Oltre alle ostilità del governo cinese nei riguardi di Ai Weiwei, un’altra vicenda ha tenuto con il fiato sospeso la comunità dell’arte internazionale. Stiamo ovviamente parlando dell’arresto di Leonid Nikolaev e Oleg Vorotnikov, i due membri del collettivo artistico sovietico denominato Voina. Come sicuramente ricorderete lo scorso novembre i Voina organizzarono una delle loro celebri riot-performance a San Pietroburgo. Durante l’azione intitolata Palace Revolution, Nikolaev e Vorotnikov rovesciarono alcune macchine della polizia con tanto di ufficiale delle forze dell’ordine all’interno. I due artisti furono quindi arrestati e sbattuti in prigione.
Le prigioni russe non sono certo una passeggiata ed i due sono stati trattati con estrema brutalità. In seguito, il nostro beniamino della street art Banksy si è offerto di pagargli la cauzione, offerta che è stata in un primo momento rifiutata dal giudice (poiché Banksy non ha identità) ed in seguito accettata. A fine marzo però, i poveri artisti sono stati nuovamente fermati nel corso di una manifestazione pacifica e violentemente picchiati dalla polizia russa. In seguito, un nuovo mandato di cattura è stato emesso nei confronti dei poveri Oleg e Nikolaev. Le accuse sono quindi rimaste sul capo dei due fino ai giorni scorsi, quando finalmente la polizia russa ha deciso di far decadere ogni persecuzione nei loro confronti. A questo punto Nikolaev ha deciso di prendersi una rivincita ed ha intentato una causa alle autorità. La motivazione della denuncia è “detenzione ingiustificata”. Inoltre l’artista ha chiesto un cospicuo risarcimento per i danni morali subiti ed ha chiesto il supporto dell’associazione per i diritti umani Agora. E’ la seconda volta che Nikolaev chiede i “danni” alle autorità russe. Già nel corso di quest’anno aveva infatti sporto denuncia alla Corte europea dei diritti umani.
Leonid Nikolaev, Oleg Vorotnikov e Ai Weiwei sono solo la punta dell’iceberg di una sistematica negazione della libertà di espressione e dei diritti umani. Molti artisti sconosciuti ai più si trovano in questo esatto momento nelle stesse condizioni dei loro celebri colleghi. Non abbandoniamoli.