Il MAXXI di Roma diventa MINI con una mostra vecchia di 4 anni

Come sarà il museo del futuro? Questo il titolo di una serie di lezioni di museografia contemporanea, lanciate qualche tempo fa dal MAXXI di Roma. L’ardita questione nasconde però un sibillino risvolto ed osservando al microscopio il primo anniversario dell’avveniristica creazione di Zaha Hadid, potremmo senza ombra di dubbio affermare che il museo del futuro sarà miseramente vuoto.

Con il 2011 che si dirige pericolosamente verso il nuovo anno è tempo di tirare le somme per il MAXXI, per raccogliere un magro bottino dopo le strette di mano dell’inaugurazione ed i mille progetti per il futuro. Una mostra sul grande Gino De Dominicis e una sul veterano Michelangelo Pistoletto, più una discreta manciata di eventi legati al video ed all’architettura e un corso di Tai Chi. Troppo poco per un museo che al suo lancio ha stregato il mondo intero, troppo poco se si vuole attirare il turismo e la cittadinanza all’interno dei sinuosi spazi museali.

The Parade: Nathalie Djurberg al Walker Art Center

 Dall’8 settembre al 31 dicembre avrà luogo, presso gli spazi del Walker Art Center di Minneapolis, la mostra personale di Nathalie Djurberg a cura di Eric Crosby e Dean Otto.

 Nota per i suoi video allegorici in cui mette in scena l’universo recondito delle perversioni umane, l’artista svedese presenterà il suo nuovo progetto The Parade che dà il titolo all’evento.

 Si tratta di uno dei progetti più ambiziosi per la Djurberg, che prevede l’avvicendarsi di cinque animazioni e oltre ottanta sculture di uccelli dai connotati perturbanti.

Una nuova stagione per Palazzo Zenobio a Venezia

Per oltre centosessant’anni, Palazzo Zenobio ha rappresentato un luogo di sintesi per la cultura e la formazione a Venezia. L’elemento determinante di tutto questo lungo periodo, quello che ha legato il passato al presente e ci auspichiamo al futuro, è sempre stato quello della cultura e dell’arte. Palazzo Zenobio è uno degli esempi più importanti dell’edilizia barocca veneziana e farlo rivivere al pubblico “tutto l’anno” attraverso l’arte moderna e contemporanea è il compito che ci siamo prefissi. Vogliamo che il Palazzo interagisca pienamente con la città, attraverso il pubblico ma anche attraverso gli artisti, i critici e i vari operatori che sono attivi in Veneto.

Il giorno 8 settembre dalle ore 12 (presentazione al pubblico) e fino alle ore 23 a Palazzo Zenobio inaugurano contemporaneamente 13 nuove mostre, nell’onda di una nuova gestione artistica che porterà nelle sede espositiva di dorsoduro numerose mostre e molte altre esperienze culturali lungo l’intero corso dell’anno che volge al termine e poi per tutto il 2012.

Pazza arte contemporanea: 20.000 dollari venduti al prezzo di 21.000 dollari

Sareste disposti ad acquistare una banconota da 10 euro, pagandola diciamo 11 euro? Cose da pazzi, direte voi, nessun individuo sano di mente oserebbe una cifra più alta per comperare qualcosa che ha un valore nominale più basso. Eppure nel dorato mondo dell’arte contemporanea, questa bizzarra compravendita non è poi tanto insolita, ma andiamo per gradi.

L’artista australiano Denis Beaubois ha ricevuto di recente una borsa premio dall’Australia Council per un totale di 20.000 dollari. L’artista non ha fatto altro che cambiare il denaro in pezzi da 100 dollari, formando così due lotti  formati da 100 banconote, per un totale appunto di 20.000 dollari. L’opera in questione prende il titolo di Currency e le banconote che la compongono risultano essere di corso legale, va da se che possono quindi essere liberamente spese da chiunque.

Giovedì difesa: Il grinta

True grift, da noi Il grinta, di cui parliamo è la trasposizione del 2010 realizzata dai fratelli Joel e Ethan Coen. Tra gli attori ci sono e sono tutti imperdibili Jeff Bridges, Matt Damon, Hailee Steinfeld e Josh Brolin,

La loro versione si attiene al romanzo di Charles Portis molto di più rispetto al tuttavia godibile precedente del 1969, interpretato dall’ormai mitico John Wayne.

New York vuole demolire il suo tempio della Street Art

New York è senza ombra di dubbio la capitale dell’arte contemporanea ed è senz’altro un vero e proprio punto focale per la Street Art internazionale. Forse però non tutti sanno che proprio nella Grande Mela sorge un edificio denominato 5Pointz Arts Center, ovvero una vera e propria mecca per graffiti artists, rappers ed altre figure creative che abitualmente sperimentano le varie forme di espressione artistica urbana.

Nel corso degli anni questo imponente edificio abbandonato è stato teatro di numerose incursioni artistiche, dai graffiti di Cope2, Tats Cru e Tracy 168 fino ai video musicali delle stars della musica come Joss Stone e Jadakiss. Il colpo d’occhio offerto dalla facciata dell’imponente magazzino è decisamente mozzafiato, murales, graffiti e tags di ogni genere si avvicendano su tutta la superficie, creando una sorta di gigantesco totem dedicato alla Street Art. Il “direttore” di questo museo a cielo aperto è Jonathan Cohen, meglio conosciuto come Meresone, che dal 2001 ha avuto questo speciale permesso dal proprietario dell’edificio, Jerry Wolkoff. 

Kensuke Koike alla Jarach Gallery di Venezia

Non c’è archivio, né accumulo di tempo in Kensuke Koike (dal 3 settembre al 29 ottobre 2011) ma organico fluire delle forme che trasmigrano da un’immagine all’altra. Non siamo solo dinanzi a quel trovato o ritrovato che svela il processo cognitivo di ricollocazione del senso e dello sguardo, ma dinanzi alla creazione di altro, nato per gemmazione e che risponde ad esigenze di vita autonoma. Non vi è solo un recupero di riproduzioni obsolete per una inedita semiologia dell’immagine, ma questa viene adoperata di nuovo con lo scopo di costruire un organismo differente, perennemente in connessione. Come nel filmato rielaborato o nella composizione-manifesto, l’opera perde la sua funzionalità, la referenzialità con il reale, rivelando così non solo il suo doppio ma una miriade di vettori che accrescono le sue potenzialità immaginative.

La discussione non verte più sul binomio verità / finzione ma sull’analisi del processo di posizionamento continuo di senso, quale condizione ontologica di fronte al reale e alla sua rappresentazione. L‘incongruità apparente quindi è un processo che si compie per accostamento, per illustrare un nuovo testo e rendere visibile la dimensione dialogica che intercorre fra il significato originario e sconosciute concatenazioni narrative.

Steve Jobs, Apple e arte contemporanea


Nel corso del passato weekend, la notizia delle dimissioni da CEO di Apple di Steve Jobs che di fatto è stato rimpiazzato da Tim Cook. Jobs, da tempo malato, ha dichiarato che i dettagli delle sue dimissioni saranno resi noti all’interno della sua biografia di prossima uscita negli States. A parte ciò, le dimissioni del Guru della Tecnologia hanno gettato nel più profondo sconforto milioni di seguaci in tutto il mondo.

Steve Jobs ha innegabilmente rivoluzionato il mondo dei computers e della telefonia, ma di riflesso le sue innovazioni tecnologiche e di design sono riuscite a cambiare anche il mondo dell’arte contemporanea e se questa vi sembra un’affermazione spropositata, ecco alcuni esempi che saranno in grado di farvi cambiare idea. Pensate ad esempio ad iMovie, programma di montaggio video che innumerevoli video artisti usano oggigiorno, anche Ryan Trecartin per la sua presente mostra al MoMa di New York ne ha fatto largo uso.

Ryan Gander, l’inventore di mostre immaginarie

Tutto comincia con una misteriosa mostra collettiva in un magazzino di Hoxton, un distretto della città di Londra. All’evento partecipano diversi artisti che hanno creato le loro opere utilizzando i più disparati media, dalla fotografia alla scultura, dalla pittura alla performance passando per la video arte. La data della mostra è fissata per il 30 agosto, con chiusura il 23 ottobre 2011. C’è però qualcosa di strano in tutta questa vicenda, giunti proprio nella location prestabilita la mostra sembra finita da poco tempo o definitivamente chiusa, le opere sembrano sul punto di esser trasportate via dallo spazio.

Allo spettatore è permesso “rubare” alcune occhiate da dietro le finestre, accedere a spazi che rendono parzialmente visibile i resti della mostra, visionare dei documenti gettati in terra i quali non fanno altro che acuire la curiosità su ciò sta succedendo. Su una delle mura dell’ingresso del magazzino c’è una lista con sei artisti partecipanti alla mostra dal titolo Field Meaning, una finestra chiusa ed appannata nei pressi lascia intravedere l’ombra di un operaio che assembla le casse con le opere da spedire indietro, chissà dove.

CHEN ZHEN – Les Pas Silencieux

Chen Zhen, nato a Shanghai nel 1955 e scomparso nel 2000 a Parigi è considerato uno dei principali rappresentanti dell’avanguardia cinese ed una figura emblematica nel campo dell’arte contemporanea internazionale. A distanza di 11 anni dalla storica personale “Field of Sinergy”, Galleria Continua di San Gimignano inaugura il 10 settembre l’opera di questo grande artista, con un’ampia mostra personale dal titolo Les pas silencieux.

Ripensare oggi al lavoro di Chen Zhen apre nuove prospettive e nuovi percorsi. Con Les pas silencieux Galleria Continua offre al pubblico un’occasione di intimo contatto con le opere di Chen Zhen ed apre una riflessione sull’attualità della sua poetica volta all’arricchimento della vita interiore, alla ricerca di armonia tra corpo e spirito, alla fratellanza tra popoli e culture diverse, alla tensione verso la comprensione, al superamento dei conflitti, alla resistenza dell’identità, all’incontro tra Oriente e Occidente.

20 anni di Nevermind, quando i Nirvana conquistarono il mondo

Permetteteci oggi, in questo articolo, di accantonare per un attimo il mondo dell’arte contemporanea per parlare di musica. Sono passati tanti anni dal quel fatidico 24 settembre del 1991 quando Nevermind, secondo album degli allora quasi sconosciuti Nirvana, irruppe sul mercato discografico cambiando per sempre la storia della musica contemporanea. Quel lontano giorno di 20 anni fa il Grunge rock raggiunse il suo apice e la sconosciuta band formata da Dave Grohl (batteria), Kurt Cobain (voce e chitarre) e Krist Novoselic (basso), riuscì a vendere oltre 25 milioni di copie del celebre disco con in copertina il bimbo che nuota verso un bigliettone da un dollaro appeso all’amo.

Dopo la tragica morte di Cobain, i due componenti del gruppo hanno proseguito il loro cammino prendendo strade diverse, Novoselic con alterne fortune mentre Grohl è ad oggi il leader di una band di grande successo, i Foo Fighters.  In questi ultimi giorni è rimbalzata in tutto il globo la notizia di una serata tributo per i 20 anni dall’uscita di Nevermind. All’evento parteciperanno i due membri sopravvissuti Krist Novoselic e Dave Grohl oltre che il celebre produttore dell’epoca Butch Vig.

Hans-Peter Feldmann copia Gianni Colosimo e i suoi dollari

Hans-Peter Feldmann

Lo scorso anno l’artista Hans-Peter Feldmann ha vinto il prestigioso Hugo Boss prize, premio biennale che solitamente viene assegnato ad artisti che nel corso del tempo hanno compiuto gradi ricerche nel campo dell’arte contemporanea. Feldmann ha quindi avuto il privilegio di beccarsi i tanto agognati 100.000 dollari di borsa messa in palio dal rinomato fashion brand internazionale. Prima di lui altri celebri artisti sono riusciti a mettere le mani sulla cospicua somma, Matthew Barney ad esempio ha vinto l’edizione 1996, Douglas Gordon quella del 1998 e Tacita Dean quella del 2006.

Fin qui tutto potrebbe apparire come una normale notizia, anche un poco vecchia. Fatto sta che quei famosi 100.000 dollari Hans-Peter Feldmann li ha utilizzati per produrre la sua mostra al Guggenheim Museum di New York, in visione fino al prossimo 2 novembre 2011. In parole povere l’artista ha utilizzato fisicamente le banconote, ricoprendo lo spazio della prestigiosa istituzione con pezzi da un dollaro, fino a raggiungere quota 100.000 e creando così una bizzarra installazione che ha richiesto ben 13 giorni di assiduo lavoro.

ROSS LOVEGROVE – ENDLESS

La Galleria Cardi Black Box di Milano continua il suo percorso nel mondo del design contemporaneo. Dopo la mostra di Mattia Bonetti nel 2010 e quella di Oskar Zieta nel 2011, in occasione del 50esimo anno del Salone del Mobile di Milano, dal 21 Settembre al 1 Ottobre presenta una figura chiave del mondo del design internazionale, Ross Lovegrove.

ENDLESS, prima personale in Italia del designer gallese di fama internazionale, riunisce una serie di opere di fine-art frutto della ricerca personale che Lovegrove sta sviluppando da alcuni anni con la collezione Liquid Collection, già presentata in parte nella mostra Endurance, inaugurata a New York nel 2007 presso Phillips De Pury.

L’oroscopo dell’arte, autunno-inverno 2011

La seconda parte della stagione artistica 2011 è già ai nastri di partenza, dopo la lunga pausa estiva sono in molti a chiedersi quali saranno le tendenze che traghetteranno l’arte contemporanea verso il 2012. Bene, con un pizzico di ironia possiamo provare a stendere una parziale previsione di ciò che ci aspetta nel prossimo futuro, maneggiate con cura questo oroscopo:

I progetti installativi avranno un dominio assoluto sulla scena, anche chi ha fatto pittura migrerà verso questa pratica. Ovviamente non dimenticatevi di gettar qualche lamiera per terra, pezzi di calcestruzzo, oggetti salvati dalla spazzatura e dulcis in fundo piume di pavone ovunque (ultimamente fanno molto chic). La pittura morirà per l’ennesima volta. Ormai questa tecnica è divenuta un vero e proprio zombie, solo che nessuno è ancora riuscito a sparargli in testa. Se vedete mostre di pittura in giro, prestate molta attenzione o rischierete di venir contagiati e vi verrà subito voglia di dipingere.