Quando il museo si trasforma in galleria privata

 Nel 2008  tutte le opere della mostra di Richard Prince alla Serpentine Gallery di Londra provenivano dallo studio dell’artista ed erano disponibili sul mercato. Tutti i costi della mostra, ossia cataloghi, trasporti ed installazioni sono stati coperti dai dealers di Prince e cioè Larry Gagosian e Ronald Coles. Un’opera dell’artista venduta dopo la mostra ha raggiunto una cifra a sei zeri. Anche la mostra di Karen Kilimnik alla Serpentine è stata realizzata grazie agli aiuti della sua galleria la 303 Gallery di New York.

La mostra @Murakami tenutasi sempre nel 2008 al Los Angeles Museum of Contemporary Art è stata sponsorizzata dalle gallerie di Takashi Murakami e cioè Blum&Poe, Gagosian, Perrotin e supportata persino da Louis Vuitton il quale ha installato un mini shop nel museo e si è messo a vendere oggetti disegnati dall’artista per il celebre marchio. La rovinosa Mostra di Damien Hirst alla Wallace Collection di Londra è stata realizzata grazie ad un’ingente somma messa a disposizione dall’artista stesso. Hirst ha infatti contribuito con 417.000 dollari ed ha coperto tutti i costi della mostra. Intanto in Francia la mostra di Jeff Koons a Versailles agli inizi del 2009 è stata realizzata grazie a Francois Pinault che oltre ad essere collezionista di Koons è detentore della casa d’aste Christie’s, della galleria Haunch of Venison e di due musei a Venezia.

Art Swipe e Van Gogh interattivo, due novità tra arte e tecnologia

Quando il mondo dell’arte contemporanea incontra quello della tecnologia c’è sempre da divertirsi, specialmente se si tratta di concedere all’utente la possibilità di apprendere qualcosa di nuovo, di fruire al meglio un’opera o magari di crearne una. In questi giorni il LACMA di Los Angeles ospita la mostra In Wonderland, una retrospettiva di arte surrealista tutta al femminile.

La media artist Jody Zellen ha quindi deciso di estrapolare 16 immagini di opere presenti in mostra ed inserirle all’interno di un app per iPhone. Il programmino in questione prende il nome di Art Swipe e concede all’utente la possibilità di creare un vero e proprio Cadavre Exquis.

Tim Burton e Art in The Streets, due blockbusters a confronto

Alle volte anche il mondo della critica d’arte si concede qualche piccolo divertissement, delle piccole chicche intrise da un sottile velo di ironia che fanno riflettere sulle bizzarrie di un sistema dell’arte contemporanea che spesso e volentieri genera mostri. Il caso del giorno è quello del L.A. Times che ha portato a termine uno speciale confronto tra due mostre blockbuster attualmente in visione a Los Angeles. Le mostre in questione sono ovviamente Art In The Streets, visitabile fino all’8 agosto al MOCA e Tim Burton, ospitata fino al 31 ottobre al LACMA, Los Angeles County Museum of Art.

Inutile aggiungere che i due eventi hanno già attirato migliaia di visitatori, l’evento dedicato a Tim Burton poi aveva già spopolato a New York. Il problema è che la mostra Tim Burton è stata già nominata evento più brutto del 2010 mentre Art in The Streets si avvia a conquistare la palma di evento più brutto del 2011. Divagazioni a parte, vediamo quindi i confronti eseguiti dal L.A. Times:

Il Lacma si butta sul 3D

Il cinema in 3D ha letteralmente invaso le sale internazionali ed è oramai praticamente impossibile gustarsi un film in santa pace, senza dover per forza indossare gli antipatici occhialini. Va detto che quello che la “società dello spettacolo” spaccia per novità assoluta è in realtà una versione modificata del sistema anaglifo degli anni venti. Dagli anni cinquanta, che segnarono il vero e proprio boom del 3D, il sistema più diffuso sfrutta la tecnica della luce polarizzata. Un’altra tecnica moderna è invece quella che utilizza occhiali elettronici a cristalli liquidi.

Dopo questa chiacchierata tecnica dobbiamo a malincuore segnalare la discesa negli inferi del 3D del mondo dell’arte contemporanea. Il LACMA, Los Angeles County Museum of Art è infatti saltato a piè pari sul carrozzone tridimensionale. Il prestigioso ha prodotto uno spot che sarà proiettato prossimamente in tutte le sale cinematografiche americane, mentre una versione in 2D dello stesso spot sarà trasmessa durante la consueta programmazione televisiva.

John Baldessari crea un app per iphone e concede a tutti una natura morta

Molti artisti sparsi in tutto il globo sono da tempo assidui utilizzatori dell’iPhone, gioiellino di casa Apple che permette di creare opere d’arte usando le dita direttamente sul display grazie all’apposita app. Se ci avete seguito nei mesi scorsi, vi avevamo già parlato del colpo di fulmine tra il celebre artista David Hockney ed il simpatico telefonino. Hockney ha infatti prodotto numerose opere pittoriche utilizzando l’iPhone ma oggi anche il celebre artista concettuale John Baldessari ha intenzione di buttarsi a capofitto nella nuova era della pittura telefonica.

L’artista è infatti impegnato nella curatela di una nuova applicazione che permetterà agli utenti di dipingere come un maestro fiammingo del 17esimo secolo senza il bisogno di saper dipingere. Il divertente programmino avrà il nome di In Still Life 2001-2010 e sarà disponibile come free app.

Robin Rhode, dal Sud Africa a Los Angeles

A New York l’artista sudafricano del momento è William Kentridge ma a Los Angeles la vera star è Robin Rhode, giovane artista e conterraneo del suo illustre collega. L’arte di Rhode è strettamente connessa alle sue radici sud africane e molto spesso usa meccanismi creativi simili a quelli di Kentridge come il disegno-performance e l’animazione ottenuta cancellando e ridisegnando i soggetti su carta o altri supporti.

La presente mostra personale di Roin Rhode al LACMA, Los Angeles County Museum of Art ( in visione dal 11 marzo al 6 giugno) presenta al pubblico sei opere recenti, create mediante una vasta varietà di media. Juggla (del 2007) ad esempio è un’opera costituita da un set di 20 stampe digitale ai pigmenti che raffigurano un uomo di colore , vestito come un menestrello o un giocoliere. Le opere presentate al LACMA sono state create negli ultimi tre anni trascorsi da Rhode a Berlino ed indagano sulle meccaniche dell’identità e dell’inganno visivo, presentando in varie occasioni il doppelganger dello stesso artista con la faccia coperta da enormi e stravaganti cappelli.

Los Angeles ricostruisce il muro di Berlino

La città di Los Angeles sarà teatro il prossimo 8 novembre di un ambizioso e spettacolare evento. Per commemorare il 20esimo anniversario dalla caduta del muro di Berlino la città statunitense ha pensato di fare le cose in grande ricreando una vasta porzione di muro che sarà eretta sul Wilshire Boulevard.

The Wall Project, questo il nome della manifestazione, vedrà la partecipazione di artisti sconosciuti affiancati da grandi nomi della street art internazionale che creeranno meravigliosi graffiti sulla grande cinta muraria. L’opera rimarrà in visione sino al 14 ottobre, durante questo periodo l’installazione taglierà in due la grande arteria cittadina, finendo proprio davanti alla meravigliosa installazione Urban Light di Chris Burden posta all’entrata del LACMA, Los Angeles County Museum of Art.

Le follie di Jeff Koons

“Quando guardo un’opera di Jeff Koons impallidisco” queste sono le parole proferite dal mito vivente Patti Smith, autrice della meravigliosa song Because the night, cantante intimista, poetessa e stimata fotografa. Sulla prima grande retrospettiva di Jeff Koons al castello di Versailles conclusasi lo scorso gennaio, Patti Smith è ancora più caustica:

” Lasciamo che il popolo sia populista, essere populisti è una cosa patetica che non dovrebbe aver niente a che fare con l’arte. Trovo il lavoro di Jeff Koons estremamente vile, visitare Versailles e trovarci dentro le sue stupidità è qualcosa che offende la magnificenza dell’intero palazzo”.

Parole pesanti che non vengon certo proferite da una sprovveduta. Chissà cosa penserebbe ora Patti Smith se sapesse che il buon Koons ne sta preparando un’altra delle sue, ovvero un bel progettone per il LacmaLos Angeles County Museum of Art. Koons avrebbe già progettato una scultura che riproduce una locomotiva a grandezza naturale attaccata ad una gru, il treno penzolerà a testa in giù nella piazza antistante al museo.