Giovedì Difesa: Le regole per sopravvivere a Zombieland

Quello che Romero ha sottinteso, ma ha dimenticato di esplicitare sono le regole di sopravvivenza. L’impacciato studente Columbus sviluppa un vero e proprio manuale, che vanno dalla forma fisica, devi correre più veloce dello zombie, l’attenzione sempre vigile, anche in bagno mai farsi trovare senza un arma, fino alla più semplice “non fare l’eroe”. Zombieland, o meglio Benvenuti a Zombieland nella versione italiana, quantomeno ha una versione italiana.

Nelle sale cinematografiche statunitensi è uscito il 2 ottobre 2009. in Italia non uscirà mai ma verrà distribuito per il mercato home video a partire dall’8 settembre 2010. il film è diretto da Ruben Fleischer, e vede nel cast Woody Harrelson ed i giovani Jesse Eisenberg, Emma Stone e Abigail Breslin.

Chi non parla alla polvere alzi la mano

Ho comprato dai cinesi un grosso pacco di Swiffer tarocchi. Io non faccio mai la polvere, la lascio fare, si posa sorniona sulle superfici più impervie e ormai ci sono strati talmente alti sopra le cose che sono costretta ad intervenire. “Fare la polvere” mica la costruisco, la tolgo, è un controsenso. Odio la polvere, tutti la odiamo, ogni volta che ne togli un granello ne rispuntano altri dieci, ci guarda beffarda, invincibile, e ci ricorda che non c’è via d’uscita.

Una parabola buddista narra di due fratelli Shudapanthaka e Mahapanthaka. Il primo era un discepolo diretto del Buddha Sakyamuni, ma per quanto si impegnasse non ne capiva gli insegnamenti. Mahapanthaka allora lo ordinò monaco e cercò invano di insegnargli la dottrina buddista, ma Shudapanthaka non capiva, così fu rimandato a casa.

Giovedì Difesa: Predator vs Predator

Predator è un film fanta-horror del 1987, diretto da John McTiernan. E’ ambientato in una giungla. Un alieno è giunto sulla Terra per andare a caccia di esseri umani, nessuna sopravvivenza: pura esercitazione, gioco. Il film fu un grande successo. Tecnicamente all’avanguardia: la tuta che rende trasparente l’alieno era al momento una trovata di tutto rispetto. La trama, la storia, e la psicologia dei personaggi apparivano povere per i tempi, spesso solo accennate… a quanto pare la tendenza gli ha dato ragione. A rivederlo adesso sembra addirittura romanzato.

Predator del 2009 fa sentire con chiarezza che i tempi sono cambiati: ambientato su un altro pianeta, l’attenzione ora è solo e soltanto sui ritmi. La psicologia dei personaggi è men che accennata e in alcuni casi inesistente o inconsistente, non sappiamo nulla del loro passato o della loro vita, ci basta sapere che si tratta di guerrieri, di “gente che non scherza”… e con questa frase si chiude la presentazione.

E non ci resta che la fantasia. Cosa fai se in vacanza non ci vai?

Fuori piove. La pioggia ad agosto è spiazzante, un po’ come quegli anni chiamati anni Cinquanta e Sessanta, così lontani, eppure sono appena finiti. Affascinanti e irresistibili. C’erano Elvis e la pubblicità, la Coca-cola, i divi di Hollywood e la gioventù bruciata di James Dean. C’erano le curve di Marilyn e la polvere sotto gli stivali di Gary Cooper, i locali clandestini in cui suonavano il jazz e le casalinghe con le gonne a ruota dai colori pastello.

Gli anni ’50 sono un miraggio di buongusto ed eleganza, magari certo erano anni un po’ ingessati, un po’ bigotti, ma così esteticamente appaganti, confortanti a vederli oggi, in fotografia.

Phil Stern ne ha colto tutta l’essenza, avendo la possibilità di spiare, come freelance, i retroscena di Hollywood e della sua fauna. Stern, oggi novantenne, è stato spettatore attento a tal punto da essere sempre nel posto giusto, al momento giusto. I suo scatti colgono l’essenziale: un’espressione, un gesto, un elemento che da soli raccontano il tutto. Sembrano quasi pose spontanee quelle in cui ha immortalato tutti i grandi, da Alfred Hitchcock a Tony Curtis, da Andy Warhol a Sophia Loren. Potrete ammirare l’armonia familiare delle dive Anita Eckberg e Audrey Hepburn e spiare i grandi del jazz, come Bing Crosby e Sammy Davis Jr, scherzare tra loro nel camerino; e poi i momenti di riposo tra un ciak e l’altro per Burt Lancaster o Humphrey Bogart; James Dean nel famosissimo scatto per Life con il volto coperto dal dolcevita o ancora una Marylin Monroe sorridente ad un party.

Giovedì Difesa – The Triangle

Personalmente non ho trovato nemmeno i sottotitoli italiani di Triangle, un film di produzione Britannico-Australiana diretto da Christopher Smith. Non so cosa dovreste fare per vederlo legalmente, probabilmente ordinarlo all’estero. Gli attori principali sono Melissa George, Rachael Carpani e Liam Hemsworth. Il  film è uscito nel Regno Unito  il 16 Ottobre del 2009. Si tratta di un thriller horror psicologico basato sulle teorie di varchi dimensionali.

I varchi (non spiegati) si trovano all’interno di una trama dai toni neri drammatici, spesso horror, e creano la possibilità di un multiplo di noi stessi. I protagonisti incontrano il proprio  io in un momento del proprio futuro, la trama li porterà di qua dallo specchio ad incontrarsi nello stesso precedente momento del proprio passato, dall’altro punto di vista.

Giovedì Difesa: Primer e il viaggio nel tempo

Parlando ancora di film che in Italia non sono usciti (e non usciranno mai) voglio segnalare Primer. Si tratta di un film indipendente del 2004, interamente girato a Dallas e costato ai produttori soltanto circa 7000 dollari. Il film è completamente basato su una splendida e nuova intuizione nelle trame di fantascienza, ed è stato scritto, diretto, prodotto e interpretato da Shane Carruth.

Ha vinto il Gran Premio della giuria per il miglior film drammatico al Sundance Film Festival sempre nel 2004. Non esiste alcuna versione doppiata in italiano, ma, fortunatamente, da poco, qualcuno è riuscito a rendere disponibile una versione sottotitolata, che personalmente non ho ancora trovato.

Come se guardassi un iceberg sciogliersi al sole

Mi immagino Francesca Woodman come un’eterna adolescente. Di solito, quando si è giovani, ma non più bambini, si lotta per dimostrare agli adulti che si è diventati come loro. Oppure si fa di tutto per dimostrare che si è veri Peter Pan, però vi sfido a trovare una persona che abbia voglia di restare in quel limbo di vita che è l’adolescenza. Così difficile da attraversare, così pesante e carico di pesi e aspettative, si corre per uscirne subito, nonostante quello che viene dopo non sia così allettante. Francesca Woodman non ne uscì mai, viveva con gravità, come gli adolescenti.

A Milano vengono esposte fino a metà ottobre più di cento fotografie, delle quali alcune inedite,  che tracciano chiaramente il profilo di una ragazza incapace di nascondersi, di proteggersi. Nessun sentimento positivo, ma neppure rabbia, nei suoi occhi si legge tristezza, stanchezza, ansia, rassegnazione. Un velo lieve di malinconia e un pizzico di curiosità per vedere l’effetto che fa. Perché in fondo era giovane e la vita le scorreva dentro, nonostante tutto. Aveva le braccia forti per appendersi, per dipingere, per lavorare sodo all’unica cosa che la poteva salvare: la sua arte. Un potenziale talmente grande che probabilmente era impossibile conviverci.

Exhibition Review – Ex Elettrofonica, This Story…

Una mostra che vale la pena di visitare, un evento che proprio nel bel mezzo della torrida estate romana riesce a portare una ventata di freschezza insperata. Stiamo parlando del terzo appuntamento della serie This story is not ready for its footnotes che ha aperto le danze lo scorso 21 luglio ( in visione fino al prossimo 16 settembre ) nella galleria Ex Elettrofonica di Roma. In occasione di questo nuovo capitolo, i curatori Camilla Pignatti Morano e Pelin Uran hanno presentato video opere di Rossella Biscotti, Ali Kazma, Bettina Wind & Alexandra Ferriera e Danilo Correale, giovani artisti che hanno piacevolmente stupito la redazione di Globartmag accorsa per il vernissage.

Tutte le opere in visione sono sottilmente legate dal filo rosso dell’industrializzazione e dell’operato umano. Il lavoro, la manodopera, la macchina e la società contemporanea sono i soggetti principali di ambientazioni asettiche, dove l’uomo si fonde con l’elemento architettonico-industriale e partecipa ad un ciclo produttivo a volte alienante nella sua rapidità, altre visibilmente liquido ed allungato all’interno di patterns temporali indefinite ed azioni incapibili.

Giovedì Difesa: Il bosco è fuori

Continuando a parlare di film difficili da trovare, mi preme sottolineare che anche il cinema italiano ha i suoi episodi sperimentali poco noti.

Il bosco fuori è un film horror del 2006 scritto e diretto dal regista italiano esordiente Gabriele Albanesi. Prodotto in maniera indipendente dalla NeroFilm di Gregory J Rossi, assieme allo stesso Gabriele Albanesi e alla Manetti Bros, con un budget minimo. In italia ha avuto incassi minimi grazie ad una pubblicità assente e ad una presenza infinitamente bassa nelle sale. In home video in Giappone con il titolo Italian Chainsaw è andato molto bene, tanto da affermarsi tra i dieci dvd home video più venduti. Il titolo per il Giappone è indovinato perché viene in mente il folle mondo delirante dei tutti cattivi di The Texas Chainsaw Massacre, che in italiano si dice “Non aprite quella porta” non saprei spiegare perché: ormai un cult dell’horror indipendente e a basso costo diretto da Tobe Hooper, e distribuito nelle sale nel 1974.

Giovedì Difesa – Invincibile Herzog

Invincibile è un film del 2001 scritto e diretto da Werner Herzog di cui tanto si sente la mancanza a ben vedere i commenti e i blog a proposito della crisi del cinema europeo. Il film interpretato da Tim Roth e Jouko Ahola a mio avviso rappresenta un caso abbastanza interessante riguardo alla spesso lamentata povertà di contenuti di certo cinema europeo recente.

Semplicemente perché, a dire il vero, il film, tuttora difficile da trovare, venne presentato al Festival del Cinema di Venezia il 3 settembre 2001, ma nelle sale italiane i pochi che ne hanno scoperto l’esistenza hanno potuto vederlo, per breve periodo, solo a partire dal 25 luglio 2008, data di uscita con ben 7 anni di ritardo. La trama si ispira a due figure storiche: il mitico forzuto ebreo Siegmund Zishe Breitbart e l’illusionista Erik Jan Hanussen..

Giovedì Difesa – Non-viventi fuori dalla casa del Grande Fratello

Dead Set e’ una serie televisiva di genere thriller-horror inglese ideata dallo scrittore britannico Charlie Brooker divisa in cinque episodi, diretti da Yann Demange edita nel 2008. È  possibile trovarla in streaming coi sottotitoli in italiano. Il primo episodio prende le mosse dalla finale del grande fratello inglese e si ambienta negli studi televisivi. Poi, dopo poco l’inizio, avviene la fine del mondo. Il  produttore è soltanto scocciato per le continue edizioni speciali del telegiornale che minacciano la serata finale e nessuno bada al vero senso della notizia. Quello che accade, misteriosamente e senza spiegazioni, come nella più nota saga di Romero, è che i morti tornano a vivere.

In questa serie gli zombie non sono lenti e impacciati come in Romero ma sono feroci e corrono, in verità molto più simili ai misteriosi pseudo-vampiri di Io sono leggenda (evoluzione appunto di quelli dell’ Ultimo uomo sulla terra di cui Io sono leggenda è remake).

Romantici a Milano

“Io vi amo,
 vi amo ma vi sputo però,
 vi amo tutti, 
è bello è brutto è solo questo. 
L’erba, ti fa male se la fumi senza stile!”
Finisce così la canzone dei Baustelle, Un romantico a Milano, e in questa storia ci sta pure l’erba…o comunque ci starebbe bene. Perché questa è una storia senza tempo, che però si è svolta pochi giorni fa, di un incantesimo a cui mancava l’ingrediente chiave. Fin da quando sono piccola i miei genitori si lamentavano perché avevo qualcosa da ridire in ogni occasione, questo non c’entra con quello che vi sto per raccontare, ma se vi unirete al coro, non ve ne farò una colpa.

C’era una volta, nella città di Milano, un luogo fatato chiamato Hangar Bicocca. Il problema era che nessuno che ci sapeva arrivare, e quindi alla fine nessuno ci andava. Questo, in sintesi, il rapporto che ho sempre avuto con l’Hangar. Un posto conosciuto, riconosciuto, con proposte allettanti, ma fondamentalmente richiedente uno sforzo per raggiungerlo inversamente proporzionale alla facilità di restare infossata nel divano (io nemmeno ce l’ho un divano, ma ci siamo capiti). La prima volta che ho visto l’installazione permanente di Anselm Kiefer, I sette palazzi celesti, mi sono pentita amaramente di non aver fatto lo sforzo prima. Nel mio personale percorso di pentimento non potevo dunque perdermi la riapertura al pubblico di questo spazio post industriale convertito all’arte contemporanea.

Giovedì Difesa – Joe Dante in 3D

The Hole di Joe Dante è un film che è stato presentato Fuori Concorso alla 66esima Mostra del Cinema di Venezia nel 2009, ed è nelle sale italiane solo da questo giugno. Il regista di The Gremlins, film di culto degli anni Ottanta, Joe Dante si forma, come molti dei migliori registi non solo di horror americani alla New World Pictures, lo studio creato da Roger Corman nel 1970, di cui era uno dei numerosi assistenti. In questo film in 3D, a mio avviso, la cosa più interessante è forse la sua maniera di affrontare la profondità di campo con le possibilità del 3D.

Sebbene i richiami a certo cinema horror siano parecchi, da Shining ai film giapponesi, ma soprattutto si notano somiglianze con Poltergeist, e via fino ad ammiccare, nel costruttore di lampade a forma di occhi al giocattolaio di Blade Runner e molti altri; pare che tutte le strizzate d’occhio di Dante, rimangano qui tali…

Giovedì Difesa – La nostra vita di Daniele Luchetti

È uscito in Italia il 21 maggio il film La nostra vita di Daniele Luchetti, per la sceneggiatura di Sandro Petraglia, Stefano Rulli, e Daniele Luchetti. Nel cast, oltre ad una ennesima grande prova di Elio Germano vale la pena di nominare almeno Raoul Bova, Isabella Ragonese e Luca Zingaretti.

Il film, tanto visto e apprezzato a Cannes, mostra un’Italia purtroppo possibile e probabile… fatta di una moralità che si autodefinisce e si auto genera in base ai fatti della vita, attorno a dei personaggi che non sono affatto anaffettuosi, come un indagine del nostro paese e del malcostume dominante dovrebbe dimostrare. Il bisogno di soldi sostituisce i fallimenti sentimentali e personali, la famiglia e gli amici si stringono come possono e quando possono all’interno di dinamiche (quelle concrete, lavorative) in verità malate dominanti su tutto e tutti.