Al Castello di Rivoli la grande retrospettiva dedicata a Gianni Colombo

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Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea il 14 settembre inaugura la più importante mostra retrospettiva dedicata all’opera dell’artista italiano Gianni Colombo (Milano, 1937 – Melzo, 1993) protagonista dell’arte cinetica internazionale. La rassegna include circa cento opere per le quali l’artista è diventato noto negli anni Sessanta e Settanta, tra cui una vasta selezione di quadri e sculture mobili, strutture di luce e diversi tra i suoi ambienti più rappresentativi.

Nel mondo dell’arte cinetica sviluppatasi negli anni Cinquanta e Sessanta, Colombo propone una nuova definizione dell’opera d’arte come spazio animato dalla partecipazione attiva dello spettatore. L’artista è in questo precursore di temi che sono oggi al centro del dibattito artistico internazionale. Attraverso l’uso di luce e movimento nello spazio Colombo sperimenta nuove dinamiche percettive ed inediti campi di iterazione visiva e sensoriale per lo spettatore, allora fortemente presenti in Europa e in America Latina, portate avanti da esponenti quali Jesús-Rafael Soto e François Morellet.

La mostra al Castello di Rivoli riunisce le opere chiave dell’artista scomparso nel 1993. Insieme ad una selezione di pitture e ceramiche – che rivelano le sue fonti in Paul Klee, Max Ernst e il Surrealismo – fanno parte della rassegna feltri (1958-59), Rilievi intermutabili (1959), le Superfici in variazione, le strutture elettromeccaniche di Strutturazioni pulsanti create a partire dal 1959, le Strutturazioni fluide realizzate dal 1960, nonché sei ambienti che vanno dalla Strutturazione cinevisuale abitabile del 1964 alla Topoestesia del 1977, fino allo Spazio curvo del 1992. E’ presente in mostra anche l’opera Opus incertum, ultimo lavoro dell’artista.

Colombo fa il suo ingresso nella Milano artistica della fine degli anni Cinquanta, quando l’Italia inizia ad avvertire i primi movimenti di quella rinascita economica che portano da lì a poco all’esplodere del cosiddetto “miracolo italiano”. Lo slancio di ricostruzione del secondo dopoguerra ha un riflesso immediato e forte nell’ambito culturale. Ne sono testimoni le opere di artisti quali Lucio Fontana, Enrico Castellani, Francesco Lo Savio e Piero Manzoni.

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