Allora & Calzadilla: amore, odio ed una punta di Cattelan

Ruth Fremson/The New York Times

Questa edizione della Biennale Di Venezia sarà sicuramente ricordata per le eccentriche e chiacchierate opere del duo Allora & Calzadilla. I due artisti di Porto Rico hanno catturato (ed in certi casi indispettito) l’attenzione generale con il loro tank rovesciato a far da contrappunto alla sobria architettura del padiglione degli Stati Uniti. Polemica sulle politiche guerrafondaie, crisi annunciata di un sistema ormai allo sbando, le opere dei Allora & Calzadilla hanno molteplici significati.

Senza dubbio fondamentale è stata la partecipazione di un nutrito gruppo di atleti statunitensi al folle progetto del duo, il campione olimpico Dan O’Brien ha infatti corso sul tapis roulant posto sui cingoli del carro rovesciato, mentre all’interno del padiglione altri ginnasti hanno eseguito le loro figure sopra sedili di aeroplano.

Biennale di Venezia, i video dei padiglioni!

Non siete ancora andati alla Biennale? poco male perchè la Biennale Channel e Vernissage Tv hanno pubblicato in questi giorni alcuni video che riassumono l’intero evento oltre che mostrare gustose immagini dei padiglioni nazionali. Vi rigiriamo alcuni dei video, per darvi un’idea dell’intera kermesse, gustatevi i video dopo il salto…

Luca Cruz Salvati, un Documento Mentale in mostra a Roma

L’associazione culturale a t e l i e r con il sostegno di Rome University of Fine Arts ha il piacere di presentare, mercoledì 8 giugno 2011 dalle ore 19:00, la prima mostra personale a Roma di Luca Cruz Salvati dal titolo Documento mentale, a cura di Micòl Di Veroli. Per l’occasione verranno presentate al pubblico disegni, incisioni ed un’installazione scultorea del giovanissimo artista newyorkese che da due anni vive e lavora a Roma. Luca Cruz Salvati ha scelto di dedicare la mostra alla memoria del Professore Duilio Rossoni recentemente scomparso.

Documento mentale

Una rapida foto, scattata ed appesa al muro restituisce scorci di sorriso, brandelli di cielo e sole, misti a chiome mosse dal vento e volti amati. A guardar quella foto la memoria riesce a restituire suoni e sensazioni in riferimento ad un’intera situazione. Quella fotografia è quindi un documento reale capace di alimentare il ricordo, una minuziosa e fedele ricostruzione diaristica di un infinitesimale frammento di vita. L’inconscio è però capace di comporre autonomamente immagini mnemoniche, filtrandole attraverso il tessuto emozionale. Questi fotogrammi del pensiero si mescolano ad intime passioni e roventi pulsioni, costituendo un intricato tessuto di storie personali dove realtà e sogno si saldano indissolubilmente.

Lucia Vera Coccaro: Gli amanti. Fotografia e ambientazione site specific

Testo di Barbara Martusciello

Inaugurazione 4 giugno dalle ore 18 alle 24. The Deep, Via di San Calisto 9 – Roma

Lucia Vera Coccaro è una giovane ma già edotta fotografa venezuelana (Caracas, 1982) che si è formata all’Accademia di Belle Arti de L’Aquila, città a lei molto cara, e studiando a Roma Fotografia. Come scrive il critico Barbara Martusciello, essa “dimostra un interesse per il paesaggio e il reportage che sa restituire rivelando debiti consapevoli nei confronti del Pittorialismo e della successiva composizione straight di storica memoria”. Ma è soprattutto attratta “da quanto avviene sotto la superficie del visibile”. Infatti, “scava alla ricerca del nervo scoperto della società e di quel lato oscuro del quale è capace di cogliere l’intima fragilità, la sconcertante dolcezza e la dolorosa malinconia.

Dove il desiderio e la necessità di essere e di vivere si palesano nascondendosi dalla luce e dal quotidiano ritagliandosi spazi di libertà. Come avviene al Gender, locale romano che da 12 anni fa conoscere la cultura transgender – o meglio nogender – e noto per avere spazi dark ove gli avventori possono ritirarsi per conoscersi e praticare sesso. Lucia Vera, quindi, in accordo con il patron del club, Klaus Mondrian, molto conosciuto anche nel mondo dell’arte contemporanea, è entrata in questo tempio inconfessato e ha scattato moltissime foto con il suo sguardo indagatore mai severo, empatico, che è riuscito a dare una documentazione e un affresco d’umanità coloratissimo, di forte caratterizzazione pittorica.

Vanessa Beecroft alla Galleria Lia Rumma di Milano e Napoli

Vanessa Beecroft sarà protagonista di una doppia personale nelle sedi della Galleria Lia Rumma di Milano e Napoli. Il 7 giugno inaugura nello spazio milanese di Via Stilicone che ospiterà due eventi: VB70 e VB MARMI. Al piano terra della galleria, in occasione dell’opening, si svolgerà la performance VB70. Una decina di modelle nude, statue-corpo dai movimenti parcellizzati e lentissimi, saranno in scena tra basi di marmo, blocchi di pietra grezza e sculture inedite raffiguranti corpi femminili per formare un unico, suggestivo, gruppo scultoreo. A completare l’evento, i piani superiori della galleria ospitano opere in marmo, frammenti e busti dai colori vividi. Sodalite blu, Macaubas azzurro, Lapislazzuli blu, Rosa Portogallo, Nero del Belgio, Statuario bianco, Onice verde e Rosso Francia incarnano quella intensità di variazioni e di scelte cromatiche con le quali l’artista tinge tutti i suoi ricercati impianti scenografici.

Al centro della personale nella sede di Napoli a partira dal 9 giugno, le videoproiezioni di VB 66 e VB 67, realizzate dall’artista nel 2010, rispettivamente al Mercato Ittico di Napoli e agli Studi Nicoli di Carrara e i lavori fotografici, perlopiù di grandi dimensioni, tratti dalla prima performance. Quando, a febbraio dello scorso anno, Vanessa Beecroft per VB 66 ha restituito per un giorno Palazzo Cosenza, sede del Mercato Ittico di Napoli, agli sguardi di un pubblico entusiasta e particolarmente numeroso, la città partenopea ha avuto in dono un “monumento transitorio”.

SURASI KUSOLWONG. Ping—Pong, Panda, Povera, Pop—Punk, Planet, Politics and P—Art

Giovedì 9 giugno si inaugura l’installazione site-specific di Surasi Kusolwong dal titolo Ping—Pong, Panda, Povera, Pop—Punk, Planet, Politics and P—Art. La nuova mostra alla Fondazione HangarBicocca è dedicata all’artista tailandese Surasi Kusolwong, che realizza una spettacolare installazione site-specific nello shed, la parte iniziale del grande spazio dell’Hangar. Nelle navate grandi continua ancora, sino al 17 luglio, la mostra, completata nelle sue quattro fasi, del progetto Terre Vulnerabili.

L’Hangar presenta l’opera di Kusolwong, classe 1965, i cui lavori sono già stati esposti in importanti luoghi dell’arte internazionali come la Tate Modern a Londra, il Palais de Tokio a Parigi, The Rose Art Museum a Boston, oltre alle Biennali di Istanbul e Venezia (2003), di Berlino (2001) e di Taiwan (2000). L’installazione prevede cinque tavoli da ping-pong, che i visitatori potranno utilizzare per giocare. Sopra ogni tavolo sono posizionati diversi tipi di oggetti e materiali dedicati a vari aspetti del lavoro di Kusolwong: oggetti di uso quotidiano, semplici, domestici e a volte kitsch come piccoli animali in gesso coperti da pezzi di conchiglie, o animali intagliati in legno e ancora oggetti tipici di diverse culture collezionati o fatti dall’artista.

Gian Maria Tosatti – Lo spazio come memoria personale e collettiva

Lunedì 6 giugno 2011, alle ore 17.00, si terrà presso il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Sapienza Università di Roma, la MasterClass / Incontro con l’artista Gian Maria Tosatti dal titolo Lo spazio come memoria personale e collettiva, a cura di Chiara Pirozzi.

In questa occasione l’artista presenterà le sue opere a partire dall’ultimo lavoro intitolato Testamento – Devozioni X, un’installazione site-specific realizzata all’interno della Torretta dell’Ospedale San Camillo di Roma. L’opera rappresenta l’ultima tappa del ciclo Devozioni, nel quale l’artista ha realizzato una serie di installazioni in luoghi fatiscenti e obsoleti della città. Con questa operazione Gian Maria Tosatti costruisce ambienti visionari, allo scopo di rendere espliciti una serie di archetipi che, a partire dall’età classica, hanno fortemente segnato e condizionato la storia dell’umanità.

Valerio Rocco Orlando – Quale Educazione per Marte?

Dal 9 giugno al 9 luglio la Nomas Foundation di Roma ospiterà la mostra che racconta e documenta le fasi del laboratorio tenuto lo scorso inverno dall’artista Valerio Rocco Orlando nelle classi di alcuni licei della città di Roma. Parafrasando il titolo della mostra di Dominique Gonzalez-Foerster Quelle architecture pour Mars? (2001), Quale educazione per Marte? è il tentativo di sperimentare un modello alternativo di trasmissione di conoscenze e di rapporti all’interno dell’istituzione scuola, attraverso il modello laboratoriale.

Così  come il filosofo della scienza Bruno Latour, nel suo libro “La vie de laboratoire” (1979), aveva analizzato le scoperte scientifiche, attraverso lo studio delle relazioni degli scienziati tra di loro e con le loro famiglie e i loro amici, in modo simile Quale educazione per Marte? ha analizzato l’istituzione scuola, attraverso l’esame dei rapporti esistenti tra gli studenti che la vivono ogni giorno in prima persona. Nel corso del workshop, gli studenti, insieme all’artista, hanno discusso in seduta intima e informale i meccanismi alla base delle relazioni che intercorrono nella scuola e hanno raccolto storie, a partire dall’analisi dei luoghi che le attraversano. L’obiettivo era di attivare, attraverso interviste individuali realizzate in modo omogeneo (riprese con medesime inquadrature e luci), un gioco di specchi che riflettesse la molteplicità dei rapporti alla base della formazione sentimentale e gnoseologica degli studenti.

San Tommaso is back, eventi gratis in tutta Italia per chi vota

GlobArtMag parla di arte contemporanea, mostre ed eventi sono il suo pane quotidiano ma quello che abbiamo deciso di comunicarvi oggi è un evento assai particolare perchè l’arte c’è ma non solo quella strettamente chiamata arte visiva. E l’evento in questione è San Tommaso is back, iniziativa ideata e promossa da Pilar, cantautrice romana, con l’aiuto di Giovanna Mirabella, producer.

Pilar il 13 giugno, nello studio del fotografo Paolo Soriani, si esibirà gratuitamente in concerto, accompagnata da Federico Ferrandina. L’idea è nata dal desiderio dell’artista di poter fare qualcosa di concreto per sostenere la causa referendaria: e ovviamente, ha deciso di offrire in dono, per una sera, la sua voce a chi come lei avesse deciso di votare il referendum, “un referendum troppo importante per essere ignorato”. Come San Tommaso la sera del 13 giugno sarà alla porta per verificare con i propri occhi che i suoi ospiti abbiano compiuto il loro diritto, e dovere, di votare il referendum su acqua, energia nucleare, legittimo impedimento.

Shana Moulton – Operaprima

Domenica 5 giugno alle ore 19.30 white.fish.tank inaugura presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, Operaprima: Shana Moulton (Oakhurst, California, 1976), affascinante retrospettiva di una delle video artiste più interessanti del panorama internazionale. La rassegna Operaprima giunge così al suo quinto appuntamento confermando l’impegno dell’associazione white.fish.tank nel promuovere la giovane arte come veicolo per instaurare un dialogo col territorio e favorire la divulgazione e la sensibilizzazione verso i linguaggi del contemporaneo e dei suoi protagonisti.

Muovendosi tra video e performance, la Moulton elabora un linguaggio narrativo che attraverso la ricerca di nuove strutture espressive restituisce allo sguardo visioni di mondi immaginari. Le stralunate avventure del suo alter-ego Cynthia, impegnato in un’affannosa ricerca spirituale destinata a sfociare in eterna insoddisfazione, divengono pretesto per una riflessione profonda sulle paure e le ansie della società occidentale contemporanea. Emblematici della cultura pop, i feticci che la circondano, si trasformano in input e chiavi di accesso ad una dimensione surreale, onirica, quasi allucinogena, rappresentata attraverso effetti “speciali” niente affatto hi-tech che traducono in modo psichedelico l’assurdità di luoghi e stati mentali.

Cina in Biennale, ma in patria continuano le censure

REUTERS/Petar Kujundzic

FREE AI WEIWEI. Il grido di battaglia che da diverso tempo anche noi di Globartmag intoniamo incessantemente è rimbalzato anche alla Biennale di Venezia. Migliaia di shoppers rossi in distribuzione ai Giardini recano la disperata scritta e portandoli in giro i visitatori possono mostrare al mondo intero le ignobili efferatezze di un regime che forse non è ancora entrato in sintonia con lo spirito della Biennale. Il presidente della kermesse, Paolo Baratta ha scritto una lettera all’ambasciatore cinese per avere notizie sul povero artista ed attendiamo fiduciosi una risposta.

Intanto il contatore presente sul blog I Love Weiwei ci ricorda fatalmente che nel momento stesso in cui questo articolo va in onda sulle nostre pagine elettroniche, Weiwei manca all’appello da 61 giorni.  Oltre 1460 ore vissute in una prigionia di cui si sa poco o nulla, questo vorremmo ribadirlo a chiare lettere. Come se tutto questo non bastasse, nei giorni scorsi a Pechino si è verificato un ennesimo atto di oscurantismo.

Padiglione Minestrone Italia™ by Vittorione Nazionale™: cosa ne pensano i giornali?

Un'immagine dell'allestimento finale del Padiglione Italia

Sul Padiglione Minestrone Italia™ del Vittorione Nazionale™ in quel della Biennale abbiamo scritto fin troppo e ci sembra inutile giudicare ulteriormente qualcosa di  talmente assurdo e doloroso per la nostra martoriata nazione. Riportiamo qui di seguito alcuni articoli apparsi sui maggiori quotidiani italiani, lasciandoli parlare al nostro posto, via alle danze:

“Se l’arte non è «Cosa Nostra», rimane però, in Italia, un affare di famiglia. Perché come racconta lo stesso Sgarbi, c’è chi ha scelto un’artista anche perché era figlio di un conoscente (ad esempio Francesca Leone, nominata da Ennio Morricone che era amico del padre) o di un parente. E in realtà, più che lo stato dell’arte («Perché dovevo limitare le opere? Non potevo mica limitare il numero degli intellettuali cui affidare la scelta», dice lui), il Circo Sgarbi racconta lo stato e i gusti degli intellettuali italiani.” di Rocco Molinterni su La Stampa del 1 giugno 2011.

Pier Paolo Calzolari a Ca Pesaro

Inaugura il 4 giugno il progetto espressamente concepito per gli spazi di Ca Pesaro a Venezia, ideato da Pier Paolo Calzolari con Silvio Fuso e Daniela Ferretti e co-organizzato dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e dalla Fondazione Calzolari. La mostra offre una rara opportunità di osservare la pluralità dell’opera di Calzolari e la sua capacità di coniugare i linguaggi formali più diversi.

In un percorso che si snoda lungo due piani del palazzo la mostra presenta oltre 25 opere realizzate dall’artista tra il 1968 ed il 2011. Dai primi lavori degli anni ’60 fino ad oggi Calzolari ha seguito un processo di ricerca complesso sotto il segno del pluralismo, evitando ogni forma di ripetizione che non fosse legata alle esigenze del reale. Per la continua capacità di rigenerarsi negli oltre quarant’anni della sua carriera è oggi considerato uno degli artisti più inventivi e vivaci della sua generazione.