Ancora una riflessione su La Quadriennale di Roma

Vorremmo qui di seguito esprimere il nostro dissenso per la cancellazione de La Quadriennale di Roma, pubblicando un testo redatto da Occupiamoci di Contemporaneo poiché esso esprime al meglio il pensiero di tutti coloro i quali hanno a cuore la cultura di questo paese. In questo momento.

Ecco fatto. Mancava ancora qualcosa alla festa dell’addio all’arte italiana? Non vi preoccupate. Eccovi serviti. Il grande giornalista televisivo ed ex parlamentare Jas Gawronski (nominato nel febbraio dello scorso anno dall’allora ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi) che per i suoi noti meriti manageriali e culturali, è stato fatto accomodare sulla poltrona presidenziale dell’unico ente-fondazione italiano deputato al sostegno e alla promozione dell’arte italiana fuori e dentro i confini nazionali, dichiara che purtroppo non avendo ricevuto i due milioni di euro attesi dallo stato, proprio con grande dispiacere deve comunicare che la prossima Quadriennale di Roma non si farà.

Vicenda MAXXI, l’Amaci precisa

Precisazione riguardo all’incontro del Sottosegretario Roberto Cecchi con i rappresentanti della Consulta Permanente per l’Arte Contemporanea. Con riferimento al comunicato diramato dal MIBAC lo scorso martedì 24 aprile in seguito all’incontro del Sottosegretario Roberto Cecchi con i rappresentanti della Consulta Permanente per l’Arte Contemporanea, AMACI intende precisare che il proprio Vicepresidente, Ludovico Pratesi, ha preso parte al suddetto incontro in qualità di rappresentante delegato dalla Consulta stessa e non in rappresentanza dell’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani.

AMACI è infatti ancora in attesa di ricevere una risposta ufficiale dal Presidente del Consiglio, Mario Monti, e dai Ministri competenti in merito alla richiesta di audizione inoltrata con carattere d’urgenza lo scorso martedì 17 aprile. In questa fase particolarmente delicata della vita nazionale, infatti, il Consiglio Direttivo dell’Associazione ritiene essere il Governo l’unico interlocutore in grado di valutare l’impatto economico e sociale del settore dell’arte contemporanea in Italia e il contributo concreto che adeguate politiche culturali, inserite in un più ampio piano di sviluppo e rilancio, possono dare al nostro Paese per uscire dall’attuale scenario di crisi e per poter mantenere e accrescere la credibilità riconosciuta a livello internazionale.

La consulta per l’arte contemporanea incontra il MIBAC

In merito alla grave situazione del MAXXI, Museo Nazionale delle arti del XXI secoli di Roma ed al suo paventato commissariamento, due rappresentanti della Consulta Permanente per L’Arte Contemporanea- Roma hanno incontrato il 24 aprile scorso il Sottosegretario del MIBAC Roberto Cecchi per discutere dell’annunciato commissariamento del MAXXI e delle politiche future del Ministero che riguardano l’Arte Contemporanea.

La Consulta ha ribadito la propria contrarietà alla procedura di  commissariamento e la perplessità in merito alle modalità con cui tale procedura è stata avviata, sottolineando il grave danno di immagine già prodotto e quello ancor più grave che si produrrebbe qualora il commissariamento venisse confermato. Ha altresì evidenziato l’intrinseca contraddittorietà della decisione del MIBAC, considerando che la situazione di incertezza finanziaria in cui il museo è costretto ad operare, all’origine del commissariamento, è causata proprio dalla mancanza di certezza e di stabilità dei finanziamenti erogati dal Ministero stesso.

L’Italia dell’arte si organizza

 

Un cambiamento, un’inversione di rotta, la promessa di un nuovo ordine sociale fondato sulla giustizia e sulla legalità senza più sofferenze e carestie. Il cambiamento (e la conseguente lotta per ottenerlo) è il vero motore centrale che ha alimentato le rivoluzioni della Primavera Araba, le rivolte degli indignados, la pacifica invasione del popolo delle tende d’Israele e le azioni di massa di Occupy Wall Street, sino a giungere agli attacchi digitali di Anonymous.

In questo clima di grande agitazione ma soprattutto di trasformazioni sociali, anche il popolo della creatività ha deciso di darsi da fare per far parte del cambiamento e non lasciarsi sopraffare da esso. In Italia ad esempio sono sorti spontaneamente diversi gruppi d’azione, mirati a fare chiarezza sulle vicende museali. Se le istituzioni falliscono o comunque non hanno i fondi necessari per tirar avanti la baracca, significa che questi ultimi nella maggior parte dei casi vengono sperperati inutilmente.

Phillip Glass, Lou Reed e Laurie Anderson dalla parte di Occupy Museums

Dopo l’occupazione del Teatro Valle e la successiva serie di assemblee al MACRO di Roma indette da Occupiamoci di Contemporaneo (da cui è in seguito scaturita l’associazione per la consulta permanente per l’arte contemporanea), la recentissima occupazione di sabato del PAC di Milano e dopo tutto questo sano attivismo dicevamo, anche New York ha deciso di darsi una mossa.

Dal movimento Occupy Wall Street è infatti nato Occupy Museums, movimento ispirato dal fratello più grande e proposto dall’artista newyorchese Noah Fischer. L’artista ha da poco redatto il manifesto del monumento e lo ha pubblicato sul blog del collega Paddy Johnson. “I giochi sono conclusi, abbiamo osservato per torppo tempo gli schemi piramidali dell’elitismo dell’arte controllato da quell’1% di privilegiati appartenenti ad una vera e propria casta. Ebbene, non siamo più disposti ad osservare passivamente, noi siamo gli artisti, il restante 99% e siamo caduti in un sistema-trappola che si muove solo tramite burocratiche gerarchie e corruzione”.

MACRO: Gasperini presenta Bartolomeo Pietromarchi e rassicura Roma

Finalmente l’insediamento di Bartolomeo Pietromarchi come nuovo direttore del MACRO di Roma è stato ufficializzato con tutti i santi crismi dall’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Dino Gasperini. Lunedì 4 luglio 2011 si è infatti svolto un incontro con la stampa dove l’incarico è stato presentato al pubblico. Gasperini ha inoltre confermato quanto già era stato subodorato da altre testate del settore arte, vale a dire l’iniezione ricostituente di 2 milioni di euro già messi in bilancio.

Circa la questione economica l’assessore si è detto pronto a richiedere nuovi fondi qualora ve ne fosse il bisogno. Gasperini ha rassicurato il pubblico circa l’affaire Fondazione MACRO, aggiungendo che la delibera per istituire la stessa sarà pronta per settembre, fermo restando che l’intera faccenda dovrebbe chiudersi entro la fine dell’anno corrente. Ovviamente il corretto funzionamento di questi meccanismi sarà accuratamente monitorato dalla Consulta recentemente formatisi in seno al grande lavoro svolto da OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO che proprio sul finire dello scorso giugno aveva lanciato una serie di assemblee aperte con l’intento di formare un organismo nell’interesse della cittadinanza e degli addetti ai lavori dell’indotto artistico.

Occupiamoci di Contemporaneo riscrive la storia dell’arte contemporanea

Il 28 giugno 2011, contro mille pronostici e tanti detrattori ma a favore di tutta la comunità delle arti, Occupiamoci di Contemporaneo (collettività aggregata per prendersi cura della cultura e delle arti contemporanee) ha scritto un importante capitolo all’interno della travagliata storia della cultura del nostro paese. Va detto che l’impresa di chi ha animato queste giornate di grande impegno sociale non è certamente passata inosservata, visto che oltre alle testate nazionali anche il New York Times ha parlato dell’intera vicenda, riportando il MACRO sulle pagine di un quotidiano statunitense dopo un lunghissimo periodo di assenza.

Il potere della comunità ha sovvertito quindi l’immobilismo politico e l’insipienza delle parrocchiette della scena dell’arte locale, unendo mondi che difficilmente si sfiorano all’insegna di un bene comune. Occupiamoci di Contemporaneo ha restituito il MACRO alla città di Roma, nel corso di giornate dove si sono succedute molteplici assemblee in cui tutto il popolo creativo ha avuto la possibilità di esprimere il proprio parere e le proprie preoccupazioni circa il futuro del museo ed il futuro dell’arte contemporanea nazionale.

Occupiamoci di Contemporaneo, assemblea aperta al MACRO di Roma

OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO
Sabato 25 e domenica 26 giugno 2011
MACRO, corte interna
via Nizza 138 – Roma

Sabato 25 giugno 2011, dalle ore 17.30 fino alla chiusura serale, e domenica 26 giugno 2011 per
tutta la giornata, OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO invita gli operatori, il pubblico dell’arte e
tutti i cittadini, a una grande assemblea aperta al Macro.

L’obiettivo di questo incontro è difendere lʼarte del nostro paese e mostrare le possibilità di una
cultura viva, che produce eccellenze e risorse economiche. Una cultura fatta di dialogo tra le
diverse discipline che la compongono e di apertura verso la cittadinanza.

Questa assemblea è il risultato della recente mobilitazione degli operatori artistici, unitisi
nellʼosservatorio OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO  per affermare principi di trasparenza e
buone pratiche nella gestione delle politiche culturali, in relazione alle difficoltà del museo dʼarte
contemporanea della città.

Gli incontri da cui è nato OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO hanno portato alla
consapevolezza della urgenza di ricostruire una comunità delle arti contemporanee
che diventi interlocutore necessario nelle scelte politiche che riguardano il nostro settore.

OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO è in dialogo con altri gruppi che, come il Teatro Valle Occupato, si sono mobilitati per affermare il valore civico delle attività produttive e lavorative della cultura. Il programma definitivo dellʼincontro, che comprende interventi e comunicazioni di operatori di arte visiva, architettura, musica, letteratura, teatro, cinema, sarà reso noto sabato 25 giugno.