Motherland, Chiara Tommasi e Nicola Brandt per il FestivalFotografia di Roma

Motherland. La madre terra è la terra sopra cui si è nati. Talvolta la terra per la quale si lavora, assieme a cui si cresce e nella quale si costruisce, o semplicemente la terra in cui si vive e si è vissuti tutta la vita. C’è un modo pioniere di appropriarsi di un territorio e uno stanziale. Così  come ci sono i segni dell’uomo negli spazi vuoti esplorati e c’è il quotidiano affollarsi (a noi ben conosciuto) e rituale della vita cittadina.

Il 28 settembre la galleria Edieuropa di Roma sotto l’egida di Fabrizio Pizzuto mette in questo caso a confronto due diverse visioni. Da un lato l’inquadratura larga, ampia, il respiro, il vuoto, l’intervento dell’uomo e i suoi segni visti dall’artista Nicola Brandt. Nel lavoro intitolato Wlotzkasbaken: A ‘Community’ in Transition infatti, i segni lavorano nella bellezza decadente di un paesaggio naturale cambiato, mutato.

Al via la stagione espositiva autunnale della Fondazione Bevilacqua La Masa, con il nuovo consiglio di amministrazione

La Fondazione Bevilacqua La Masa apre la stagione espositiva autunnale con un rinnovato consiglio di amministrazione, nominato dal Sindaco di Venezia il 21 luglio 2011 e composto da: Angela Vettese, Presidente confermata alla guida dell’Istituzione, Giancarlo Borile, Mirella Brugnerotto, Silvia Burini, Monica Calcagno, Daniela Ferretti, Marco Sportillo. Riunitosi l’8 settembre per un primo incontro, il CdA ha licenziato i nuovi bandi per la 95ma Collettiva Giovani Artisti e l’assegnazione degli Atelier per l’anno 2012. Il consiglio ha poi preso visione della programmazione che completerà il 2011.

Ecco i principali appuntamenti espositivi dei prossimi mesi. Dal 6 all’8 ottobre i 12 artisti assegnatari degli Atelier BLM saranno chiamati a confrontarsi con il tema del camminare, per la seconda edizione del premio Stonefly Cammina con l’Arte, dal titolo Sentieri liberi. Camminare per scegliere ed esplorare. In questa occasione, Stonefly, importante partner che sostiene il programma della BLM per il secondo anno consecutivo, assegnerà un premio acquisto ad uno degli assegnatari, valutati da un’apposita commissione; sarà inoltre allestita a Palazzetto Tito una breve mostra, che comporterà l’adesione della BLM alla settima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.

Bolsena, gli anni di Plinio De Martiis. Rentica, testimonianza di una generazione

La Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, fondata a Roma nel 1954, fu un luogo determinante per il rinnovamento artistico del dopoguerra in Italia, rinnovamento che ebbe, tra metà anni Cinquanta e fine anni Sessanta, la sua punta più avanzata proprio a Roma. Fu a Roma che una comunità d’artisti, già attivi nei decenni precedenti, in singolari posizioni di dissidenza rispetto alle diverse correnti di pittura, si confrontò con straordinaria originalità con le generazioni più giovani e con il loro procedere in direzioni diverse e spesso divergenti. Questo confronto, anche conflittualmente dialettico, avvenne in buona parte proprio negli spazi della Galleria La Tartaruga.

Come ricorderà Stefano Malatesta “Non erano venuti a Roma a scrivere Tennessee Williams detto The Bird, Truman Capote e Gore Vidal? Non si era ritirato presso le monache di clausura del Colle Oppio il famoso filosofo George Santayana? Non si faceva dalle parti di Cinecittà il miglior cinema del mondo con registi i cui nomi incuriosivano all’estero perché finivano sempre in Rosellini, Fellini? E nelle gallerie non erano esposte opere per dire di De Kooning, Twombly tutti surrealisti vivi e morti, tutte le ultime novità da New York, Londra, Parigi”. Anni roventi, momenti imprescindibili che hanno poi conformato la nostra contemporaneità.

Mille cartoline da tutto il mondo per dare il benvenuto al Siena Art Institute

Dagli Stati Uniti alla Cina, dal Messico alle Filippine, dall’Europa all’Australia, da Israele al Brasile: il 24 settembre oltre mille cartoline d’artista, in rappresentanza di più di 50 paesi del mondo, celebreranno l’apertura ufficiale del Siena Art Institute, nuovo polo d’eccellenza per la formazione e la ricerca artistica fondato da Paul Getty III nel cuore di Siena.

Una grande installazione d’arte collaborativa che ha già visto tantissimi talenti rispondere con entusiasmo, da ogni angolo del pianeta, all’appello lanciato dal Siena Art Institute: partecipare con un proprio lavoro formato cartolina alla mostra “Drawing Connections”, che darà il via all’attività di questo nuovo spazio creativo di ispirazione e ricerca nato con l’obiettivo di fare dell’arte contemporanea un linguaggio capace di dialogare con la società, attraverso residenze artistiche, qualificate opportunità di formazione universitaria e post-universitaria, un ricco calendario di corsi e seminari aperti alla città. Il tutto sotto l’egida di una delle famiglie che hanno fatto del mecenatismo il proprio segno distintivo nel mondo: i Getty.

Roberto Ciaccio – INTER/VALLUM

L’esposizione monografica di Roberto Ciaccio Inter/vallum segue due importanti eventi espositivi e costituisce il terzo momento di un percorso che mette a confronto l’opera di Ciaccio con l’architettura (Milano 20 settembre 2011 Palazzo Reale Sala delle Cariatidi), con la filosofia (Berlino 2006 Kulturforum Kupferstichkabinett Musei Statali) e con la musica (Roma 2008 Istituto Nazionale per la Grafica – Palazzo della Fontana di Trevi).

La mostra, promossa dal Comune di Milano Assessorato alla Cultura e co-prodotta da Palazzo Reale e Skira, si costituisce come opera/installazione site specific, in stretto rapporto all’identità architettonica del luogo. Il carattere di temporalità  sospesa della Sala delle Cariatidi e il ritmato scandirsi a “intervalli” delle Cariatidi rendono il luogo quanto mai appropriato alla poetica del tempo, della traccia e della “revenance” espressa dall’opera di Roberto Ciaccio. Soglie, aperture, specchi della Sala interagiscono con le opere in un percorso architettonico illusionistico e musicale, intriso di tempo, di riflessi, di visioni e di suoni. Gli “intervalli” che spazialmente descrivono il luogo nei suoi ritmi essenziali sono riecheggiati dalle sequenze seriali delle grandi lastre metalliche che si sviluppano secondo fughe prospettiche.  

Massimiliano Fuksas apre il ciclo di incontri “MAXXINWEB”

L’Architetto Massimiliano Fuksas aprirà il ciclo di incontri MAXXINWEB, a cura del MAXXI e di Telecom Italia, oggi sabato 17 settembre alle ore 21 presso l’Auditorium del Museo MAXXI. L’incontro toccherà vari punti, tra questi: l’architettura italiana e non solo, la creatività contemporanea e il rapporto con le nuove tecnologie.

Momento importante dell’incontro sarà la presentazione di alcuni dei suoi progetti, tra quelli in corso di costruzione: Nuovi Archivi Nazionali à Pierrefitte sur Seine-Saint Denis, Parigi, Francia, 2005-2012; Liceo Alberghiero Georges-Frêche, Montpellier, Francia, 2006-2012; Shenzhen Bao’an International Airport, Terminal 3, Shenzhen, Cina, 2008-2012/2015; Nuovo Centro Congressi Eur, – Auditorium (1.800 posti), Hotel (441 camere) -, Roma, Italia, 1998-2012.

Poster Boy censurato per il suo impegno politico

Vi ricordate di Poster Boy? Beh in caso vi foste dimenticati vi rinfrescheremo la memoria. Poster Boy è un simpatico ed inventivo street artist newyorchese, la sua cifra stilistica non è rappresentata dal comporre graffiti o murales utilizzando spray e vernici come fanno abitualmente i suoi illustri colleghi. L’artista infatti si aggira per la città armato di rasoio e taglia i cartelloni pubblicitari, creando delle figure e delle situazioni a dir poco rocambolesche.

La sua azione più celebre risale al 2009 quando il MoMa decise di riprodurre alcune delle sue opere in collezione per una campagna pubblicitaria con cartelloni sparsi in tutta New York. In quell’occasione Poster Boy ne fece di cotte e di crude arrivando a intagliare il naso della Marilyn di Andy Warhol, facendola sembrare appena uscita da un intervento di rinoplastica. Ebbene il nostro simpatico provocateur ne ha combinata un’altra delle sue.

Giovedì difesa: Falling skies

Ma se parliamo di fine del mondo e di film apocalittici a me Falling Skies, la prima serie è piaciuta molto.

Un pò perchè i personaggi e le relazioni basate su un risorto senso della famiglia le ho trovate approfondite e ricche di tenerezza e sentimento (mi starò rammollendo?). Ok non è che io sia un buonista, ma nel mondo alla fine dei tempi l’emozione, il coraggio dei padri e delle madri, nonché quello dei figli mi sono sembrati sensati.

David Byrne ed il mondo in sovrappeso

Ci risiamo, David Byrne è tornato alla carica. Non molto tempo fa l’eclettico leader dei Talking Heads aveva creato un vero e proprio caso diplomatico, sparlando di Lady Gaga e Klaus Biesenbach sul suo blog. La vicenda si era in seguito talmente gonfiata che Byrne aveva dovuto scusarsi pubblicamente per non rimetterci la faccia.

E dire che nel 2009 il poliedrico artista aveva realizzato una bellissima installazione sonora, convertendo la Roundhouse di Londra in un gigantesco strumento musicale per l’opera intitolata Playing The Building. A distanza di due anni quindi, Byrne ha deciso di ritornare all’installazione in grande stile collaborando nientemeno che con l’iper blasonata Pace Gallery di New York ma come al solito i risultati sono di dubbio gusto. L’artista ha infatti occupato uno spazio vuoto sulla 25esima strada che la Pace ha da poco acquistato con l’intento di inaugurare a breve termine una nuova galleria. Ma che cosa ha combinato il nostro Byrnetto in questo luogo sperduto?

Inaugura a Roma Let’s Art, caffetteria e libreria specializzata in arte contemporanea

Domenica 18 settembre 2011 alle ore 17 inaugura a Roma Let’s Art in pieno centro storico, in Via del Pellegrino 132, a pochi passi da Campo de’fiori. Una libreria specializzata in arte, in particolare contemporanea, alla quale è affiancato un angolo bar/ caffetteria. “Let’s”, particella usata solitamente come rafforzativo, unita alla parola “Art” esprime la forza e l’energia di questo progetto.
Let’sArt è un luogo, uno spazio aperto e condiviso, dedicato all’editoria d’arte dove la sete di cultura è associata al bisogno di rilassarsi, di gestire in un ambiente informale i propri contatti e di stare in compagnia. Let’sArt non è solo una libreria ma anche un punto di incontro e di confronto. Let’sArt è anche bar-caffetteria! All’interno della libreria è possibile intrattenersi nella zona caffetteria, scegliendo tra le proposte selezionate con cura e originalità a seconda dei momenti della giornata e fino al dopocena.

Berlino ha il suo Facebook dell’arte, si chiama Artconnect Berlin

Anche oggi proponiamo al nostro pubblico, come già facciamo da diverso tempo, un articolo che mette a confronto il mondo di internet e l’arte contemporanea. Se ben ricorderete in passato abbiamo scandagliato le nuove realtà di mercato presenti solo sul web, successivamente abbiamo dedicato uno spazio a Google +, vagliandone i particolari benefici per artisti ed operatori di settore.

Ebbene la notizia di oggi arriva fresca fresca dalla Germania e si tratta di una sorta di social network focalizzato esclusivamente sull’arte contemporanea. Questa nuova piattaforma prende il nome di Artconnect Berlin ed è stata pensata per gli artisti che abitano nella grande città tedesca. Artconnect è online dalla fine di luglio con propositi più che battaglieri.

India al top del mercato? Gli stessi indiani dicono di no

Negli ultimi tempi si è rafforzata una convinzione condivisa da molti attori del nostro sistema sistema, sarebbe a dire quella dell’imminente ingresso all’interno del mercato dell’India. Questo poiché, in prima istanza, la “Cina dalle uova d’oro” ha esaurito i suoi magici poteri ammaliatori, assestandosi su livelli di mercato nettamente inferiori rispetto agli anni del boom. La seconda prova della rivoluzione indiana sono i tanti talenti emergenti che non vedono l’ora di irrompere nella scena. La terza prova è il recente interessamento di alcune piattaforme italiane all’arte made in India.

Sebbene l’India sia in netto miglioramento rispetto al passato, essa non dispone ancora di mezzi adatti ad intraprendere la dura battaglia del mercato internazionale. Per offrire una prova tangibile di ciò, basti dare un’occhiata a ciò che ha scritto Sunil Sethi su India Today il 15 luglio scorso all’interno dell’articolo La crisi d’identità delle gallerie: “Se le gallerie d’arte rappresentano per certi versi un riflesso diretto della situazione dell’arte nel paese, allora la situazione è davvero molto povera. Dipende, ovviamente, su ciò che è compreso da una galleria d’arte, ma in generale, la comunità artistica ha un po’ oscuro, visione idealistica del soggetto.

East of Eden: il potere evocativo del reale

Dal 14 settembre al 15 gennaio è possibile visitare, presso gli spazi del Ludwig Museum di Budapest, la mostra East of Eden / Photorealism: Versions of Reality a cura di Nikolett Erőss.

Il fotorealismo, fenomeno che ha preso piede per lo più negli anni sessanta, è visto qui con un’attenzione particolare a quelle che sono le dinamiche socio-politiche che hanno attraversato gli anni della guerra fredda.

Le diverse mostre che hanno più volte affrontato questo aspetto si sono focalizzate sul versante degli artisti occidentali; invece scopo di questa mostra itinerante, che ha attraversato prima Vienna poi Aquisgrana, è di mettere in luce analogie e differenze attraverso l’analisi degli artisti che hanno operato al di là della cortina di ferro, lungo la sfera d’influenza sovietica.

Hear Me Out, sedici artisti per una mostra sull’ascolto

Il CIAC Museum di Genazzano apre la programmazione autunnale con Hear Me Out, collettiva curata da Cecilia Casorati e Claudio Libero Pisano. La mostra vede coinvolti 16 artisti in una riflessione sul suono: Hear Me Out è un progetto sulla capacità dell’elemento sonoro di alterare lo spazio senza sfiorarlo, di costruire immagini dal niente; ma è soprattutto una mostra sull’ascolto e, dunque, sulla relazione privata che viene a stabilirsi tra l’opera e lo spettatore. Ascoltami bene dunque è il richiamo silenzioso (ma da un punto di vista solo visivo), che lo spazio vuole lanciare allo spettatore, sottraendogli per un momento la vista come strumento percettivo onnicomprensivo.

Ascoltare una mostra vuol dire lasciare temporaneamente da parte la coazione a guardare e aprirsi a una modalità percettiva più profonda che dà valore al senso più che all’idea. L’imperativo del titolo trova un riscontro puntuale negli ambienti e nell’architettura del Castello Colonna: sfiorati e riqualificati dal rapporto con le onde sonore. Non tutte le opere presentate si offrono infatti all’ ascolto in modo diretto, ma costante nel progetto espositivo è la capacità interrogativa suscitata anche dalla sola idea di suono. Una sollecitazione che può far appello ora all’orecchio, ora a una catena di associazioni mentali oppure al movimento fisico.