Fuksas e Gehry, due “nuvole” cariche di pioggia

di Redazione 1

La nuvola di Frank Gehry

Le nuvole sembrano esser divenute il pallino delle archistar internazionali. Certo è che guardando il cielo ognuno di noi può meravigliarsi in qualsiasi momento ma è pur vero che molte volte avere la testa fra le nuvole non è . Ne sa qualcosa Massimiliano Fuksas, visto che l’edificazione del suo Centro Congressi Italia (ribattezzato Nuvola) nel quartiere EUR di Roma si è tramutata in una vera e propria fabbrica di San Pietro, inaugurata l’11 dicembre del 2007 ed ancora ferma al più classico dei pali. Si è detto che la Nuvola verrà completata nel 2013 ed il suo costo complessivo sarà di oltre 270 milioni di euro, non male per una gigantesca teca in acciaio e vetro.

In questi ultimi giorni una nuova “nuvola” è balzata agli onori della cronaca. Si tratta di una nuova struttura parigina sviluppata dall’archistar Frank Gehry e fortemente voluta da Bernard Arnaud il proprietario dei fashion brands Louis Vuitton, Christian Dior e Givenchy. La Nuvola di Gehry (il cui vero nome è Louis Vuitton Foundation for Creation) è stata pensata per contenere un centro culturale che ospiterà mostre temporanee di artisti universalmente riconosciuti come Jean-Michel Basquiat, Francis Bacon e Damien Hirst.

La Nuvola di Massimiliano Fuksas

Anche questo progetto, come quello di Fuksas, è partito nel 2006/2007 e per uno strano scherzo del fato, oltre a condividerne le sembianze sembra anche seguirne il destino. Il grande progetto infatti non si farà, alcuni residenti locali hanno lanciato una grande campagna contro l’urbanizzazione selvaggia delle aree verdi di Parigi impedendo di fatto l’inizio dei lavori. I giudici hanno dato ragione alla popolazione e Ghery è andato su tutte le furie inveendo contro tutto e tutti.

La nuvola sarebbe costata 100 milioni di euro ma al colossale conto ci avrebbe pensato Arnaud, il faraonico nuvolone romano invece grava sulle tasche dei cittadini. Insomma che dire, forse le nuvole non giovano poi tanto all’architettura. Meglio far sogni più concreti e realizzare edifici più utili alla popolazione.

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