Il trip acido di Justin Lowe e Jonah Freeman

La galleria Deitch Projects di New York non finisce mai di stupirci, come già annunciato in un nostro precedente articolo lo spazio espositivo posto al livello superiore è attualmente occupato dalla mostra in memoria di Dash Snow ma la pirotecnica galleria ospita attualmente nei suoi spazi anche un altro avvincente evento. Si tratta di Black Acid Co-op, progetto collaborativo di Justin Lowe e Jonah Freeman che per l’occasione hanno letteralmente invaso la galleria, ricreando ambienti allucinati ed allucinanti costituiti da labirinti, corridoi e piattaforme d’osservazione affastellati uno sull’altro in maniera del tutto frenetica e fantastica.

I due artisti hanno ricreato una installazione che simula gli interni di una casa i cui occupanti sono dediti alla produzione di cristalli di metanfetamina. Quando si parla di Ice , Shaboo e Shabu (termine in uso nelle Filippine) ci si riferisce alla forma più pura della metanfetamina, ovvero cristalli solitamente limpidi di d-metanfetamina cloridrato. Spesso viene fumata o iniettata con effetti di gran lunga superiori alle altre vie di assunzione.

Robert Indiana, da Love ad Amor


Conosciuto in tutto il mondo per la sua opera tridimensionale che recita la scritta Love, nata a metà degli anni Sessanta come cartolina natalizia del Moma, e divenuta icona universale, presente sotto forma di logo monumentale in molti dei luoghi simbolo della modernità, da Park Avenue a New York al grattacielo Taipei 001 a Taiwan, Robert Indiana e’ un artista piu’ complesso di quanto non possa apparire a prima vista.

Nato nel 1928 nello stato dell’Indiana, che diventerà anche il suo nome d’arte (il vero cognome e’ infatti Clark), comincia la sua carriera come scenografo e costumista, ma sale alla ribalta internazionale grazie alle sue sculture monumentali, dove la caratteristica “O” inclinata riprende i caratteri tipografici tipici della comunicazione di massa ingrandendoli a dismisura, caricandoli cosi’ di significati simbolici che porteranno lo stesso artista a definire le sue opere “poesie scultoree”.

David Byrne fa suonare tutta Londra


La Roundhouse di Londra sarà convertita in un gigante strumento musicale che il pubblico potrà suonare, il leggendario spazio creativo ospiterà infatti dal 8 al 31 agosto un’installazione sonora dell’eclettico David Byrne intitolata Playing The Building.

L’opera consiste in un vecchio organo piazzato al centro dello spazio espositivo, attaccato a dei cavi e fili low tech che si espandono sui pilastri della costruzione e sulle travi del soffitto. Una volta premuto un tasto dell’organo l’intera struttura risuonerà come una gigantesca cassa armonica. L’opera di David Byrne è stata già esposta lo scorso anno al Battery Maritime Museum di New York riscuotendo un enorme successo di pubblico e critica.

Palinsesti 09, arte in friuli

Dal 12 settembre al 29 novembre, Palinsesti rassegna d’arte contemporanea giunta alla quarta edizione coinvolge in un unico contenitore artisti locali e firme note del panorama internazionale, con ben cinque sedi espositive che toccano le città friulane di Pordenone, San Vito al Tagliamento (PN) e Udine.

Palinsesti 2009 sarà divisa in 3 sezioni: Strutture precarie (l’arte come progetto precario e costantemente in fieri), In sesto (l’arte e la sua permanenza nei luoghi) e Licôf (termine friulano traducibile con “inaugurazione”, per il debutto di nuovi profili artistici del territorio e delle nazioni confinanti).

Strutture precarie – Progettualità dell’arte nel breve termine

Una mostra che coinvolge le espressioni artistiche dell’ultimo lustro, sul tema attuale della precarietà, intesa sia come concreta difficoltà nell’elaborare progetti a lungo termine, sia come sfida per affrontare le condizioni liquide e difficili dell’attualità.

23 feriti alla Tate Modern per una mostra di Robert Morris

Alla fine la Tate Modern ha reso pubblico il bilancio della mostra Bodyspacemotionthings di Robert Morris, evento di cui abbiamo ampiamente parlato e che si è tenuto lo scorso maggio ricalcando in tutto e per tutto la stessa mostra che nel 1971 fu costretta a chiudere i battenti a causa di opere interattive giudicate troppo pericolose per l’enorme massa di pubblico dell’epoca.

Dopo quasi 40 anni questo enorme e pericoloso parco giochi artistico non ha perso un minimo del suo potenziale di pericolosità, eppure gli organizzatori avevano assicurato di aver preso tutte le precauzioni del caso e di aver escluso un’opera giudicata non idonea per il pubblico. Alla fine le installazioni costituite da grossi scivoli, percorsi ad ostacoli corde ed altre ripide attrazioni artistiche hanno mietuto ben 23 vittime, ovviamente si tratta di feriti lievi con lesioni guaribili in una sola settimana.

Nuovo progetto per Christo e Jeanne Claude, ma non tutti ne sono contenti

Christo e Jeanne Claude sono sempre in movimento, le progettazioni delle loro monumentali installazioni site specific richiedono molti anni di preparazione ed implicano un’alta percentuale di rischio a danno di cose o persone, problemi che vengono vagliati dalla coppia attraverso lunghe concertazioni con gli enti locali.

Come molti di voi ben sapranno Christo e Jeanne Claude sono famosi per l’utilizzo di tessuto colorato, usato per imballare paesaggi, monumenti e luoghi, i due artisti sono infatti tra i precursori della Land Art assieme a  Richard Long, Barry Flanagan, Robert Smithson, Dennis Oppenheim e Walter De Maria.

Tra le opere più famose del dinamico duo possiamo citare Valley Curtain (1970-1972) costituito  da un telo lungo 400 metri steso lungo una valle delle Montagne Rocciose in Colorado, Surrounded Islands (1980-1983) costituito da una cintura di polipropilene fucsia stesa attorno alle isole della baia di Biscayne a Miami e The Gates (2004-2005), un percorso di 37 kilometri attraverso il Central Park di New York, costituito da materiale arancione intervallato da 7 503 portici, alti circa cinque metri e disposti a quattro metri di distanza tra loro.

Anselm Kiefer si da al teatro

Per celebrare il ventesimo anniversario dell’Opéra Bastille di Parigi, Gerard Mortier, direttore dell’Opéra national de Paris ha ingaggiato il grande artista Anselm Kiefer per l’intera creazione di stage, set e costumi di una grande performance visiva e musicale, in collaborazione con il compositore Jörg Widmann che ha scritto per l’occasione uno spartito originale.

Questa eccezionale manifestazione è del tutto in linea con il pensiero del direttore Mortier che è da sempre impegnato ad avvicinare lirica e teatro alle altre discipline artistiche. Per questa ultima produzione sotto la sua egida Mortier ha voluto creare un potente incontro tra teatro, pittura, scultura e musica sottolineando la grande apertura dell’Opéra de Paris alla ricchezza delle pratiche interdisciplinari connesse all’arte contemporanea.

Dennis Oppenheim e le intersezioni

Il museo MARCA di Catanzaro presenta dal 31 luglio la mostra Intersezioni IV, consolidato luogo di contaminazione tra la scultura contemporanea e l’archeologia, e una rassegna di importanti progetti e modelli dagli anni 60 ad oggi.

Difficile non lasciarsi straniare dalla magia del Parco di Scolacium che deriva da Minervia Scolacium, la colonia romana che s’installò nel 123 – 122 a.C. sulla città greca di Skylletion: un lembo incontaminato di Calabria, uno dei siti archeologici più importanti dell’Italia meridionale, una preziosa stratificazione di civiltà: greca, italica, romana e infine normanna.
In questo luogo tanto singolare e magico il 31 luglio prenderà il via Intersezioni IV, grande esposizione a cura di Alberto Fiz dedicata a Dennis Oppenheim uno dei più importanti artisti della scena contemporanea.

Ebraismo ed arte contemporanea a New York

Dal 13 settembre 2009 al 7 febbraio 2010 il Jewish Museum di New York presenta Reinventing Ritual: Contemporary Art and Design for Jewish Life, prima grande mostra internazionale che indaga sul fenomeno dell’arte e del design associato alla ritualità religiosa ed alla vita quotidiana del mondo ebraico.

La mostra presenta al pubblico 60 innovative opere create tra il 1999 ed il 2009 da artisti internazionalmente riconosciuti. Incredibilmente vasta è la quantità dei differenti media e  tecniche usati per comporre ogni opera, i visitatori avranno infatti l’opportunità di visionare esempi straordinari di industrial design, architettura, installazione, video, disegno, gioielleria, ceramica, fumetto, scultura e oggetti in tessuto che rivelano le connessioni tra la libertà creativa e la cultura ebraica.  Un sapiente mix di artisti emergenti ed artisti affermati formano un folto gruppo di 56 esponenti provenienti da America, Israele, Europa e Sud America, tra i nomi di spicco svettano Oreet Ashery, Jonathan Adler, Helène Aylon, Deborah Grant, Sigalit Landau, Virgil Marti, Mierle Laderman Ukeles, Karim Rashid, Galya Rosenfeld, Lella Vignelli, e Allan Wexler

Olivia, Braccio di Ferro e Jeff koons

La Serpentine Gallery di Londra ospiterà dal 2 luglio al 13 settembre una grande mostra dedicata al talento dell’artista americano Jeff Koons. La manifestazione si guadagna la palma della più grande retrospettiva dedicata a Koons ospitata in territorio britannico.

Jeff Koons ha precedentemente esposto alla Serpentine Gallery nel 1991 in una collettiva dal titolo Objects for the Ideal Home: The Legacy of Pop Art. In occasione del presente evento dal titolo Popeye Series il famoso artista presenterà alcune opere della sua serie dedicata a Popeye (braccio di ferro) iniziata nel 2002. Le opere sono contraddistinte dall’immaginario artistico di Koons che trae continuamente ispirazione dagli oggetti di uso comune, dal cartoon, dalla storia dell’arte e dai giocattoli. Grazie a prestiti da collezioni pubbliche e private la retrospettiva si avvale anche di opere fino ad ora mai mostrate al pubblico.

Un’artista sconosciuta invade la Tate Britain

La Tate Britain continua a stupirci anche in piena estate. La prestigiosa istituzione inglese ha da poco tirato fuori un altro coniglio fuori dal cilindro organizzando una grande mostra dedicata ad Eva Rothschild, artista acclamata dagli addetti al settore ma del tutto sconosciuta al grande pubblico.

La mostra si è inaugurata ieri e rimarrà aperta fino al 29 novembre prossimo.  La curatrice Katharine Stout ha affermato che era giunto il momento di far conoscere Eva Rotschild al pubblico internazionale, inserendola in un circuito che ha già reso famosi artisti come Mark Wallinger e Martin Creed, precedenti vincitori del Turner Prize.  Nella speranza di divenire un talento casalingo, l’artista ha creato un’immensa struttura di alluminio che assomiglia ad un gigantesco fulmine proprio nel bel mezzo del Tate.

Jim Houser e i microcosmi narrativi

La galleria Patricia Armocida di Milano inaugura mercoledì 1 Luglio The Tip of the Sword, la prima mostra personale in italia di Jim Houser.

Nato a Philadelphia, membro fondatore del collettivo Space 1026, Jim Houser è affascinato dalla libera associazione di parole, scelte in base alle loro proprietà acustico-visive e accostate a un mondo popolato da figure curiose. L’artista crea microcosmi narrativi in cui lo spettatore dialoga attivamente e partecipa ad un racconto apparentemente complesso. Per l’occasione Jim Houser presenta 45 nuovi lavori, tele e dipinti su legno e cinque installazioni site specifics sia scultoree che murali.

Tania Bruguera alla Fondazione Merz di Torino

I’ll give you just enough to keep you from dying- Study for Endgame è il primo dei quattro appuntamenti di Meteorite in Giardino, una rassegna di arte visiva a cura di Maria Centonze. Il titolo dell’iniziativa prende spunto da un’opera di Mario Merz del 1976.

Lo spazio esterno della Fondazione, in particolare la “vasca”, che conteneva i sylos della ex centrale termica, ospiterà le installazioni che resteranno visibili fino alla domenica successiva a ogni evento.

Nelle vasche della Fondazione, Tania Bruguera creerà le condizioni necessarie per una comunicazione individuale e collettiva attraverso una selva di microfoni e amplificatori i cui cavi di collegamento costituiranno un vero e proprio tetto sotto il quale i visitatori potranno muoversi prendendo parte direttamente all’azione.

I videoritratti di Robert Wilson a Milano

Dopo il grande successo ottenuto in tutto il mondo, da New York a Mosca, da Miami a San Paolo, apre a Milano al Palazzo Reale la mostra VOOM Portraits dell’artista americano Robert Wilson.

Robert Wilson e’ riconosciuto come una delle figure piu’ importanti della nostra epoca nel teatro, nell’opera e nell’arte. Nella sua carriera piu’ che trentennale con il suo modo di interpretare le arti visive e attraverso l’uso radicale della luce, Wilson non solo ha influenzato il teatro ma ha rivoluzionato con il suo linguaggio design, architettura e media.