Quando gli artisti vengono costruiti in TV

Work of Art: The Next Great Artist, il reality dell’arte in onda su Bravo Tv è oramai finito e noi abbiamo fatto la nostra parte illustrandovi in un nostro precedente articolo i (pochi) pregi ed i (tanti) difetti di Abdi Farah, vincitore dell’insulso programma. Farah avrà il suo bel momento di gloria con la sua mostra al Brooklyn Museum ma il peggio per il mondo dell’arte deve ancora arrivare. Uno dei finalisti che risponde al nome di Miles Mendenhall (23 anni) è già stato contattato da Bill Powers per una mostra personale nel suo spazio espositivo Half-gallery di New York.

Powers ha fatto parte della giuria dello show ed ha subito notato il talento del giovane Mendenhall che è autore di banalissime stampe raffiguranti i classici disturbi degli schermi televisivi, sperimentazione che già negli anni ’70 era decisamente obsoleta. Powers ha però intenzione di mettere in vendita le stampe del giovane (in edizione di tre) per la cifra di 1.200 dollari l’una.

Munch e lo spirito del Nord

Nel suo progetto pluriennale dedicato alle Geografie dell’Europa, e dopo la prima tappa costituita dalla rassegna che indagava le relazioni tra la pittura francese della seconda metà del XIX secolo e la contemporanea pittura nella nazioni del centro ed est Europa, Villa Manin a Codroipo (UD) propone  dal 24 settembre il suo secondo importante appuntamento. Per un progetto, nella sua interezza, volto a studiare alcune delle maggiori evidenze della pittura europea tra la metà del XIX secolo e il primo decennio di quello successivo.

Munch e lo spirito del Nord. Scandinavia nel secondo Ottocento vuole, per la prima volta in Italia, costruire il racconto di una storia che identifichi appunto lo spirito del Nord con la pittura in Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca. Specialmente dedicata al paesaggio, ma ben raccolta anche attorno al tema del ritratto e della figura, la mostra, composta di circa 120 dipinti provenienti specialmente dai musei scandinavi ma anche da alcuni altri musei sia europei che americani, si divide in cinque sezioni. Le prime quattro riservate alle scuole nazionali di quegli Stati, mentre la sezione di chiusura viene dedicata a Edvard Munch, con 35 opere in totale.

Continua l’epopea delle foto di Ansel Adams

La storia infinita delle fantomatiche foto perdute e ritrovate di Ansel Adams si fregia di un altro misterioso capitolo. Come già spiegato in un nostro precedente articolo, l’artista Rick Norsigian comprò nel 2000 una scatola contenente alcuni negativi, il tutto costò circa 45 dollari. Lo scorso mese, esattamente dieci anni dopo, l’artista ha annunciato nel corso di una conferenza tenutasi in una galleria di Beverly Hills, che i negativi erano in realtà degli scatti di Ansel Adams. Norsigian ha fatto valutare i negativi in vetro da un team di esperti prima di annunciare la scoperta, ora quei negativi potrebbero valere 200 milioni di dollari.

Matthew Admas, nipote del grande fotografo, si è però subito opposto al parere degli esperti dichiarando che le foto in questione non sono state scattate dal suo celebre nonno. In seguito si è aggiunta al tutto anche una donna di Oakland, Marian Walton che ha dichiarato di possedere una foto identica ad uno dei negativi di Norsigian.

Conan e Ram Kumar protagonisti delle aste


Il fumetto è ormai entrato a pieno titolo nel mondo dell’arte. Dopo le vertiginose vendite totalizzate negli Stati Uniti da Superman e Batman, altri personaggi dei comics sono entrati di diritto nel cuore della compravendita artistica. Lo scorso mese ad esempio una tavola originale di Conan il Barbaro, celebre comic  disegnato dal mitico Frank Franzetta, ha raggiunto in una vendita all’asta la sbalorditiva cifra di 1.5 milioni di dollari.

Ovviamente questo prezzo è dovuto anche alla fama di Franzetta, grande illustratore statunitense specializzato nell’arte fantasy, recentemente scomparso. Ma conan non è l’unico ad aver sbancato il botteghino, anche Zio Paperone disegnato da Carl Barks è stato venduto all’asta da Heritage Auctions di Dallas per la modica somma di 700.000 dollari. Parlando di aste inconsuete, in Cornovaglia è stato stabilito il record assoluto per una vendita all’asta cornica.

L’arte contemporanea, er Calippo e ‘na bira

L’ormai celebre tormentone estivo che vede protagoniste due colorite ragazze intervistate in quel di Ostia è talmente presente su web e Tv che la società dello spettacolo le ha subito rese carne da macello da offrire in pasto ai videodipendenti. Sono in molti a ridere del marcato accento delle due bagnanti che ingenuamente si concedono all’obbiettivo in tutta la loro veracità. Eppure centinaia di migliaia di romani parlano in tal guisa tutti i giorni e nessuno si è mai sognato di considerarli come risibili personaggi degni di apparire sulle prime pagine dei quotidiani.

Stamo affà la colla” al posto di “Stiamo sudando molto” è un’espressione in newspeak che paragonata a quello che si sente e si legge oggigiorno non è così esagerata da suscitare sguaiate risate. Forse si ride perché le due giovani non riescono ad esprimersi in maniera più “alta” anche se sono consce del fatto che il loro volto apparirà nelle case di milioni di italiani. Comunque sia le bagnanti hanno raggiunto un subitaneo successo e sembrano goderselo in pieno, da brave “romane de roma”. Questo newspeak fatto di neologismi improbabili, sgrammaticature forzate ( o meno ) ed incidenti estetici ha contribuito a creare alcuni miti anche nel dorato e patinato mondo dell’arte contemporanea.

Il dipinto di Mandela morto e il Turner da 35 milioni di euro

Un dipinto che raffigura Nelson Mandela morto sul tavolo d’autopsia ha provocato lo scorso sabato un vero e proprio putiferio a Johannesburg in Sud Africa. Il dipinto in questione creato dall’artista locale Yuill Damaso è in realtà una copia della celebre opera di Rembrandt, la Lezione di anatomia del dottor Tulp ed il corpo esangue del celebre presidente di colore è circondato da importanti figure politiche sud africane intente a portare a termine l’autopsia. Damaso ha dichiarato di aver dipinto il quadro come tributo al celebre uomo politico.

L’opera è stata esposta in un centro commerciale di Johannesburg ma sin dalle prime ore della sua mostra l’African National Congress (ANC) ha esposto le sue rimostranze: “Siamo disgustati e stupiti da una tale volgarità. Si tratta di un’opera di cattivo gusto che ed estremamente irrispettosa nei confronti di Mandela” hanno dichiarato i vertici dell’ANC che hanno inoltre tacciato l’opera di razzismo. Per contro Damaso ha dichiarato di non voler assolutamente mancare di rispetto al grande leader: “Il mio dipinto mostra le ossa e la carne di Mandela. Ciò per farci ricordare che prima di tutto egli è un uomo come noi”. A noi il dipinto sembra abbastanza brutto da non richiedere ulteriori commenti.

Da che parte va la scultura contemporanea?

Potete fare un riassunto dello stato della scultura contemporanea? Alquanto difficile direte voi, l’unica cosa che si potrebbe fare è un rapido elenco di quelli che sembrano essere i trend di questi ultimi tempi. La scultura, come noto, si avvale anche delle gettonatissime installazioni site specific e delle video installazioni manifestazioni sorte nella seconda metà del secolo scorso e che non hanno nessuna intenzione di mollare la presa. L’effimero sembra essere una caratteristica costante all’interno della scultura contemporanea, vediamo sempre più artisti impegnati in ricerche che implicano materiali deperibili e molto spesso provenienti dall’ambiente naturale.

Per deperibili si intende anche l’uso di organismi morti o in decadimento come lo squalo in formaldeide di Damien Hirst che ha in qualche modo spianato la strada a questo tipo di sperimentazioni. Ultimamente il Met di New York ha posizionato sul suo tetto un’immensa installazione di Mike e Doug Starn dal titolo Big Bamboo, costituita appunto da più di 32.000 canne di bambù. In altri casi le creazioni artistiche provengono da scarti industriali e questo è sicuramente un retaggio proveniente dalle ricerche effettuate negli ambiti dell’arte Minimalista e dell’arte Povera.

Opere di Banksy,Tracey Emin e Marc Quinn a meno di 50 euro? con il kit potete farvele da soli!

Alzi la mano chi di voi, guardando un’opera d’arte contemporanea esposta in qualsivoglia museo o galleria, non ha mai pronunciato la fatidica frase: “Certo, quest’opera potevo farla anche io“. Ovviamente dopo Marcel Duchamp e dopo l’invasione di Minimalismo ed Arte Concettuale, il divario tra oggetto d’arte ed oggetto comune si è notevolmente assottigliato. In più va detto che molte opere d’arte contemporanea vengono create utilizzando materiali facilmente reperibili e nella maggior parte dei casi non serve nemmeno una determinata abilità o tecnica.

Ebbene, forte di ciò il fantasioso progetto iArtist London, ha deciso di abbattere in maniera definitiva il divario tra arte e pubblico, concedendo a tutti la possibilità di creare un oggetto d’arte. A dirla tutto non si tratta di creare un’opera dal nulla ma di riprodurre alcune fra le più celebri opere della scena del contemporaneo. In pratica il cliente sceglie quale opera riprodurre e compra un vero e proprio kit di montaggio con spiegazioni incluse, il tutto per poche sterline. Con un teschio di plastica, alcuni brillantini ed un poco di colla è possibile mettersi in casa Love of God, il celebre teschio diamantato di Damien Hirst.

Art basel si apre con un tripudio di vendite

Il mercato dell’arte sembra essere in piena salute, questo è quanto emerge dalle prime giornate di Art Basel, la fiera d’arte contemporanea più celebre del mondo che ogni anno si tiene a Basilea in Svizzera. Già dalle prime battute della kermesse, molte gallerie hanno totalizzato alcune vendite interessanti, confermando il momento positivo dell’art economy. La galleria di Los Angeles Blum & Poe ha dichiarato di aver venduto tutto lo stand. Tra i pezzi venduti figura l’opera Korin Dokuro di Takashi Murakami, ceduta per 550.000 dollari assieme ad  un dittico pittorico dal titolo My Lonesome Cowboy e Hiropon.

Blum & Poe ha inoltre venduto due dipinti di Carroll Dunham per 150.000 dollari al pezzo come anche alcuni dipinti di Mark Grotjahn ceduti per 90.000 dollari l’uno.  Anche la galleria Emmanuel Perrotin ha venduto un’opera di Murakami, si tratta di una scultura dal titolo Yume Lion, ceduta ad un collezionista europeo per 1.3 milioni di dollari. Perrotin ha ceduto anche l’opera Rocks di Tatiana Trouve per 90.000 euro. 

Torna Art Basel, la regina delle fiere

Pronti, partenza e via, il 20 giugno prossimo riparte una delle kermesse più importanti di tutta la scena dell’arte internazionale, stiamo ovviamente parlando di Art Basel, manifestazione fieristica che ogni anno si tiene in quel di Basilea e che quest’anno giunge alla sua 41esima edizione. Riflettori puntati su di un’edizione 2010 a cui tutti guardano con estrema curiosità, per comprendere se davvero il mondo dell’arte è fuori dalla crisi finanziaria. Ma Basel non è solo mercato, la fiera è infatti un termometro di qualità e prestigio e farne parte significa soprattutto far parte del giro delle gallerie che contano.

Per quanto riguarda le italiane Torino presenta la galleria Franco Noero e la galleria Giorgio Persano. Milano invece presenta le gallerie Massimo De Carlo, Arte Studio Invernizzi, Giò Marconi, Francesca Kaufmann, Christian Stein, Tega, Zero e Monica De Cardenas. Per Napoli è presente un tris di agguerriti dealer come Alfonso Artiaco, T293 e Raucci/Santamaria mentre Roma è rappresentata da Magazzino d’arte moderna e Monitor.

Arte o non Arte? difficile capire la differenza

Durante i primi mesi di quest’anno Tino Sehgal aveva fatto svuotare il Guggenheim per proporre una delle sue performance impalpabili, frutto oggettivo di un’arte soggettiva ed immateriale. In quel frangente i visitatori erano stati avvicinati dai performers i quali li invitavano a discutere di varie tematiche, ovviamente i poveri malcapitati non avevano la benché minima idea di cosa stesse succedendo. Successivamente abbiamo avuto modo di assistere alle stravaganti peripezie di Terence Koh non ultima quella di adottare un tenero virgulto che molti pensano sia parte integrante di una sua nuova performance.

Inoltre apprendiamo da Exibart che la brava artista Tania Bruguera ha recentemente sovvertito le regole, sostituendo la sua performance al Madre di Napoli con una conferenza stampa ed aggiungendo in seguito che il cambio non faceva parte di un’azione artistica ma solo di una semplice conferenza. Ovviamente il pubblico confuso ha pensato ad una probabile performance a sorpresa della giovane artista.

Successo o no la fiera Roma – The Road to Contemporary Art ha scosso Roma

Difficile tirare le somme, quantificare l’entità di presenze e vendite. Certo è che quest’anno la fiera d’arte contemporanea Roma, The Road to Contemporary Art è riuscita a zittire il brusio di polemiche (noi compresi) che si trascina dietro sin dalla prima edizione. L’edizione 2010 ha sancito l’ingresso di Roma nel mondo del contemporaneo, grazie ad una artweek impedibile che ha tenuto i presenzialisti costantemente in bilico tra Maxxi, Macro e fiera.

Forse vi starete chiedendo il perché di queste nostre lodi e di cotanto ottimismo, ebbene è presto detto: siamo ormai stufi di accampare stupide ed inconcludenti polemiche solo per il gusto di criticare il nostro sistema, ogni tanto bisogna apprezzare intenti e meccanismi ben riusciti, fermo restando che per arrivare al livello di altre fiere nazionali la strada è ancora lunga. In questo articolo andremo ad analizzare le caratteristiche salienti dell’attesissima kermesse romana.

Saatchi alla riscossa ma la YBA generation è irripetibile

E’ un collezionista, un art dealer ma soprattutto è stato il creatore di una nuova generazione artistica. Stiamo ovviamente parlando di Charles Saatchi, mogul dell’arte contemporanea che negli anni ’90 ha creato dal nulla la generazione degli Young British Artists, portando in auge nomi come Tracey Emin, Damien Hirst, Steve McQueen, Chris Ofili, Marc Quinn, Jenny Saville, Georgina Starr e Sam Taylor-Wood, tanto per citarne alcuni ma la lista sarebbe ancora lunga. Prima di allora, salvo sporadici sprazzi (anche se fondamentali) come l’Independent Group precursore della Pop Art, il Regno Unito non vantava certo molti primati all’interno della scena dell’arte contemporanea.

Insomma il vecchio Saatchi ha trasformato la sua nazione in un polo artistico capace di catalizzare l’interno mercato mondiale. Sono però passati 13 anni dalla celebre mostra Sensation e da quella stagione di gloria che si  è comunque protratta nel tempo ed oggi i protagonisti della YBA sono artisti maturi ed affermati che hanno intrapreso le loro strade. Saatchi ha continuato la sua attività di scouting e scopritore di talenti, aprendo anche un sito web, organizzando concorsi e persino talent show. A distanza di tutti questi anni il magnate ha quindi tentato di bissare il successo della stagione d’oro ma con alterne fortune.

Michelangelo Pistoletto – Le Trombe del Giudizio

Michelangelo Pistoletto in collaborazione con RAM radioartemobile, in occasione della fiera Roma- Road to Contemporary Art presenta venerdì 28 maggio alle 18.30 l’installazione: Luogo di raccoglimento multiconfessionale e laico per Roma.

L’installazione si inserisce nel progetto Love Difference – Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea, nato nel 2002 all’interno di Cittadellarte. L’obiettivo di Love Difference è di sviluppare progetti creativi al fine di stimolare il dialogo tra le persone che appartengono a diversi background culturali, politici o religiosi, e di costruire una solida rete fra soggetti che intendono confrontarsi e risolvere questioni sociali attraverso l’arte e la creatività.