
Sono una sognatrice e quando mi trovo di fronte ad un’opera d’arte non posso fare a meno di chiedermi se me la terrei in casa quella cosa li. Lasciando perdere costi e spazi, vorrei vederla tutti i giorni per il resto della mia vita? Me lo domandavo anche all’inaugurazione della seconda personale dell’artista svedese Nathalie Djurberg da Giò Marconi a Milano.
La risposta è contenuta nel titolo di questo articolo, astenersi perditempo, ma soprattutto: soggetti deboli di cuore, di spirito (in tutte le sue accezioni), chi è vulnerabile, i facilmente impressionabili, i puritani e i bacchettoni. Astenersi un pò tutti, Nathalie fa arte per se stessa, sul tavolo della sua cucina a Berlino e poco importa se ha vinto un Leone d’Argento per il più promettente giovane artista della Mostra Fare Mondi all’ultima Biennale di Venezia. Importa ancor meno se mentre guardi uno dei suoi video ti vengono su, direttamente dallo stomaco, una raffica di domande, che vorresti fare proprio a lei, perché credi di aver capito qualcosa, ma hai bisogno della conferma.










