Dopo Ai Weiwei anche Zhu Rikun è K.O.

Ironia della sorte in questi giorni a Pechino si è aperto un summit dove i rappresentanti del governo cinese incontreranno con quelli del governo americano per discutere della situazione delle libertà individuali nel paese (ammesso che ce ne siano). Inutile dire che in agenda ci sarà anche il caso Ai Weiwei, anche se le associazioni per i diritti umanitari hanno etichettato questo genere di incontri come “inutili ed ipocriti, discussioni diplomatiche dove non si ottiene nulla di concreto”.

Comunque sia il mondo della cultura (e non solo) si è già mobilitato per salvare il coraggioso artista e nuove manifestazioni si sono svolte ad esempio ad Hong Kong (che ha raccolto 2.000 persone). Nel mentre un’altra storiaccia proveniente sempre dalla Cina e legata al mondo della creatività è balzata nelle ultime ore agli onori della cronaca.

Ai Weiwei arrestato a Pechino!

Le controversie di Ai Weiwei con il governo cinese non sembrano essere ancora terminate, anzi sembra proprio che le istituzioni abbiano l’intenzione di attuare una vera e propria strategia del terrore nei confronti del coraggioso artista.

La notizia arriva fresca fresca da Twitter, circa 24 ore fa, proprio prima di intraprendere un volo verso Hong Kong, Ai Weiwei è stato arrestato e tenuto sotto stretta sorveglianza all’aeroporto di Pechino. Nel mentre la pocinese ha effettuato un vero e proprio blitz nello studio dell’artista, situato nei dintorni della grande metropoli. Attualmente non si hanno notizie dell’artista ed il telefono del suo studio (come la corrente elettrica) è stato isolato. Un giornalista del prestigioso quotidiano inglese The Guardian si era recato allo studio di Weiwei per scattare alcune foto con il suo cellulare ma la polizia ha confiscato il telefonino cancellando tutti i file prodotti dall’uomo: “Lei non è autorizzato a sostare su questa strada, deve andarsene” avrebbe urlato un ufficiale al reporter, secondo quanto appare sul Guardian.

Il meglio ed il peggio di Frieze

“Re’Search Wait’S” (2009), by Ryan Trecartin

A bocce ferme, vale a dire a conclusione della fiera d’arte contemporanea Frieze, il magazine Artinfo ha pubblicato un gustoso articolo sul meglio ed il peggio della prestigiosa manifestazione londinese. Andiamo velocemente a leggere il loro insindacabile giudizio:

IL MEGLIO

Sutton Lane (Londra e Parigi), ha presentato delle stupende opere fotografiche su metallo di Liz Deschenes, affiancate alle sculture post-minimal di Nora Schultz. Un trionfo del monocromatico.

Elizabeth Dee (New York), ha proposto uno spumeggiante video di Ryan Trecartin con fotografie annesse. Un lavoro gioioso e potente.

Platform (Pechino), ha presentato una torre di 50 monitors con i  video Jin Shan alla sua prima presenza fuori dal territorio nazionale. Promette bene.

MOT International (Londra) ha proposto Laure Prouvost che ha letteralmente invaso lo spazio con una miriade di oggetti e video. Fantasiosa.

Sarah Morris al Mambo di Bologna

 Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ha inaugurato il 25 maggio la prima mostra personale in un museo italiano di Sarah Morris e di ospitare la première internazionale del suo nuovo film: Beijing.

Nel corso degli anni Novanta, Sarah Morris ha raggiunto la notorietà grazie a dipinti e film caratterizzati da un approccio strutturale astratto e complesso, nei quali traccia tipologie urbane e sociali. Gli ambienti urbani, i motivi architettonici, i simboli, i luoghi e le rappresentazioni del potere sono oggetto di un’indagine ravvicinata che affascina il fruitore dell’opera in un’alternanza di finzione e realtà.