Un’Espressione Geografica, il viaggio in Italia intrapreso da venti artisti provenienti da diverse nazioni europee

In occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta la mostra Un’Espressione Geografica realizzata in collaborazione con Banca Fideuram (Gruppo Intesa Sanpaolo). Un’Espressione Geografica, a cura di Francesco Bonami, ha il patrocinio del Comitato Italia 150. La mostra aprirà a Torino, negli spazi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il 19 maggio per concludersi il 27 novembre 2011. Attraverso lo sguardo di venti artisti internazionali, la mostra racconterà la varietà del territorio italiano, esaltando le ricchezze e la specificità di ciascuna Regione.

Ne emergerà un ritratto inedito del panorama sociale, politico e culturale dell’Italia dei nostri giorni. Un racconto delle meraviglie e delle contraddizioni che caratterizzano il nostro Paese, sempre in bilico tra tradizione e innovazione, storia e contemporaneità. Un’Espressione Geografica sarà il risultato di un viaggio in Italia intrapreso da venti artisti, provenienti da diverse nazioni europee, ognuno in una delle venti Regioni italiane. Ogni artista sarà accompagnato nel suo viaggio da un giovane corrispondente della Regione prescelta, che lo guiderà attraverso il territorio di quest’ultima rivelandone l’identità e le specificità.

Rolf Julius – Gray Music #1

Dieci anni dopo la prima, nel 2001, a cui seguirono quelle nel 2005 e nel 2007, per la quarta volta una mostra personale di Rolf Julius viene allestita a Torino per e/static. “Gray Music #1” è stata fortemente voluta dall’artista tedesco, purtroppo scomparso il 21 gennaio scorso, e la sua preparazione venne intrapresa già a partire dai primi mesi del 2010.

Ne faranno parte diverse opere, fra cui alcune, molto preziose, risalenti ai primi anni ’80: quella che da il titolo a tutta la mostra, 24 fotografie in bianco e nero giustapposte alla composizione sonora omonima (opera presentata in questa forma nel 1980 a Bremen per Pro Musica Nova), due serie di disegni, a inchiostro nero e a tempera ocra, realizzati nel 1983, nel periodo in cui Julius risiedette al PS1 di New York, e il celebre Music for the eyes del 1982, il lavoro forse più noto fra quelli realizzati dall’artista nella sua carriera.

Kara Walker – A negress of noteworthy talent


Il progetto dedicato alla figura di Kara Walker, curato da Olga Gambari, si terrà a Torino a partire dal 25 marzo 2011 e si declinerà in quattro momenti. Intorno alla mostra alla Fondazione Merz (aperta al pubblico dal 25 marzo al 3 luglio), ruoteranno una rassegna di film a cui è fortemente legato e ispirato il lavoro di Kara Walker al Museo Nazionale del Cinema (Cinema Massimo, 27 marzo), un convegno internazionale sulla dimensione politica e psicologica degli stereotipi razziali (25 e 26 marzo) e un workshop (21 e 22 marzo), entrambi a cura di Luca Morena, con la partecipazione di studenti dell’Accademia Albertina e della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Al workshop parteciperà anche la giornalista e scrittrice Rebecca Walker che poi introdurrà la figura di Kara nel convegno e presenterà il suo ultimo libro al Circolo dei Lettori.

Kara Walker, che sarà presente a tutti gli eventi, si confronterà con lo spazio della Fondazione Merz presentando cut papers in libere evoluzioni sulle pareti, una video-installazione, disegni, collage e tempere. Il progetto che la coinvolge è incentrato sulla memoria mitica che prende forma nel suo lavoro, una memoria in costante metamorfosi in cui la dimensione biografica si colloca in connessione con l’esperienza collettiva.

Giuseppe Penone: nuova opera per la GAM

In occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, la Fondazione De Fornaris ha commissionato a Giuseppe Penone, artista torinese affermato nel mondo,  un’opera monumentale che sorgerà davanti alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, in corso Galileo Ferraris angolo via Magenta, a futura memoria dell’evento. Sarà inaugurata il prossimo 18 marzo.

Proprio in questi giorni sono iniziati i lavori di scavo che permetteranno l’installazione dell’opera, nel luogo oggi occupato da aiuole che lasceranno il posto alla scultura. Questa – una sorta di “portale” formato da una struttura orizzontale con un tronco fuso in bronzo e da una base in marmo, mentre il terzo elemento sarà costituito da un albero vero e proprio – fungerà simbolicamente da nuovo ingresso al museo.

Nan Goldin – I’ll be your mirror

La fotografia di Nan Goldin, artista statunitense tra le più influenti del panorama internazionale, sarà protagonista martedi 15 febbraio al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino: l’opera autobiografica I’ll be your mirror (1997), realizzata con il contributo del documentarista inglese Edmund Coulthard, verrà presentata alle ore 20.30 presso le sale del Museo. Ad ingresso gratuito, la serata-evento, promossa dallo studio torinese P E P E fotografia in collaborazione con Guido Costa Projects e con il supporto del Museo Regionale di Scienze Naturali, si concluderà con la performance live di Fabrizio Modonese Palumbo ed Ernesto Tomasini, ALMAGEST!, alle ore 22.00.

Il ritratto più intimo della vita e dell’opera di Nan Goldin, presentato al Festival Internazionale di Edimburgo, al Berlino Film Festival e vincitore del Premio Speciale della Giuria al Prix Italia e del Premio come Miglior Documentario al Montreal Festival of Films and Art, dipinge il nitido ritratto di una generazione, ricostruendone i fermenti a partire dallo straordinario racconto biografico della fotografa.

Jens Haaning – Thai body massage and other works

Il lavoro del danese Jens Haaning si focalizza sull’analisi della strutturazione della società contemporanea e del come al suo interno si manifesti e si esprimano le dinamiche delle varie forme di potere. Alcuni dei temi chiave della sua ricerca artistica sono l’immigrazione, la categorizzazione, il razzismo, il dialogo interculturale e l’interscambio tra capitalismo globale e commercio locale.

Attraverso l’installazione dal titolo Thai Body Massage presente in mostra dall’11 febbraio presso la Galleria Franco Soffiantino di Torino, l’artista intende far riflettere il pubblico, attraverso una dinamica dello “spostamento” vero e proprio, sui differenti modelli economici e sociali legati all’immigrazione nonché le relative implicazioni che ne derivano tra la loro e la nostra convivenza all’interno del contesto urbano. Dopo aver esposto recentemente il suo lavoro presso la Kunsthal Nord di Aalborg, Jens Haaning ha nuovamente deciso di trasferire per intero uno studio per massaggi tailandesi dalla sua location originale all’interno degli spazi della galleria.

Al Castello di Rivoli la retrospettiva di John McCracken

Il Castello di Rivoli organizza e propone la prima retrospettiva in un museo europeo dell’artista americano John McCracken (Berkeley, California, 1934. Vive e lavora a Santa Fe, Nuovo Messico). Protagonista di fama internazionale dell’arte americana, a partire dal suo approccio irregolare e visionario alle correnti del Minimalismo e del Finish Fetish che si sviluppano negli Stati Uniti dall’inizio degli anni Sessanta, John McCracken è per la storia e critica dell’arte figura epica e incompresa, minimalista e visionaria allo stesso tempo. L’importante retrospettiva al Castello di Rivoli è accompagnata dal primo catalogo completo realizzato sull’attività dell’artista e include saggi critici, un’intervista con l’artista e una dettagliata cronologia della sua lunga carriera espositiva.

McCracken è divenuto noto per ciò che egli definisce “blocchi, lastre, colonne, assi. Belle forme basilari, forme neutre.” Il punto di partenza per tali “forme neutre” è l’oggetto minimalista o la struttura primaria come il cubo o la tavola. Eseguite in legno compensato e successivamente ricoperte di fibra di vetro e resina di poliestere, declinate in colori vividi, le forme neutre si trasformano in un oggetto che coniuga le tendenze anti-illusionistiche della Minimal Art con i colori dell’industria automobilistica e con l’idea di uno spazio mentale e immateriale.

Loris Cecchini / Sabrina Torelli – Nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma

Garage42 è un format pensato per la nuova sede del Velan Centro d’Arte Contemporanea di Torino. Trasferitosi in via Saluzzo, il Velan center, con l’appuntamento garage42 propone due artisti, nei lavori dei quali siano riscontrabili delle assonanze, dei rimandi, sottolineati dall’accostamento nello spazio della galleria.

Il format intende sottolineare l’idea di uno spazio condiviso, che non è solo fisico, ma anche e soprattutto mentale. Una contaminazione di linguaggi, favorita, in fase progettuale, da un forte dialogo a tre, tra gli artisti e il curatore. Dopo il primo garage42, con Davide Bertocchi e T-yong Chung, per il secondo appuntamento – spiega la curatrice Francesca Referza– ho invitato gli artisti Loris Cecchini (Milano, 1969) e Sabrina Torelli (Reggio Emilia, 1966).

Video Dia Loghi 2010

Si inaugura martedì 14 dicembre 2010 alle ore 19.00 presso la Sala conferenze della GAM – Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Torino – la decima edizione del Festival di video d’arte e video d’artista, Video Dia Loghi (che si trasferisce poi, dal 15 al 22 dicembre presso la Galleria Velan Centro Arte Contemporanea in via Saluzzo 64), affermatasi in questo decennio come un importante momento di divulgazione e di approfondimento critico e storico del linguaggio della video-art.

Per questo speciale anniversario i due curatori – Willy Darko, fondatore del progetto e Giovanni Cordero – hanno deciso di omaggiare gli artisti che hanno partecipato alle passate edizioni, fornendo un’ampia panoramica sul sistema molteplice e complesso che va dalla “videoarte” dei primi anni Sessanta, alle videoinstallazioni, ai videoclip, alla video documentazione e alla video danza, senza trascurare i fenomeni più recenti, come i video realizzati col telefonino.

Resoconto di un Art non proprio -issima – Artissima17 a Torino

Una fiera è come una battaglia tutti contro tutti: i galleristi che porelli devono pur campare, l’organizzazione che mica ci può fare brutta figura, i collezionisti che attendono l’affare e gli studenti delle accademie che criticano ad alta voce per non pensare a quello che li aspetta finiti gli studi. È un campo di battaglia spassoso e interessante per chi, come me, può osservarlo da fuori., ma anche molto faticoso.

Così tra il dire: “Torino-Milano? Si fa in giornata” e il tornare a casa la sera sotto la pioggia novembrina ci stanno un po’ di maledizioni e dolori alla schiena e occhi stanchi. Che vanno poi ad accumularsi agli improperi che sto tirando mentre cerco di far tornare i conti tra foto scattate, cartella stampa su cd in cui mancano metà gallerie e gli inutili fogli che hanno riempito il catalogo fai-da-te. (Non per far la criticona, ma metterci due informazioni in più? Almeno una foto per artista! E poi quel raccoglitore, tanto caruccio, ma enorme e scomodissimo da tenere in mano). Quello che segue, dunque, sarà uno sconclusionato cercare di far tornare conti che non tornano e pensieri che non stanno in riga.

Marillina Fortuna – RESIDUI PRIMARI

Dopo Genova (Palazzo della Mercanzia, 2008), dopo Milano (Biblioteca Umanistica, presso la Chiesa dell’Incoronata, 2009), dopo Venezia (Magazzini del Sale, 2010), Marillina Fortuna porta i suoi “residui” il 18 novembre alla Galleria Novalis Contemporary Art di Torino. “Residui”, ma anche “Junk”, spazzatura, resti di cose che erano e non sono più, almeno nella forma originaria. Resti di artificio industriale: lavorati dal mare, dal vento, dall’acqua e approdati nelle mani dell’artista. Recuperati a un nuovo destino. Forme nate da altre e perdute forme; colori trasmutati da altri colori. Un inedito – inesistente prima che l’artista lo creasse – paesaggio che si fa deposito, memoria, allusione e illusione.

Nel solco dell’objet trouvé di surrealistica ascendenza, del ready made del gran mago Duchamp, ma anche dell’arte concettuale degli anni Sessanta e della land art di titaniche ambizioni, i “Residui” di Marillina Fortuna parlano il linguaggio dell’arte moderna e contemporanea, certamente, ma anche quello profondo e arcano dell’inconscio, di quel “rimosso” che tanta parte gioca nel paesaggio interiore di ognuno di noi e dell’artista in particolare. Nello “spazio indeciso” nel quale vivono i suoi “residui”, Marillina disegna così un paesaggio, dove i frammenti nascono a nuova vita – ri-nascono – in un continuo moto di trasformazione, in un percorso che si fa viaggio: un viaggio immaginario verso “isole”, “giardini”, “città”…

Katerina Seda – Mirror Hill_No light.

La galleria Franco Soffiantino di Torino inaugura il 6 novembre la mostra personale di Katerina Seda dal titolo Mirror Hill_No light.

Come sempre accade nei lavori dell’artista ceca, anche nel progetto No Light, iniziato nel 2009, il soggetto e’ strettamente legato alle dinamiche e alle problematiche collettive connesse all’interferenza di un fattore estraneo con il tessuto sociale della cittadina di Nošovice. Tutto ha inizio nel 2003 presso il municipio di questa località rurale di appena 960 abitanti, collocata a sette chilometri ad est della città ceca di Frýdek-Místek. I rappresentanti locali (molto probabilmente su mandato della regione) hanno messo all’ordine del giorno la votazione sulla modifica del piano di zonizzazione ed in poco tempo trecento ettari di campi si sono trasformati in zona industriale.

China Power Station alla Pinacoteca Agnelli di Torino

La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli prosegue il suo progetto di ricerca sul tema del collezionismo e presenta dal 7 novembre al 27 febbraio CHINA POWER STATION Arte contemporanea cinese dalla collezione Astrup Fearnley. CHINA POWER STATION, a cura di Julia Peyton Jones, Gunnar B. Kvaran e Hans Ulrich Obrist è un progetto evolutivo nato dalla collaborazione della Serpentine Gallery con l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art, Oslo; è stata esposta in varie sedi: Part I a Londra nel 2006 ha segnato la prima fase del progetto. Parte II è stata sviluppata per Oslo nel 2007 e Parte III in Lussemburgo nel 2008 e ora, con un nuovo allestimento e nuove opere, qui a Torino.

L’indagine sul collezionismo porta a Torino un nuovo tipo di mecenatismo quello della collezione Astrup Fearnley: che produce interamente una mostra come China Power Station e poi decide di acquistarla e farla diventare così parte della sua collezione permanente che ha sede nel museo Astrup Fearnley Museum of Modern Art a Oslo, in Norvegia. In mostra l’esplosione creativa dell’arte contemporanea cinese attraverso le opere di una generazione di artisti d’avanguardia come Cai Guo-Qiang e Huang Yong Ping, insieme con la nuova generazione di artisti post – Mao nati tra la fine degli anni ‘70 e i primi anni ’80, tra cui Cao Fei, Liu Wei, Yang Fudong, Sun Xun, Zhang Ding.

Annika Larsson – DRUNK

Mercoledì 27 ottobre 2010 Velan di Torino ha il piacere di inaugurare DRUNK, una personale dell’artista svedese Annika Larsson (Stoccolma, 1972) a cura di Francesca Referza. DRUNK – spiega l’artista che vive e lavora a Berlino da due anni – è un video quasi completamente silenzioso (il livello sonoro è regolato in modo da risultare quasi non udibile). Le azioni dell’ubriaco vengono compiute praticamente nel vuoto e solo l’acustica della stanza e la presenza degli spettatori generano il suono. DRUNK non aveva script, solo un insieme di regole, ed è stato girato nel mio studio con un giovane attore che beveva e gradualmente perdeva il controllo davanti alla macchina da presa.

L’idea di DRUNK (2010) è nata da una ricerca fatta dall’artista su internet, ambiente virtuale in cui sono facilmente rintracciabili immagini reali dello status di ubriaco. Annika Larsson ha selezionato ed archiviato una serie di still da video, pubblicati da diversi utenti su YouTube, che documentano la casistica tragicomica degli effetti che l’alcool ha sulle persone. Quello che viene fuori da questa serie di immagini recuperate dalla rete è un universo allo stesso tempo attraente e respingente. DRUNK, presentato per la prima volta in Italia da Velan a Torino in occasione di ARTISSIMA 17, è una versione sublimata, attraverso l’estetica della Larsson, dell’iperrealtà della rete.