donna. Identità e bellezza fra arte e scienza, a cura di Pietro Bellasi e Martina Mazzotta, è esposta alla Triennale di Milano dal 24 gennaio al 19 febbraio 2012. La rassegna nasce da un progetto di Boots Laboratories, marchio-icona del benessere distribuito in Italia da P&G, con la Fondazione Antonio Mazzotta da anni protagonista di successo nel mondo dell’arte.

Attraverso una ricca selezione di opere d’arte – antica, moderna e contemporanea – documenti, oggetti antichi, il visitatore compie un percorso affascinante di esplorazione che lo conduce a un laboratorio scientifico. Ampio spazio è dato agli artisti moderni e contemporanei che utilizzano i linguaggi più diversi, dalla pittura alla scultura, dal concettuale alle nuove tecnologie, fino al cinema sperimentale, anche con interventi site specific. Tra gli artisti in mostra: Giacomo Balla, Franz von Bayros, Adriana Bisi Fabbri, Andrea Chisesi, Giuliana Cuneaz, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Grazia Gabbini, Robert Gligorov, Abel Herrero, , Roy Lichtenstein, Luigi Maio, Lazhar Mansouri, Piero Manzoni, Alberto Martini, Bruno Munari, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Pietro Pirelli, Karl Prantl, Man Ray, Odilon Redon, Auguste Rodin, Omar Ronda, Mimmo Rotella, Maia Sambonet, Alberto Savinio, Andreas Serrano, Henri de Toulouse-Lautrec, Andy Warhol, Tom Wesselmann.

All Tomorrow’s Parties – Andy Warhol, la Factory e i Velvet Underground

Giovedì 15 dicembre 2011 alle ore 18.00 verrà inaugurata a Bologna la mostra “All Tomorrow’s Parties Andy Warhol, la Factory e i Velvet Underground” ideata, realizzata e promossa da ONO Arte Contemporanea con il patrocinio, non oneroso, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bologna.

Molte sono state le mostre su Andy Warhol e sul suo lavoro ma poche si sono incentrate su di lui; è per questo che la mostra bolognese racconterà per la prima volta in maniera intima e quotidiana il personaggio e l’uomo, non l’artista. Verrà descritto attraverso più di 85 scatti a opera di fotografi di fama internazionale come per esempio David McCabe, che sono allo stesso tempo amici, artisti e membri della Factory, l’epicentro creativo della New York degli anni ‘60. Oltre al materiale fotografico, arricchiranno l’esposizione video di repertorio, documentari e materiali cartacei originali. Le opere, documentano la vita personale di Andy Warhol, ma anche il suo rapporto di amicizia con i Velvet Underground, un sodalizio intellettuale e creativo breve, ma intenso, che va dal 1965 al 1970 anno in cui Lou Reed lascia il gruppo. Un viaggio elettrizzante nella storia dell’arte e del rock, studiato appositamente per un pubblico preparato e non.

Siamo ancora Postmoderni? Si, lo siamo

Sono figlia di un’epoca. Classe 1984 per la precisione. Quello che sperimento e vivo tutti i giorni è sicuramente questa frenetica contemporaneità ma la mia appartenenza, le mie radici, la mia storia le ho sempre sentite lontane e cercate altrove, talvolta attraverso letture, studi critici o documentativi. Un giorno ne ho scovato l’essenza semplicemente recandomi al Victoria &Albert Museum.

POSTMODERNISM, Style and Subversion 1970 – 1990. All’ingresso della mostra un neon fluorescente ne ricorda il contenuto. E’ l’inizio di un percorso attraverso 30 anni di storia dal 1970 al 1990. Ma qual è il suo significato e da cosa esso deriva? Sicuramente è uno dei movimenti culturali più controversi. TEATRALE-TEORICO-ROVINOSO-RIDICOLO-LUSSURIOSO questi sono gli aggettivi adeguati alle percezioni visive che si accumulano durante il percorso. Il Postmodernismo si sviluppò in tutti gli ambiti culturali, dall’arte all’architettura, dal design alla moda, dalla musica alla letteratura, passando attraverso religione, psicologia e sociologia.

Mostre in giro per il mondo

Le ferie estive stanno per finire ma siamo sicuri che molti di voi stanno partendo proprio in questi prossimi giorni, approfittando di un’ondata di caldo e bel tempo che durerà ancora per molto. Andiamo quindi a vedere quali eventi artistici potete visitare nei prossimi giorni, in giro per il mondo. Se vi trovate a Los Angeles vi invitiamo a passare dalle parti del MOCA di Jeffrey Deitch. Fino al 19 settembre potrete infatti trovare una coloratissima mostra dedicata alle famose campbell’s soup cans di Andy Warhol, vale a dire una delle immagini più emblematiche prodotte dal re della Pop Art.

Nel mentre, in quel di Bruxelles, il fotografo canadese Jeff Wall sarà ospite del BOZAR fino al prossimo 11 settembre 2011. La sua mostra personale si intitola The Crooked Path ed esplora le radici artistiche del fotografo attraverso 25 immagini ed un centinaio di artefatti multimediali creati da figure chiave dell’arte visiva come Eugène Atget, Marcel Duchamp, Frank Stella, e Carl Andre, artisti che hanno maggiormente influenzato la creatività di Wall. La Schirn Kunsthalle di Francoforte ospita invece, fino al prossimo 4 settembre 2011, una nostra vecchia conoscenza. Si tratta di Francesco Clemente che con la personale Palimpsest ha riempito ben tre gallerie con le sue gigantesche tele, riassumendo 30 anni di gloriosa carriera.

Marilyn Flop, filmino segreto invenduto e statua rifiutata dal pubblico

Strane cose succedono ai miti dello star system. Molti si improvvisano artisti, altri musicisti, altri ancora si lasciano divorare dalle più bizzarre manie e quando passano a miglior vita, secondo l’immaginario collettivo, si recano su quella famosa isola dove si nasconderebbero i vari Marlon Brando, Elvis Presley, James Dean e compagnia cantante. Ovviamente la pop icon defunta diviene una vera e propria immagine-culto, una sorta di santone da venerare che ha le sue belle reliquie da collezionare.

Una delle star più venerate in assoluto è certamente Marilyn Monroe, immortalata da grandi fotografi ed artisti come Andy Warhol. In questi ultimi giorni la bella Marilyn è stata però oggetto di alcune vicende che non fanno altro che confermare le bizzarrie legate alle grandi stelle. Come tutti sanno esiste un celebre film erotico girato nel 1947 su pellicola 8 millimetri che raffigura una giovane Marilyn ancora agli inizi. Il film in questione è di proprietà di un collezionista spagnolo, tale Mike Barsa, che si dichiara in possesso di due documenti attestanti la genuinità del filmato.

Una mostra tutta “Made in Italy” da Gagosian

In occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia, Gagosian Gallery il 27 maggio inaugura Made in Italy, un’importante mostra collettiva nel suo spazio romano di Via Francesco Crispi 16. Curata da Mario Codognato, la mostra intende tracciare un inedito percorso italiano attraverso l’opera di alcuni tra i maggiori artisti degli ultimi 60 anni: Georg Baselitz, Jean Michel Basquiat, Joseph Beuys, Marcel Duchamp, Alberto Giacometti, Douglas Gordon, Andreas Gursky, Damien Hirst, Howard Hodgkin, Mike Kelley, Jeff Koons, Louise Lawler, Roy Lichtenstein, Richard Prince, Robert Rauschenberg, Gerhard Richter, Richard Serra, Cindy Sherman, David Smith, Thomas Struth, Cy Twombly, Andy Warhol, Lawrence Weiner.

L’irresistibile attrazione esercitata dal “Bel Paese” nei confronti degli artisti del resto del mondo affonda le radici nel passato profondo e, com’é noto, conosce il momento di splendore a cavallo tra Settecento e Ottocento, all’epoca del cosiddetto Grand Tour, quando artisti-viaggiatori inglesi, americani, francesi e tedeschi varcano le Alpi per sperimentare da vicino la grande tradizione classica conosciuta solo sui libri, i capolavori di un passato idealizzato, ma anche il brivido provocato da uno stile di vita diverso e alternativo rispetto a quello che conoscono in patria.

Conrad Ventur alla 1/9unosunove di Roma

La galleria 1/9unosunove di Roma presenta al pubblico (dal 20 aprile al 28 maggio 2011) la seconda mostra personale in Italia dell’artista americano Conrad Ventur (1977, Seattle). La ricerca artistica di Conrad Ventur si concentra sulla citazione, la memoria, la fama e la ripresentazione di performance storiche attraverso l’uso di archivi e nuovi media per sottolineare gli effetti del passaggio del tempo. In occasione di Over the Long Haul l’artista presenterà la raccolta completa dei suoi Screen Tests Revisited: tra il 2009 e il 2011 Ventur ha ricreato tredici degli Screen Tests di Andy Warhol (i primi film sperimentali realizzati dall’artista negli anni Sessanta) filmando i soggetti originali della Factory, tra cui il poeta John Giorno, l’attrice Mary Woronov, lo scrittore Taylor Mead e Mario Montez, la leggendaria star del cinema underground.

Conrad Ventur li ha filmati nello stesso modo in cui furono ripresi 45 anni fa: in bianco e nero, senza suono, in slow-motion. I modelli comunicano una certa candida familiarità con Ventur, quasi suggerendo l’ormai definitivo crollo di quel mondo ossessionato dalla giovinezza su cui poggia la cultura popolare. Passato e presente si intrecciano in una narrativa cinematografica che unisce decenni allo stesso modo in cui riattiva i nostri legami con la cultura popolare e memorie sociali condivise.

La classe non è acqua al GAMeC di Bergamo

Dal 23 marzo al 24 luglio 2011, la GAMeC di Bergamo ospiterà la mostra La classe non è acqua, parte del progetto internazionale ARTools, che vedrà i lavori di 100 studenti delle scuole della città confrontarsi con le opere di 9 grandi artisti contemporanei. Ideato dalla GAMeC, ARTools (Art as tool for understanding contemporary) ha vinto il concorso indetto su scala europea dalla EACEA (Education, Audiovisual and Culture Executive Agency) ed è realizzato in partenariato con tre istituzioni museali europee – Centre International d’Art & du Paysage, Île de Vassivière (Francia), Malmö Konsthall, Malmö (Svezia), Műcsarnok Kunsthalle, Budapest (Ungheria), ciascuna delle quali ha sviluppato un proprio programma educativo legato alla cultura e all’arte.

Alla GAMeC, ARTools prevede il coinvolgimento di tre istituti scolastici della città di Bergamo che, affiancati da educatori museali della Galleria, hanno intrapreso un corso di studi, misurandosi con il lavoro di nove importanti artisti internazionali (Carla Accardi, Stefano Arienti, Joseph Beuys, Allan Kaprow, William Kentridge, Michelangelo Pistoletto, Thomas Schütte, Cindy Sherman e Andy Warhol), scelti per la tecnica con la quale esprimevano la loro creatività e selezionati per la capacità di anticipare e interpretare l’evoluzione socio culturale su scala globale, oltre che per il profondo legame con i propri Paesi di origine e la loro storia.

Andy Warhol, il tempo, la noia ed il video artista che non ti aspetti

Il re della Pop Art, l’uomo dei “15 minuti di fama”, l’artista che ha trasportato le icone dello star system all’interno dell’arte, il genio e la sregolatezza, l’innocenza e l’ironia, lo scopritore di talenti, il fautore della banalità dell’orrore. Queste e tante altre cose si potrebbero dire, parlando di Andy Warhol ma ciò che spesso si tralascia è l’argomento cinema sperimentale o, permetteteci, video arte.

Già perchè ad un certo punto della sua carriera il re del Pop ha imbracciato la telecamera ed ha cominciato a produrre pellicole visionarie, innamorandosi del mezzo filmico a tal punto da sospendere le altre attività artistiche. Le avventure in celluloide di Warhol sono in questi giorni oggetto di una bellissima mostra ospitata dal MoMa di New York, un evento dal titolo Andy Warhol: Motion Pictures, in visione fino al 21 marzo 2011. 

E anche a Londra si manifesta contro i tagli alla cultura

Forse Andy Warhol, professando i suoi ormai celebri 15 minuti di fama per tutti, non avrebbe mai immaginato una reazione simile. Eppure proprio ad una sua asta organizzata da Sotheby’s nel West End di Londra lo scorso 16 febbraio, alcuni facinorosi sono riusciti a guadagnarsi i loro bei minuti di celebrità.

Tutto è successo in pochi istanti, all’asta era presente una prestigiosa opera della famosa serie Nine Multicolored Marilyns, quella dove la Monroe appare reiterata in colori diversi per intenderci. All’improvviso alcune persone (circa dodici stando alle dichiarazioni della stampa internazionale) si sono introdotte nella sede dell’asta ed hanno cominciato a lanciare al pubblico alcuni biglietti falsi da 50 sterline. In un secondo momento i manifestanti hanno esposto un grande striscione rosso con su scritto: “Orgy of the rich” l’orgia dei ricchi.

Eli Broad e le prime immagini del suo nuovo museo a Los Angeles

Sembrava la barzelletta del secolo ed invece il nuovo museo di Eli Broad, tanto annunciato e mai svelato al pubblico, ha finalmente una location, un’architettura ed un archistar ben precisi. In questi ultimi giorni infatti Broad ha dato in pasto alla stampa di Los Angeles i rendering in 3D del progetto pensato da Diller Scofidio + Renfro, il team di architetti che sono riusciti a fare le scarpe a Rem Koolhaas nel corso della gara a “progetta tu il museo”.

Ebbene le linee del nuovo museo sono decisamente stravaganti, si tratta di un gigantesco rombo con disegno ad alveare che sarà perlopiù costituito da cemento. Ovviamente i tempi di sviluppo dell’intero progetto sono ancora molto lunghi ed anche i costi totali saranno un buon deterrente, si parla infatti di circa 130 milioni di dollari di spese.  Punto forte del museo sarà la lobby che permetterà una sorta di relazione visiva tra i pedoni all’interno ed i visitatori che arrivano in automobile.