Aspettando che il pubblico arrivi

Le placide giornate al mare sono ormai un lontano ricordo ed i molti vernissage di settembre, organizzati da gallerie private e musei, hanno dato il via alla seconda parte della stagione artistica 2011. Eppure qualcosa non torna, le manifestazioni girano con i motori a mezzo servizio, persino le gallerie che inaugurano mostre con nomi altisonanti si ritrovano semivuote con scorte le vino che avanzano per le settimane a venire. Qualcuno ha subito dato la colpa alle aperture anticipate che hanno colto impreparate le molte persone ancora in ferie ma oramai siamo giunti ad ottobre e la situazione non sembra migliorare.

Il conto è facile da stilare, alle mostre d’arte contemporanea manca attualmente circa la metà del pubblico dello scorso inverno. Ovviamente noi addetti del settore non possiamo che sperare in una pronta “guarigione” ma il problema risiede nella qualità dell’offerta e non nella quantità. Se il pubblico non confluisce significa che ha trovato di meglio da fare e questo, per il nostro sistema post Padiglione Italia by Vittorione Nazionale e post crollo dei poli museali, non è una gran bella faccenda. Quelle poche mostre che hanno sino ad ora salvato la baracca hanno meritatamente beneficiato di una grande affluenza di pubblico attirato da proposte veramente interessanti.

La top 100 di Christie’s, Warhol e Banksy in testa

Quali sono gli artisti più quotati sul mercato? Chi comprare e su quali basi? Domande a cui è molto difficile rispondere ma c’è qualcuno che prova comunque a stilare classifiche su basi solide. Quel qualcuno è la prestigiosa casa d’aste Christie’s che sul suo sito ha da qualche tempo pubblicato una top 100 degli artisti più quotati del momento.

Al primo posto c’è ovviamente il re del mercato Andy Warhol e la classifica è zeppa di nomi oramai ampliamente consolidati come Picasso, Van Gogh e Monet. Il posizionamento più interessante è però quello Banksy, incredibilmente secondo quasi a voler confermare la grande ondata di successo del beniamino della street art. Sotto tono Koons e Hirst, scesi rispettivamente al ventunesimo e ventiseiesimo posto. Per scovare un italiano ci tocca scendere alla trentacinquesima posizione dove il grande Lucio Fontana tiene alta la nostra bandiera.

Giovedì difesa: les revenants

Normalmente tendo a parlare di un film per consigliarlo. Anche in questo caso.

Solo che voglio consigliare un film che non mi è piaciuto.

Il film di Robin Campillo del 2003 per me va assolutamente visto perchè non ci si può credere. Come prima cosa scavalca tutti i canoni del film di genere, e insospettabilmente, pur parlando di zombie, in larga parte, mi annoia.

Al via la terza stagione espositiva della fabrica fluxus art gallery: Un autunno visionario e un inverno di metamorfosi

 Uomini-cane e bambini sfigurati, scimmie con tre occhi, una donna-pesce in agonia: famelici ibridi nati dalla mescolanza o dalla lotta tra uomini e animali, figli inquieti di una mutazione antropologica che sembra generata dall’alterazione degli equilibri evolutivi e delle convenzioni culturali invalse per millenni, sono i protagonisti della recente ricerca pittorica di Nicola Alessandrini, che parte da una scientifica descrizione del dato naturalistico per trascinare lo spettatore nelle catastrofiche visioni di un’umanità sospesa tra le contrastanti pulsioni dell’abbrutimento della carne e dell’euforia del volo.

Per l’inaugurazione della stagione espositiva 2011-2012 della Fabrica Fluxus Art Gallery di Bari, viene presentata per la prima volta in Puglia la pittura visionaria e destabilizzate di Nicola Alessandrini (Macerata, 1977). In occasione della mostra personale intitolata “Tra bestia e cielo”, a cura di Francesco Paolo Del Re e Roberta Fiorito, l’artista marchigiano presenta negli spazi di Fabrica Fluxus tre serie di nuove opere, due trittici pittorici di grandi dimensioni e alcuni lavori di dimensioni più ridotte, accompagnati da un intervento installativo. La mostra inaugura sabato 1 ottobre alle ore 19 ed è visitabile fino al 20 ottobre.

Ancora scopiazzature da Gagosian New York, questa volta le fa Bob Dylan

I nostri lettori sanno bene che noi di Globartmag non siamo molto concordi nel definire grandi artisti quei celebri nomi dello star system che decidono di allargare i propri interessi all’arte visiva. Spesso, Sylvester Stallone e compagnia cantante, buttandosi nel vasto mondo dell’arte contemporanea hanno combinato danni irreparabili, per non parlare poi degli effetti collaterali occorsi ai poveri visitatori che hanno avuto il coraggio di ammirare opere più che improponibili.

Parlando di simboli del nostro secolo, il buon vecchio Bob Dylan ha da diverso tempo scoperto di aver talento per la pittura. Ora non stiamo qui a criticare il Dylan cantante, che amiamo ed apprezziamo, ma sul Dylan pittore avremmo qualche riserva. Comunque sia, dato che il celebre poeta della canzone è un nome pluriconosciuto e pluriamato, il buon Gagosian non poteva certo non fiutare l’affare ed ha quindi organizzato una bella personale (dal 20 settembre al 22 ottobre) nella sua sede di Madison Avenue a New York.

VIP 2.0, la fiera solo su internet ci riprova per il 2012

La seconda parte della stagione artistica non è ancora entrata nel vivo e già si parla della prossima edizione della VIP Art Fair, fiera d’arte interamente ospitata dal web che durante la sua prima edizione ha fatto registrare un alto numero di consensi e di polemiche. Se ben ricorderete, lo scorso anno Globartmag aveva ottenuto un pass per la fiera e vi aveva fornito un ampio reportage su cosa avevano da offrire gli stand telematici.

Il più grosso ostacolo incontrato dalla fiera è stato il boom di presenze online che durante la scorsa edizione hanno sovraccaricato il sito rallentandolo pesantemente. Anche la chat, che permetteva ai visitatori di parlare con assistenti e galleristi, appariva miseramente “impallata”. Dopo tutti questi inconvenienti la direzione della fiera decise, attraverso le parole del suo co-fondatore Jane Cohan, di stabilire un risarcimento del 50% sui costi di partecipazione sostenuti da ogni galleria partecipante. Comunque sia, anche con tutti questi bugs, molte gallerie si sono ritenute soddisfatte dell’evento pilota.

CHARACTERS, ANGELO BELLOBONO – VALENTINA VANNICOLA

Wunderkammern dal 7 ottobre presenta nei suoi spazi la doppia personale di Angelo Bellobono e Valentina Vannicola. Attraverso la serie fotografica La principessa sul pisello di Vannicola e dipinti, video, performance di Bellobono, Characters indaga il ruolo dei personaggi di una storia o della Storia attraverso la lente dell’arte contemporanea. I “Protagonisti” sfumano trasmutando in “Caratteristi” e viceversa. La celebrità si relativizza. Attori e comparse sono tutti eroi del quotidiano, mentre il racconto assume un ruolo marginale. Gli interpreti della grande Storia o delle micro-storie quotidiane si equiparano: uguaglianza o omologazione? Dove finisce il ruolo e inizia l’identità individuale?
Fotografa eppure regista, costumista, e scenografa, Valentina Vannicola presenta il lavoro ispirato a La principessa sul pisello, favola classica reinterpretata in chiave contemporanea. Le sue fotografie, riconducibili al filone della staged photography, presentano come reali scene costruite secondo le dinamiche proprie della cinematografia; in mostra, oltre all’intero lavoro composto da 7 stampe di grandi dimensioni, sarà presente anche una delle installazioni realizzate dall’artista per uno degli scatti.

Era per Lars Vilks l’attentato alla Göteborg Biennale, mentre l’asta per Haiti di Ben Stiller chiude col botto

Passiamo rapidamente in rassegna le ultime notizie provenienti dal bizzarro mondo dell’arte contemporanea. Non molto tempo fa vi avevamo dato notizia del presunto attentato terroristico ai danni della Göteborg International Biennial for Contemporary Art. In quel frangente le forze dell’ordine avevano sgomberato il Roda Sten Art Center, dove si stava svolgendo un evento della prestigiosa Biennale, evacuando circa 4000 persone presenti in quel momento nel complesso.

Oggi, ad un paio di settimane di distanza si è appreso che quella minaccia era concreta e che il bersaglio dei terroristi era appunto Lars Vilks. Ma perché Vilks è odiato a tal punto da scatenare un attacco terroristico? Ciò è presto detto: nel 2007 il disegnatore vendette delle vignette ad alcuni quotidiani e periodici come il Nerikes Allehanda. Nei disegni compariva la figura sacra di Maometto, ingiustamente derisa dall’artista. Inutile dire che il fondamentalismo islamico si è subito scagliato contro Vilks e da qul momento i tentativi di attentato si sono moltiplicati.

(e)merge, la fiera low cost che piace agli americani

Fiere e fierette dell’arte contemporanea sono un fenomeno in forte espansione in tutto il mondo. Nella maggior parte dei casi queste manifestazioni sono organizzate con grande cura e accolgono al loro interno solo gallerie ampliamente quotate sul mercato. Per questo motivo le opere degli artisti in mostra sono proposte a cifre non sempre abbordabili e spesso chi vorrebbe comprare è costretto a ripiegare su opere di piccole dimensioni, stampe ed altre produzioni minori.

Il secondo grande “vizio” delle fiere dell’arte riguarda proprio la presenza degli artisti che ovviamente devono essere presenti nel roster delle già citate gallerie d’alto bordo, gli artisti senza galleria di rappresentanza solitamente non sono ammessi. Esistono però delle fiere d’arte dove il lusso e l’esclusivismo lasciano il posto ai prezzi contenuti e all’apertura al mondo dell’arte emergente, incentivando così sia il collezionista casuale che quello abituale dotato di voglia di investire nei nuovi talenti.

In Deed: certificati di autenticità nell’arte

L’opera esiste anche se non esiste? E’ sufficiente che il suo autore ci inviti a intendere come opera qualcosa che non ha niente di materiale, come un pensiero, un progetto o un’azione? Questa domanda è al centro della mostra In Deed: certificati di autenticità nell’arte, che si terrà dal 13 ottobre al 6 novembre nella Galleria di Piazza San Marco della Fondazione Bevilacqua La Masa.

La mostra, curata da Susan Hapgood e Cornelia Lauf, investiga il significato dei certificati di autenticità nel sistema dell’arte contemporanea, soprattutto a partire dagli anni ’60, quando tali certificati hanno iniziato a accompagnare opere che non esistono fisicamente, bensì consistono in performance, opere concettuali, o istruzioni per realizzare l’opera a distanza. L’esposizione è stata precedentemente allestita presso De Kabinetten Van De Vleeshal, Middelburg, Olanda; successivamente sarà ospitata presso le seguenti sedi: KOHJ International Artists’ Association, New Delhi; Mumbai Art Room, Mumbai; Nero HQ, Roma; John M. Flaxman Library Special Collections, the School of the Art Institute of Chicago, Chicago; Salt Beyoğlu, Istanbul; The Drawing Center, New York.

Arte contro tutti, quando la scena diventa troppo esclusiva

 
Patinato ed allo stesso tempo ultra-esclusivo, il mondo dell’arte contemporanea non è mai stato così incastrato in tic e contraddizioni come in questi ultimi tempi. Al grido di “l’arte non può essere accessibile a tutti”, parafrasando un seppur ben più illuminato Carmelo Bene, le direzioni di molte prestigiose manifestazioni fieristiche hanno da tempo deciso di operare una scrematura delle gallerie partecipanti, permettendo l’accesso in fiera solamente a quei dealers che a loro parere rappresentano la creme de la creme della scena. Chi non fa parte della lista non può essere considerato un attore principale del mercato.

Lo stesso dicasi per molti premi e concorsi d’arte che hanno scelto di istituire una formula a chiamata diretta. Gli artisti invitati sono accuratamente scelti dai selezionatori e solitamente sono spalleggiati da gallerie private che “contano”. Nessun’altro può partecipare ed il pubblico da casa può solo leggere sui magazine del settore il nome dei vincitori dei tanto agognati premi. Nella peggiore delle ipotesi anche le cerimonie di premiazione sono a numero chiuso.

Castello di Rivoli, un diamante incrinato

Il Castello di Rivoli non sembra trovare pace. La prestigiosa istituzione che già due anni or sono cadde in una pericolosa spirale di polemiche causata dalla nomina dei due direttori Andrea Bellini e Beatrice Merz è tornata in questi ultimi giorni al centro di velenose indiscrezioni comparse sui maggiori quotidiani nazionali. Il duo Bellini/Merz, se ben ricorderete, fu il frutto di un concorso internazionale ma sulla nomina di Beatrice Merz qualcuno avrebbe senz’altro da ridire.

Comunque sia oggi, a distanza di due anni, le cose non vanno poi tanto meglio visto che tra bilanci in crisi e mostre non certo entusiasmanti il museo rischia di chiudere i battenti. La regione, da par suo, sembra impegnata a peggiorare la situazione, visto che era stata paventata l’idea di trasferire le aste di Sotheby’s proprio nelle sale del Castello, trasformando una prestigiosa istituzione in una sorta di casinò dell’arte ad appannaggio del grande collezionismo e dei vari attori del mercato. Sotheby’s ha ovviamente smentito questa probabilità, ma il solo fatto di aver avanzato una tale richiesta, che di fatto oltrepassa i limiti tra cultura e mercato, non pone in buona luce le istituzioni locali.

Nedko Solakov – All in (My) Order, with Exceptions

Il 7 ottobre la Fondazione Galleria Civica di Trento inaugura la mostra All in (My) Order, with Exceptions prima mostra retrospettiva in un’istituzione pubblica italiana dell’artista bulgaro Nedko Solakov a cura di Andrea Villani. L’esposizione costituisce un’esaustiva indagine cronologica della pratica artistica di Solakov, dal 1981 al 2011, ed è frutto della collaborazione fra la Fondazione Galleria Civica di Trento e tre tra i più prestigiosi musei d’arte contemporanea europei: Ikon Gallery di Birmingham, S. M. A. K. di Ghent e Museu Serralves di Porto.

Figura di primo piano della scena internazionale, nel suo lavoro Nedko Solakov si avvale di differenti tecniche, caratterizzate da un linguaggio artistico spiazzante, spesso umoristico, che mette a nudo le convenzioni del vivere quotidiano e riflette sui nostri meccanismi di pensiero, sul rapporto fra storia personale e collettiva, fra sfera intima e dimensione sociale, fra realtà e immaginazione. Negli spazi della Fondazione, infatti, l’artista interverrà con immagini e scritte collocate direttamente sulle pareti bianche per legare tra loro le diverse opere in mostra: 31 opere, più di una per anno, dal 1981 a oggi, selezionate direttamente dall’artista, tra disegni e acquarelli su carta, dipinti su tela, interventi parietali, testi, mosaici, fotografie, video, ricostruzioni di installazioni ambientali e progetti mai realizzati, ricostruiti appositamente per la mostra.

Mercosul e Moscow, due biennali a confronto tra geografia e New Media

Con la Istanbul Biennale a regime, pensavate sicuramente di aver già fatto il pieno di manifestazioni biennali. Ed invece, come già detto in un nostro precedente articolo, le biennali non finiscono mai. Ecco quindi che fino al prossimo 15 novembre è possibile visitare la Mercosul Biennale, manifestazione giunta oramai alla sua ottava edizione nella città di Porto Alegre in Brasile. Come già detto la Istanbul Biennale ha scelto come appiglio filosofico l’artista Félix González-Torres, scegliendo quindi di sviluppare la mostra centrale partendo dalle sperimentazioni concettuali del celebre artista.

Parlando invece della Mercosul Biennale,  quest’anno la manifestazione brasiliana è curata da un team formato da Jose Roca, Alexia Tala, Caue Alves, Paola Santoscoy e Aracy Amaral. Il tema prescelto è Geopoetics, vale a dire una sorta di raccoglitore ideale di tutte quelle tematiche che girano attorno ai confini geografici, alle migrazioni, all’identità nazionale, alla multiculturalità e chi più ne ha più ne metta.