Attenti, arriva l’India

Gigi Scaria

Come ci ha fatto notare il celebre magazine online Artinfo, ultimamente la scena contemporanea indiana ha letteralmente messo il turbo, invadendo numerose piattaforme espositive e di tutta la Francia. Attualmente il Grand Palais di Parigi ospita il grande Leviathan di Anish Kapoor. Tutti i quotidiani internazionali hanno parlato di un’installazione a dir poco sensazionale, una sorta di enorme grembo primordiale che può essere esplorato anche nel suo interno.

Sempre a Parigi, inoltre, il Centre Pompidou inaugurerà il prossimo 25 maggio (fino al 19 settembre 2011) la mostra Paris, Delhi, Bombay un vero e proprio megaevento con 50 artisti, attivi in India e in Francia, che proporranno il loro punto di vista sui profondi cambiamenti all’interno società indiana contemporanea, focalizzandosi su questioni politiche, identitarie, di sviluppo urbano.

La Biennale di Vittorione Nazionale©? all’insegna del culatello!

Pensavate forse che la conferenza stampa di Vittorio Sgarbi per il Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia avrebbe chiarito qualche dubbio sull’andamento dei lavori? Beh noi non lo pensavamo affatto e siamo sicuri che anche voi siete sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Ciò che è andato in scena ieri a Roma negli spazi del San Michele è stato uno vero e proprio incidente estetico difficilmente ripetibile nei prossimi cento anni di storia planetaria.

Il Vittorione Nazionale© ha praticamente tenuto in ostaggio giornalisti ed astanti per circa 3 ore, un tempo interminabile riempito da una lunghissima lista di nomi. Il tutto si è aperto con la dichiarazione: “Sono stati invitati oltre 2000 artisti perchè vorrei sapere chi decide se un determinato artista può entrare o no alla Biennale? La mafia del mercato. Io la combatto». Nulla si è saputo sulla Biennale Diffusa visto che continua a circolare una lista di nomi piena di artisti che hanno in termini già rifiutato la candidatura, nessuno ha distribuito un kit stampa degno di questo nome. Si è saputo solo che il suo progetto di invitare 230 artisti al Padiglione Italia è ben appoggiato dal presidente di Fondazione Roma Emmanuele Emanuele che che fino a ieri ha finanziato tutto e da Antonia Pasqua Recchia,direttore generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee che ha dichiarato che il curatore non ha ancora percepito un centesimo per il suo immenso e mirabile progetto curatoriale.

Padiglione Italia Vuoto!

Dopo gli abbandoni ed i successivi ritorni del Vittorione Nazionale™ al Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, (noi avevamo già predetto tali e tante tarantelle molti mesi fa con questo articolo-provocazione) il mondo dell’arte del nostro martoriato stivale ha subito lanciato un toto-padiglione per scegliere un nuovo paladino in grado di traghettare la nostra arte fuori dalle acque oscure all’interno delle quali ci ha portato Sgarbi. Artribune ha sollevato il nome del bravo Andrea Bruciati. Comunque sia l’allarme è rientrato.

Secondo il mio modesto parere sarebbe stato meglio lasciare il Padiglione Italia vuoto, non per anarchia, nichilismo, sandinismo o quello che volete ma semplicemente per chiudere con il passato e per mostrare al mondo intero la nostra reazione. Non una presa di posizione o un chinare la testa passivamente quindi ma una vera e propria tabula rasa contro comportamenti che devono finire. Se non vi bastano queste parole, ecco altre ragioni per lasciare vuoto questo Padiglione:

Vittorio Sgarbi non lascia (purtroppo per noi) la Biennale

Una breve nota di stampa, rimbalzata su alcuni quotidiani proprio nel giorno della festa dei lavoratori, ha annunciato ieri la fine del burrascoso rapporto fra Vittorio Sgarbi e la Biennale di Venezia. Oggi invece, non senza una punta di tristezza, abbiamo appreso che sotto le pressioni di Silvio Berlusconi, Vittorio Sgarbi ha praticamente ritrattato tutto. Siamo giunti quindi all’ennesima puntata di una telenovela dal finale scontato che dar mesi sta tenendo con il fiato sospeso tutti gli amanti dell’arte dello stivale.

Vittorione Nazionale™ poteva certo risparmiarsi questa penosa rentree, ci saremmo risparmiati un Padiglione Italia da Televendita dell’arte. Berlusconi non è però l’unico ad aver riportato Sgarbi sulla retta via, anche il povero Paolo Baratta ha infatti lanciato numerosi richiami d’amore al suo adorato criticone: “Torna Vittorio, è tutto pronto, abbiamo le sedi per esporre i tuoi 700 artisti” e via dicendo, in un turbinio di affermazioni stucchevoli apparse in questi giorni su tutti i giornali.

Paolo Baratta, Luca Beatrice, Anita Ekberg ed il nuovo cinema Sgarbi

Alle prese di posizione del Vittorione Nazionale©, escluso dall’ennesima carica pubblica, il presidente della Biennale Paolo Baratta ha risposto con queste parole apparse sul Corriere del Veneto: «Per la mostra che realizza lì ha già chiamato vari intellettuali: è un bellissimo esercizio di analisi dello spaccato storico della società italiana e dei suoi rapporti con l’arte, un luogo dove si discute, si parla e non soltanto si rappresenta. È una bella cosa, per cui, per carità, la faccia!».

Il Giornale pubblica invece un’accorata e profumata lettera d’amore di Luca Beatrice indirizzata al nostro Vittorione: “Caro Vittorio, se è vera la tua intenzione di rinunciare alla curatela del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia, ti prego ripensaci(…) Questo potrebbe essere l’ultimo spazio che ci verrà dato prima che ritorni la restaurazione, e con essa quei padiglioni rigidi e frigidi, privi di sensualità e coraggio(…)

Attenti alla Russia, parte seconda

Mentre tutti erano distratti dalle mosse della Cina noi, in tempi non sospetti, avevamo lanciato una profezia: “attenti alla Russia”. Già, perché avevamo notato un grande fermento creativo da quelle parti.  Oggi, prendendo in esame la città di San Pietroburgo, è possibile notare come a distanza di un paio d’anni questa metropoli sia divenuta ancor più potente all’interno della scena dell’arte internazionale, affiancandosi a veri e propri colossi come Stati Uniti e Regno Unito.

In pochi mesi due sponsors privati hanno sovvenzionato i restauri di ben due musei, vale a dire l’Erarta Museum e il Novy Muzei (New Museum). Tra le altre cose l’Erarta Museum è un museo non-governativo e quindi oltre a disporre di una nutrita collezione di opere cercherà in futuro di generare un mercato attorno ad esse, cosa che anche i nostri musei dovrebbero fare, dopo una tanto sospirata privatizzazione. Questi due nuovi (o rinnovati) gioielli si uniscono al Museum of Nonconformist Art, un museo fondato 20 anni fa da un manipolo di agguerriti artisti che occuparono l’edificio per lanciare una nuova ondata di arte contemporanea al di fuori dalle consone regole della scena russa.

Christian Boltanski è “senza fine”…

La Fondazione VOLUME! di Roma inaugura il 6 maggio la mostra SANS FIN di Christian Boltanski.  Un mese prima della Biennale di Venezia 2011 dove rappresenterà la Francia, l’artista realizza un intervento inedito che imprime allo spazio un movimento continuo, e come un vortice meccanico, espone tracce di memorie universali ed echi di dimensioni collettive e  storie personali.

“In questo momento rifletto molto sulle cose che continuano: oggi c’è un popolazione e tra vent’anni ce ne sarà un’altra. La vita riprende sempre”. La casualità della nascita e del tempo storico dell’esistenza conferiscono fragilità e allo stesso tempo mistero alle singole identità le cui piccole memorie sono al centro dell’interesse di Christian Boltanski. Gli archivi, le fotografie, gli abiti, il battito del cuore, negli anni hanno rappresentato il tentativo di ricordare, di sfuggire all’hasard della morte ma anche di interrogare la casualità della nascita. Perché io e non tu, perché ora e non dopo… domande che testimoniano il desiderio di salvare il ricordo, conservare la vita e muovono tentativi destinati a fermarsi davanti al tempo della Storia. Un’arte, tuttavia, che solo apparentemente riflette la sconfitta perché, aldilà delle singole storie, la vita riprende sempre.

Biennale di Venezia 2011, tutte le participazioni

Nella speranza di farvi piacere, pubblichiamo qui di seguito la lista completa delle partecipazioni nazionali alla prossima Biennale di Venezia, edizione 2011. Ovviamente per quanto riguarda l’Italia non è stata ancora resa nota le lista ufficiale delle partecipazioni, noi però siamo fiduciosi. Vedrete che prima o poi ci sarà da ridere. Ma bando alle ciance e via con i nomi:

ALBANIA

Geopathies – Anila Rubiku, Orion Shima, Gentian Shkurti, Eltjon Valle, Driant Zeneli – Commissario: Parid Tefereçi. Curatore: Riccardo Caldura. Sede: Spazio Rolak, Giudecca 211/b

ANDORRA

Oltre la visione – Helena Guàrdia Ribó, Francisco Sánchez Sánchez – Commissario: Pedro de Sancristóval y Múrua, Joan Gil Gregório, Ermengol Puig Tàpies, Francesc Rodríguez Rossa. Curatori: Paolo de Grandis, Josep M. Ubach Bernada. Sede: Chiesa di San Samuele, Campo San Samuele

ARABIA SAUDITA

Shadia Alem e Raja Alem – Commissario: Abdulaziz Alsebail. Curatore: Mona Khazindar, Robin Start. Sede: Padiglione all’Arsenale

Niente Biennale di Venezia per Bahrain e Libano, Egitto in forse

Annabel Daou, artista chiamata a rappresentare il Libano

L’edizione 2011 della Biennale di Venezia sembrava un vero e proprio tripudio dell’arte globale, una piattaforma aperta a nuove nazioni nel segno di quell’unità che solo la creatività è in grado di garantire. Del resto anche le ILLUMInations di Bice Curiger (titolo decisamente improponibile) rappresentano un gioco di parole tra illuminazioni e nazioni. Se vogliamo aprire una parentesi, il noto quotidiano L’Unità ha da poco reso noto il budget  (della scorsa edizione) della prestigiosa manifestazione che si aggirerebbe attorno ai 13 milioni di euro, vale a dire 5 milioni dagli sponsors e 6,7 dallo stato mentre i restanti fondi vengono coperti dalle vendite dei biglietti.

Quest’anno però le sovvenzioni statali potrebbero scendere a 2,5 milioni di euro ed allora tutto questo potrebbe risultare indigesto anche agli sponsors. Certo se il Vittorione Nazionale© non avesse le sue solite manie di grandezza, almeno per quanto riguarda il Padiglione Italia ed il resto della Biennale Diffusa, si potrebbero risparmiare bei soldini.

Alla Biennale non perdetevi l’Iraq

Adel Bbidin, three love songs, 2010

Mentre pian piano cominciano a delinearsi gli improbabili artisti che faranno parte del Padiglione Minestrone Italia alla prossima Biennale Di Venezia, noi vorremmo parlarvi di un altro padiglione nazionale che si preannuncia ben più interessante, poetico e strutturato della nostra bouillabaisse cucinata dal Vittorione Nazionale©. Parliamo di Iraq, terra non propriamente facile per la creatività, parliamo di una patria scomoda e tormentata ma pur sempre ricca di cultura e fermenti sociali. Di certo non ci si aspetterebbe un’agguerrita scena creativa in una terra così difficile, ed invece signori miei questa scena esiste, ed è viva come non mai.

Gli artisti iracheni contemporanei non hanno mai avuto la possibilità di presentare il loro lavoro per un padiglione iracheno alla Biennale di Venezia; la prima e ultima rilevante comparsa, nel 1976, ha mostrato solo alcuni dei loro artisti “moderni”. Il padiglione dell’Iraq del 2011 vuole presentare al mondo una stimolante selezione di 6 artisti da due generazioni, che comprendono diverse discipline artistiche (pittura, performance, video, fotografia e installazione)” .

Tagli, Sgarbi ed invidie. La nostra scena dell’arte deve guardare avanti

Ci è giunta voce di un’altra bizzarra azione di protesta del CAM di Casoria ed abbiamo appreso anche la notizia dei primi ed improbabili nomi degli artisti selezionati dal Vittorione Nazionale© per la prossima Biennale di Venezia 2011. Abbiamo inoltre raccolto il piagnisteo dei musei che “lottano” contro i tagli alla cultura. Tuttavia,  noi questa volta non parleremo di tutto ciò.

Il motivo? Ebbene ci siamo un poco stancati di sentire a destra ed a mancina la medesima, banale musica, vale a dire un coro di voci che all’unisono inneggiano alla paura nei confronti dei tagli alla cultura ed al vilipendio della nostra martoriata scena artistica. Di buoni propositi neanche a parlarne così come non si attua mai un’attenta ricognizione sui veri fermenti artistici del territorio, quello che importa è il gossip, l’oltraggio.

Pinault di Pinault: Beneficio del dubbio e il mondo vi appartiene 2 mostre per la Biennale

A Venezia tutti aspettano la Biennale edizione 2011 ma una persona in particolare sta già affilando accuratamente le armi. Stiamo ovviamente parlando di François Pinault, magnate dell’arte che nel 2009 catalizzò l’intera attenzione di pubblico e stampa con il suo centro espositivo di Punta della Dogana, impreziosito dall’intervento del grande architetto giapponese Tadao Ando. Con i suoi gioielli Palazzo Grassi e Punta della Dogana, Pinault si prepara quest’anno a stupire Venezia con ben due mostre, sarebbe a dire Il Mondo Vi AppartieneThe World Belongs to You e Elogio del Dubbio – In Paise Of Doubt.

Ecco gli artisti di Il Mondo Vi Appartiene – The World Belongs to You in programma dal 2 giugno 2011 al Palazzo Grassi

Ahmed Alsoudani, Yto Barrada, Alighiero Boetti, Sergey Bratkov, Frédéric Bruly Bouabré, Maurizio Cattelan, David Claerbout, Matthew Day Jackson, Marlene Dumas, El Anatsui, Urs Fischer, Cyprien Gaillard, Adrian Ghenie, Loris Gréaud, David Hammons,  Nicholas Hlobo, Thomas Houseago, Huang Yong Ping, Jeff Koons, Friedrich Kunath, Louise Lawler, Boris Mikhailov, Farhad Moshiri, Takashi Murakami, Giuseppe Penone, Philippe Perrot, Sigmar Polke, Charles Ray, Thomas Schütte, Rudolf Stingel, Lee Ufan, Joana Vasconcelos, Francesco Vezzoli, Jonathan Wateridge,  Sislej Xhafa, Sun Yuan & Peng Yu, Yang Jiechang, Zhang Huan, Zeng Fanzhi.

I nomi della Biennale? Zia Bice te lo dice

Questa mattina Bice Curiger ha svelato nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Roma, i nomi degli artisti che animeranno la sua mostra internazionale alla prossima 54esima Biennale di Venezia (in programma dal 4 giugno al 27 novembre 2011) i nomi sono tanti e tra piacevoli sorprese abbiamo avuto modo di ammirare qualche presenza un poco forzata.  Per adesso non vogliamo giudicare le ILLUMInazioni della Curiger, preferiamo ammirare il tutto dal vivo e poi decidere. Intanto stiamo ancora aspettando che il buon Vittorio Sgarbi decida la lista dei suoi artisti. Del resto le star si fanno aspettare. Ecco quindi tutti gli artisti partecipanti:

Giorgio Andreotta Calò
Nato a Venezia, Italia, 1979
Vive e lavora a Amsterdam, Olanda

Meris Angioletti
Nata a Bergamo, Italia, 1977
Vive e lavora a Parigi, Francia

Nairy Baghramian
Nata a Isfhan, Iran, 1971
Vive e lavora a Berlino, Germania

Yto Barrada
Nata a Parigi, Francia, 1971
Vive e lavora a Tangeri, Marocco

Il MADRE, la Biennale e la sindrome del rifiuto


C’è stato un tempo, politicizzato almeno quanto questo, in cui era d’obbligo la corsa all’istituzione. Tutti gli artisti ambivano ad entrare in Biennale come tutti avrebbero fatto carte false per piazzare un’opera all’interno di un museo qualunque, foss’anco ubicato in una miserrima cittadina di provincia. Oggi le cose non stanno più così e la moda del momento sembra anzi esser quella della retromarcia. Dalle pagine del la Repubblica di Napoli apprendiamo infatti che su 104 opere in esposizione permanente al MADRE, 86 sono state chieste indietro dai loro rispettivi creatori e collezionisti, stiamo parlando di artisti come Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini e Jeff Koons.

Tutto questo accade dopo le dimissioni del cda, vicepresidente Achille Bonito Oliva compreso, per ovvie ragioni di coerenza e dignità di ruolo. La decisione è infatti scaturita dopo l’ipotesi di far entrare galleristi privati nella stanza dei bottoni dell’istituzione, scelta  poco etica ed in pieno conflitto di interessi. C’è inoltre da aggiungere che in questi giorni il MADRE morente è aperto per sole quattro ore al giorno e senza alcuna manutenzione. Sul fronte Biennale va invece sottolineato il sonoro dietrofront di moltissimi giovani artisti che in questi giorni vorrebbero essere chiamati all’interno di un minestrone senza precedenti, cucinato da Vittorio Sgarbi assieme ad Arthemisia Group.