Il MoMa di New York prepara la sua New Photography


Appropriarsi di fotografie scattate da altri è sempre stata una pratica comune nel variopinto mondo dell’arte contemporanea. Molti artisti hanno cannibalizzato immagini prese dai cartelloni pubblicitari, le hanno ingrandite, modificate e le hanno esposte in musei e gallerie. E tra i nomi di quelli che lo hanno fatto con grande continuità spiccano Andy Warhol, Dash Snow e Richard Prince. Il MoMa, Museum of Modern Art di New York ha intenzione di organizzare ( il prossimo autunno ) una mostra dedicata a questa bizzarra ma estremamente creativa pratica, le regole però saranno un tantino diverse.

Le foto in mostra saranno infatti rifacimenti di immagini commerciali e pubblicità create dagli artisti stessi che parteciperanno all’evento. In sostanza ai fotografi in mostra verrà chiesto di riprodurre una loro creazione, cambiandola in maniera sostanziale. Un ritratto per la copertina di un giornale di moda o una foto per il lancio di un nuovo rossetto diverranno immagini totalmente diverse, pur mantenendo la loro essenza. 

Scoperte nuove inestimabili foto di Ansel Adams. Ma saranno poi vere?


L’artista Rick Norsigian ha molte ragioni per gioire, alcuni negativi che aveva comprato dieci anni fa da un rigattiere per 45 dollari oggi potrebbero valere circa 200 milioni di dollari. La rocambolesca storia comincia a Fresno a 260 Km da San Francisco. Rick Norsigian decide di acquistare per un (è il caso di dirlo) pugno di dollari una scatola piena di negartivi. Tornato a casa Rick sviluppa le foto e scopre un’incredibile somiglianza con le immagini scattate da Ansel Adams (1902-1984) vero e proprio maestro statunitense della fotografia in bianco e nero.

Letteralmente sbalordito dalla scoperta, Rick tenta di far autenticare la fotografie ma per dieci anni nessuno gli crede: “Non esistono autorità ufficiali in grado di autenticare le fotografie, contrariamente a quanto succede in pittura. Inoltre le opere non hanno nessuna firma che possa condurre all’artista che le ha scattate”.

Grande Successo e il Premio Celeste 2010 proroga le iscrizioni

La deadline fissata per le iscrizioni al Premio Celeste 2010 era stata fissata per il 31 luglio 2010 ed invece il grande numero di partecipazioni ha convinto gli organizzatori a posticipare il termine ultimo per le iscrizioni. Sono oltre mille le opere attualmente iscritte all’edizione 2010 del celebre concorso italiano. C’è ancora tempo fino al 6 agosto per partecipare iscrivendosi online direttamente sul sito della manifestazione.

Premio Celeste è un concorso dedicato all’arte contemporanea che ogni anno prevede l’organizzazione di una mostra di 60 opere finaliste; l’organizzazione di altre mostre in Italia ed all’estero; la creazione di un catalogo con 250 opere illustrate a colori che ogni anno fa il punto della situazione della pittura, fotografia, video, scultura, installazione e lavori multi-mediali in Italia. La qualità, la ricerca, l’innovazione e la contemporaneità sono i criteri fondamentali della selezione delle opere. La selezione delle 40 opere finaliste avviene attraverso un processo totalmente trasparente. Ciascuno dei 22 critici incaricati delle selezioni renderà pubbliche le sue scelte sul sito.

Quando Spock decide di mettersi a fotografare


Il Mass MoCA in Massachussets ha organizzato in questi giorni una mostra fotografica dove è presente un artista d’eccezione, anzi stellare. Forse il nome Leonard Nimoy potrebbe non dirvi nulla ma se a questo nome aggiungiamo quello della popolare serie televisiva Star Trek ed in particolare del personaggio Spock, allora forse tutto diventa più chiaro. Nimoy ha vestito per oltre 40 anni i panni dell’impassibile vulcaniano ma nel contempo ha sempre coltivato un profondo interesse per la fotografia.

La mostra personale di Nimoy ( in visione dal prossimo 1 agosto 2010 ) prende il titolo di Secret Selves e consta di 26 fotografie a colori, 11 delle quali a grandezza naturale. L’artista si è ispirato alle teorie di Aristofane sugli esseri umani, descritti come creature che un tempo erano dotati di due teste e molteplici arti, questo prima che Zeus li dividesse in due. Nimoy ha quindi fotografato alcune persone mettendo in risalto la loro metà perduta o nascosta, vestendole come rock star o come personaggi dei fumetti.

Come se guardassi un iceberg sciogliersi al sole

Mi immagino Francesca Woodman come un’eterna adolescente. Di solito, quando si è giovani, ma non più bambini, si lotta per dimostrare agli adulti che si è diventati come loro. Oppure si fa di tutto per dimostrare che si è veri Peter Pan, però vi sfido a trovare una persona che abbia voglia di restare in quel limbo di vita che è l’adolescenza. Così difficile da attraversare, così pesante e carico di pesi e aspettative, si corre per uscirne subito, nonostante quello che viene dopo non sia così allettante. Francesca Woodman non ne uscì mai, viveva con gravità, come gli adolescenti.

A Milano vengono esposte fino a metà ottobre più di cento fotografie, delle quali alcune inedite,  che tracciano chiaramente il profilo di una ragazza incapace di nascondersi, di proteggersi. Nessun sentimento positivo, ma neppure rabbia, nei suoi occhi si legge tristezza, stanchezza, ansia, rassegnazione. Un velo lieve di malinconia e un pizzico di curiosità per vedere l’effetto che fa. Perché in fondo era giovane e la vita le scorreva dentro, nonostante tutto. Aveva le braccia forti per appendersi, per dipingere, per lavorare sodo all’unica cosa che la poteva salvare: la sua arte. Un potenziale talmente grande che probabilmente era impossibile conviverci.

La Polaroid torna al vecchio con la Pic 1000 e Lady Gaga

Il nostro blog è notoriamente innamorato delle tecnologie vintage ed a più riprese nel corso degli ultimi mesi vi avevamo parlato della probabile rinascita della Polaroid vecchio stile. Nell’ultimo periodo però sono trapelate alcune informazioni le quali ci hanno convinto che le cose potrebbero andare meglio di quanto sperato. L’ultima cartuccia di pellicola istantanea ( tanto amata da grandi artisti come David Hockney, Nobuyoshi Araki ed Andy Warhol ) è scaduta lo scorso novembre e pareva proprio che la nota azienda statunitense avesse abbandonato del tutto la fotografia analogica per buttarsi unicamente sul mercato del digitale.

Alcuni mesi fa ci avevano pensato Florian Kraps e Andre Bosman, fondatori dell’Impossible Project, a riportare in vita alcune celebri emulsioni in stile Polaroid ma la casa madre aveva fatto intendere che la produzione non sarebbe mai più ricominciata. Ed invece qualcosa è successo, forse i dati relativi alle vendite di altre toy camera come la Diana e la Holga ( prodotte dalla Lomo ) hanno convinto la Polaroid a tornare sui propri passi e rilanciare sul mercato sia una nuova macchina fotografica che una nuova pellicola.

Jane Fulton Alt fotografa il disastro made in Bp

La marea nera provocata dalla British Petroleum nel golfo del Messico non accenna a diminuire e sono ormai inestimabili i danni ambientali causati dall’esplosione della piattaforma petrolifera carica di greggio. La fotografa Jane Fulton Alt risiede vicino le coste del Lake Michigan ma si è sentita in dovere di documentare un disastro che ben presto potrebbe bussare alla porta di casa di qualunque cittadino del mondo.

L’artista ha così deciso di creare il progetto Crude Awakening, un gioco di parole tra brusco risveglio e risveglio al petrolio, un’esigenza di documentare l’irreparabile danno nata da una profonda anima ambientalista: “La falla che scarica circa 60mila barili di greggio al giorno è in sostanza una vera e propria catastrofe per qualunque forma di vita che popola le spiagge “. C’è da dire che Jane Fulton Alt nelle sue foto è riuscita a catturare la drammaticità degli effetti di tale disastro pur non recandosi nel Golfo Del Messico.

Francesco Zizola al Mart di Rovereto

In occasione della quarta edizione di “Rovereto Immagini”, il festival di fotografia di Rovereto, il fotografo romano sarà presente nel mezzanino del museo con una selezione di scatti realizzati in venti anni di foto-reportage. Ingresso libero. In occasione di “Rovereto Immagini”, la mostra “Shadows”, a cura di Deanna Richardson, presenta dal 17 luglio al 29 agosto 2010 alcune delle immagini più significative che Francesco Zizola ha realizzato per testimoniare conflitti, pandemie, catastrofi ecologiche, malnutrizione, eccessi dell’industria mediatica e della società dei consumi, in trentacinque differenti paesi.

Percorrendo con discrezione il confine lungo cui i racconti privati si trasformano in storia collettiva per farsi interrogativo etico, le immagini in mostra offrono al visitatore la possibilità di una prospettiva critica su realtà rimaste per lo più ai margini delle notizie. Come involontari protagonisti, i soggetti ritratti emergono dalle ombre dei diritti negati, per raccontarsi silenziosamente.

Arte asiatica a New York, arte francese a Londra

La Arario Gallery di New York ha presentato diversi giorni fa una mostra alquanto interessante dal titolo Irrelevant: Local Emerging Asian Artists Who Don’t Make Work About Being Asian (che in italiano potrebbe essere tradotto come artisti asiatici emergenti che non agiscono come artisti asiatici ). La galleria di origini sud coreane che solitamente presenta giovani creativi nazionali, ha deciso stavolta di organizzare un grande evento con 50 artisti per porre in risalto una creatività asiatica scevra dalle solite convenzioni.

Alla mostra, curata da Joann Kim e Lesley Sheng, ci si aspetterebbe infatti di trovare miniature con motivi ornamentali prettamente legati alla cultura storica locale, raffigurazioni di Mao Zedong, di Hello Kitty o peggio ancora di qualche personaggio manga alle prese con improbabili atti sessuali. Invece gli artisti in mostra si sono impegnati a non svelare le loro identità culturali all’interno delle opere ed è interessante notare come l’arte contemporanea del versante asiatico possieda una profondo impegno concettuale che molto spesso è nascosto sotto un manierismo oramai fin troppo noto. Per chi volesse visitarla, la mostra rimarrà aperta sino al 6 agosto 2010, tra gli artisti in mostra figurano i nomi di emergenti come Seong Min Ahn, Shin Young An, Sophia Chai, Louis Chan, Karen Chan, Rona Chang e Gigi Chen.

Jessica Hilltout e i mondiali di calcio visti dai più poveri

Alla fine la tenace e coraggiosa Spagna è riuscita a spuntarla sui tulipani dell’Olanda, vincendo il suo primo campionato mondiale di calcio. La partita è stata durissima ed ha lasciato dietro di sé molte polemiche da parte degli orange ma alla fin fine dobbiamo ammettere che gli iberici hanno vinto meritatamente il tanto agognato trofeo. Le Furie rosse sono state accolte ieri in patria al Palazzo della Zarzuela dal re Juan Carlos che non ha saputo trattenere il suo entusiasmo: “Avete tramutato un sogno in realtà” ha esclamato il sovrano.

Si spengono quindi i riflettori su Sud Africa 2010, un mondiale caratterizzato da molte sorprese e da tante perplessità. Quello che più ha colpito la nostra sensibilità è il profondo divario tra le fastose pomposità del mondo del calcio e l’estrema povertà della stragrande maggioranza della popolazione del continente nero. Eppure per chi non ha niente a volte il calcio è tutto. In merito a tale questione, Jessica Hilltout, una fotografa belga dall’animo nomade ha deciso di caricare il tetto di un maggiolone Volkswagen con un’infinità di palloni da calcio e di compiere in seguito un viaggio attraverso l’Africa per documentare l’amore della popolazione nei confronti del celebre gioco.

Francesca Woodman al Palazzo della Ragione di Milano

Dal 16 luglio al 24 ottobre 2010, al Palazzo della Ragione di Milano si tiene la grande retrospettiva dedicata a Francesca Woodman (Denver, 1958 – New York, 1981), uno dei talenti più precoci e interessanti della seconda metà del Novecento. L’esposizione, curata da Marco Pierini e da Isabel Tejeda, realizzata dal Comune di Milano – Cultura e da Civita, in collaborazione con SMS Contemporanea di Siena, l’Espacio AV di Murcia (Spagna) e l’Estate di Francesca Woodman di New York, presenta 116 fotografie tra cui 15 immagini esposte in esclusiva per Milano e cinque video che ripercorrono tutta la carriera dell’artista, interrottasi a 22 anni.

Figlia d’arte – la madre Betty è ceramista e il padre George, pittore e fotografo – Francesca Woodman cominciò a lavorare a soli tredici anni di età, con la sua prima macchina fotografica e l’uso dell’autoscatto. Negli anni a venire, ha continuato a usare se stessa come soggetto privilegiato delle sue foto, rappresentandosi sia in contesti domestici, con la predilezione per ambientazioni vintage e decadenti, che in mezzo alla natura, da sola o con amiche, nel vivo di azioni e performance appositamente progettate.

Figure del Mare di Mimmo Jodice a Capri

Nell’ambito delle mostre dedicate ai grandi artisti della fotografia, la Fondazione Capri organizza la mostra di Mimmo Jodice Figure del Mare, alla Certosa di San Giacomo dal 10 luglio al 4 settembre 2010. Mimmo Jodice (Napoli, 1934) è uno dei maestri della fotografia italiana contemporanea, la cui opera è riconosciuta a livello internazionale. Dalle prime sperimentazioni sui codici, le tecniche, i concetti della fotografia, alle indagini sui mali sociali di Napoli e del Sud dell’Italia.

Dal lungo lavoro sulla complessità del paesaggio contemporaneo e sulle grandi città di molte parti del mondo, all’approfondimento del tema dell’archeologia, dell’arte antica, della cultura del Mediterraneo, fino alla narrazione del mare come luogo assoluto, la sua opera vasta e intensa attraversa più di quattro decenni.

Piero Gilardi e Steve McCurry al Lucca Center of Contemporary Art

Dal 10 luglio al 5 settembre 2010 al Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art si terrà la mostra Piero Gilardi – Steve McCurry. Time after Time, a cura di Maurizio Vanni e Alessandro Romanini. Esposte 25 opere dell’artista italiano Piero Gilardi e 20 fotografie del fotografo e fotoreporter statunitense Steve McCurry. Ad ognuno dei due artisti è dedicato un piano del museo lucchese, per un percorso che non vuole dunque proporre un confronto tra i due artisti, ma un viaggio attraverso due diverse riflessioni sul tempo.

La mostra “Time After Time” parte infatti dal presupposto che ogni individuo, a prescindere dal proprio momento storico, possa avere un rapporto oggettivo e soggettivo con il tempo. I due artisti manifestano l’intraprendenza di riflettere sul concetto del tempo che passa e che si dissolve, ma al tempo stesso, bloccando o ri-creando frammenti di vita, manifestano dimensioni di un tempo senza tempo. L’artista italiano ed il fotoreporter statunitense riescono a dare origine ad una lucida e solenne danza del tempo che suggerisce quanto l’agire umano possa essere condizionato dallo scorrere, più o meno controllabile, degli eventi.

La licenza Creative Commons e l’arte contemporanea

L’opera d’arte appartiene all’artista che l’ha creata, egli detiene i diritti ed ha il potere assoluto di decidere sulle sue sorti. Questa semplice affermazione che in passato era un vero e proprio dogma potrebbe non essere più tale per il prossimo futuro. Stiamo ovviamente parlando della rivoluzione Creative Commons, una tempesta che ha invaso tutte le arti dalla  Fotografia alle immagini in genere passando per le  illustrazioni, i video, l’editoria e la musica.

Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d’autore per creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello “alcuni diritti riservati”. Il detentore dei diritti puo’ non autorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell’opera (opzione Non commerciale, acronimo inglese: NC) o la creazione di opere derivate (Non opere derivate, acronimo: ND); e se sono possibili opere derivate, puo’ imporre l’obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell’opera originaria (Condividi allo stesso modo, acronimo: SA, da “Share-Alike”).