Robin Rhode, dal Sud Africa a Los Angeles

di Redazione Commenta

A New York l’artista sudafricano del momento è William Kentridge ma a Los Angeles la vera star è Robin Rhode, giovane artista e conterraneo del suo illustre collega. L’arte di Rhode è strettamente connessa alle sue radici sud africane e molto spesso usa meccanismi creativi simili a quelli di Kentridge come il disegno-performance e l’animazione ottenuta cancellando e ridisegnando i soggetti su carta o altri supporti.

La presente mostra personale di Roin Rhode al LACMA, Los Angeles County Museum of Art ( in visione dal 11 marzo al 6 giugno) presenta al pubblico sei opere recenti, create mediante una vasta varietà di media. Juggla (del 2007) ad esempio è un’opera costituita da un set di 20 stampe digitale ai pigmenti che raffigurano un uomo di colore , vestito come un menestrello o un giocoliere. Le opere presentate al LACMA sono state create negli ultimi tre anni trascorsi da Rhode a Berlino ed indagano sulle meccaniche dell’identità e dell’inganno visivo, presentando in varie occasioni il doppelganger dello stesso artista con la faccia coperta da enormi e stravaganti cappelli. E’ questo il caso di Pan’s Opticon (del 2008), una serie di 15 foto digitali stampate ai pigmenti. Nelle opere un uomo è claustrofobicamente confinato in un angolo, a disegnare cerchi sul muro di fronte a lui con un compasso da architetto fissato alla sua testa. L’opera fa riferimento a Panopticon di Jeremy Bentham, filosofo e giurista inglese del 1800 il quale promosse un nuovo tipo di prigione.

L’idea alla base del Panopticon (“che fa vedere tutto”) era quella che grazie alla forma radiocentrica dell’edificio e ad opportuni accorgimenti architettonici e tecnologici, un unico guardiano potesse osservare tutti i prigionieri in ogni momento, i quali non devono essere in grado di stabilire se sono osservati o meno, portando alla percezione (sempre da parte dei detenuti) di un’invisibile onniscienza, che li avrebbe condotti ad osservare sempre la disciplina. Altra opera degna di nota è Kite del 2008, riproduzione delle mani dell’artista che trattengono dei fili legati ad una proiezione a forma di aquilone. La proiezione mostra alberi che si muovono al vento e si ricollega alla furia dell’uragano Katrina.

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