
“La storia della de-creazione ci ricorda che l’arte è anti-tecnica. Se ho organizzato questo concetto come una sorta di ‘teatro’, non è solo per estendere l’idea di teatro della defigurazione, descritta da Jaques Rancière nella sua storia della pittura astratta, a tutte le pratiche artistiche, ma è anche per dimostrare la reversibilità di creazione e de-creazione che sono parte dell’opera in ogni circostanza, sia nel momento in cui il processo creativo si qualifica come opera d’arte, sia in quello del suo declassamento a prodotto/feticcio culturale.
La ‘Reversibilità’ del titolo fissa le basi di questo pensiero al quale Marcel Duchamp, molto tempo fa, ha proposto una soluzione in forma di domanda: ‘È possibile fare opere che non siano arte?’. ‘Reversibility – A Theatre of De-Creation’ inverte i termini di questa affermazione chiedendosi: ‘È possibile fare arte che non sia un’opera?’” (PBB)







