Per Ben Vautier “La libertà non esiste”

La galleria Mara Coccia di Roma il 28 aprile dedica una mostra ad uno dei principali artisti Fluxus, movimento cui Ben Vautier aderisce fin dal 1962, dopo essere entrato in contatto con George Maciunas. Maestro «…nel gioco sistematico delle annessioni all’universo dell’arte di tutto ciò che sembrerebbe esserne fuori…», usa la sua scrittura dal tratto infantile per indicare tutto ciò che è arte, e allo stesso tempo per togliere ad ogni oggetto indicato la propria fisicità, facendolo assurgere a concetto astratto.

La libertà non esiste è il tema su cui si incentra l’esposizione che Ben Vautier ha realizzato per questa mostra. Intorno a questa iperbole, così viva nella quotidiana condizione dell’esistenza, l’artista ha realizzato circa trenta opere, fra tele, carte e oggetti soliti e insoliti, che riscatta e rimuove dalla memoria del passato per farne testimonianza di una visione priva di limiti, giocata sempre sull’azzardo.

Ben Patterson, per fare arte basta lavarsi la faccia

Conoscete Ben Patterson? No? Beh, Ben Patterson è un artista e musicista tra i fondatori del camaleontico gruppo Fluxus nonché uomo dotato di seminale ed ironica visione creativa. Dopo aver lavorato con diverse orchestre negli Stati Uniti, Patterson si trasferì in Germania nel 1960 dove si unì a John Cage, George Maciunas e Nam June Paik. Tanto per citarne una, Patterson è stato autore di una celebre azione di musica sperimentale intitolata Paper Piece che aprì il Fluxus Festival di Wiesbaden in Germania nel 1962.

Durante la singolare azione, 5 performers dotati di 15 fogli di carta a dovevano produrre musica semplicemente scuotendo o strappando i fogli. Tra le altre performance degne di nota va ricordata inoltre Lick Piece che consisteva nel coprire una donna con della panna montata, per poi leccarla dalla testa ai piedi. E che dire poi dell’opera A Very Lawful Dance For Ennis del 1963 dove un performer era chiamato ad attraversare la strada avanti ed indietro, ebbene quel performer, dopo circa 10 minuti di quella strana “danza” fu affiancato da 10 persone ed in seguito furono 100 i passanti a seguirlo in quell’incessante attraversamento pedonale davanti a Time Square. 

Il MoMa dedica una mostra alla performance in fotografia

Dopo i clamori e le azioni spericolate degli anni ’60/’70 la performance art è giunta nel 2000 con rinnovate energie. Sempre più giovani artisti infatti si dedicano a questa difficile ma meravigliosa disciplina artistica e molti di loro sono capaci di grande visionarietà, proprio come i loro più illustri predecessori.Inoltre l’estremo successo di Performa, la biennale della performance di New York che nel novembre 2011 compirà il suo quarto compleanno, rende oggettivo questo sempre più crescente interesse che la performance art genera a livello internazionale.

In questi giorni il MoMa di New York mette in mostra un evento dal titolo Staging Action: Performance in Photography since 1960 (dal 28 gennaio al 9 maggio 2011) che analizza la storia della performance art attraverso l’obiettivo della macchina fotografica. Video e fotografia  si sono rivelati dei mezzi essenziali all’interno della performance art, questo poichè essi rappresentano un importante documento di ciò che è successo.

Fluxus Biennial – Wolf Vostell all’Auditorium di Roma

Il progetto FLUXUS BIENNIAL, curato da Achille Bonito Oliva per l’Auditorium, è strutturato in una serie di “piccole grandi mostre” di alcuni protagonisti di Fluxus. Attorno a ogni appuntamento espositivo è abbinato un calendario di concerti e performance, storiche e contemporanee, che coinvolgono artisti ai quali viene chiesta una rilettura di quello spirito di immediatezza e di relazione/interazione con l’individuo alla base della filosofia e dell’estetica “intermedia” Fluxus.

Dopo George Maciunas e George Brecht, sarà la volta di Wolf Vostell. La mostra, allestita in AuditoriumArte, si inaugurerà il 19 novembre e resterà aperta al pubblico fino al 9 gennaio. In occasione dell’inaugurazione, si terrà la performance degli Staalplaat Soundsystem. L’evento è un appuntamento di After fluxus, la rassegna di concerti e performance fluxus, storiche e contemporanee.

Fluxus Biennal, è la volta di George Brecht

Dopo la mostra di George Maciunas, Fluxus Biennial – 730 giorni hic et nunc, il progetto curato da Achille Bonito Oliva all’Auditorium di Roma, prosegue dal 7 aprile al 14 maggio 2010, con l’esposizione dedicata a George Brecht. Brecht e’ stato uno dei piu’ significativi esponenti del gruppo Fluxus, attivo fin dal suo inizio nel 1962 e inventore del termine “Event”, una tecnica performativa usata da tutti i componenti del gruppo e divenuta in seguito caratteristica imprescindibile della ricerca di Fluxus. Negli “Event”, azioni quotidiane che coinvolgono ogni sfera del sensibile (visiva, uditiva, tattile, motoria) vengono isolate come singole performance, assumendo occasionalmente il carattere di situazioni immaginarie o impossibili.

Tra le opere esposte in AuditoriumArte, Water Yam (1963), una semplice scatoletta di cartone con centinaia di piccoli bigliettini recanti le indicazioni di Brecht per eseguire gli “Event”, una serie di partiture legate a gesti minimali o atti basici del semplice vivere quotidiano. Water Yam e’ considerata una pietra miliare di Fluxus. Tutte le opere presenti in mostra giocano sul paradosso di oggetti d’uso comune che mantengono la loro caratteristica di banalità e quotidianità, inserendosi nell’assunto portante del lavoro di Brecht secondo cui ogni cosa soggiace alle leggi generali del caso e delle coincidenze. Persino quelle tridimensionali sono Event che si sviluppano sotto gli occhi dello spettatore, come una pianta di azalea poggiata su una sedia che cresce impercettibilmente giorno per giorno (Chair with plant, 1967), o come un improbabile e ironico ritratto femminile fatto da oggetti d’uso comunissimo come una scala a pioli, uno spazzolone e un cobra (Lola, 1975).

Fluxus Biennial all’Auditorium di Roma

Sarà la mostra dedicata a George Maciunas ad inaugurare Fluxus Biennial, la rassegna curata da Achille Bonito Oliva dedicata al movimento Fluxus. Il progetto, promosso dalla Fondazione Musica per Roma, coprirà un arco di tempo di due anni (2010/2011) e sarà strutturato in una serie di piccole grandi mostre sui protagonisti di Fluxus, arricchite da un fitto programma di performance sia storiche che contemporanee.

La mostra di George Maciunas, allestita all’Auditorium di Roma dal 26 gennaio al 17 marzo 2010, ripercorrerà lo spirito dell’attività dell’artista lituano attraverso il tema del gioco, inteso come modo di relazione, di scambio e di cambiamento. Saranno esposti, oltre a uno speciale ping-pong riadattato dall’artista, esempi dell’attività di graphic designer di Maciunas, della sua capacità di analisi critica sulla storia dell’arte, così come del suo unico e fertilissimo modo di lavorare all’unisono con gli altri artisti del gruppo Fluxus, fondendo le loro esperienze in un collettivo creativo dove l’equazione e la sovrapposizione tra arte e vita doveva essere totale.