Kerstin Braetsch e Adele Roeder alla galleria Giò Marconi di Milano

La galleria Giò Marconi è lieta di presentare Glow Rod Tanning with…, prima personale di Kerstin Brätsch (1979, vive e lavora a New York), in visione dal 22 febbraio al 31 marzo 2012. Per l’occasione l’artista presenterà nuovi dipinti su mylar, esposti attraverso l’uso di magneti, barre metalliche o su strutture autoportanti parzialmente illuminate da luce al neon. Completano l’allestimento alcuni elementi realizzati dal designer italiano Martino Gamper, che si offrono in maniera modulare come supporto ai dipinti.

Le piattaforme di Gamper uniranno idealmente la mostra di Kerstin al progetto COMCORRÖDER, presentato in parallelo da Adele Röder (1980, vive e lavora a New York) in via Masera di fronte al civico 10.

Movimenti quotidiani svelati alla Lorcan O’Neill

Corpi nudi che si adagiano su tele per imprimere, come impronte, movimenti ponderati prima di denudarsi. Un’azione performativa celata al pubblico, tuttavia intuibile nei lavori site-specific realizzati da Juliana Cerqueira-Leite (São Paulo, 1981, vive e lavora a Brooklyn) all’interno dello Street-View della galleria romana Lorcan O’Neill nelle settimane precedenti l’inaugurazione della mostra ‘Procede-Proceed’, per essere ospitati presso lo spazio di via Orti d’Alibert fino al 24 febbraio. Juliana è un’eclettica artista e curatrice brasiliana. Ha studiato presso la London’s Slade School of Fine Art e al Camberwell College of Art di Londra. Ha esposto a livello internazionale in Lituania, California e Londra. Nel 2006 ha vinto il Premio Kennetj Armitage per la scultura e nel 2010-11 una fellowship presso l’A.I.R. Gallery di New York.

Entrando nell’unica sala espositiva lo spettatore nota, in primis, la scultura Pull Up (gesso su una base di legno, 2012) posta al centro. Il termine inglese indica l’atto del ‘tirare a sé’ il gesso bagnato. Un gesto ripetitivo alternato ad una serie di ‘break’, necessari per far sì che il materiale si rapprenda, fino ad assumere le fattezze delle sue membra, generando un calco della scultrice in continuo divenire.

Social Networks e giovani artisti, attenzione a non esagerare

Ormai non è più inverosimile pensare all’arte ed alla vita privata come due entità non separate. Giusto una manciata di anni fa, artisti come Tehching Hsieh avevano deciso di trasformare la loro vita in una continua performance, con tutte le difficoltà e gli inconvenienti del caso. Oggi invece non bisogna far troppa fatica per manifestare la propria creatività anche in un contesto totalmente al di fuori dall’attività pubblica.

L’artista dei nostri giorni ha infatti a sua disposizione una serie di piattaforme digitali su cui espandere la propria creatività e mantenere il resto del pubblico in contatto con la propria attività anche in ambito privato. Facebook ad esempio può essere un buon metodo per espandere le proprie conoscenze e fare un poco di public relations che non guastano mai.

Twitter è invece molto usato anche da veri e propri mostri sacri come Ai Weiwei che proprio dal celebre social network cinguettante ha lanciato la sua battaglia contro le ingiustizie delle istituzioni cinesi. Ultimamente invece molti giovani artisti hanno scoperto piattaforme alternative come Tumblr, website che permette di creare veri e propri blogs altamente customizzabili tnato che è facilissimo trovare modelli già pronti per creare portfolios.

Zombie della pittura, unitevi!

Per molti la pittura è definitivamente morta, per altri è ancora viva. Questa strana condizione in cui versa uno dei medium più vecchi del mondo è quindi simile a quella di uno Zombie, un’entità che ancora non ha ben chiaro il suo futuro mentre a stento intravede il suo presente. Effettivamente un caso-pittura esiste e ne danno prova le ormai sistematiche assenze alle manifestazioni internazionali.

Anche alla scorsa Biennale di Venezia, tranne il Padiglione Minestrone Italia di Vittorione Nazionale© in cui si è assistito ad una sorta di trionfo/tragedia, la pittura è stata soppiantata dall’installazione che ormai sembra farla da padrone. Tutti i curatori vogliono un bel progetto invasivo, con oggetti ammassati dappertutto e sopratutto sparsi dappertutto.

Taiyo Onorato e Nico Krebs alla Galleria Riccardo Crespi di Milano

La Galleria Riccardo Crespi presenta End of an Era (Fine di un’Era), in mostra dal 23 febbraio al 7 marzo 2012,  personale degli artisti svizzeri Taiyo Onorato e Nico Krebs.  I due artisti collaborano fin dall’anno 2003, utilizzando la fotografia come mezzo espressivo principale, benché la loro produzione comprenda scultura e istallazione. Materia della loro ricerca sono spesso oggetti tratti dal quotidiano, caricati di significati inattesi e disorientanti per creare immagini in cui realtà e finzione collidano.

Fine di un’Era è una selezione di opere fotografiche e sculture, che ruota attorno al concetto di Fotografia come medium, ma anche come meccanismo di creazione. Questi lavori riflettono sulla percezione dell’immagine fotografica, nella sua ambivalenza tra mera registrazione del dato visivo e rappresentazione di un mondo immaginario. Il titolo Fine di un’Era si riferisce all’insistente dibattito sulla morte della fotografia analogica, recentemente intensificato in seguito al fallimento di Kodak.

Quattro chiacchiere con Christo

Oltre ad essere un grande artista, Christo Javacheff è un gran signore. Un uomo di altri tempi verrebbe da dire, pronto ad aprirsi al pubblico dell’arte, ad informarlo e perché no anche formarlo. Proprio ieri si è tenuta una lecture del nostro “impacchettatore” preferito all’ Art Forum Würth di Capena, evento che tra le altre cose ha fatto da corollario alla mostra in essere Christo and Jeanne-Claude, opere nella collezione Würth, in visione fino al prossimo 8 settembre 2012.

Christo, purtroppo orfano di Jeanne-Claude, ha parlato per più di un’ora, illustrando dettagliatamente il suo nuovo progetto Over The River. Il discorso è stato inoltre animato da aneddoti e metodologie riguardanti celebri opere del passato come The Umbrellas e Running Fence, inutile dire che questi ed altri progetti sono stati più volte rifiutati dalle varie istituzioni pubbliche ed hanno comunque richiesto duri anni di lavoro.

Perché Sanremo è Sanremo…purtroppo

L’immagine Simbolo di questo Festival di Sanremo 2012 e forse anche il fulcro della nostra italica demagogia si nasconde dietro il tondo faccione di Dolores O’Riordan, leader dei redivivi Cranberries di ritorno dagli anni ’90. Gianni Morandi le chiede: “Ricordi una canzone o un cantante di una qualsiasi edizione Sanremo, in particolare?” e la povera Dolores risponde: “Mi dispiace, non conosco il Festival di Sanremo”.

Se ancora vi erano dubbi fra il pubblico, la povera Dolores li ha chiariti tutti: il Festival della canzone più famoso del mondo, quello trasmesso in Eurovisione, al di fuori dei nostri confini non esiste.

Kaarina Kaikkonen / Huma Bhabha alla Collezione Marmotti di Reggio Emilia

Kaarina Kaikkonen Are We Still Going On?

Pensata per la ex fabbrica di abbigliamento , ora sede della Collezione Maramotti, la grande installazione Are We Still Going On? di Kaarina Kaikkonen segue e accompagna la struttura compositiva dell’edificio, esempio peculiare di architettura brutalista e organicista degli anni Cinquanta. Il vecchio ingresso alla fabbrica − in cui è stata realizzata l’opera − è idealmente diviso in due aree; le catene orizzontali in cemento armato che collegano i pilastri non solo conferiscono un ritmo architettonico allo spazio, ma divengono parte del lavoro dell’artista.

L’installazione si compone di due strutture simmetriche che evocano lo scheletro di una grande barca. La semplice carena è sezionata in due parti che si sviluppano dal soffitto fino a tangere il pavimento, con un medesimo ritmo compositivo semicircolare realizzato con abiti annodati tra loro. Per la scelta dei colori che delineano le due strutture complementari, gli abiti suggeriscono un dialogo simbolico tra il maschile e il femminile: chiari da un lato, dai toni più freddi dall’altro. Dal tutto emana una combinazione coloristica di armonica bellezza.

ORI GERSHT – Still and Forever

Brand New Gallery di Milano inaugura il 1 marzo la mostra Still and Forever, prima personale italiana dell’artista israeliano Ori Gersht. Attraverso la creazione di scenari sublimi che diventano precipitosamente inquietanti per mezzo di una decadenza improvvisa e graduale, le opere di Ori Gersht rendono momenti prolungati di suspense grazie all’uso della fotografia in stop-motion e del film al rallentatore. Rifacendosi nelle composizioni a quadri storici di grandi maestri, l’artista offre una meditazione sulla vita, la perdita, il destino ed il caso. Catturare un attimo, fermarlo nel tempo e nello spazio per renderlo percettibile in modo chiaro e preciso è una prerogativa di questo artista.

Nella serie Blow Up, che prende il nome dall’omonimo film di Michelangelo Antonioni, la composizione floreale richiama le tinte del tricolore di Francia e si rifà all’opera di Henri Fantin-Latour. Ori Gersht accelera la scomparsa di questo still-life facendolo letteralmente saltare in aria, attraverso una tecnica che prevede un preventivo congelamento dei fiori e la successiva creazione di una violenta esplosione attraverso piccole cariche di nitroglicerina sapientemente posizionate. L’azione viene catturata in modo assai vivido per mezzo di una speciale camera ad alta risoluzione ad 1/6000 di secondo: i momenti cruciali di quest’immagine, allo stesso tempo affascinante ed inquietante, vengono selezionati dall’artista ad evocare la dicotomia tra caos e serenità così come gli atti casuali di violenza, non solo della storia europea, ma anche del suo paese d’origine.

VIOLENCE. L’arte interpreta la violenza

Dal 22 aprile al 10 giugno 2012 il Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara ospiterà la mostra collettiva VIOLENCE. L’arte interpreta la violenza, scelta per la XV edizione della Biennale Donna e organizzata dall’UDI – Unione Donne in Italia di Ferrara e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.

Continuando il percorso iniziato nelle precedenti tre edizioni, la Biennale Donna ancora una volta si prefigge il compito di individuare ed esplorare tematiche legate a problemi socioculturali, identitari, comportamentali e geopolitici, interpretati grazie all’acuta creatività di alcune delle più note voci femminili dell’arte contemporanea. Curata da Lola Bonora e Silvia Cirelli, l’esposizione propone il percorso di sette artiste già affermate a livello internazionale e la cui ricerca è da tempo incentrata sul tema della violenza, una questione purtroppo ancora oggi molto attuale.

Iván Navarro – Nacht und Nebel

Dal 2 marzo al 5 maggio 2012 la Fondazione VOLUME! presenta Nacht und Nebel di Iván Navarro a cura di Antonio Arévalo. La mostra, attraverso un intervento istallativo, vuole rievocare l’atmosfera della città di Roma tra il settembre 1943 e il giugno del ’44, quando, occupata dalle truppe naziste, fu esposta ai bombardamenti e alle persecuzioni e la sua popolazione cercava rifugio in sotterranei, cunicoli, tunnel. Anfratti bui che divennero salvezza ma a volte anche sinonimo di morte, come nel caso delle fosse Ardeatine che furono scenario di un efferato eccidio nazista.

Il progetto dunque, insiste proprio su questa duplice interpretazione e su questo concetto di memoria. L’artista Iván Navarro (Santiago del Cile, 1972) nel suo lavoro sviluppa il concetto di conversione dell’energia attraverso la costruzione di oggetti ed installazioni luminose con neon e materiali d’uso quotidiano, rimettendo in discussione gli stilemi dell’arte modernista con un’attenzione ad un risvolto socio-politico. Per gli spazi della Fondazione VOLUME! ha concepito sette pozzi in mattoni e cemento dalla forma circolare, quadrata o triangolare, contenenti ognuno una scritta al neon: ODIO, OCCHIO, ECCO, ECO, EX, BECCO ed ECCIDIO.

Jacopo Miliani – Do you believe in mirages?


Sabato 18 febbraio 2012, EX3 Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze inaugura Do you believe in mirages?, progetto di Jacopo Miliani vincitore della seconda edizione del Premio EX3 Toscana Contemporanea. Il Premio, promosso da EX3 in collaborazione con Regione Toscana, nasce con l’intento di valorizzare le generazioni di artisti under 40, toscani di nascita o di residenza.

EX3 ha nominato una commissione composta da 3 curatori attivi sul territorio: Lorenzo Bruni, Valentina Gensini e Alberto Mugnaini, che ha selezionato una rosa di sei artisti – Yuki Ichihashi, Jacopo Miliani, Studio++, Teatro Sotterraneo, Martina della Valle, Enrico Vezzi – a ognuno dei quali è stato chiesto di presentare un progetto per la sala centrale di EX3. I progetti sono stati valutati, in una seconda fase da una giuria composta da Tom Morton, Ludovico Pratesi e presieduta da Sergio Tossi, che ha decretato vincitore Jacopo Miliani.

THE NUDE: quando l’aperitivo e’ nudo

Lunedì  20 Febbraio dalle h 20:00 alle 22:00 si terra’ il secondo appuntamento di The Nude: aperitivo con nudo dal vero al Bebop Jazz Club (Via Giuseppe Giulietti 14, Roma). Non lasciatevi ingannare dal titolo, non si tratta del solito aperitivo romano condito in salsa piccante, ma di una vera e propria sessione di disegno, dove pero’ non regna l’aria aulica e didattica che si respira nelle accademie. Si tratta infatti di un evento divertente durante il quale disegnare, socializzare e rilassarsi approfittando di un drink e due chiacchiere.

THE NUDE consiste in sessioni di disegno dal vero all’interno di un locale dove una modella o un modello poseranno per due ore. Il luogo inconsueto e di grande afflusso come un jazz club, un ristorante o un wine bar non e’ una scelta dettata dal caso ma e’ studiata per rendere una pratica di solito elitaria o accademica alla portata di tutti. The Nude e’ un evento itinerante per artisti e non solo, c’e’ chi disegna da sempre, chi riprende in mano le matite dopo essersi dedicato ad altre tecniche per anni, chi invece vuole provare per la prima volta.