Alfred Stieglitz, il più grande fotografo del secolo scorso?

Abbiamo una domanda per voi, ma dovete rispondere velocemente chi pensate siano i migliori fotografi del 20esimo secolo? Ovviamente si tratta di una questione spinosa e per di più a bruciapelo. Tuttavia il professor David W. Galenson, docente di economia dell’università di Chicago sembra  avere una degna risposta al quesito. A questo punto vi starete chiedendo cosa c’entrano le scienze economiche con l’arte. Il professor Galenson ha invece applicato un suo metodo statistico con cui ha già stilato altre classifiche per così dire artistiche le quali sono comparse su ben tre libri e su altrettante pubblicazioni per il National Bureau of Economic Research.

Ultimamente Galenson ha persino stilato una classifica dei più grandi artisti del 20esimo secolo mettendo Pablo Picasso e la sua opera Les Demoiselles d’Avignon al primo posto. Per trarre le sue conclusioni Galenson si basa sul numero di apparizioni di un dato artista su di una pubblicazione fotografica. In questo caso il docente ha preso in esame 5 tra le più importanti pubblicazioni internazionali ed ha selezionato i fotografi che apparivano per almeno quattro volte all’interno di esse. Alla fine la lista si è ristretta a venti nomi, Galenson ha quindi scandagliato i migliori 16 libri fotografici editi dal 2000 in poi alla ricerca di foto prodotte dai magnifici venti e le ha sommate.

Scandalo, un uomo nudo sul quarto plinto di Trafalgar Square

Novità dal quarto plinto di Trafalgar Square dove il progetto di Antony Gormley One & Other sta letteralmente catalizzando l’attenzione di tutto il mondo e portando in piazza la stragrande maggioranza del popolo londinese.

Come ben ricorderete il nostro beniamino ha deciso di creare un’installazione composta da persone comuni che a turno passano un’ora sul plinto svolgendo attività varie o performance. Fin dalla presentazione del progetto si era temuto per possibili comportamenti poco consoni delle “opere” in mostra e ieri come volevasi dimostrare le paure sono divenute realtà. Mr Holwell è infatti salito sul plinto e si è denudato mostrandosi alla folla così come mamma l’ha fatto.

Dark Side II, il lato oscuro della fotografia

L’anno scorso una mostra dal titolo Darkside I–Photographic Desire and Sexuality Photographed ospitata dal Fotomuseum Winterthur in Svizzera ha esplorato il ruolo della fotografia sull’immagine della sessualità e del desiderio, riproducendo passioni e corpi seducenti che si aprono alla vita.

Dal prossimo 5 settembre fino al 15 novembre sarà invece il turno del secondo capitolo dal titolo Dark Side II – Photographic Power and Violence, Disease and Death Photographed. L’evento si preannuncia come riflesso opposto della mostra precedente con immagini disperate e disperanti, colme di corpi sfigurati, mutilati o semplicemente in declino che forniranno interessanti spunti di riflessione sia sull’arte che sull’antropologia rappresentando il momento della morte o della vicinanza ad essa come ultima esperienza della vita umana.

Patti Smith e il suo amore per Firenze

Martedì 8 settembre inaugurerà negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi, la prima mostra a Firenze di Patti Smith, icona del rock, poetessa e fotografa di fama mondiale, che per l’occasione si esibirà anche in una breve performance acustica live.

L’esposizione, curata da Jonathan Nelson, presenta circa 80 polaroid in bianco e nero, scattate dal 2000 ad oggi, per la gran parte inedite, realizzate negli ultimi cinque anni e presentate per la prima volta in Italia. Le fotografie esprimono il suo amore per la città di Firenze, l’ammirazione per l’arte dei grandi maestri da cui ha tratto ispirazione, qualcosa di speciale visto in Italia, dichiarando: “ Guardo alle mie fotografie più come a oggetti che immagini. Esse racchiudono molto di più di un attimo, qualcosa di molto prezioso, qualcosa che forse non potrò più rivedere”.

Christie’s e l’asta milionaria

Il listino della celebre casa d’aste Christie’s si è recentemente impreziosito di una ricca collezione di fotografie che saranno battute all’asta rispettivamente il 7 e l’8 ottobre. Questi capolavori spaziano dal 19 secolo sino alle stampe contemporanee e faranno parte di 4 vendite separate: The American Landscape: fotografie a colori dalla collezione di Bruce e Nancy Berman, Photographs by Sally Mann con fotografie provenienti da una collezione privata di Washington, D.C., fotografie della Miller-Plummer Collection ed una vendita di collezionisti vari.

La vendita di ciascuno di questi grandi lotti sarà preceduta da una spettacolare mostra opitata dalle Christie’s Galleries al Rockefeller Center di New York che avrà luogo il prossimo 3 ottobre. Si stima che la vendita di tutte le opere potrebbe fruttare la bellezza di 9 milioni di dollari. Ma analizziamo nello specifico i pezzi più importanti delle varie collezioni. Tra le opere in vendita nel lotto dei collezionisti vari spicca un raro e magnifico portfolio con immagini degli indiani nordamericani eseguito da Edward S. Curtis, il set di circa 40 immagini potrebbe realizzare 900.000 dollari.

A Capri il maestro della fotografia Wilhelm von Gloeden

Il 19 agosto si inaugura a Villa Lysis a Capri la mostra Dioniso a Villa Lysis di Wilhelm von Gloeden. La mostra è composta da oltre 130 fotografie originali, oggetti, documenti e negativi su vetro provenienti dalla vasta collezione di lastre e foto di proprietà di Alinari; rappresenta la più ampia rassegna sui vari aspetti della produzione del fotografo tedesco Wilhelm von Gloeden creatore di immagini notissime in cui si idealizza il rapporto tra l’uomo, la natura e la storia.

La mostra sarà integrata da foto del fotografo Wilhelm von Plüschow, cugino di von Gloeden. Von Plüschow, che frequentava Capri, aveva avviato l’attività di fotografo a Napoli, dove incontrò il cugino introducendolo all’arte fotografica; von Gloeden iniziò così a fotografare, imparando, sperimentando, fino ad ottenere dei positivi a contatto di straordinaria morbidezza e bellezza. La forza e l’aspetto fortemente innovativo della fotografia di von Gloeden sta proprio nel coniugare una sorta di verismo rappresentativo con un accentuato idealismo collegato alla tensione, molto nordica e romantica, verso l’”antico”, la mitologia, le divinità pagane.

Tutti pazzi per la Polaroid

In mostra fino al 6 settembre al Centro italiano della fotografia d’autore di Bibbiena La magia della Polaroid. Gli Autori Italiani interpretano il mito. Il Centro propone un ricco programma di indagine sulle opere di alcuni tra gli autori più importanti del panorama fotografico italiano, per comprendere come l’interpretazione di un mezzo possa trasformare una serie di tecniche e di materiali in pura forza creativa.

Il Centro ospita le fotografie di Nino Migliori e di alcuni nomi del gruppo Abrecal: William Masetti e le sue riflessioni sul cinema, il ritrattista Fulvio Fulchiati, Maurizio Galimberti estroverso personaggio “dada” che si è prepotentemente imposto all’attenzione dei media, Joe Oppedisano con la mitica SX-70. Non mancano opere di Franco Vaccari, uno dei maggiori esponenti dell’arte concettuale, Piero Manai che riscopre l’identità del suo lavoro pittorico, Luca Maria Patella, artista visivo e visionario e la compagna Rosa Foschi.

Man Ray e i ritratti della moglie in mostra a Lucca

 Dal 12 settembre al 6 dicembre 2009, il Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art propone la mostra Man Ray. The Fifty Faces of Juliet, realizzata in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano.

Verranno presentati al pubblico i cinquanta ritratti che l’artista scattò alla moglie, Juliet Browner, tra il 1941 e il 1955. The Fifty Faces of Juliet fu pensato da Man Ray agli inizi degli anni ’50 come libro in omaggio a sua moglie Juliet, ma anche come un saggio di opere fotografiche iniziato a Los Angeles nel 1941. Cinquanta fotografie, stampe originali in diverse tecniche e stili, alcune colorate a mano, di diverso formato che Man Ray ha dedicato a Juliet, la musa definitiva della sua vita.

Alla Mostra del Cinema di Venezia il film dedicato a Luigi Ghirri

In concorso alla 66 Mostra del Cinema di Venezia  nella sezione Orizzonti il film della Regione Emilia-Romagna Deserto Rosa dedicato all’opera di Luigi Ghirri, fotografo reggiano protagonista rappresentativo come pochi in Italia degli anni Settanta e Ottanta.

Il film è nato da un progetto di Elisabetta Sgarbi che ha tratto ispirazione dall’ultima idea di Luigi Ghirri di acquistare un casolare nei pressi della sua casa di Roncocesi (Re). Una casa delle stagioni, com’egli stesso la definiva, per allestirvi mostre, legate ciascuna alla stagione corrente, in modo da creare una stretta relazione tra tempo naturale e tempo dell’arte. L’occhio di Elisabetta Sgarbi ha “visitato” i paesaggi fotografati da Ghirri, seguendo l’alternarsi delle stagioni, restituendoci in 70’ lo spirito dell’opera dell’artista e la sua profonda emozione.

Le notti oscure di David Lynch e Danger Mouse

Quando una tormentata ed oscura icona del cinema chiamata David Lynch si unisce ad un musicista visionario come Danger Mouse (Brian Burton) c’è da aspettarsi di tutto. Se poi i due decidono di far entrare nel loro circolo anche un reietto dell’alternative rock come Mark Linkous, meglio noto come Sparklehorse, allora l’evento diventa imperdibile.

I tre cavalieri dell’apocalisse hanno deciso di collaborare a Dark Night of the soul, progetto interdisciplinare che è attualmente ospitato dalla Michael Kohn Gallery di Los Angeles fino al prossimo 15 agosto. Per la loro prima collaborazione in assoluto David Lynch, Danger Mouse e Sparklehorse hanno disegnato una installazione che occupa due stanze della galleria all’insegna del dialogo tra musica ed arte contemporanea.

Pierre et Gilles in mostra al C/O Berlin

 Il centro per l’arte contemporanea C/O Berlin di Berlino presenta dal 25 luglio al 4 ottobre una grande retrospettiva del duo artistico francese Pierre et Gilles. L’universo dei due famosi artisti è popolato da forme colorate e pompose, adagiate su un limbo terreno dominato dal barocco. Pierre et Gilles creano fotografie dipinte a mano decisamente uniche, le loro opere sono costituite da ritratti di divi del cinema, marinai e principesse, santi e peccatori, figure mitologiche o semplicemente illustri sconosciuti.

Tra fiaba ed incanto i due artisti reinventano i linguaggi artistici e l’immaginario collettivo influenzando e cambiando anche la storia dell’arte in un sogno all’interno della realtà pervaso dalla perfezione estetica. Pierre et Gilles sono tra i più importanti artisti dei nostri tempi, nelle loro complesse ed elaborate immagini essi prendono spunto dalla storia ponendosi oltre i tradizionali codici morali e sperimentando i chliches della società.

La fotografia è defunta? se ne parla a Birmingham


Mentre in Italia ultimamente è tanto alla moda dir che la pittura è oramai agli sgoccioli nel resto dell’Europa si stanno verificando situazioni analoghe ma riferite ad altre tecniche artistiche. Un poco per celia ed un poco per noia o per non morir come diceva il comico Ettore Petrolini, a Birmingham si sono messi in testa che la fotografia è ormai defunta.

Ovviamente si tratta di una provocazione poichè Photography is Dead è il titolo della nuova edizione dell’International Photographic Review organizzato da Rhubarb-Rhubarb l’agenzia di sviluppo per artisti che usano il mezzo fotografico sia digitale che tradizionale. L’evento riconosciuto in tutta Europa oltre ad aprire il dibattito su questa scottante tematica, rappresenta una ghiotta occasione per ammirare e comprare immagini dei più grandi fotografi internazionali sia emergenti che famosi.

Lynda Benglis, pubblicità pro-sesso


Tutto è cominciato da una fotografia che ritraeva una donna con un gigante fallo. Lei era Lynda Benglis, astro nascente 32enne nel firmamento della corrente post minimalista newyorkese dei primi anni ’70. Lo strumento in questione era un grande dildo di lattice che la signora Benglis teneva saldamente fra le sue gambe in quella famosa e chiacchierata fotografia a colori. Quando la fotografia apparse su di un’intera pagina dell’importante magazine Artforum nel 1974, l’opinione pubblica ed i benpensanti dell’epoca andarono su tutte le furie e molti furono scossi a tal punto da tacciare l’arte di Lynda Banglis di pornografia, una schifezza inaccettabile per un giornale d’arte contemporanea.

In realtà la pagina di Artforum fu pagata dall’art dealer di Lynda Banglis, la fotografia divenne quindi una sorta di scandalosa pubblicità che contibuì a creare una sorta di mitologia attorno all’allora giovane performer.
L’artista Barbara Wagner dichiarò che mostrare un fallo come segno freudiano di potere non rappresenta a pieno l’identità femminile ma ne enfatizza l’inferiorità. Rosalind Krauss direttrice di Artforum nel numero del mese seguente prese le distanze dalla sconcertante pubblicità, etichettandola come brutale.

Ci risiamo, Robert Capa è un bugiardo

Se ne era parlato, se ne era discusso. Si era detto che la foto era un falso proprio come la teoria delle bugie raccontate dalla NASA apparse anni fa sul libro Non siamo mai andati sulla luna di Bill Kaysing. Poi lo scorso anno il New York Times aveva dato la notizia del recupero, dopo 70 anni, del negativo originale grazie all’ International Center of Photography di Manhattan confermando che il famoso miliziano si chiamava Federico Borrell García ed era morto a Cerro Muriano. Ovviamente si parla della famosa foto di Robert Capa, che ritrae un miliziano repubblicano morente durante la guerra civile spagnola.

Bene dopo tutto questo polverone In questi giorni nuove ombre sono calate sulla veridicità del celebre scatto. Il Periodico de Catalunya ha infatti pubblicato un articolo affermando che la foto sarebbe frutto di un set fotografico. Secondo il giornale spagnolo, il miliziano Federico Borrell García non morì in quel modo e non a Cerro Muriano ma a 50 chilometri di distanza dal luogo dello scatto.