ZimmerFrei – Tomorrow is the question!

A quattro anni di distanza dalla mostra negli spazi di Monitor nel 2006, la galleria romana il 4 ottobre inaugura la terza personale di ZimmerFrei. La ricerca di questo trio dal sodalizio decennale è fortemente connessa all’idea di una permanenza, di un lasso di tempo passato a stretto contatto con un luogo specifico.

L’ultimo lavoro video del gruppo, What we do and what we are, che Monitor presenta per la prima volta in Italia, è stato girato in una singolare strada di Bruxelles, che come sempre nella città belga ha un doppio nome in francese e fiammingo: rue de Laeken/Lakensestraat. La via ha una storia paradigmatica: dopo la grande fioritura negli anni ’60, evocati da tutti i suoi “abitanti” come la belle époque, solo venticinque anni dopo ha visto una vera e propria decadenza con la costruzione dei grandi centri commerciali della vicina rue Neuve/Nieuwstraat e una sfortunata operazione immobiliare del gruppo Alliance.

Andrea Aquilanti – La stanza

Giovedì 30 settembre si inaugura presso la galleria Ciocca Arte Contemporanea di Milano la personale dell’artista romano Andrea Aquilanti dal titolo La stanza, esposizione che prosegue l’indagine dell’artista sul rapporto tra la realtà e la sua rappresentazione, tra lo spazio presente e lo spazio vissuto che permane nella memoria dell’arte.

Lo spettatore verrà accolto dall’opera Specchio, un vero specchio privato delle sua capacità riflettenti, sulla cui superficie è possibile osservare delle immagini di una storia che si è svolta di fronte a lui in un tempo non definito. Il significato di questa narrazione viene svelato gradualmente dal percorso della mostra che trasporta il visitatore in una realtà parallela che a lui si relaziona, fatta di stanze che si aprono oltre le pareti e che parlano di oggetti e di spazi in un gioco in bilico tra il reale e il fittizio. Come un novello Alice, lo spettatore viene proiettato all’interno di quel racconto nel quale diventa parte visibile e invisibile della realtà e della sua finzione artistica.

Pablo Rubio – L’identità frammentata

Il 15 ottobre la galleria Ingresso Pericoloso di Roma inaugura la mostra L’identità frammentata di Pablo Rubio a cura di Angel Moya Garcia. Il lavoro dell’artista spagnolo (Cordoba, Spagna, 1974) si focalizza sulla rielaborazione dei ricordi e della memoria latente, per preservare un’identità che trema ogni giorno per l’imminente minaccia della sua scomparsa. Così, immerso in una dialettica dello spazio e del vissuto personale, costruisce testimonianze appena abbozzate, come malinconiche presenze nella nebbia, che si sovrappongono e si riproducono in ritmi reiteranti.

In quest’ottica, “L’identità frammentata” si sviluppa come una riflessione sulla graduale decostruzione della soggettività, e di conseguenza dell’identità, provocata dalla storiografia filosofica dell’ultimo secolo. Dall’ermeneutica tedesca passando per la frammentazione foucaultiana fino ad arrivare al pensiero debole italiano, l’individuo si è trovato a con-vivere all’interno di una collettività senza membri singoli. Una comunità che nasconde, cela o vieta qualunque proposta individuale e in cui il soggetto viene ridotto al mero rapporto con gli altri senza mai avere un’autonomia e un’ontologia propria.

Landscapes/(confini in disordine)

Magazzino di Roma inaugura martedì 28 settembre 2010 la nuova stagione espositiva con la mostra “Landscapes” / (confini in disordine) a cura di Lorenzo Bruni, negli spazi della galleria e contemporaneamente in un contesto inedito quale è la chiesa di San Filippino in via Giulia n.134. Landscapes / (confini in disordine) è la prima di due mostre che Lorenzo Bruni curerà per Magazzino, attorno al concetto di paesaggio; la seconda si svolgerà a settembre 2011. Le due collettive saranno poi raccolte in una pubblicazione finale.

Roberto Ago, Slater Bradley, Pavel Buchler, Fernando Sánchez Castillo, Sabina Grasso, Dmitry Gutov, Yuki Ichihashi, Jiri Kovanda, Anthony McCall, Ján Mančuška e Paolo Parisi sono artisti internazionali di differenti generazioni e provenienze culturali che presentano opere accomunate dalla stessa riflessione attorno al concetto di paesaggio. A questo tema, che appare quasi banale in un presente dominato dallo scambio continuo di immagini/messaggi (per cui “il lontano” appare sempre a portata di mano), gli artisti rispondono con opere che mettono in evidenza lo spazio occupato in quel momento dallo spettatore o l’istante temporale in cui è stata realizzata quella specifica immagine del mondo.

Ruza Gagulic – The Beholder

La galleria Dora Diamanti arte contemporanea di Roma inaugura l’8 ottobre 2010 dalle ore 19:00 la mostra The Beholder, personale di Ruza Gagulic a cura di Micol Di Veroli. L’artista croata torna nuovamente ad invadere gli spazi espositivi con le sue evanescenti e meravigliose rappresentazioni che riescono a documentare veloci attimi di esperienza umana da un punto d’osservazione privilegiato, mutato in visione universale dalla pratica pittorica.

Per il suo secondo evento in galleria, l’artista ha scelto di creare un corpus inedito di opere caratterizzato da una ricerca ancor più sperimentale che si apre all’installazione a grandezza naturale senza tradire lo spirito delle precedenti creazioni. In questo nuovo ciclo le figure umane si stagliano candide su di una grande superficie di plexiglas che inondata dalla luce rilascia una densa nube di ombre e delinea l’essenza di fisicità eteree alla ricerca di un’identità e di una direzione da seguire all’interno di uno spazio. In tutte le composizioni appare l’intenzione limpida e decisa di creare una sovrapposizione di forme e di pensiero, come a voler ribadire la doppia natura dell’uomo e ad oggettivare il suo ruolo all’interno della società.

I maggiori protagonisti dell’arte austriaca contemporanea a Roma

Lunedì 4 ottobre la Galleria Marie-Laure Fleisch di Roma inaugura la collettiva Vienna, a cura di Peter Weiermair. La mostra, prendendo spunto dall’omonima città che diventa oggetto stesso dell’esposizione, presenta alcuni fra i maggiori protagonisti dell’arte austriaca contemporanea. Prima tappa di un percorso di ricerca sull’arte delle grandi capitali europee (ma non solo) che da sempre si contraddistinguono come laboratori essenziali nei quali le nuove tendenze sono il frutto della fusione fra cultura passata e presente.

Nel caso di Vienna, la rivoluzione culturale dell’inizio del secolo scorso, ma sopratutto il movimento socio-culturale della fine degli anni ’60, rappresentano i momenti storici più significativi che hanno dato vita a importanti correnti artistiche. I principi della vita sociale, come anche gli stessi linguaggi dell’arte, vengono messi in crisi in questi periodi e divengono così oggetto di esame della mostra. Vienna è una città che ha concentrato tutto il potere creativo dell’Austria e, non senza una ragione, gli artisti esposti si relazionano alle esperienze culturali del passato: se pensiamo ai grandi personaggi come Sigmund Freud o Ludwig Wittgenstein, possiamo comprendere quale sia stato il clima culturale in cui si sono formati.

Robert Barta – Why ants can’t dance

Furini Arte Contemporanea di Roma inaugura la nuova stagione 2010-2011 con il solo-show di Robert Barta (Praga -1975, vive e lavora a Berlino), un progetto in cui la riflessione sulla forma dirige verso l’analisi di argomenti complessi, attraverso una dimensione narrativa basata principalmente sull’idea e l’invenzione. Si tratta di un lavoro concettuale in cui la sinergia fra le parti produce risultati diversi da quelli prodotti dalle parti singole. Per Robert Barta l’idea è più importante dell’oggetto in sé, perché questa si insinua e prende forma nella sua mente, fino a produrre effetti in chi la recepisce una volta realizzata.

In mostra da Furini Arte Contemporanea un cactus fa inaspettatamente l’hula hoop con grande naturalezza e una candela sta accesa per ore e giorni, ma il tempo sembra non passare perché questa non si consuma mai, lasciando lo spettatore incredulo e confuso. L’obiettivo è di coinvolgere e sollecitare lo spettatore a farsi domande su ciò che conosciamo e diamo per scontato, sottolineando la differenza fra l’aspettativa e la percezione reale delle cose. Per questo ciò che è apparentemente ovvio e facilmente percettibile si trasforma in qualcosa di irritante, inaspettato e assurdo, producendo nell’osservatore un senso di disorientamento tale da mettere in discussione la certezza e insinuare il dubbio.

Brucia il Colosseo? tranquilli è la video-installazione di Thyra Hilden e Pio Diaz

Oggi il Colosseo brucerà! Coliseum on Fire e’ il titolo di una sorprendente performance che interessa il piu’ noto tra i monumenti antichi: il Colosseo. Per gli autori della video–installazione, Thyra Hilden (danese) e Pio Diaz (argentino) l’idea centrale e’ quella di uno spettacolare incendio che avvolge il Colosseo: le tre repliche serali previste il 17, il 18 e il 19 settembre proseguiranno per l’intera notte.

Le fiamme, che coinvolgeranno una gran parte delle arcate del monumento, saranno, in realtà, una raffinata riproduzione affidata a proiettori. L’installazione sarà visibile dal lato di via dei Fori Imperiali. Il Colosseo e’ il luogo ideale per un progetto “site specific” sulla forza ambigua del fuoco che si leghi all’idea di rinascita e di rinnovamento.

Marco Bernardi – Time enough

Il 28 ottobre 2010 Ex Elettrofonica di Roma presenta nei suoi spazi la mostra personale di Marco Bernardi Time Enough a cura di Gianluca Brogna. L’obiettivo della mostra, visibile fino al 3 dicembre, è quello di trasformare l’ambiente della galleria in un luogo a metà strada fra una wunderkammer e un gabinetto alchemico attraverso l’utilizzo di installazioni-macchine che producono un movimento ciclico e ripetuto.

Mediante un’attenta osservazione prolungata, nello spettatore potrebbe nascere  la forte sensazione di trovarsi di fronte a congegni insoliti in continuo movimento. Meccanismi che rivelano un’esistenza che insiste su regole biologiche. L’imprevedibilità dei movimenti fa sì che ogni macchina abbia una propria scansione del tempo e un modo differente per misurarlo.

Videoarte e Aperitivo, succede al Macro

Dopo il grande successo della scorsa estate, tornano nella hall del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma – gli originali aperitivi MACRO Video Drink: tre appuntamenti serali (14, 21, 28 settembre) dalle ore 19 alle 22 (ultimo ingresso) dedicati ai giovani e agli amanti dell’arte, con speciali proiezioni video, aperitivo offerto al pubblico e la possibilità di visitare gratuitamente tutte le mostre del ciclo espositivo MACRO SUMMER 2010 (14.000 i visitatori dal 1 giugno 2010), prima della chiusura prevista per il 10 ottobre.

La scorsa edizione di MACRO Video Drink (Luglio 2009) ha visto, in 4 serate, più di 4000 visitatori assistere nella hall alle proiezioni dei video della Mediateca del Museo. Dato il grande entusiasmo con cui il pubblico ha risposto all’evento, MACRO decide di aprire anche quest’anno le sue porte ai giovani di Roma, per tre serate gratuite all’insegna della videoarte. A partire dalle 19 di ogni serata sarà possibile scoprire aspetti diversi della videoarte contemporanea con proiezioni di video d’artista e film sperimentali selezionati grazie alla collaborazione con l’Associazione Culturale Kinema, che dal 1989 ha raccolto più di 5.000 titoli provenienti da ogni parte del mondo. Occasioni per conoscere e approfondire i diversi linguaggi di questo genere artistico nell’atmosfera rilassata e stimolante del MACRO, tra il piacere di un aperitivo e la curiosità delle mostre aperte fino a tardi.

Felice Varini allo Studio Trisorio

Lo Studio Trisorio inaugura la stagione espositiva con due installazioni site specific di Felice Varini, il 6 ottobre a Napoli, in via Riviera di Chiaia, 215 e l’8 ottobre a Roma, in Vicolo delle vacche 12, alle ore 19.00.

L’opera di Felice Varini consiste in interventi pittorici realizzati su pareti e superfici diverse. I molteplici segni convergono nella costruzione prospettica di una forma geometrica semplice e rigorosa che appare allo spettatore solo quando la si guardi da un determinato punto di vista, quello che lo stesso Varini definisce un “punto di partenza potenziale”.

Qualcosa cambia a Roma e anche la CO2 contemporary art si rinnova

CO2 contemporary art è lieta di annunciare l’apertura del nuovo spazio in Via Piave 66 a Roma in cui, da settembre 2010, verrà trasferita l’attività espositiva della galleria. In seguito all’inaugurazione dei nuovi musei romani dedicati alle arti del XXI secolo e all’ampliamento del MACRO, CO2 intende affiancarsi nel contribuire alla crescita di una zona di Roma che appare essere tra le più vive sotto il profilo culturale, seguendo il rinnovato fermento del settore dell’arte contemporanea.

L’inaugurazione della nuova sede è prevista per Giovedì 16 Settembre alle ore 19 con la mostra di Santiago Morilla a conclusione del percorso in tre tappe dal titolo NIDI a cura di Federica Forti. Il progetto che ha avuto inizio il 24 marzo 2010 alla Fondazione Pastificio Cerere, in vista dei lavori di ristrutturazione del cortile, proseguito poi presso la Real Academia de Espana a fine maggio, in concomitanza con gli eventi collaterali della fiera ROMA – The road to contemporary art, terminerà con la personale dell’artista spagnolo cui CO2 affiderà l’inaugurazione della nuova sede, un’ex carrozzeria degli anni ‘50 di 150 mq, prima della sua completa ristrutturazione.

Philippe Gronon – L’altro lato

L’Accademia di Francia – Villa Medici di Roma inaugura il 14 settembre la mostra di Philippe Gronon, L’altro lato. Nato nel 1964, Philippe Gronon vive e lavora a Malakoff (Francia). E’ stato borsista dell’Accademia di Francia a Roma dal 1994 al 1995.

A metà degli anni 1980 inizia ad utilizzare una tecnica innovativa che in seguito governerà tutte le sue opere. Philippe Gronon lavora infatti con la camera oscura, mettendo a fuoco, frontalmente, oggetti generalmente piatti. In seguito sviluppa le immagini portando un’attenzione minuziosa alla qualità della “definizione per diminuire la parte d’interpretazione soggettiva ed intensificare la presenza dell’oggetto all’immagine” e le pone su di una placca di alluminio staccata dal muro di qualche centimetro. Coerentemente con la volontà di mantenere il piu’ possibile realistico il suo lavoro, l’artista decide di rappresentare gli oggetti a grandezza naturale. Le sue fotografie sono cosi’ caratterizzate da una corrispondenza tra l’oggetto rappresentato e l’immagine dell’oggetto o dall’identificazione stessa tra la superficie dell’oggetto come lo si trova nel mondo e la superficie dell’oggetto che costituisce l’immagine fotografica.

Hendrix Now, una mostra ed un libro dedicati alla leggenda del rock


Dal 15 settembre al 19 novembre 2010, in occasione del 40° anniversario della morte di Jimi Hendrix, la galleria Photology di Milano presenta Hendrix Now, un progetto interamente dedicato alla leggenda del rock, definito nel 2003 dalla rivista Rolling Stone il miglior chitarrista di tutti i tempi, icona di quegli anni di rivoluzione culturale, entrato nell’immaginario collettivo, scomparso all’età di soli 28 anni, il 18 settembre 1970.

Realizzata in collaborazione con M. Casale Bauer, la mostra sarà aperta gratuitamente al pubblico e presenta una selezione di fotografie scattate a Jimi Hendrix tra il 1968 e il 1970 da quattro fotografi di fama internazionale che vantano una carriera cominciata negli anni sessanta e che li ha visti partecipare in prima linea alla storia del rock e al profondo potere rivoluzionario che ha avuto sulla cultura degli ultimi decenni. Quella che si racconta e’ una vera e propria -storia per immagini- scandita attraverso la fedele documentazione di momenti fondamentali: festival e concerti leggendari dei quali Hendrix e’ stato protagonista tra il 1968 e il 1970 a San Francisco, New York, Londra, Woodstock.