Volcano Choir – Unmap

Ascetico, intimista, poetico e chi più ne ha più ne metta. Questo disco di Volcano Choir è il prodotto di una persona chiusa all’interno di un rifugio per mesi in compagnia della sola chitarra e diavolo se suona bene! Nella traccia Wolves ad esempio voci, suoni ed imprevisti sonori si fondono all’insegna della sperimentazione.

Pearl Jam – Backspacer

Nono ed attesissimo album dei Pearl Jam, osannati e molto spesso criticati dai loro stessi fan. Mi piacerebbe molto lodare la band capitanata da Eddie Vedder e dire che questo Backspacer sia un ritorno alla rivoluzione grunge o comunque alternativa della Seattle anni ’90. Purtroppo dischi come Ten, Vs. e Vitalogy chi te li fa più? neanche i Pearl Jam purtroppo.

Q-Tip – Kamaal The Abstract

Non un gran disco questo di Q-Tip ma sicuramente interessante. C’è un poco di tutto in Kamaal The Abstract e devo dire che questa nuovo incrocio tra jazz, be-bop e rap tiene alto il morale della truppa con spunti interessanti. Feelin e A Million Times mi sembrano i pezzi più carini ed armonicamente ben costruiti.

Pavement, reunion e nuovo disco?

La notizia del giorno è una vera perla per gli amanti dei Pavement, padri fondatori del lo-fi e gruppo d’avanguardia capace di influenzare intere generazioni musicali con un sound cinico, squinternato e creativo fondato su pezzi al limite dell’amatoriale e ritornelli tirati a sorte in maniera improbabile.

Le realtà manipolate della fotografia e del video

A Firenze dal 25 settembre al CCCS – Centro di Cultura Contemporanea Strozzina – Fondazione Palazzo Strozzi è in programma la mostra REALTÀ MANIPOLATE. Come le immagini ridefiniscono il mondo.

L’esposizione, nata da un progetto del CCCS, con la consulenza scientifica di Brett Rogers (direttore della Photographers’ Gallery di Londra), Luminita Sabau (direttrice della collezione di fotografia contemporanea DZ Bank, Germania), Martino Marangoni (direttore della Fondazione Marangoni di Firenze) e Franziska Nori (project director del CCCS), focalizzerà la propria attenzione sul significato del termine ‘realtà’ nelle ricerche artistiche contemporanee che sviluppano diverse possibilità visive di rappresentare il mondo nell’ambiguità tra reale e verosimile, concreto e apparente, presente e passato.

Muse – Resistance

Non so come giudicare questo nuovo album dei Muse qualcosa mi piace ma il resto è noia mortale. La band di Matt Bellamy con questo Resistance mostra tutti i suoi pregi ed i suoi limiti. Tra incursioni pop ed art rock infarcito di pompose orchestrazioni e dure schitarrate il disco scivola via senza troppi intoppi. troppo ben fatto, troppo perfettino e ben mixato per sembrare vero.

Sondre Lerche – Heartbeat Radio

Sesto album per il cantautore norvegese Sondre Lerche che con questo HeartBeat Radio sembra confermare il suo amore per sonorità in stile Belle And Sebastian. Pop orchestrale e sperimentazioni tra rock e folk che non suonano poi così male ma non sono nemmeno una grande novità.

Stone Roses – Stone Roses

La storia degli Stone Roses assomiglia a quella di qualsiasi altra meteora del Rock. Un incredibile debutto, una lenta agonia con tanto di dispute legali ed infine l’indifferenza del pubblico. Eppure gli Stone Roses un gran disco l’hanno pur fatto, un capolavoro nato dalla Manchester degli anni ottanta.

Ian Brown e soci sono stati i precursori di un pop atmosferico denso e ballabile intriso di dark, psichedelia e disco music. Un mix difficilmente imitabile che ha influenzato numerose generazioni sonore a venire.

Yo La Tengo – Popular Songs

Hanno fatto un patto con il diavolo e non l’hanno detto a nessuno, questo mi viene in mente quando penso a Yo La Tengo, band eclettica e spumeggiante che da un quarto di secolo produce album sempre diversi e sempre pieni di graffiante energia. Prendete ad esempio quest’ultimo Popular Songs, il dodicesimo per essere precisi, chi l’avrebbe mai detto di trovarci dentro una track come Here to Fall, una traccia con piano elettrico ed archi che sembra quasi tratta da un brano disco degli anni 70.

Artic Monkeys – Humbug

Nel 2006 sono partiti da Myspace ed hanno conquistato il mondo con il loro album di debutto. Ora sono sopravvissuti all’impatto con il successo e non sono svaniti nel nulla come tutti gli giovani gruppi musicali incappati nelle grinfie dello star system. Gli Artic Monkeys sono vivi grazie alla loro abilità di strumentisti capaci di scrivere canzoni complesse contraddistinte da brusche sterzate sonore. Giovani ma intelligenti e soprattutto molto pop, il loro nuovo album Humbug farà ancora strage nelle charts internazionali.

Wild Beasts – Two Dancers

Hayden Thorpe, leader dei Wild Beasts ha incantato migliaia di ascoltatori nel 2008 con Limbo, l’album di debutto delle bestie selvagge. Ed anche se il suono di questo Two Dancers sembra un tantino più quadrato ed organizzato permette ai Wild Beasts di raggiungere un insperato bilancio tra il sofisticato ed il grezzo.

Squarepusher – Solo Electric Bass 1

Tom Jenkinson alias Squarepusher è un virtuoso, un pazzo, uno che non si lascia facilmente addomesticare da un qualsiasi stereotipo. Lo ha già dimostrato con le sue precedenti sperimentazioni musicali ma stavolta il suo nuovo album fatto di virtuosismi con il basso è veramente incredibile.

(Ri)ascoltiamoli: Red House Painters

Oramai l’errante Mark Kozelek ed i suoi Red House Painters si sono sciolti da tempo ma vale la pena accaparrarsi alcuni dischi che per la loro poetica musicale rappresentano un valido esempio di parolemusicaimmagini.

Jonsi & Alex – Riceboy Sleeps

Ma chi sono, i Sigur Rós? si e no, il nuovo proetto di  Thor (Jónsi) Birgisson e Alex Somers è in realtà una costola del famoso nonchè poetico gruppo islandese. I due folletti della musica stavolta hanno deciso di far uscire un disco interamente strumentale con qualche vocina in sottofondo.