David Byrne ed il mondo in sovrappeso

Ci risiamo, David Byrne è tornato alla carica. Non molto tempo fa l’eclettico leader dei Talking Heads aveva creato un vero e proprio caso diplomatico, sparlando di Lady Gaga e Klaus Biesenbach sul suo blog. La vicenda si era in seguito talmente gonfiata che Byrne aveva dovuto scusarsi pubblicamente per non rimetterci la faccia.

E dire che nel 2009 il poliedrico artista aveva realizzato una bellissima installazione sonora, convertendo la Roundhouse di Londra in un gigantesco strumento musicale per l’opera intitolata Playing The Building. A distanza di due anni quindi, Byrne ha deciso di ritornare all’installazione in grande stile collaborando nientemeno che con l’iper blasonata Pace Gallery di New York ma come al solito i risultati sono di dubbio gusto. L’artista ha infatti occupato uno spazio vuoto sulla 25esima strada che la Pace ha da poco acquistato con l’intento di inaugurare a breve termine una nuova galleria. Ma che cosa ha combinato il nostro Byrnetto in questo luogo sperduto?

David Byrne: “Mi hanno rubato Road To Nowhere”

Siamo qui ancora una volta a parlare dell’eccentrico ed eclettico David Byrne, musicista, compositore e produttore discografico britannico naturalizzato statunitense, fondatore e animatore dei Talking Heads e vincitore in carriera del premio Oscar, del Golden Globe e del Grammy award. Ma Byrne come ben sapete è anche uno stimato protagonista della scena dell’arte contemporanea internazionale. Comunque sia ogni tanto il nostro Byrne si getta in bizzarre questioni, tanto per tener fede alla sua fama di borderline dell’arte, ed alle volte fa arrabbiare qualcuno (vedi il nostro articolo sulla vicenda Biesenbach/Lady Gaga).

Questa volta però è accaduto l’esatto contrario e qualcuno ha fatto decisamente arrabbiare Mr. Byrne. Charlie Crist, l’attuale governatore della Florida, avrebbe infatti usato una celebre song dei Talking Heads per la sua campagna senatoriale contro il repubblicano Marco Rubio. L’inconveniente è che la hit dal titolo Road To Nowhere è stata illecitamente gestita da Crist il quale secondo Byrne non possedeva i diritti per farlo.

Biesenbach e Lady Gaga beccati al Moma

La buffa telenovela di Lady Gaga e l’arte contemporanea sembra non aver mai fine e se avete perso qualche puntata vi facciamo il riepilogo di quelle precedenti. Prima Lady Gaga ha collaborato in una grande performance con Francesco Vezzoli al Moca di Los Angeles. Poi il celebre cantante e artista visivo David Byrne ha scritto un post sul suo blog dove asseriva di aver incontrato Klaus Biesenbach, direttore del P.S.1 ad un party. Biesenbach avrebbe detto a Byrne che “Lady Gaga non è un’artista ma una semplice cantante”.

Ovviamente dopo aver letto il post, Biesenbach è andato su tutte le furie ed ha costretto Byrne a correggerlo, scusandosi per l’infondatezza delle sue affermazioni. Ora alcuni blogger statunitensi hanno beccato Biesenbach e Lady Gaga insieme, mentre effettuavano quello che potremmo definire un tour del Moma di New York. Inoltre assieme alla strana coppia c’era anche il poliedrico artista Terence Koh.

La gaffe di David Byrne:”Lady Gaga non è un’artista, anzi lo è”

 Dovete sapere che l’ex leader dei Talking Heads nonchè prolifico artista visivo David Byrne gestisce da tempo un blog personale dove alcune volte piazza all’incrocio dei pali delle stravaganti dissertazioni sull’arte contemporanea alcune delle quali totalmente prive di senso logico. Ultimamente Byrne aveva pubblicato un lungo post dove dichiarava di aver sentito  il curatore del MoMa e direttore del P.S.1, Klaus Biesenbach criticare Lady Gaga definendola una cantante e non un’artista.

Ovviamente tale affermazione non sarebbe neanche tanto lontana dalla verità, visto che l’agguerrita e multiforme cantante, pur avendo collaborato con Francesco Vezzoli, non è niente di più che la popstar del momento e dovrebbe decisamente star ben attenta ad amministrare la sua immagine prima di svanire con la stessa velocità con cui ha scalato il dorato mondo della musica.

Brian Eno diventa curatore e…mentore

 Brian Eno non ha certo bisogno di presentazioni, nel corso della sua lunga carriera l’autore del libro/manifesto music for non musicians è riuscito a toccare i molteplici aspetti dell’arte con il talento e la creatività che da sempre lo accompagnano. Eno ha suonato con la leggendaria pop band Roxy Music, ha collaborato con il grande Robert Fripp dei King Crimson e con David Byrne (ex leader dei Talking Heads ed oggi anche noto artista visivo), ha creato opere d’arte contemporanea ed ha composto il famoso jingle d’apertura di Windows 95, ben tre secondi di sigla che gli hanno fruttato ben 35.000 dollari.

Ultimamente Brian Eno ha anche trovato il tempo di produrre Viva la Vida or Death and All His Friends, l’ultimo acclamato album dei Coldplay. Insomma il vecchio Brian ne ha fatte di cose ma da oggi può aggiungere una nuova esperienza lavorativa al suo nutrito curriculum. Eno sarà infatti il nuovo curatore della 44esima edizione del Brighton Festival che includerà ovviamente anche la sua famosa installazione video 77 Million Paintings.

Apre The Museum of Everything, il museo dell’arte segreta

 Il circuito dell’arte contemporanea non è certo povero di artisti, anzi casomai potremmo senza ombra di dubbio affermare che ce ne sono già troppi, molti dei quali sono celebri e quotatissimi sui mercati internazionali . Per ognuno di essi esiste però una grande moltitudini di artisti sconosciuti, outsider che non hanno avuto la loro stessa fama e fortuna e che nella maggior parte dei casi potrebbero raccontare storie dense di tristezza ed emarginazione. Basti pensare ad Henry Darger, artista americano con problemi mentali che ha lasciato in eredità migliaia di opere ritrovate solo dopo la sua morte.

Anche l’Italia possiede i suoi artisti nascosti come Carlo Zinelli che dal 1962 al 1968 ha prodotto circa 2000 opere tra dipinti e sculture e che nel 1963 è stato l’unico italiano ad esporre sue opere nella mostra dal titolo Insania Pingens organizzata a Berna in Svizzera, dove attirò l’attenzione di storici dell’arte vicini a Jean Dubuffet, fondatore e scopritore dell’Art Brut. Questi illustri sconosciuti nella maggior parte dei casi hanno indirettamente influenzato le future generazioni artistiche e non a caso molti segni della loro ingenua e primitiva forza creativa sono ravvisabili in molte opere di acclamati artisti internazionali. Artisti segreti insomma, ma a volte anche i segreti vengono rivelati al pubblico e si mostrano nudi, in tutta la loro sconcertante potenza. In questi giorni a Londra è stato inaugurato il Museum Of Everything, un vero e proprio museo dedicato all’arte segreta e reietta.

Dopo la retrospettiva di Tim Burton e il turno dei fratelli Coen

Sembra che ultimamente il dorato mondo del cinema sia divenuto il principale interesse del grande circus dell’arte contemporanea internazionale. Ormai siamo abituati e vedere opere di Tim Burton, David Lynch e Wim Wenders in musei, gallerie ed altri luoghi deputati all’arte e dobbiamo dire che la cosa non ci dispiace affatto anche perché questi nomi uniti ad altri del mondo della musica come Brian Eno, Laurie Anderson e David Byrne hanno sovente aggiunto, con le loro diverse esperienze, un pizzico di sale in più al mondo delle arti visivi.

Alcuni giorni fa il Walker Art Center di Minneapolis ha deciso di ospitare dal 18 settembre al 17 ottobre un evento dal titolo Joel e Ethan Coen: Raising Cain, interessante retrospettiva dedicata al visionario ed ironico talento dei fratelli della settima arte. L’interessante manifestazione presenterà una serie di proiezioni di tutti i film dei Coen dagli esordi di A Serious Man del 1984 fino a Burn After Reading dello scorso anno.

Steve Buscemi, Brad Pitt e Winona Ryder ritratti da Robert Wilson

Da domenica 2 agosto, al Rivellino/studiolocarno a Locarno, il grande regista e drammaturgo statunitense Bob Wilson presenta una mostra multimediale con tre video-opere digitali in alta definizione dedicate a tre grandi divi del cinema mondiale: Steve Buscemi, Brad Pitt e Winona Ryder, in omaggio alla vocazione cinematografica di Locarno, nell’ambito della mostra VOOM Video-portraits.

I tre video-ritratti saranno proiettati all’interno dell’architettura cinquecentesca progettata da Leonardo da Vinci, l’unica testimonianza originale esistente al mondo dell’attività ingegneristica del genio fiorentino. Il pubblico potrà accedere a questo luogo esclusivo in gruppi limitati di massimo 20 persone, dopo aver assistito a un interessante prologo costituito da un’esposizione di 12 fotografie di grande formato dell’artista napoletano Luciano Romano che ripropone i videoritratti di Wilson nella straordinaria scenografia architettonica della Chiesa di Donnaregina a Napoli.

David Byrne fa suonare tutta Londra


La Roundhouse di Londra sarà convertita in un gigante strumento musicale che il pubblico potrà suonare, il leggendario spazio creativo ospiterà infatti dal 8 al 31 agosto un’installazione sonora dell’eclettico David Byrne intitolata Playing The Building.

L’opera consiste in un vecchio organo piazzato al centro dello spazio espositivo, attaccato a dei cavi e fili low tech che si espandono sui pilastri della costruzione e sulle travi del soffitto. Una volta premuto un tasto dell’organo l’intera struttura risuonerà come una gigantesca cassa armonica. L’opera di David Byrne è stata già esposta lo scorso anno al Battery Maritime Museum di New York riscuotendo un enorme successo di pubblico e critica.