Laboratorio Saccardi – La Camera della morte

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Un evento speciale all’ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica, spazio di archeologia industriale recentemente recuperato, trasformato in Museo e centro culturale e oggi chiamato ad accogliere in via sperimentale un international art campus. Il 28 si ianugura l’installazione e la performance dal titolo La Camera della Morte, progetto concepito da un gruppo di artisti residenti nell’inedita struttura museale: Laboratorio Saccardi, collettivo di giovani artisti siciliani ben affermato sul territorio nazionale; Gianni Gebbia, sassofonista palermitano di fama internazionale, tra i più importanti esponenti italiani del jazz contemporaneo e della musica d‟improvvisazione; Filippo Giuffrè, catanese, improvvisatore, chitarrista e musicista elettro-acustico, con significative collaborazioni alle spalle ed presenze in importanti festival. L‟evento, concepito come lavoro site specific che mette in dialogo arte contemporanea e musica, stabilisce una relazione intima con il luogo, con la sua storia e la sua identità. L’occasione è il programma di residenze per artisti promosso dall‟Assessorato Regionale ai Beni Culturali e dell‟Identità Siciliana, la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Trapani e il Comune di Favignana, organizzato dalla Fondazione Sambuca di Palermo con la Direzione artistica di Paolo Falcone, e con il coordinamento generale di Renato Alongi. Un progetto ambizioso che mira a creare, all‟interno di una location museale straordinaria e di un territorio affascinante quale quello dell‟isola, una serie di collaborazioni con enti e organizzazioni pubbliche e private, tra cui Accademie di Belle Arti, Università e centri di ricerca e formazione.

Esternamente al programma di residenze sono state infine coinvolte alcune figure professionali, da giovani videomaker ad affermati fotografi invitati a collaborare al progetto: Priscilla Benedetti, Ruggiero Colonna Romano, Rosario Riginella, Tullio Fortuna.

La “camera della morte” di una tonnara è il luogo della mattanza, ultima di un sistema di stanze in cui il flusso di tonni veniva intercettato e incanalato, per poi giungere al momento della cattura finale.  Laboratorio Saccardi, durante il periodo di residenza, dopo aver raccolto informazioni e documenti relativi alla storia del luogo, ha recuperato vecchi materiali di risulta dell‟ex stabilimento Florio, con cui costruire una nuova death room, ideale spazio della memoria in cui evocare l’antico e cruento rito dell‟uccisione dei tonni. Attraverso la consueta cifra ironica e dissacrante che caratterizza il lavoro del collettivo, spesso attento a tematiche legate al mito e alla tradizione popolare, il tema della mattanza si trasforma in una esperienza creativa ed immersiva; una costellazione di immagini pittoriche, suggestioni iconografiche, parole, segni, testi, suoni, oggetti, prende vita grazie al riutilizzo di frammenti recuperati in loco (radici di alberi, vecchie porte, infissi e altro materiale dismesso): objet trouvè intrisi di memoria, rimanipolati e affidati a una nuova funzione estetica.

L’intervento musicale di Gianni Gebbia e Flippo Giuffrè – che per l‟occasione hanno coinvolto come ospite il giovane percussionista Andrea Grillini – si confronta con l’installazione del Laboratorio Saccardi, raccogliendone le suggestioni visive e concettuali e catturando, al contempo, identità e mood dell‟impianto industriale. Qui i due musicisti, specializzati in performance elettroacustiche improvvisative, di taglio sperimentale, libereranno evocazioni immaginative in forma di note, suoni, rumori. L’ingombrante silenzio dell‟Ex Tonnara, contrapposto all‟eco immateriale delle antiche memorie acustiche del luogo (quando ancora vi lavoravano circa mille uomini, impegnati nel rito della pesca e della mattanza), tornerà ad essere spezzato e sfondato dal sax, la chitarra elettrica e i live electronics dei musicisti. I rumori del passato rivivranno in qualche modo nel live set, ripescati, evocati, interpretati, disarticolati: tessuti sonori affidati a distorsioni, aperture, contrazioni e deviazioni rumoristiche, precipiteranno il pubblico in fondo a una dimensione percettiva dal sapore fortemente visionario e teatrale.

E’ con questa iniziativa che la Fondazione Sambuca incoraggia gli artisti a entrare in contatto con il territorio, offrendo l’opportunità di incontri e collaborazioni con esperti e partner locali, tra i quali artigiani, aziende, organizzazioni, scuole ed istituzioni, contribuendo parallelamente all’incremento della vita artistica e culturale del territorio.

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