Rui Toscano- Universo Parallelo

Venerdì 28 ottobre 2011 Ex Elettrofonica di Roma presenta nei suoi spazi la prima personale in Italia dell’artista portoghese Rui Toscano, Universo Parallelo, a cura di Gianluca Brogna.

Artista che adopera il potere evocativo delle immagini e dei suoni, Toscano si è misurato, nel corso della sua carriera artistica, con differenti media: dal disegno al video, e dall’installazione alla performance sempre in cerca dello strumento più congeniale al messaggio da veicolare. Una ricerca che parte dal singolo uomo e procede nell‘analisi dei meccanismi sociali al fine di indagare i dispositivi che generano desideri e memoria collettiva.

Shen Wei, artista della danza totale, tra Collezione Maramotti e teatri


Quello di Shen Wei, coreografo, regista, danzatore, pittore, designer miracolosamente in bilico tra Oriente e Occidente, sarà un ritorno (re-turn), a Reggio Emilia, città che lo vide già nel 2009 ospite della stagione della Fondazione I Teatri con il dittico Re- (Part I) e Map. Il progetto, inserito nel calendario 2011 del festival Aperto (7 ottobre-6 novembre 2011) dedicato alla contemporaneità, vede Fondazione I Teatri accanto a Collezione Maramotti e Max Mara per una site specific dance performance negli spazi della Collezione (21 e 23 ottobre), per la prima europea di Near the Terrace, Part I al Teatro Valli (22 ottobre) e per una conversazione tra lo stesso artista e la giornalista de la Repubblica, Leonetta Bentivoglio (20 ottobre).

“In tanti anni di sperimentazione, ho elaborato uno stile di puro movimento figurativo e profondamente personale. La mia estetica trova le sue radici nei principi che regolano le strutture di base del movimento. Ultimamente, ho focalizzato la mia attenzione sulle energie che influiscono sulle strutture del movimento: dal modo in cui l’energia fa muovere organicamente il nostro mondo, al modo in cui le energie interne dell’uomo – respiro, peso, centro, equilibrio – sono interconnesse. Mi affascinano gli effetti che queste energie hanno sul corpo e sulla mente, come aprono le porte a nuove dimensioni di pensiero.

Le Storie dell’Arte, 8 incontri al MAXXI

Tornano al MAXXI Le Storie dell’Arte, rassegna di incontri sulla storia dell’arte contemporanea a partire dal 1960, organizzata per argomenti cronologici e tematici sugli ultimi cinquant’anni di ricerca. Galleristi, curatori, critici d’arte e docenti universitari approfondiscono in 8 incontri gli aspetti teorici per offrire al pubblico del Museo ulteriori strumenti di lettura e comprensione dell’arte, della critica e del suo sistema, dalle neoavanguardie al concettualismo, dal post modernismo all’arte del nuovo millennio. Non solo lezioni di arte contemporanea ma racconti di quei protagonisti che con mostre straordinarie hanno segnato la storia dell’arte italiana contemporanea.

Primo appuntamento: sabato 15 ottobre, ore 11.30 – 13.00 Ester Coen racconta gli anni sessanta e il neoavanguardismo italiano. Se gli anni sessanta furono un momento di svolta nelle ricerche artistiche di tutto il Novecento, quali ne furono i personaggi chiave? Quali diventarono i principi fondamentali della visione? Sono i termini di una discussione nata negli Stati Uniti, i cui riflessi in Italia si sarebbero fusi con la logica di una diversa percezione cambiando il senso della storia, del passato e della natura.

Buttarlo o venderlo? Storia di un telo-opera di Mimmo Paladino

C’era una volta un grande telo, uno di quelli usati per coprire le brutture causate dai lavori di restauro. Parliamo di un telo molto grande, circa 64 metri di lunghezza e 14 d’altezza. Questo telo si trovava a Modena, per circa quattro anni ha ricoperto il cantiere della Ghirlandina, divenendo un vero e proprio simbolo cittadino. Ma non si trattava di un telo comune, perché questo telo era in realtà un’opera d’arte creata dal grande Mimmo Paladino.

Alla fine di questa piccola fiaba si nasconde però una questione che forse non tutti hanno preso in considerazione: qual è il destino dell’opera di Paladino? Non si può certo buttarla via alla stregua di un telo di protezione qualunque. La cerimonia di rimozione del telo, con conseguente mostra della Ghirlandina ben ripulita e tornata ai colori di un tempo, è durata un giorno dalle 8.30 della mattina del 22 settembre 2011 fino alle 18.30.

Malgara presidente della Biennale ma non tutti sono contenti

Un interessante articolo pubblicato su The Art Newspaper può aiutarci a comprendere cosa pensa il resto del mondo dell’arte riguardo la recente notizia della cacciata di Paolo Baratta dalla presidenza della Biennale di Venezia, rimpiazzato da Giulio Malgara. Il magazine ci informa che la Biennale, anche grazie al lavoro svolto da Baratta (dal 1998 al 2000 e dal 2007 ad oggi), è divenuta una manifestazione ancor più nota e prestigiosa che riesce a coprire autonomamente l’80 percento delle sue spese.

Ricapitolando, qualità e prestigio ci sono ed anche i soldi non sembrano mancare, ed allora il problema dove risiede? Secondo The Art Newspaper, il quale rafforza una tesi ormai ampiamente sostenuta dalle nostre parti, il problema è di natura politica. Tuttavia gli scettici in merito alla nomina sono molti, The Art Newspaper parla di: “Un grande imprenditore che ha portato in Italia grandi brands americani come Gatorade e Quaker ed ha fondato la società di statistiche televisive Auditel. Malgara però non ha mai mostrato interesse nel settore culturale a differenza di Baratta che è nel consiglio direttivo di molti organismi culturali”.

Temi&Variazioni alla Collezione Peggy Guggenheim

Il 15 ottobre la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia presenta la terza edizione di Temi&Variazioni. L’innovativa quanto consolidata formula curatoriale ideata da Luca Massimo Barbero, nata nel 2002, giunge quest’anno alla sua terza edizione, con la costante volontà di guidare l’osservatore verso una nuova comprensione delle opere, note e meno note, della Collezione Peggy Guggenheim attraverso il dialogo fitto e multi-interpretativo con lavori di artisti più contemporanei, provenienti da altre collezioni.

All’interno delle stesse sale, capolavori appartenenti alle avanguardie del primo Novecento si confrontano tematicamente e scientificamente con opere del secondo dopoguerra, fino a lambire i confini della contemporaneità, in un percorso espositivo che rappresenta un’occasione unica per osservare l’evoluzione di temi e segni in nuove forme espressive. In questo dialogo tra contrasti e assonanze, ogni sala si fa narratrice di un tema, di  una vicenda, di una curiosità, di una variazione, talvolta resi evidenti talvolta celati da parte degli autori, riflettendo in questo modo lo spirito che da sempre caratterizza la collezione di Peggy.

Short stories 4 – I will not make any more boring art

CHI: John Baldessari (National City, California – 1931). Architetto e artista concettuale, soprattutto grande vecchio molto copiato, d’altronde il citazionismo è uno dei vizi della nostra società. Fin da giovane Baldessari mostrò passione verso le parole come portatrici di significati profondi, le sue prime tele avevano per soggetto frasi dipinte a mano, ma essendo un perfezionista decise di adoperare metodi più scientifici: meglio le lettere per insegne della mano imprecisa. Da li in avanti la sperimentazione fu continua, adoperando ogni mezzo possibile e commistionando il liguaggio visivo con quello della parola scritta.

DOVE: Galleria Le case d’arte – Milano

QUANDO: 15 settembre 2011 – 29 febbraio 2012

COSA: Un piccola stanza, un po’ nascosta nel cortile di una casa, con le pareti tappezzate dalla semplice frase “I will not make any more boring art”. Null’altro.

PERCHÈ: Non ci fosse il gallerista a fissarti sarebbe un posto perfetto per la meditazione. Fondamentalmente non è una mostra, ma un monito di quelli da scolpirsi in testa, “Non farò più opere d’arte noiose”, un principio che soprattutto oggi bisognerebbe applicare a qualsiasi ambito.

Giovedì difesa: Megamind

Megamind è un film d’animazione del 2010 girato da Tom McGrath. I due protagonisti sono doppiati nella versione originale da Will Pharrel e Brad Pitt; la qual notizia è per noi influente non avendo un culto e un’attenzione per la recitazione originale.

In Megamind il cattivo pasticcione è simpatico, ed in quanto tale è anche buono. Si, cerca di governare il mondo, come ruolo gli impone, ma non si aspettava di riuscirci, dato che proprio il rispettare i ruoli non lo avrebbe previsto.

Yoko Ono ricorda John Lennon con una mostra benefica


 John Lennon è stato uno dei più grandi cantautori dello scorso secolo oltre che una figura che ha tentato in tutti i modi di promuovere la pace universale. Inutile inoltre presentare Yoko Ono, sua compagna storica e nostra vecchia conoscenza che spesso e volentieri compare sulle pagine del nostro blog. Ebbene, forse sarebbe interessante sapere che proprio la nostra eroina promuove da oltre dieci anni le opere d’arte visiva del suo amato Lennon ed in concomitanza del suo compleanno organizza sempre una mostra in suo onore.

Il prossimo 7 ottobre John Lennon avrebbe compiuto 71 anni e per rendergli un degno tributo Yoko Ono, Bag One Arts e Legacy Fine Arts & Production hanno deciso di organizzargli una grande mostra a New York al numero 76 di Wooster Street. L’evento prende il titolo di Gimme Some Truth: The Artowrk of John Lennon ed è partito il 10 ottobre scorso. Il titolo è ovviamente preso in prestito da un’omonima song che figura all’interno dell’ormai storico album Imagine, scritto circa 40 anni or sono.

Giovedì difesa: Attack the block

Bello come un film di Carpenter… di quelli che quando finisce dici peccato, altra mezzora di adrenalina me la tiravo volentieri. Ma non ci sono solo omaggi ad un certo cinema di fantascienza che ha le sue radici negli anni ’80 nel film scritto e diretto da Joe Cornish. C’è anche una certa attenzione ad una ambientazione nella vita dei quartieri poveri completamente odierna, sebbene portata ai suoi livelli più paradossali.

Lo trovate con facilità in rete coi sottotitoli, quindi senza lagnosi strilli in italiani. Il film è prodotto da Edgar Wright, uno che ci capisce e che non smetterò mai di ringraziare per aver girato Shaun of the dead. Attack the block è divertente e frizzante come non ne vedevo da tempo.

La classifica dei personaggi e dei fatti meno influenti dell’arte contemporanea, edizione 2011

 Ecco a voi la consueta classifica di fatti e personaggi che non cambieranno di una virgola il nostro sgangherato mondo dell’arte.

 1 I mille artisti del Padiglione Italia di Vittorio Sgarbi. Non si sa bene il loro numero esatto come non è certo chi abbia partecipato e chi no. La critica nazionale è insorta, quella estera ha sorriso con disprezzo, la storia dell’arte non ha visto e sentito nulla se non il tonfo della nostra scena del contemporaneo.

 2 Oliviero Rainaldi e la statua di Papa Wojtyla. “Volevo evitare la retorica. Volevo che fosse una scultura e non una statua” ha dichiarato recentemente l’artista. Peccato che Roma non ha ben recepito il messaggio. Ed allora dagli addosso alla statua-orinatoio o statua garitta. Poi arrivano gli attacchi vandalici, le proposte di rimozione ed infine di ritocco. Non c’è pace per il povero Papa.

MY NAME IS… Luca Christian Mander

MY NAME IS… Luca Christian Mander è la seconda tappa di una rassegna ideata e curata da Mariacristina Ferraioli per [.BOX] Videoart Project Space, spazio espositivo a Milano dell’associazione Visualcontainer. Il progetto nasce dalla volontà di proporre un’attenta ricognizione sulla videoarte italiana degli ultimi anni e di approfondire alcune ricerche che ne hanno segnato il cammino.
La rassegna è strutturata in serate-evento a carattere monografico, nel corso delle quali sono proiettati i video realizzati dall’artista invitato. Il pubblico può così godere di un approccio visivo diverso. Se è vero infatti che quasi tutte le opere sono state concepite per essere mostrate singolarmente, è anche vero che, inserite nel contesto dell’intera produzione, esse possono assumere sfumature e significati inediti e dar vita a nuove possibilità di lettura. Inusuale è la tipologia dell’evento che di fatto non presenta nulla di nuovo ma offre l’occasione rara di una visione d’insieme che dà risalto alla necessità di una riflessione critica contro la dominante ed ossessiva bulimia del presente che contraddistingue il sistema dell’arte contemporanea.

Pochi centri per giovani artisti? Marc-Olivier Wahler ne apre due, anzi tre

Di centri per la giovane arte non se ne trovano molti e, come già scritto in un nostro precedente articolo, di musei laboratorio dedicati al supporto ed alla promozione dei giovani talenti se ne trovano ancora meno. Marc-Olivier Wahler, attuale direttore del Palais de Tokyo che verrà sollevato dal suo incarico nel gennaio 2012, di centri per la giovane arte ha intenzione di aprirne ben due.

Il progetto prevede infatti due poli posizionati a Los Angeles e a Parigi che dovrebbero sorgere nel corso della primavera del 2012. I centri prenderanno il nome di Chalet Hollywood e Chalet Society. Lo Chalet Hollywood troverà posto nell’edificio del Los Angeles Contemporary Exhibitions (LACE) mentre il suo equivalente parigino, lo Chalet Society, verrà posizionato in boulevard Raspail. Ma c’è di più: Marc-Olivier Wahler ha intenzione di aprire un terzo Chalet a Marrakech verso la fine del 2012.