La fuga di Donatella Spaziani

La Galleria Impronte Contemporary Art di Milano è lieta di annunciare Fuga, mostra personale dell’artista italiana Donatella Spaziani, che si inaugura il 1° ottobre 2009.

Alla base della ricerca di Donatella Spaziani, la quale si serve di diverse tecniche artistiche come la scultura, la fotografia, il disegno e le sperimentazioni sonore, c’è il dialogo tra lo spazio circostante e il corpo, tra mondo esteriore e dimensione interiore. Il corpo in quanto estensione di noi stessi, del nostro vissuto e del nostro essere, è un filtro che cattura, con estrema immediatezza, il rapporto tra forma e spazio. L’artista, operando sui due livelli della percezione – lo spazio e il tempo – si muove in luoghi anonimi, essenziali come le camere d’albergo di città straniere, sempre in bilico tra presenza e assenza.

Il mondo dell’arte contemporanea festeggia Hello Kitty

Hello Kitty è da sempre musa ispiratrice di artisti e designers di tutto il mondo oltre che beniamina di milioni e milioni di giovani e non più giovani fans che da sempre collezionano maniacalmente oggetti con la tonda faccia della gattina.

Quest’anno il personaggio inventato dalla Sanrio compie la bellezza di 35 anni, portati bene certo ma per questo importante anniversario è d’obbligo un grande festeggiamento. La Sanrio ha quindi deciso di organizzare un grande evento artistico a Culver City in California. La mostra dal titolo Three Apples sarà inaugurata il prossimo 23 ottobre e rimarrà aperta fino al 15 novembre. Hello Kitty come dicevamo gode di grande fama anche nel mondo dell’arte contemporanea, la gattina come ben sapete è da diverso tempo oggetto di celebri sculture dell’artista Tom Sachs.

La sensibilità dell’orizzonte di Fernando Zucchi

Sabato 3 ottobre 2009, dalle ore 18:30 la galleria Dora Diamanti arte contemporanea di Roma inaugura la mostra La sensibilità dell’orizzonte, personale di Fernando Zucchi a cura di Micol Di Veroli.

Nel corso della mostra verranno presentate una serie di opere pittoriche le quali riproducono spaccati di vita contemporanea, paesaggi metropolitani alterati, costantemente immersi in un etereo universo dove oggetti e figure umane si stagliano in primo piano contornandosi di elementi che sembrano sul punto di svanire od in lento apparire. Ogni opera si traduce in un’evanescente fotografia che proviene da un recondito luogo nascosto nella nostra memoria collettiva. Come all’interno di un viaggio a ritroso nei ricordi, i luoghi e le persone appaiono sfuggenti mentre i loro iridescenti contorni reclamano forme e fisicità che si costituiscono fulminee davanti ai nostri occhi per poi ritornare ad uno stato onirico ed impalpabile.

The Bang-Bang club, i coraggiosi eroi dell’Africa

Da tempo i nostri lettori ci chiedono alcune novità sul versante dell’arte contemporanea made in Africa. Segnaliamo quindi un’interessante mostra ospitata dalla Rooke Gallery di Johannesburg, capitale del Sudafrica. Si tratta di The Bang-Bang Club, evento di natura fotografica inaugurato lo scorso weekend che ha messo in scena alcuni scatti di Greg Marinovich e Joao Silva, fotografi di guerra e co-autori dell’omonimo libro The Bang-Bang Club.

Questo club molto speciale era in realtà un gruppo artistico formato da fotografi che rischiavano la vita catturando scene di violenza metropolitana durante il periodo dell’Apartheid ed in particolare tra il 1990 ed il 1994, anno in cui Nelson Mandela fu democraticamente eletto presidente del Sudafrica. Al Bang-Bang Club parteciparono molti fotografi e fotogiornalisti tra cui James Nachtwey e Gary Bernard anche se Kevin Carter, Greg Marinovich, Ken Oosterbroek e Joao Silva costituiscono i veri fondatori di questo drappello di coraggiosi eroi.

Curiosità e gossip da Chelsea

Chelsea, New York, per anni  questo nome è stato il simbolo di una generazione artistica talentuosa, sperimentale e sregolata. Un luogo dove numerose gallerie d’arte hanno fatto la propria fortuna assieme a quella di artisti e collezionisti di grido. Quartiere malfamato prima, location ideale per studi d’arte poi ed ora scenario ideale per la proliferazione di appartamenti super-sofisticati.

Con il passare degli anni Chelsea ha perso un poco del suo smalto ma rappresenta sempre un buon termometro per l’andamento del sistema newyorchese e di riflesso per quello del resto del mondo. Recentemente 110 gallerie d’arte di Chelsea hanno aperto la loro stagione espositiva con una nutrita varietà di proposte. New York Entertainment ha visitato la maggior parte di esse ed ha stilato un piccolo resoconto dell’avventura, traendo simpatiche ed interessanti conclusioni su quanto visto.

Video ed installazioni di Katja Loher alla galleria Tiziana Di Caro

Sabato 26 settembre la Galleria Tiziana Di Caro di Salerno inaugura la mostra personale di Katja Loher. Il video è il filo conduttore tra tutte le opere, ma non è quasi mai inteso come lavoro fine a se stesso, bensì è associato a strutture complesse ed articolate, come sculture o installazioni, dando vita a serie di opere che l’artista ha definito “Miniverse” e “Videoplanet”, che sono i due nuclei intorno ai quali si costruisce questa mostra.

Il percorso espositivo si apre con un’installazione intitolata Red Planet (della serie Videoplanet), un video proiettato su un grande pallone di gomma che fluttua nello spazio. Il video è costruito attraverso un sistema di comunicazione che Loher chiama “videoalphabet”, che rappresenta la sintesi della continua esplorazione del linguaggio, presente nella gran parte dei suoi lavori. Il “videoalphabet” è un vero e proprio codice, in cui figure umane, eseguendo studiate coreografie, riproducono una serie di simboli che, assemblati in fase di post produzione, diventano lettere dell’alfabeto, da cui l’artista fa derivare parole, quindi domande. Tali domande sono concise ed essenziali, restituite visivamente attraverso brillanti cromatismi e sobrie strutture metaforiche, e nonostante un’apparente leggerezza, rivelano una drammatica denuncia nei confronti dell’uomo e del mondo che egli ha costruito.

Guido Van Der Werve e le regole degli scacchi

Guido Van Der Werve torna alla galleria Monitor di Roma e lo fa in grande stile. L’opening del 21 settembre oltre ad attirare un folto pubblico ha offerto agli astanti la meraviglia di una visione artistica completa, interdisciplinare e soprattutto poetica. Per Minor Pieces, l’artista ha infatti presentato un video, una serie di fotografie, una performance ed un concerto per archi, il tutto incentrato sulla matematica e sul mistero di rebus irrisolti, nuclei centrali di tutte le cose visibili ed invisibili. Van Der Werve parte dal gioco degli scacchi per formulare teorie celesti, il suo lavoro corre sul filo di movimenti minimi disegnati su una scacchiera ideale che regola il tempo, lo spazio e la natura del destino umano.

Ed ancora tattiche e mosse scacchistiche ritornano nelle opere fotografiche e nel film di quaranta minuti girato in tre location diverse tra il Marshall Chess Club di Manhattan, il vulcano attivo del monte St Helens e la valle di Sant’Andrea in California, come a voler ribadire la costante presenza di un fato pre-organizzato e regolato da schemi ben precisi.

Apre a Roma Furini Arte Contemporanea con la mostra di Marlon De Azambuja

Il 30 settembre si inaugura il nuovo spazio romano di Furini Arte Contemporanea con una mostra personale di Marlon De Azambuja (nato nel 1978 a Santo Antônio da Patrulha – Brasile, vive e lavora a Madrid), artista brasiliano che intende stabilire un nesso poetico con il Movimento Concreto che è stato la più importante tendenza culturale in Brasile in arte, letteratura, musica e architettura, basata sull’idea del “concreto in movimento”, che racchiude in sé la sintesi di un’identità complessa e aperta dove l’ambiente è protagonista ed è inteso sia come luogo psicologico che fisico.

In questa sua prima personale italiana curata da Antonio Arèvalo, Marlon utilizza dei raggruppamenti di lavori che dialogano, ma che allo stesso tempo sono diversi fra loro, in quanto ritiene indispensabile la complessità di approfondimento per poter capire l’origine della ricerca. In questo senso si parla del lavoro di un artista brasiliano, come brasiliana è l’utopica Brasilia costruita da Niemayer, è la Poesia Concreta, lo sono da Lygia Clark a Helio Oiticica, da Lygia Pape a Cildo Meireles, da Tunga a Miguel Rio Branco.

Le brigate rosse hanno ucciso Alighiero Noschese

The Gallery Apart apre la stagione 2009-2010 con la prima mostra personale di Diego Iaia. È anzi l’esordio assoluto di un artista che per molti anni ha prodotto molti cicli di opere di cui il progetto Le Brigate rosse hanno ucciso Alighiero Noschese è solo il più recente e maturo esempio.

Tutto nasce da una fascinazione, l’irresistibile attrazione verso una figura che, moltiplicandosi in innumerevoli rappresentazioni dell’altro, è riuscito paradossalmente ad interpretare un unicum, l’Imitatore per eccellenza, senza confronti e condivisioni. Alle trame ancora oscure che segnano la tragica fine dell’attore, Iaia sovrappone una suggestiva interpretazione che travalica il limite della fantapolitica.

Maurizio Savini alla galleria Oredaria di Roma

Dal 1 ottobre gli spazi della Galleria Oredaria di Roma vengono fortemente connotati dalla presenza di due colori: il rosa, la cui valenza simbolica viene completamente rovesciata, e il giallo, la cui profondità si contrappone alla piattezza del primo. L’uso di un materiale ambiguo come il chewingum, culturalmente e socialmente caratterizzato, è divenuto il segno più caratteristico di tutta la produzione di Maurizio Savini.

Simboli del nostro immaginario collettivo, oggetti di uso quotidiano, riferimenti a diverse culture e bandiere di alcuni dei paesi più potenti nel panorama attuale sono contrastati e amalgamati. Alcuni dei personaggi protagonisti della nostra società, come i managers, vengono raffigurati in atteggiamenti che esprimono la drammaticità del momento economico attuale, invocando una distopia che però non si compie in un’epoca e un luogo distante, bensì nel momento storico e nella realtà della nostra quotidianità.

AETERNITAS, L’Attimo Celeste (Prima dell’Apocalisse)

In occasione della presentazione della monografia CORPICRUDI con testi di Francesca Baboni, Luca Beatrice e Stefano Taddei per la collana Skip_Intro edita da Shin Production (diretta da Massimo Tantardini), si inaugura la nuova personale di CORPICRUDI intitolata AETERNITAS, L’Attimo Celeste (Prima dell’Apocalisse).

AETERNITAS, dea della mitologia romana primitiva, raffigurata sulle antiche monete dell’Impero, simbolo di eternità, tempo infinito, perenne memoria. AETERNITAS, bianche creature vivono luoghi di eterna memoria. In un processo di “musealizzazione del corpo”, giovani donne verginali sono immortalate come nelle composizioni delle nature morte, anime congelate nel tempo infinito.
La mostra, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei per la galleria Contemporary Concept,  si svolgerà contemporaneamente in due spazi nel periodo 1 Ottobre – 10 Novembre 2009, e presenta la prima sezione di lavori del nuovo progetto.

Shoja Azari e Shirin Neshat insieme alla Marco Noire Contemporary art

La galleria Marco Noire Contemporary Art di Torino inaugura il 25 settembre la doppia personale di Shoja Azari e Shirin Neshat per la prima volta insieme in una mostra.

Iraniani ma residenti a New York collaborano da tempo. In questa esposizione hanno saputo rivolgere uno sguardo alla realtà in cui viviamo, anche quella piu’ drammatica, fondendo, in opere di grande intensità emotiva, diverse tradizioni e molteplici linguaggi. Il legame forte con la letteratura della loro terra d’origine, la musica e la poesia e’ parte integrante delle loro opere video che mai come in questo momento si rivelano attuali.

L’analisi delle sub-culture di Angelo Bellobono

Venerdì 9 ottobre 2009, dalle ore 19.00, la galleria CHANGING ROLE di Napoli inaugura la mostra Low Life Wellbeing Center_Bunker House prima personale a Napoli di Angelo Bellobono a cura di Alessandro Facente.

La galleria Changing Role, nei due contenitori superiore e inferiore, diviene un ipotetico centro benessere popolato da singoli o gruppi di punk nella loro doppia accezione dissidente e uniformata, giocando sui ribaltamenti dei ruoli sociali tramite il concetto di luogo deputato come corpo deputato. Il concetto è creare un gap in un sistema ufficialmente “logico”, così come è logico immaginare un centro benessere in un lussuoso hotel non lo è altrettanto immaginarlo in una warehouse–squatter.

!m’a:t?t”e(o)f;a.t,o‽, non è un rebus ma la nuova mostra alla Galleria Cesare Manzo

Il tempo e lo spazio si piegano allo scandirsi del segno; le due sedi della Galleria Cesare Manzo, a Roma e Pescara, vengono accordate nella personale dell’artista Matteo Fato, presentata il 23 settembre in entrambi gli spazi.

Per l’occasione, Fato propone un progetto inedito iniziato nel 2004 come tentativo di mappare il volo delle rondini sopra i tetti di Pescara. Dopo un mese di ricerca eseguita come intensivo rito mattiniero, le centinaia di chine su carta risultatene vengono incartate e riposte. Rallentate. L’anno seguente, Fato torna sul luogo in cui ha realizzato lo studio dal vero e compone una seconda serie di chine in assenza dello stormo. Basandosi sulla memoria di ciò che vide, traccia il ricordo come se sviluppasse un archivio fotografico da lungo tempo dimenticato.