
Torniamo a parlare di street art e torniamo a parlare di Shepard Fairey. Ultimamente il nostro “street artists – che – non – ama –sporcarsi – le – mani” aveva guadagnato le prime pagine dei magazine d’arte contemporanea esclusivamente con le sue disavventure più che con la sua arte. Se ben ricorderete infatti, dopo aver pagato fior di quattrini di multa per aver cannibalizzato una fotografia di Mannie Garcia ed averla utilizzata per il suo poster Hope, icona della campagna di Obama alle presidenziali, il nostro Shepard era incappato in una gaffe dalle proporzioni colossali.
Nel corso di un’intervista, alla domanda: “creai ancora i murales in strada personalmente” Fairey era stato preceduto dalla moglie che aveva innocentemente affermato: “non li fa più da diverso tempo!” con sommo dispiacere del marito. Oggi, a distanza di tantissimo tempo Fairey è tornato a creare murales e non parliamo di stencil o posters ma di un’opera dipinta.


Il logo è un elemento importante capace di catalizzare l’attenzione del pubblico,di determinare la riconoscibilità (ed in certi casi il successo) di un’azienda, di comunicare emozioni o informazioni. Insomma il logo è la rappresentazione grafica di un’idea, un messaggio ed uno stile, per questo è importante che ogni manifestazione o associazione o azienda curi attentamente la grafica del proprio logo. Purtroppo la storia ci insegna che non tutti i logo sono ben riusciti come ad esempio il baffo della Nike, la scritta della Coca-Cola o Naranjito la simpatica arancia mascotte dei gloriosi campionati del mondo di calcio Spagna ’82 (quelli dove l’Italia vinse il torneo per intenderci).