Gagosian vende ad un collezionista un’opera del MET e Mr Brainwash si appropria dei Run DMC

di Redazione Commenta

Il variegato mondo dell’arte contemporanea non è solamente il tempio della creatività o il giardino dell’Eden dove tutto è rose e fiori. Trattandosi di un ambiente dove gira molta vil pecunia, accade spesso di trovarsi in situazioni poco chiare che finiscono poi nelle aule di un tribunale. In questi ultimi giorni infatti Robert Wylde, collezionista inglese, ha sporto denuncia contro la Gagosian Gallery presso la corte di Manhattan. Il pomo della discordia è un dipinto intitolato The Innocent Eye Test del 1981 ad opera di Mark Tansey.

Wylde acquistò il dipinto da Gagosian nel 2009 ma il celebre gallerista omise al collezionista che il Metropolitan Museum of Art di New York era proprietario al 31 percento dell’opera in questione. Wylde inoltre dichiara di aver ricevuto una risposta positiva da Gagosian per l’acquisto di un dipinto di Richard Prince del valore di 2.2 milioni di dollari sempre nel 2009 ma in seguito la galleria scelse di vendere l’opera ad un altro collezionista per una cifra maggiore. Wylde accusa quindi Gagosian di condotta poco chiara, ma è ovvio che l’accusa più infamante è quella del dipinto di Tansey. Gagosian si difende affermando di aver agito in buona fede, non essendo a conoscenza della comproprietà del Met. Vedremo gli sviluppo del caso, a noi comunque sembra strano che una multinazionale come Gagosian non conosca la provenienza delle opere in suo possesso.  Intanto lo street artist Mr Brainwash, che molti ritengono essere in realtà il celebre Banksy, è stato denunciato dal fotografo Glen Friedman per la riproduzione di una sua foto del 1985 raffigurante la nota hip hop band dei Run DMC.

Secondo Friedman, Thierry Guetta (ossia Mr Brainwash e forse anche Banksy) ha utilizzato la foto per la per un’opera comparsa nella sua prima mostra personale a Los Angeles nel 2008 intitolata Life Is Beautiful. Guetta per ora nega tutto, affermando di aver fatto un uso lecito dell’immagine senza infrangere la ferrea legge sul copyright del diritto americano. Ovviamente anche Shepard Fairey si difese in tal modo, quando l’accusarono di aver “rubato” una foto per produrre il suo celebre poster Hope con l’effige di Barack Obama. A Fairey le cose non andarono molto bene, vediamo cosa succederà a Guetta.

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