La Gran Bretagna piange uno dei suoi artisti più grandi, se non il più grande pittore ancora in vita. Si è spento lo scorso 20 luglio Lucian Freud, maestro indiscusso di un realismo pittorico caratterizzato una profonda analisi psicologica dei soggetti rappresentati. Nel corso della sua lunghissima carriera, Freud (nato l’8 dicembre del 1922) ha contribuito ad abbattere il confine tra artista e modello, rappresentando con crudezza e poeticità gli infiniti aspetti dell’animo umano. Nato a Berlino da un’agiata famiglia di origine ebraica (nipote del celebre Sigmund Freud) si trasferì a Londra nel 1933 e divenne cittadino britannico nel 1939.
A Londra studiò nella Central School of Art e successivamente al Cedric Morris School of Painting, oltre che alla Goldsmiths University, nota fucina di grandi artisti. Dopo un primo approccio pittorico con il surrealismo, nel 1950 iniziò a comporre ritratti. I suoi dipinti (solitamente nudi) sono caratterizzati da violenti impasti di colore, il pennello viene pulito ad ogni pennellata dando vita a colori continuamente cangianti.