A Milano i supercollage di Eric Bainbridge

La Galleria Salvatore + Caroline Ala di Milano l’11 dicembre inaugura la mostra personale dell’artista inglese Eric Bainbridge intitolata Supercollage.

Saranno presentati oltre 100 collage realizzati con i ritagli di riviste di moda. Con grande senso dell’umorismo e libertà l’artista ricompone immagini quotidiane con un effetto esilarante e allarmante al tempo stesso. Si tratta dei più recenti ed inediti lavori che vengono presentati per la prima volta a Milano. Un’anteprima si era avuta sulla copertina della rivista d’arte inglese Frieze che nel maggio del 2009 ha pubblicato uno di questi lavori.

Celebre per le sue sculture monumentali composte di oggetti ricoperti di pelliccia sintetica, negli ultimi tre decenni Bainbridge ha esplorato una varietà di materiali e interessi. Considerato da molti uno dei più influenti scultori inglesi viventi, ha ampliato continuamente il proprio repertorio ed ha resistito alla tentazione di conformarsi, facendo sì che il lavoro parli un linguaggio che sfida le categorie specifiche dei mezzi espressivi.

Arte attraverso lo spioncino

Giovedì 26 Novembre Peep-Hole inaugura con Thanksgiving il project space in Via Panfilo Castaldi 33 a Milano.

Peep-Hole (spioncino), invita ad uno sguardo più attento verso le pratiche artistiche contemporanee attraverso un programma di mostre, pubblicazioni, lectures e conversazioni. L’attività espositiva è caratterizzata da progetti concepiti appositamente per lo spazio da artisti nazionali e internazionali. Peep-Hole opera come la project-room di un museo, ma senza museo.

BAROCK – Arte, Scienza, Fede e Tecnologia nell’Età Contemporanea

Nell’ambito dell’azione messa in campo dalla Regione Campania sul tema della cultura barocca, l’assessorato ai Beni Culturali ha deciso di sostenere la proposta del museo MADRE di una grande mostra collettiva dal titolo BAROCK – Arte, Scienza, Fede e Tecnologia nell’Età Contemporanea, che si aprirà il 12 dicembre.

La mostra a cura di Eduardo Cicelyn e Mario Codognato si pone l’obiettivo di approfondire le similitudini tra le tematiche culturali che sembrano caratterizzare il nuovo inizio di secolo e quelle che resero grandioso e potente l’immaginario visivo dell’epoca barocca. Scopo di Barock e’ l’individuazione di questioni e di problematiche che siano state preponderanti nel XVII secolo e che caratterizzino anche il nostro tempo, dimostrando come e attraverso quali artisti contemporanei siano oggi nuovamente funzionanti e riconoscibili i temi caratteristici della cultura seicentesca barocca.

Talking IED, Giacomo Costa racconta la sua arte

Talking IED about future è un ciclo di conferenze pubbliche in cui IED Roma invita personaggi del mondo della cultura e delle professioni creative a raccontare attraverso il proprio lavoro le questioni legate alla costruzione di un futuro possibile. Questi incontri, insieme agli altri eventi che scandiranno l’anno accademico, anch’essi incentrati sul medesimo tema, costituiranno un terreno comune ed interdisciplinare di indagine per la comunità creativa che rappresenta lo IED, con i suoi 1200 studenti e circa 500 docenti, capace di stimolare ed indirizzare le occasioni progettuali concrete – tesi e workshop – che si svilupperanno durante l’anno verso un orizzonte di ricerca comune.

Il 26 novembre per il primo appuntamento di Talking IED, ciclo di conferenze pubbliche con personaggi del mondo della cultura e delle professioni creative, IED Roma ospita Giacomo Costa, eclettico artista fiorentino che si muove tra la fotografia, il disegno digitale, il render di spazi e il collage, concentrando la sua poetica sul paesaggio urbano contemporaneo. Attratto fin dagli inizi dalla fotografia, il suo lavoro trova la massima realizzazione nella scoperta delle possibilità di manipolazione delle tecnologie digitali.

Urs Luthi al Macro di Roma

 Il senso del viaggio, del partire e del riapparire. Ad esaminarlo e’ la nuova personale dell’artista svizzero Urs Luthi, Just Another Story About Leaving che sara’ presentata a Roma, al Museo Macro, dal 17 dicembre al 21 marzo 2010. La mostra vedra’ un allestimento pensato specificamente per due sale del museo ed includera’ una selezione di opere e un autoritratto scultoreo nelle vesti di un’emblematica figura creato appositamente per questa occasione. Luthi ha individuato Roma come il centro simbolico e reale del suo nuovo percorso e, grazie al sostegno della Sovrintendenza ai Beni Culturali, ha potuto attraversare i luoghi storici della citta’ alternandoli a quelli piu’ comuni del vivere quotidiano in una ricerca che culmina con l’arrivo al Macro.

In questo viaggio-omaggio l’artista si e’ calato personalmente al centro di siti classici mentre ha posto la sua scultura in luoghi tipici del quotidiano, confrontandosi cosi’ con i temi dell’antichita’ e del contemporaneo. Ricordiamo che l’artista è tuttora presente in Italia  dal 31 ottobre al 20 dicembre a
Villa Giulia CRAA – Centro Ricerca Arte Attuale.

Pieter Hugo presenta Nollywood

La galleria extraspazio di Roma presenta il 25 novembre la nuova serie fotografica di Pieter Hugo, Nollywood. Tra il 2008 e il 2009, l’artista sudafricano ha esplorato e documentato alla sua maniera il dietro le quinte di una delle più fiorenti industrie cinematografiche al mondo: Nollywood, Nigeria.

Sudafricano di origine afrikaneer, Pieter Hugo è uno dei fotografi più rappresentativi della sua generazione. Nelle sue opere esplora con grande capacità di penetrazione le contraddizioni più stridenti e alcuni aspetti periferici ma densi di significato delle nuove società africane. Hugo è affascinato dalle situazioni “borderline” che individua nei suoi viaggi attraverso l’Africa e, come già nelle precedenti serie che hanno fatto il giro del mondo (Looking Aside, The Hyena & Other Men e Messina/Musina), riesce a essere contemporaneamente distaccato ma dialogante rispetto ai soggetti dei suoi ritratti, con i quali costruisce sempre rapporti di reciproca conoscenza.

Terence Koh professore di storia dell’arte per un giorno

Performa 09 ha letteralmente scosso e preso d’assalto la scena dell’arte contemporanea newyorkese in questo novembre che si preannunciava privo di forti emozioni. Il successo della biennale della performance è da attribuirsi al sempre più crescente interesse che questa tecnica artistica suscita in pubblico e critica ed all’ottima capacità organizzativa della manifestazione che ha sciorinato una lista di eventi interessanti con la presenza di grandi nomi della scena internazionale.

Dopo l’ottima prova di Alterazioni Video e Marcello Maloberti che hanno ottenuto ottime critiche da parte della stampa newyorchese, Performa 09 è stata teatro la scorsa notte di una performance del tutto singolare al National Arts Club (che conta fra i suoi membri nomi del calibro di Robert Henri, Frederick Remington ed Alfred Stieglitz) dove l’estroso Terence Koh ha divertito e tenuto in scacco il pubblico durante Art History 1642-2009, una sorta di lezione sull’arte decisamente originale.

Liam Gillick, l’artista più chiacchierato della Biennale di Venezia

La 53esima Biennale di Venezia si concluderà il prossimo 22 novembre dopo aver registrato la presenza di oltre 350.000 visitatori. A fronte delle numerose polemiche del nostro Padiglione Italia c’è da dire che un altro padiglione è stato al centro di accesi dibattiti che sembrano non attenuarsi anche a pochi giorni dalla fine della celebre kermesse.

Si tratta del Padiglione della Germania che ha presentato quest’anno una grande installazione di Liam Gillick, l’artista ha creato la sua opera (somigliante ad una cucina in legno grezzo) come modello di spazio vivibile democratico ed umano in netta contrapposizione con l’assenza di funzionalità ergonomica dell’architettura anni ’30 dell’intero padiglione. Fra queste due differenti prospettive in netto contrasto l’artista ha inserito una connessione, rappresentata da un gatto(?), icona magica e demoniaca in tempi antichi, come testimone parlante di una storia personale ed universale al tempo stesso. Liam GIllick era stato già criticato ancor prima di esporre la sua opera dalla stampa tedesca che accusava i curatori del padiglione nazionale di aver ingiustamente piazzato un artista di nazionalità britannica in un tempio riservato all’arte teutonica.

Lo Schermo dell’arte, film e biografie d’artisti a Firenze

Torna dal 24 al 26 novembre 2009 nel magnifico Cinema Odeon, a Firenze, LO SCHERMO DELL’ARTE, programma di film dedicato alle arti contemporanee, dall’architettura alla fotografia, dalle arti visive a quelle performative, e ai loro maggiori protagonisti.

Il programma, curato da Silvia Lucchesi, riunisce film documentari provenienti da produzioni indipendenti e da musei, istituzioni culturali e distributori cinematografici nazionali e internazionali, che raccontano l’opera di alcuni dei maggiori protagonisti delle arti e delle discipline performative del nostro tempo. Molte saranno le anteprime italiane, tra queste segnaliamo Bending Space: Georges Rousse and the Durham Project (USA 2007) di Penelope Maunsell e Kenny Dalsheimer. Georges Rousse è un fotografo francese che lavora anche con la scultura e la pittura intervenendo in luoghi abbandonati o destinati alla demolizione costruendovi opere effimere e uniche che saranno preservate solo attraverso le sue fotografie. Nel 2006 è stato invitato a fare un progetto a Durham, nel North Carolina, dove per un mese ha lavorato in quattro edifici storici della manifattura di tabacco Ligget & Myers, produttrice delle Chesterfield, chiusi nel 1984. Il film offre l’occasione di seguire l’artista rivelando il processo della creazione delle sue straordinarie fotografie contraddistinte dalla ricerca illusionistica della forma del colore.

Una foresta fantasma a Trafalgar Square

A poco più di un mese dalla fine di One & Other, la chiacchierata ed ormai famosissima installazione vivente di Antony Gormley (già ampiamente descritta in un nostro precedente articolo) che ha tenuto in scacco Trafalgar Square per cento scoppiettanti giorni, la celebre piazza di Londra torna a fare notizia ma stavolta per un evento artistico con fini ben più nobili.

Dal 16 novembre al 22 novembre Trafalgar Square sarà infatti teatro della mostra The Ghost Forest at Trafalgar Square, progetto installativo a cielo aperto dell’artista Angela Palmer. Per una settimana sarà possibile vedere esposti, come rare sculture monumentali, alcuni tronchi d’albero di nove differenti specie provenienti dalla foresta di Suhuma, situata nello stato del Ghana.

Zhang Huan, Malcom McLaren e Miltos Manetas alla galleria Pack di Milano


La Galleria Pack di Milano inaugura il 10 dicembre la grande mostra che riunisce per la prima volta assieme tre grandi personalità del contemporaneo. Seppure attraverso linguaggi e metodologie differenti, Zhang Huan, Malcom McLaren e Miltos Manetas sono portatori di una grande forza comunicativa ed innovativa che caratterizza e rende unica la loro ricerca.

Zhang Huan individua nel corpo lo strumento ed il metodo di conoscenza della realtà che lo circonda, rendendolo protagonista indiscusso delle proprie performance. L’opera presentata per questa occasione è il Museum size di Family Tree, opera che ha contribuito a rendere il lavoro dell’artista conosciuto internazionalmente e che è entrata nelle collezioni di importantissime istituzioni tra cui il Centre Pompidou di Parigi. Il lavoro incarna perfettamente la poetica del linguaggio di Zhang Huan. Il volto dell’artista, seguendo l’arco di un’intera giornata, si trasforma in una sorta di tela sulla quale sono dipinti ideogrammi che raccontano un’antica leggenda famigliare cinese. Il corpo diventa linguaggio, prova dell’identità culturale dell’individuo, istante privilegiato in cui lo spirituale si rende tangibile.

Quando la Polonia mette il turbo

Anche se il mondo dell’arte contemporanea in questi ultimi tempi naviga in tempi di incertezza c’è almeno un punto fermo che abbiamo avuto il piacere di ravvisare, gli artisti contemporanei provenienti dalla Polonia ce la stanno mettendo tutta per affermare la loro nazione tra le grandi della mappa artistica internazionale. A Londra lo scultore di Varsavia Miroslaw Balka a riempito la Turbine Hall della Tate Modern con una bellissima ed acclamata installazione. A Düsseldorf, il Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, meglio noto come K21, ha inaugurato la prima grande mostra del giovane pittore di Cracovia Wilhelm Sasnal.

A Parigi, nei primi mesi del 2010 la Galerie Thaddaeus Ropac ospiterà le opere di un altro giovane artista di Cracovia chiamato Marcin Maciejowski, mentre il Centre Pompidou metterà in mostra una grande scultura dell’artista di Varsavia Monika Sosnowska. Insomma dopo la grande e subitanea ascesa della nuova corrente contemporanea russa, un’altra nazione dell’est Europa ha deciso di mettere il turbo e mostrare al resto del mondo la valenza dei propri artisti.

Damien Hirst:”tutti possono dipingere come Rembrandt”

Questa non è certo la prima volta che parliamo di Damien Hirst e qualcosa ci fa pensare che non sarà nemmeno l’ultima. Il fatto è che l’eclettico artista britannico ne combina una dietro l’altra come la sua cuginetta Tracey Emin e risulta davvero difficile seguire tutto ciò che Hirst dice o Hirst fa. In una recente intervista al quotidiano britannico The Guardian, il celebre rampollo della generazione Young British Artists reduce da una tempesta di critiche per la sua pessima mostra pittorica alla Wallace Collection di Londra (potete leggere un nostro precedente articolo sull’intera faccenda), ha dichiarato che il genio artistico non è innato ma si acquisisce attraverso la pratica.

Hirst ha inoltre continuato affermando che “Tutti possono essere come Rembrandt, personalmente non penso che un pittore come Rembrandt sia un vero genio. Si tratta di osservare ed esercitarsi, tutto può essere imparato e questa è la grandezza dell’arte. Si può diventare come Rembrandt se solo si vuole. Con la pratica si possono fare eccezionali dipinti”.

Paesaggi Verbali alla galleria Ca’ di Fra di Milano

La galleria Ca’ di Fra’ di Milano inaugura il 26 novembre la mostra Paesaggi Verbali, collettiva che non guarda con ammiccante favore al puro valore estetico dell’opera, ma al suo più profondo intento intellettuale…per continuare a interrogarsi.

L’essenza dell’arte è nell’idea? L’opera d’arte si risolve nell’ attimo prima della creazione materiale vera e propria? Nel processo di creazione mentale e non nel prodotto finale? Il Concettuale sostiene proprio questa tesi. La filosofia del linguaggio assume un’ importanza di primo piano nella ricerca della essenza dell’arte; Ludwig Wittgenstein, attraverso la logica del linguaggio affascina artisti e pensatori come J. Kosuth, Salvo, Pier Paolo Calzolari, Vincenzo Agnetti.