ADELITA HUSNI-BEY – La Montagna Verde

Il 14 settembre Viafarini – DOCVA di Milano inaugura la mostra La Montagna Verde di Adelita Husni-Bey. Il lavoro di Adelita Husni-Bey riguarda la relazione tra dimensione individuale e collettiva, tra sentimento di singolarità e sentire condiviso in rapporto ai luoghi e alla storia.

Ad ispirare questa sua nuova mostra è un luogo che l’artista conosce da sempre, il Jebel Al Akhdar, o Montagna Verde: un luogo in cui, più che altrove, la dimensione spaziale si stratifica e si carica di connotazioni diverse: autobiografiche, perché il Jebel è stato scenario di momenti familiari per le generazioni di persone cresciute in Libia; e storiche, perché l’altopiano è stato teatro di guerriglia e di resistenza in diversi, cruciali momenti: è lì che la storia del paese si è fatta e ancora oggi si fa.

Molte novità per la sesta edizione di STARTMILANO

Giunge alla sesta edizione il week-end organizzato da STARTMILANO l’Associazione delle gallerie d’arte contemporanea della città che offre agli appassionati e al grande pubblico quattro giorni totalmente dedicati all’arte, con inaugurazioni congiunte che si svolgeranno alla presenza degli artisti protagonisti creando un’ esperienza culturale unica e dinamica.

Oltre alle mostre delle gallerie con orari prolungati e apertura domenicale cuore del week-end STARTMILANO, sono molte le novità dell’edizione 2011, con importanti collaborazioni che permetteranno di creare un calendario fitto di eventi e di attività culturali: Giovedì 15 settembre, inaugurazione congiunta di tutte le mostre delle gallerie del circuito STARTMILANO, che per l’occasione rimarranno aperte fino alle h. 21.00.

ROSS LOVEGROVE – ENDLESS

La Galleria Cardi Black Box di Milano continua il suo percorso nel mondo del design contemporaneo. Dopo la mostra di Mattia Bonetti nel 2010 e quella di Oskar Zieta nel 2011, in occasione del 50esimo anno del Salone del Mobile di Milano, dal 21 Settembre al 1 Ottobre presenta una figura chiave del mondo del design internazionale, Ross Lovegrove.

ENDLESS, prima personale in Italia del designer gallese di fama internazionale, riunisce una serie di opere di fine-art frutto della ricerca personale che Lovegrove sta sviluppando da alcuni anni con la collezione Liquid Collection, già presentata in parte nella mostra Endurance, inaugurata a New York nel 2007 presso Phillips De Pury.

NY: New Perspectives alla Brand New Gallery di Milano

Brand New Gallery è lieta di presentare (dal 22 settembre al 29 ottobre 2011) NY: New Perspectives, una mostra in collaborazione con Linda Yablonsky. La mostra offre un’introduzione ad alcuni dei più interessanti artisti delle ultime generazioni che vivono e lavorano a New York, esplorando le ultime tendenze della scena artistica di questa città.

New York è stata il centro del mondo dell’arte contemporanea per oltre cinquant’anni e nonostante oggi, grazie alla globalizzazione, si siano sviluppati ed abbiamo ottenuto riconoscimento altre città come Berlino o Los Angeles, New York riesce ancora ad attrarre e a rimanere uno dei più importanti e dinamici punti d’incontro del panorama artistico internazionale. Traendo ispirazione dal vivere in uno dei centri culturali più creativi ed eterogenei del mondo, in una città che si reinventa costantemente, gli artisti selezionati spaziano attraverso un’ampia varietà di processi e pratiche artistiche: usando media diversi, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al video, esplorano ed analizzano i problemi estetici, culturali e sociologici del nostro tempo.

Keren Cytter alla Galleria Raffaella Cortese di Milano

La galleria Raffaella Cortese di Milano inaugura il 06 ottobre 2011 la prima personale in Italia di Keren Cytter (Tel Aviv, 1977) artista video apprezzata da pubblico e critica per il modo innovativo di raccontare relazioni interpersonali di carattere conflittuale.

Mettendo in crisi i convenzionali schemi del linguaggio cinematografico e giocando con toni tragi-comici e molteplici piani narrativi, l’artista spiazza e al contempo affascina lo spettatore invitandolo a osservare una rappresentazione esistenzialista e onirica di spaccati di vita quotidiana. Viene in mente il teatro dell’assurdo di Ionesco, ma rivisitato in chiave Indie, il naturalismo di Caravaggio, in bilico tra l’incanto adolescenziale di Wes Anderson e la filmografia solenne ed esplicita di Gus Van Sant. Oltre ad essere un artista video, Keren Cytter realizza disegni e al suo attivo ha tre romanzi e due piece teatrali.

Artemisia Gentileschi – Storia di una passione

Palazzo Reale e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE presentano, dal 22 settembre 2011 al 29 gennaio 2012, una grande mostra monografica, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, dove si intrecciano la storia di una donna e la passione di un’artista, Artemisia Gentileschi. Storia di una passione a cura di Roberto Contini e Francesco Solinas e arricchita da interventi scenografici e teatrali di Emma Dante.

La mostra, forte di oltre 40 opere e documenti inediti, si prefigge di equilibrare i favori a ragione tributati all’eccellente genitore Orazio Gentileschi, e presenta al pubblico ogni nodo essenziale e specifico della pittura di Artemisia. Per la prima volta l’ampia monografia milanese dà spazio all’intera produzione di questa eccelsa protagonista del Seicento europeo, seguendola nelle sue non comuni esperienze di vita e riscoprendo un’artefice completa, di indubbio talento, che si è espressa in una variegata gamma di temi e generi pittorici.

Holy Work, Andrea Serrano reinterpreta il ritratto sacro all’interno della storia dell’arte

Il 22 settembre la Galleria Pack di Milano inaugura HOLY WORKS, la prima mostra di Andres Serrano appositamente concepita e realizzata per la galleria dove l’artista americano ricrea e reinterpreta la pittura religiosa medioevale e rinascimentale.

HOLY WORKS, nelle intenzioni dell’artista, non vuole essere una re-interpretazione di opere specifiche della storia dell’arte e non deve trarre in inganno la presenza di una Ultima Cena. Quella di Serrano sembra voler essere piuttosto una rilettura complessiva dell’idea di ritratto sacro all’interno della storia dell’arte. Ben lontano dalla volontà iconoclasta tipica di molti cicli passati, in queste opere l’artista sembra orientato verso una sua lettura della pittura italiana quattro-cinquecentesca che rinvigorisce alla sua tipica maniera e attraverso l’utilizzo di personaggi presi all’interno della cerchia degli amici e conoscenti che riportano le tipiche caratteristiche somatiche di quel melting pot newyorkese che da sempre affolla le sue fotografie.

Gabriele Basilico – Sesto Falck

L‘Archivio Giovanni Sacchi (Sesto San Giovanni, Milano) riapre dal 6 al 26 settembre 2011 con una mostra fotografica: Sesto Falck. Gabriele Basilico Fotografo. La mostra propone diversi scatti realizzati nelle aree ex Falck di Sesto San Giovanni nel 1999, in cui Basilico fotografa gli edifici fino a poco tempo prima centro della produzione dell’impresa.

In quest’area sopravvivono oggi grandiosi esempi di archeologia industriale: maestosi capannoni dismessi, strutture in acciaio e manufatti in cemento. Le ventiquattro fotografie – allestimento a cura di Magutdesign con Elena Catania – mettono in evidenza tutti i tratti caratteristici dell’opera di Basilico: l’uso incondizionato del bianco e nero, la totale assenza di presenza umana, quasi a contrapporre il silenzio fermo al rumore dell’attività delle fabbriche di ieri, e la resa spaziale, ottenuta attraverso un sapiente gioco di luce e prospettive.

Homeworks / Salottobuono

Lunedì 13 giugno alle ore 18.30 il project space di Kaleidoscope a Milano inaugura “Homeworks”, la quinta e ultima tranche dei workshop annuali. In questa occasione Salottobuono introdurrà l’ultimo episodio del suo percorso dedicato ai Cinque atti fondamentali, pubblicati da Superstudio su Casabella tra il 1972 e il 1973.

Inizialmente concepiti come cinque sceneggiature per altrettanti cortometraggi, i Cinque atti fondamentali, pongono l’architettura in relazione con i riti fondamentali dell’esistenza, tentando una rifondazione antropologica e filosofica della disciplina al di fuori delle logiche di produzione e consumo capitalistiche. A quasi quarant’anni di distanza, Salottobuono torna a ragionare sulla dimensione rituale dell’architettura, sulla possibilità di una rivolta, sul rinnovarsi di un pensiero critico.

Vanessa Beecroft alla Galleria Lia Rumma di Milano e Napoli

Vanessa Beecroft sarà protagonista di una doppia personale nelle sedi della Galleria Lia Rumma di Milano e Napoli. Il 7 giugno inaugura nello spazio milanese di Via Stilicone che ospiterà due eventi: VB70 e VB MARMI. Al piano terra della galleria, in occasione dell’opening, si svolgerà la performance VB70. Una decina di modelle nude, statue-corpo dai movimenti parcellizzati e lentissimi, saranno in scena tra basi di marmo, blocchi di pietra grezza e sculture inedite raffiguranti corpi femminili per formare un unico, suggestivo, gruppo scultoreo. A completare l’evento, i piani superiori della galleria ospitano opere in marmo, frammenti e busti dai colori vividi. Sodalite blu, Macaubas azzurro, Lapislazzuli blu, Rosa Portogallo, Nero del Belgio, Statuario bianco, Onice verde e Rosso Francia incarnano quella intensità di variazioni e di scelte cromatiche con le quali l’artista tinge tutti i suoi ricercati impianti scenografici.

Al centro della personale nella sede di Napoli a partira dal 9 giugno, le videoproiezioni di VB 66 e VB 67, realizzate dall’artista nel 2010, rispettivamente al Mercato Ittico di Napoli e agli Studi Nicoli di Carrara e i lavori fotografici, perlopiù di grandi dimensioni, tratti dalla prima performance. Quando, a febbraio dello scorso anno, Vanessa Beecroft per VB 66 ha restituito per un giorno Palazzo Cosenza, sede del Mercato Ittico di Napoli, agli sguardi di un pubblico entusiasta e particolarmente numeroso, la città partenopea ha avuto in dono un “monumento transitorio”.

SURASI KUSOLWONG. Ping—Pong, Panda, Povera, Pop—Punk, Planet, Politics and P—Art

Giovedì 9 giugno si inaugura l’installazione site-specific di Surasi Kusolwong dal titolo Ping—Pong, Panda, Povera, Pop—Punk, Planet, Politics and P—Art. La nuova mostra alla Fondazione HangarBicocca è dedicata all’artista tailandese Surasi Kusolwong, che realizza una spettacolare installazione site-specific nello shed, la parte iniziale del grande spazio dell’Hangar. Nelle navate grandi continua ancora, sino al 17 luglio, la mostra, completata nelle sue quattro fasi, del progetto Terre Vulnerabili.

L’Hangar presenta l’opera di Kusolwong, classe 1965, i cui lavori sono già stati esposti in importanti luoghi dell’arte internazionali come la Tate Modern a Londra, il Palais de Tokio a Parigi, The Rose Art Museum a Boston, oltre alle Biennali di Istanbul e Venezia (2003), di Berlino (2001) e di Taiwan (2000). L’installazione prevede cinque tavoli da ping-pong, che i visitatori potranno utilizzare per giocare. Sopra ogni tavolo sono posizionati diversi tipi di oggetti e materiali dedicati a vari aspetti del lavoro di Kusolwong: oggetti di uso quotidiano, semplici, domestici e a volte kitsch come piccoli animali in gesso coperti da pezzi di conchiglie, o animali intagliati in legno e ancora oggetti tipici di diverse culture collezionati o fatti dall’artista.

Candice Breitz – Factum

Da più di dieci anni il ritratto è un motivo centrale nella ricerca artistica di Candice Breitz: la definizione dell’individuo è osservata, in relazione alla collettività come nella propria solipsistica interiorità, attraverso l’utilizzo del video documentaristico o di archivio, per lo più inserito in precise installazioni dalla presenza scultorea.

Il 30 maggio negli spazi principali della galleria KAUFMANN REPETTO di Milano si inaugura Factum, una video installazione composta da 7 coppie (e, in un caso tre) di schermi al plasma, corrispondenti ciascuna a una coppia (o a un trio) di gemelli, dei quali viene presentato una sorta di ritratto multiplo, che si snoda attraverso un doppio procedimento di identificazione e differenziazione. Come Factum1 e Factum2, i due dipinti – a prima vista identici, ma ricchi di differenze a un’osservazione attenta – che Robert Rauschenberg realizzò nel 1957, ciascun intervistato si rivela come un facsimile imperfetto del proprio gemello.

Avere una project room – parte 1 – Unosunove Milano

Su Globartmag si è parlato spesso di Project Room, soprattutto auspicando da parte di realtà istituzionali, come i musei d’arte moderna e contemporanea, una scoperta e un buon utilizzo di uno strumento utile alla promozione della giovane arte e alla sperimentazione. Per quello che poco che ho incontrato nel mio peregrinare nella città di Milano esistono diverse gallerie d’arte che propongono project room, ma difficilmente mi hanno colpito i contenuti espositivi. Non è facile gestire un progetto per uno spazio del genere, basti pensare che pone ai galleristi tutte le problematiche di una mostra, anche dal punto di vista economico, ma con spazi ristretti e poco interesse mediatico attorno al nome proposto. Inoltre spesso può esistere un rapporto conflittuale con la mostra vera e propria proposta in galleria.

Unosunove è una galleria romana che ha una project room a Milano da meno di un anno, questione di strategia? Certamente, ma non solo, perché la proposta fatta in via Broletto 26 è variegata e intrigante con nomi di artisti internazionali davvero giovani e nuovi sul mercato. Una sfida non facile su una scena come quella milanese in cui i soliti vecchi e potenti nomi fanno da padroni e le realtà piccole nascono e muoiono con velocità. Fino al 11 giugno si può visitare la mostra di Marysia Gacek, artista polacca nata nel 1986. Incuriosita sono andata a vedere cosa avesse prodotto questa venticinquenne nomade, vive a New York dove ha studiato, e devo ammettere che non solo mi ha trasmesso quella sensazione di freschezza che ci si aspetta dalla giovinezza, e spesso non si riceve, ma è riuscita senza dubbio a ben incarnare il concetto di site-specific senza svilire le singole opere che mantengono intatta una loro autonomia.