Nuova Gestione, un quartiere, sei artisti, cinque spazi sfitti

L’arte contemporanea diventa protagonista nel quartiere romano del Quadraro, grazie alla rivalutazione di spazi dismessi e in disuso. Il quartiere sarà infatti il cuore di Nuova Gestione, progetto ideato e curato da Sguardo Contemporaneo, che prevede interventi site specific di sei giovani artisti italiani all’interno di cinque locali sfitti della zona: Marco Bernardi, Margherita Moscardini, Luana Perilli, Lino Strangis, Elisa Strinna e Angela Zurlo sono chiamati a confrontarsi con il tessuto urbano e sociale di un luogo ricco di storia ma esposto al degrado urbano come il Quadraro. I lavori nati da questa esperienza verranno tutti inaugurati contemporaneamente mercoledì 8 febbraio.

L’obiettivo principale è contribuire al miglioramento di un’area mortificata da luoghi abbandonati, riattivandoli e offrendone una versione inedita attraverso una proposta culturale innovativa. Nuova Gestione nasce dall’osservazione degli spazi commerciali in disuso che stanno popolando sempre di più i quartieri di Roma: quante volte sulle vetrine dei negozi ci siamo imbattuti nei cartelli con la scritta ‘Affittasi’ o ‘Vendesi’? Passeggiando per la città, dal centro alla periferia, ci si accorge di questa situazione, spesso all’origine di scenari desolanti.

Presentazione del volume Italian Conversations – Art in the age of Berlusconi al MAXXI B.A.S.E.

Il volume Italian Conversations – Art in the age of Berlusconi, è il risultato di una residenza itinerante nelle città di Roma, Bologna, Milano, Torino, Napoli, Palermo e Lecce del duo olandese Fucking Good Art (Rob Hamelijnck e Nienke Terpsma) che si è posto come ascoltatore della complessità del panorama culturale italiano nel contesto economico e politico attuale.

La pubblicazione, partendo da una ricognizione sul territorio, attraverso un’esperienza di viaggio e studio, fornisce una mappatura delle realtà culturale italiana, ponendosi come una originale ricerca critica. I due artisti olandesi, condotti nelle loro indagini dai partner che hanno preso parte al progetto, si sono confrontati direttamente con intellettuali, artisti, operatori culturali e voci di rilievo, vivendo in maniera diretta i fatti che, nell’ultimo anno, hanno portato a indebolire il già precario ruolo delle istituzioni nell’ambito culturale.

Il Guggenheim. L’avanguardia americana 1945–1980

Il Guggenheim. L’avanguardia americana 1945–1980 illustra gli snodi principali dello sviluppo dell’arte americana in un periodo di grandi trasformazioni nella storia degli Stati Uniti: un’epoca segnata da prosperità economica, rivolgimenti politici e conflitti internazionali, oltre che da progressi sostanziali in ambito culturale.

La mostra che inaugura il 7 febbraio a Palazzo delle Esposizioni di Roma prende le mosse dagli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, quando gli Stati Uniti si affermarono come centro globale dell’arte moderna e l’ascesa dell’Espressionismo astratto iniziò ad attrarre l’attenzione internazionale su una cerchia di artisti attivi a New York. A partire da quel momento, nell’arte americana si assiste a una straordinaria proliferazione delle pratiche estetiche più diverse: dall’irriverente entusiasmo della Pop art per l’immaginario popolare fino alle meditazioni intellettualistiche sul significato dell’immagine che caratterizzano l’Arte concettuale negli anni sessanta; dall’estetica scarnificata del Minimalismo alle sgargianti iconografie del Fotorealismo negli anni settanta. Pur producendo opere profondamente diverse tra loro, tali movimenti furono accomunati da un impegno sostanziale ad indagare la natura intrinseca, il senso e le finalità dell’arte.

Opera 2011 alla Galleria Bevilacqua La Masa di Venezia

La Bevilacqua La Masa è l’unica istituzione italiana a mettere a disposizione 12 atelier per giovani artisti per un anno intero. Ogni anno dal 2007 la fine della residenza è segnata da una mostra collettiva. Anche nel 2012, nella galleria di piazza San Marco, si potranno vedere dodici artisti, dodici opere a conclusione dell’anno di lavoro passato all’interno degli studi della Fondazione Bevilacqua La Masa. Gli artisti assegnatari degli Atelier BLM (Nico Angiuli, Lia Cecchin, Nebojša Despotović, Nina Fiocco e Nicola Turrini, Martino Genchi, Giovanni Giaretta, Alessandra Messali, Andrea Napolitano, Luca Pucci, Chiara Trivelli, Aleksander Velišček, Serena Vestrucci) dal 2 di febbraio mettono in mostra i loro lavori nella Galleria di Piazza San Marco.

Una esposizione che fa entrare lo spettatore in un “Lunar Park”, un ambiente immersivo che trasforma le mura familiari della Blm in un mondo suggestivo composto da dodici situazioni diverse che riflettono le visioni degli artisti. Ecco allora che Nebojša Despotović attraverso alcune tele e un grande murales rievoca memorie senza tempo. Immagini definite, tratte dalle miriadi di fotografie che la rete mette a disposizione di tutti, vengono rielaborate, sfumate e restituite alla collettività dall’intervento dell’artista. E in esse ognuno può ritrovarsi.

Gary Taxali da Antonio Colombo Arte Contemporanea di Milano

La galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea inaugura la prima mostra personale italiana dedicata all’opera di Gary Taxali (dal 9 febbraio al 17 marzo 2012), artista fortemente rappresentativo di una scena neo-pop d’oltreoceano in continua ebollizione che, pur ricollegandosi culturalmente al movimento Pop-Surrealism (noto anche come Low-brow), ne rappresenta una interessante evoluzione di senso e di linguaggio. L’opera di Taxali nasce dalla sintesi sapiente tra l’iconografia retrò dei comics americani di inizio novecento (citiamo ad esempio il Popeye di Elzie Crisler Segar, i Barney Google & Snuffy Smith di Billy De Beck o i Nancy and Sluggo di Ernie Bushmiller) e una visione artistica dal sentire ambiguo e distaccato, tipica dell’era dei media, in cui il rigore del messaggio visivo gioca con il flusso inconscio di segni casuali.

L’effetto è quello di una straordinaria reinvenzione estetica – fusione perfetta tra immaginazione, stile e contenuto – capace di delineare un felice universo visivo quieto ma allo stesso tempo frenetico e dal perimetro formale preciso e circoscritto.  La base per il suo lavoro è fornita da superfici riciclate quali, ad esempio, piatti di vecchi libri, carte ingiallite, buste postali ancora provviste di indirizzi e francobolli, frammenti di vecchie tappezzerie rinvenute chissà dove.

CLAUDIA ZURIATO – sognai che sognavo un sogno

La Bugno Art Gallery di Venezia inaugura il 10 febbraio la mostra, a cura di Antonio Arévalo, “sognai che sognavo un sogno”  dell’artista veneziana Claudia Zuriato.

Questa la sua terza mostra personale in galleria. La prima, in concomitanza con la partecipazione alla rassegna OPEN “immaginaire féminin”, alla cui opera il curatore Pierre Restany assegnò il Premio Internazionale D’Ars. Da quel  settembre 2002, la Bugno Art Gallery ha presentato tre personali che hanno testimoniato il percorso creativo di Claudia Zuriato, dall’astrattismo assoluto, al figurativo quasi mistico e surreale: pensieri, anzi “sogni”, sempre tradotti sui supporti (tele, tavole, carte) con un “graffiante” segno al bulino e la capace mescolanza ai colori di fondo di patine opache e lucide, resine e vernici che lei stessa “alchemicamente” inventa di volta in volta.

LAWRENCE WEINER – EVER SO MUCH / MAI COSÌ TANTO

Lawrence Weiner, figura centrale tra i fondatori della Conceptual Art, interviene nello spazio di Base con nuove installazioni sui muri di grande formato. E’ la prima mostra personale di Weiner a Firenze e in Toscana, che segna l’inizio del quattordicesimo anno di attività dello storico spazio non profit.

Lawrence Weiner, nato nel 1942, vive e lavora tra New York ed Amsterdam, ha formulato il suo lavoro, sin dal 1967, ricorrendo al linguaggio piuttosto che a medium tradizionali quali la pittura o la scultura, considerando esso stesso un oggetto materiale. Nel linguaggio, l’artista americano trova uno strumento per la rappresentazione materiale dei rapporti del mondo esterno eliminando tutti i riferimenti alla soggettività artistica, tutte le tracce della mano dell’artista, la sua abilità, o il suo gusto. Utilizzando, dove possibile, simboli semantici e grammaticali, egli ha articolato il suo lavoro in termini inequivocabilmente diretti.

Jean-Marc Bustamante all’Accademia di Francia a Roma

Dal 5 febbraio al 6 maggio 2012, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici invita Jean-Marc Bustamante (nato nel 1952) in una mostra che vuole presentare una selezione del suo lavoro degli ultimi trent’anni incentrata sulla nozione di luogo. A questa selezione, l’artista ha deciso di associare una scelta di opere (quadri e disegni) del pittore olandese Pieter Jansz Saenredam (1597 – 1665) e ha proposto di insistere su una relazione attenta con gli spazi ideati da Balthus (1908 – 2001) quando era direttore di Villa Medici, dal 1961 al 1977, attraverso la creazione di una serie di quattro Pitture (Peintures)  per il Grand Salon.

Alla fine del 1970, Jean-Marc Bustamante è stato uno dei pionieri della fotografia a colori su grande formato. La sua serie, paradossalmente intitolata Tableaux (Quadri) portava un nuovo modo di creare e pensare la fotografia, praticata anche dai fotografi della Scuola di Düsseldorf e da quelli di Vancouver. Dall’inizio degli anni ’80 ha ampliato il suo lavoro passando dalla fotografia, che comunque continua a utilizzare e a mettere in mostra, alla scultura, alle istallazioni e più recentemente alla pittura (rappresentata attraverso serigrafie su pannelli di plexiglas di dimensioni monumentali).  

TALENTS 2012 con video evento art on the Catwalk

L’Accademia di Costume e di Moda, Istituto d’eccellenza italiana nella formazione per la Moda ed il Costume, nuovamente in passerella il 31 gennaio a Santo Spirito in Sassia nel calendario di ALTAROMALTAMODA, per la presentazione dei Talents 2012.

TALENTS 2012 – Giunti al termine di un percorso accademico durato tre anni, i giovani creativi compiono il primo passo per entrare, da professionisti, nel Mondo della Moda. La giuria composta da stilisti, Direttori Creativi di importanti Maison di Moda e Operatori del settore, assisterà alla sfilata per giudicare tecnicamente le creazioni dei neo stilisti. Sarà il primo vero confronto per i creativi con esperti sul loro operato ed anche un momento importante di riflessione in prossimità delle loro future avventure professionali.

VOGLIO SOLTANTO ESSERE AMATO, 38 artisti, 31 scrittori, 23 curatori e 15 intellettuali mettono a confronto sensibilità e competenze

Da sabato 18 febbraio 2012, EX3 Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze ospita il progetto MAP con la seconda tappa della mostra Voglio Soltanto Essere Amato: 38 artisti, 31 scrittori, 23 curatori e 15 intellettuali mettono a confronto sensibilità e competenze.

I diversi ambiti del sapere si incontrano su map-project.com, una piattaforma virtuale di dialogo che, attraverso le voci di un nucleo di professionisti dalle competenze trasversali (letteratura, antropologia, biologia, neuroscienza, filosofia…), si pone l’obiettivo di riposizionare la riflessione sullo stato dell’arte e della cultura contemporanea. Un dibattito partito dal web che si concretizza in un evento-mostra – tenutosi prima al MAGA di Gallarate e ora ad EX3 – un modello di sperimentazione curatoriale innovativo tramite l’impiego di tecnologie interattive, in cui il grande pubblico possa avvicinarsi con nuove modalità al dibattito culturale.

CAMERE XVII – Des Mondes de Poche

Des Mondes de Poche/Mondi tascabili è nato da una serie d’incontri in appartamenti romani e parigini. Un’avventura umana per una ridefinizione politica delle piccole comunità che incoraggiano il concetto di condivisione e la qualità degli incontri.

La prima proposta per Camere è un modellino di Yona Friedman & Jean-Baptiste Decavèle, La petite ville spatiale, realizzata appositamente per la mostra. Si tratta di una riattualizzazione di una delle idee chiave di Yona Friedman: La Città spaziale, esempio e teoria architettonica che rimanda al concetto stesso del progetto Camere. Uno spazio che non è costruito, riempito o modificato, ma reso disponibile all’uso.Fin dal 1958, Yona Friedman crea i principi della Città spaziale, la più importante applicazione dell’architettura mobile, una struttura su palafitte in cui si alternano volumi abitati e vuoti formando dei “quartieri” dove si distribuiscono liberamente gli alloggi. La sopraelevazione permette a queste strutture di svilupparsi al di sopra di siti indisponibili, di aree non edificabili o già edificate e di terreni agricoli.

Tutto il programma di Art White Night a Bologna

Sabato 28 gennaio, la notte si illumina e l’arte contemporanea invade il centro storico di Bologna con la notte bianca di Arte Fiera. Una serata straordinaria grazie all’apertura gratuita fino mezzanotte delle installazioni del Bologna Art First, dei musei, delle mostre, delle gallerie d’arte, negozi, a cui si aggiungono eventi, iniziative, videoproiezioni e party presenti un po’ ovunque in città. Scegliere cosa vedere sarà difficile.

Pedalare con Arte – Piazza Maggiore
Un percorso guidato in bicicletta alla scoperta delle installazioni di Bologna Art First 2012.
Tutti gli appassionati e proprietari di una bicicletta possono partecipare a questa pedalata organizzata in occasione di Art White Night e giunta alla sua quarta edizione.
Da un’idea di Ilikebike in collaborazione con Arte Fiera Art First, BolognaFiere, Monte Sole Bike Group – FIAB Bologna
Sabato 28 gennaio,  partenza ore 17:30 da Piazza Maggiore (Emporio della Cultura)


Davide Dormino – L’origine della trama

 

 

Davide Dormino realizza una scultura per raccontare l’evoluzione di un processo creativo: da artigiano ad artista. L’opera racconta l’origine e lo sviluppo del gesto creativo che nasce da un disegno preciso e si sviluppa fino a distruggere l’immagine di partenza. Il lavoro cerebrale e misurato dell’artigiano che esplode nella follia passionale dell’artista. La messa in scena del gesto, dell’invenzione di un metodo ordinato che genera una trama e poi un trauma: la sintesi del momento in cui interviene l’estro e disordina tutto.
All’interno dello spazio espositivo, volutamente piccolo, un ambiente unico dove si entra in gruppi secondo un ritmo preciso scandito dal sottofondo musicale dell’opera, da una lastra di ferro alta quasi tre metri ci investe un flusso di fili metallici. Una cascata che si sprigiona fino al pavimento e corre fino all’esterno dello spazio stesso.

Presentazione della IV edizione del premio Maretti e del libro monografico di Giuseppe Stampone

La Fondazione Valerio Riva e l’editore Christian Maretti annunciano l’uscita del libro monografico dedicato a Giuseppe Stampone, vincitore del Premio Maretti edizione 2011, dal titolo “Alfa-Omega”. Il libro che l’artista ha realizzato con Eugenio Viola, il curatore selezionatore che ha condiviso la vittoria con Stampone, raccoglie buona parte della ricerca dell’artista abruzzese, oggi perlopiù impegnato tra Milano e New York. 272 pagine a colori con contributi critici di grande valore che, oltre il testo di Eugenio Viola, comprendono saggi di Alberto Abruzzese, Maurizio Bortolotti, Julia Draganovic, Raffaele Gavarro, Mario Pireddu, Manon Slome.
Il libro che, com’è noto, costituisce il premio in palio per il vincitore di questo Premio nazionale decisamente fuori dagli schemi consueti, e che vede in concorso artisti italiani dai trentacinque anni in su, verrà presentato direttamente dall’artista, da Eugenio Viola e dal Presidente di giuria, nonché curatore del Premio Maretti, Raffaele Gavarro, in occasione di ArteFiera 2012, sabato 28 gennaio alle ore 18.00 presso la libreria “Il Leonardo – Libreria delle Arti”, Via Guerrazzi 20, 40125 Bologna.