Il collettivo URTO occupa il PAN di Napoli

Il polo museale napoletano sprofonda nell’abisso, PAN e MADRE sono ormai vittime dei brogli politici e delle gestioni scellerate che hanno di fatto chiuso le porte in faccia ai talenti emergenti del territorio. Ed allora che fare? Una risposta certa è arrivata lo scorso 7 marzo da parte del collettivo URTO, agguerrito gruppo di 270 artisti partenopei in cerca di una piattaforma reale, un laboratorio di ricerca dove poter far rinascere l’arte contemporanea made in naples.

Se leistituzioni non rispondono alle disperate richieste del popolo creativo non resta altro da fare che costringere le stesse ad una reazione tramite un’azione risolutiva e così hanno fatto i giovani del collettivo, occupando simbolicamente il PAN, Palazzo delle arti di Napoli. “Insieme con altri protagonisti del movimento – hanno spiegato i coordinatori del movimento Sebastiano Deva e Walter Picardi – proponiamo di rendere il PAN motore propulsivo delle attività del collettivo ed oltre, dando vita ad una sorta di laboratorio dove si renda possibile far confluire le proposte ispirate provenienti dalla scena artistica napoletana.”

La Fotografia e il Neorealismo in Italia al Museo di Roma in Trastevere

Dopo il grande successo ottenuto alla New York Film Academy, la mostra La Fotografia e il Neorealismo in Italia 1945 – 1965, sta riscuotendo un analogo consenso a Fermo nelle Marche come ha sottolineato anche il Presidente del CRAF Renzo Francesconi. Inoltre, dall’ 12 marzo e fino al 25 aprile, la mostra sarà visitabile presso il Museo di Roma in Trastevere e giovedì 14 aprile 2011 alle ore 17.00 avrà luogo un convegno incentrato su queste tematiche con la partecipazione del direttore della Rivista Reflex, Giulio Forti, di Gianfranco Arciero per Fotocultura, dei fotografi Piergiorgio Branzi e Claudio Marcozzi e del curatore della mostra Walter Liva.

Alcuni dei temi che sottintendono questa iniziativa espositiva che, nei fatti, si sta rivelando come tra le mostre di fotografie più interessanti dell’ultima stagione, sono stati dibattuti già a Fermo e a Montegranaro nelle Marche in due convegni pubblici con una straordinaria partecipazione di pubblico.

Adalberto Abbate – Tutto da rifare

Un nuovo appuntamento con gli artisti di S.A.C.S., l’archivio creato da Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, per valorizzare gli artisti siciliani. Venerdì 11 marzo alle 18 nella sede catanese della Galleria S.A.C.S., presso la Fondazione Brodbeck, si inaugura infatti “Tutto da rifare”, personale di Adalberto Abbate che raccoglie foto, sculture e installazioni dalla forte connotazione politica.

“Tutto da rifare” (2011) testimonia proprio lo stato cronico di immobilità per il quale ognuno di noi preferisce rifugiarsi nel proprio mondo interiore piuttosto che imbattersi nelle complesse questioni collettive. Fisiologico sviluppo del precedente “Rivolta” (2010), anche questo nuovo progetto si rivolge cinicamente alle coscienze assopite, partendo dalla disamina di un quotidiano sempre più avvilente.

Il MADRE, la Biennale e la sindrome del rifiuto


C’è stato un tempo, politicizzato almeno quanto questo, in cui era d’obbligo la corsa all’istituzione. Tutti gli artisti ambivano ad entrare in Biennale come tutti avrebbero fatto carte false per piazzare un’opera all’interno di un museo qualunque, foss’anco ubicato in una miserrima cittadina di provincia. Oggi le cose non stanno più così e la moda del momento sembra anzi esser quella della retromarcia. Dalle pagine del la Repubblica di Napoli apprendiamo infatti che su 104 opere in esposizione permanente al MADRE, 86 sono state chieste indietro dai loro rispettivi creatori e collezionisti, stiamo parlando di artisti come Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini e Jeff Koons.

Tutto questo accade dopo le dimissioni del cda, vicepresidente Achille Bonito Oliva compreso, per ovvie ragioni di coerenza e dignità di ruolo. La decisione è infatti scaturita dopo l’ipotesi di far entrare galleristi privati nella stanza dei bottoni dell’istituzione, scelta  poco etica ed in pieno conflitto di interessi. C’è inoltre da aggiungere che in questi giorni il MADRE morente è aperto per sole quattro ore al giorno e senza alcuna manutenzione. Sul fronte Biennale va invece sottolineato il sonoro dietrofront di moltissimi giovani artisti che in questi giorni vorrebbero essere chiamati all’interno di un minestrone senza precedenti, cucinato da Vittorio Sgarbi assieme ad Arthemisia Group.

Roman Ondak: quando l’attitudine diventa forma

La processualità non è certo una caratteristica nuova all’interno del panorama artistico contemporaneo. Sin dagli anni sessanta certe pratiche si sono dispiegate come mezzo linguistico capace di ridefinire l’esperienza pur partendo da essa e riproducendone le “attitudini”. Autori fondamentali del novecento quali Wittgenstein avevano posto l’accento sull’importanza dell’etica nella definizione linguistica, la possibilità di fare esperienza dell’altrove pur restando ancorati al proprio epicentro e anzi affermandone che questa è l’unica condizione possibile per il dispiegamento del senso.

Nell’ambito di tali scoperte non ci sorprende che un’artista dotato come lo sloveno Roman Ondak focalizzi il suo lavoro proprio su questo aspetto, riproducendo negli spazi espositi situazioni tratte da eventi significativi, non esclusivamente ripercorrendone la succesione storica, ma situandosi piuttosto negli interspazi, analizzando reazioni, movimenti psichici, significanze. Il Museo d’arte moderna di Oxford decide di celebrale il suo lavoro in una personale intitolata Time Capsule, la prima dell’artista sul territorio inglese, che si svolgerà tra il 12 marzo e il 20 maggio.

Anche il David di Michelangelo a rischio crollo

Dopo i crolli di Pompei, un altro inestimabile bene facente parte del vasto patrimonio culturale italiano potrebbe essere esposto ad un serio pericolo. Stiamo parlando nientemeno che del David di Michelangelo, scultura che attira ogni anno centinaia di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo e che attualmente è conservata all’interno della Galleria dell’Accademia di Firenze. La notizia, apparsa in sordina sui quotidiani nazionali, arriva dritta dritta dal Telegraph di Londra ma è in questi ultimi giorni rimbalzata in ogni parte del globo.

Partiamo quindi dal principio di questa spaventevole vicenda. Le autorità fiorentine hanno in questi giorni approvato un progetto ferroviario che dovrebbe partire durante la prossima estate. Il progetto prevede lo sviluppo della linea dell’Alta Velocità ed ovviamente si darà inizio a numerosi scavi per realizzare alcuni tunnel che consentiranno in seguito un fluire ancor più rapido dei TAV. Inutile aggiungere che per quanto riguarda le linee regionali e metropolitane le ferrovie offrono un servizio assai criticabile. Comunque sia, questi scavi costeranno circa 1.6 miliardi di euro ma a questa cifra potrebbe aggiungersene un’altra ben più alta.

MATTEO RUBBI – Bounty nello spazio

Dal 23 marzo al 15 maggio 2011, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita la prima personale in un’istituzione pubblica italiana di Matteo Rubbi (Bergamo, 1980) giovane artista, tra più interessanti del panorama nazionale, recente vincitore dell’edizione 2011 del Premio Furla.

L’esposizione, dal titolo Bounty nello spazio, curata da Alessandro Rabottini, è parte del programma espositivo Eldorado, che la GAMeC dedica alle personalità emergenti più interessanti sulla scena internazionale, invitati a concepire un progetto inedito per gli spazi del museo. Per l’occasione, Matteo Rubbi svilupperà dei progetti inediti fortemente legati contesto locale, sia dal punto umano e sociale che storico.

Perchè la Biennale di Sgarbi è una guerra persa in partenza

La Bunga Biennale sta entrando nel vivo ed in molti hanno preso le giuste posizioni per opporsi alla totalitaria offensiva lanciata da Vittorio Sgarbi. Tra artisti che rifiutano di partecipare e curatori che già proclamano il fallimento di un Padiglione Italia allargato, c’è anche chi difende l’operato del Vittorione Nazionale® e forse costoro avranno le loro buone ragioni. In questa ressa si rischia però di tralasciare un fattore assai importante che in sostanza ha già minato le fondamenta di questa Biennale.

Andiamo per gradi, sappiamo tutti che Vittorione ha intenzione di esporre un ricco drappello di giovani artisti provenienti da ogni regione d’Italia, i quali verranno collocati in sedi prestigiose eccetera eccetera. Ad affiancare Sgarbi in questo duro lavoro son presenti alcuni curatori, giornalisti ed altri addetti del settore, come anticipato da Exibart. Va detto però che queste personalità non sono le uniche a collaborare con Sgarbi, visto che anche Arthemisia Group in questi giorni sta contattando moltissime gallerie private di tutta Italia, a caccia di artisti da sottoporre all’attenzione del celebre storico. Tutto questo meccanismo a me sembra un poco bizzarro e confusionario ma non è questo il punto.

Danilo Bucchi al Mlac di Roma

Il segno, ossessione avanguardista, torna a popolare gli spazi del contemporaneo nella mostra personale di Danilo Bucchi al MLAC – Museo laboratorio di arte contemporanea di Roma a cura di Domenico Scudero e Giorgia Calò. L’esposizione, per l’appunto intitolata S I G N S. The Black Line, sarà inaugurata il 10 marzo e sarà visibile fino a fine mese.

Articolata in due sezioni: nella prima, quella che riguarda il piano superiore del museo, sarà possibile visionare gli ultimi lavori dell’artista connotati da una ricerca ossessiva sul segno in cui è possibile intravedere morfologie note, care alle esperienze di artisti quali Paul Klee. E a ben pensarci, Klee era stato un grande semiotico dell’arte visiva evidenziandone appunto la natura psichica, le sue opere, come quelle di Bucchi, erano denotate da segni semplici, ridotte all’essenziale, situate in quella zona franca dell’esperienza in cui la forma non è che un filtro attraverso cui rendere la natura sensibile.

A Genova l’arte da Taiwan

Il museo d’arte contemporanea di Villa Croce di Genova inaugura martedì 8 marzo la mostra Arte da Taiwan. La nuova generazione, realizzata in partnership con il Taiwan Cultural Center of the National Council for Cultural Affaire di Parigi e il Kaohsiung City Museum of Fine Arts.

La mostra, a cura di Chen Chih-Cheng, direttore del Taiwan Cultural Center, si propone di analizzare, attraverso la ricerca e le opere di 14 artisti della nuova generazione – la maggior parte al di sotto dei 30 anni – l’evoluzione dell’arte taiwanese. Facendo seguito a Taiwanpic.doc-art contemporain taiwanais, anche questa progettata e curata dal Taiwan Cultural Center e tenutasi all’École nationale supérieure des Beaux-Arts di Parigi nel 2009 – una sorta di archivio della ricerca artistica taiwanese – e a Taiwan Calling, conclusasi recentemente al Műcsarnok – Kunsthalle di Budapest, Arte da Taiwan. La nuova generazione è stata concepita come un’occasione per scoprire e avvicinarsi al panorama della creatività contemporanea di Taiwan, per comprendere come, a poco a poco, si è costituita l’identità dell’isola e si sono delineate le sue principali tendenze.
Tutti i 14 artisti che occuperanno le sale del piano nobile e del piano mansarda della villa appartengono alla nuova generazione degli anni ’80, e cinque di loro sono stati invitati a Genova per allestire direttamente i loro lavori in rapporto agli spazi del museo.

Giuseppe Penone: nuova opera per la GAM

In occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, la Fondazione De Fornaris ha commissionato a Giuseppe Penone, artista torinese affermato nel mondo,  un’opera monumentale che sorgerà davanti alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, in corso Galileo Ferraris angolo via Magenta, a futura memoria dell’evento. Sarà inaugurata il prossimo 18 marzo.

Proprio in questi giorni sono iniziati i lavori di scavo che permetteranno l’installazione dell’opera, nel luogo oggi occupato da aiuole che lasceranno il posto alla scultura. Questa – una sorta di “portale” formato da una struttura orizzontale con un tronco fuso in bronzo e da una base in marmo, mentre il terzo elemento sarà costituito da un albero vero e proprio – fungerà simbolicamente da nuovo ingresso al museo.

Londra 2012, altro che Italia ’90

Londra come ben sapete ospiterà i giochi olimpici del 2012 ed è inutile negare che in questi giorni la city è in gran fermento per programmare una degna offerta culturale. Rispetto agli inglesi, noi italiani abbiamo sempre usato questi grandi eventi sportivi per lucrare e realizzare nuovi impianti, sia sportivi che civili, per poi abbandonali in tutta fretta, lasciandoli  marcire indecorosamente. Basti pensare allo scandalo dei mondiali di calcio Italia ’90 ed agli ampliamenti dello stadio Meazza, al nuovo impianto San Nicola di Bari, le varie stazioni ferroviarie come il Terminal Ostiense a Roma è così via, tutte opere costate un occhio della testa e decisamente inutili, di mostre d’arte neanche a parlarne.

Gli inglesi invece pensano anche alla cultura, magari non saranno un popolo perfetto ma hanno compreso  l’importanza ed il ritorno d’immagine ed economico che la cultura offre. Il Tate ad esempio partirà con una grande retrospettiva su Damien Hirst, controverso artista-fenomeno della generazione YBA. Ovviamente saranno presenti alla mostra pezzi forti come The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (lo squalo in formaldeide) e A Thousand Years (la testa di mucca putrescente).

Posso errare ma non di core. Passato prossimo e futuro anteriore dell’Italia

In occasione delle celebrazioni per il 150mo dell’Unità d’Italia, giovedì 17 marzo, la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone inaugura Posso errare, ma non di core. Passato prossimo e futuro anteriore dell’Italia, una ricostruzione della storia artistica del nostro Paese, che ipotizza un ponte fra il passato recente e il futuro a venire attraverso venti opere d’arte che hanno contraddistinto il decennio appena trascorso.

Questa esposizione è un’occasione per cercare di porre delle basi a delle riflessioni che tracciano un’ipotetica storicizzazione dell’arte dei nostri giorni. La mostra nasce come declinazione di un progetto comune, di un network creato sull’intero territorio nazionale da musei e centri di ricerca appartenenti all’AMACI, che hanno intrapreso una cooperazione per la promozione dell’arte contemporanea secondo una logica, versatile e modulare al tempo stesso.

Michelangelo Pistoletto al MAXXI

Michelangelo Pistoletto: Da Uno a Molti, 1956-1974 e Cittadellarte sono le due mostre che il MAXXI, in coproduzione con il Philadelphia Museum of Art, dedica al grande Maestro italiano, dal 4 marzo al 15 agosto 2011.  Michelangelo Pistoletto: Da Uno a Molti, 1956-1974, con più di 100 lavori provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e americane, racconta uno degli artisti italiani viventi più importanti a livello internazionale, riconosciuto come figura chiave dell’arte contemporanea, uno degli esponenti fondatori dell’Arte Povera e figura di riferimento per le giovani generazioni, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 2003, considerato negli Stati Uniti un anticipatore delle pratiche artistiche di partecipazione collaborativa.

Cittadellarte è un focus sull’omonimo laboratorio creativo fondato Pistoletto a Biella nel 1998, dove l’arte ancor di più si fa rete, in diretta interazione con la società. Il progetto prende come punto di partenza le pratiche artistiche sperimentali avviate negli anni Sessanta che prevedevano il coinvolgimento e la partecipazione attiva del pubblico.