La lista delle istituzioni museali internazionali dedicate all’arte contemporanea è decisamente lunga, si potrebbe dire infinita. Anche in Italia i musei d’arte contemporanea spuntano come funghi e non vi è dubbio che il successo delle grandi manifestazioni internazionali altro non fanno che incoronare le arti visive della nostra epoca come le più seguite di sempre.
A questo successo di critica e botteghino molte volte fa da contrappunto la disarmante bruttezza sia in termini formali che filosofici di alcune opere che devono per forza trovare un salvifico palliativo nelle parole di curatori e critici i quali servono ad indorare la pillola al pubblico pagante, glorificando il lavoro dell’artista di turno. Insomma non si tratta di un fenomeno tutto italiano, dell’arte brutta n’è pieno il mondo. Musei e gallerie propongono a volte progetti talmente flebili e volgari che la loro insulsa pretestuosità sembra essere l’unico guizzo di sperimentalismo e la sola pregevolezza estetica. Di questo devono esserne assolutamente certi alcuni signori di Boston che hanno deciso di fondare nell’autunno del 1993 il Moba, Museum of Bad art, l’unica istituzione museale privata al mondo ad esporre arte decisamente e volutamente brutta.