Il MAXXI si apre alla musica con Maxximalism

A pochi giorni dalla sua apertura al pubblico, il MAXXI moltiplica la sua offerta all’insegna dell’interdisciplinarità e presenta MAXXIMALISM, una serie di appuntamenti musicali a cura di Luca Lo Pinto, Valerio Mannucci e Nicola Pecoraro / NERO.

Per cinque giovedi’, a partire dal 17 giugno fino al 15 luglio 2010, dalle 19 alle 23, con il biglietto di accesso alle mostre sarà possibile assistere anche ai concerti di MAXXIMALISM, il primo programma di eventi collaterali che affianca l’attività espositiva e propone negli spazi esterni del museo cinque performance musicali in anteprima italiana. In occasione della prima serata di MAXXIMALISM a partire dalle ore 22 fino alle 24 la piazza del MAXXI verrà animata anche dalla musica di Brand New Music Art, evento musicale di MTV. Si potrà inoltre visitare le mostre del MAXXI fino alle 23.

Arte o non Arte? difficile capire la differenza

Durante i primi mesi di quest’anno Tino Sehgal aveva fatto svuotare il Guggenheim per proporre una delle sue performance impalpabili, frutto oggettivo di un’arte soggettiva ed immateriale. In quel frangente i visitatori erano stati avvicinati dai performers i quali li invitavano a discutere di varie tematiche, ovviamente i poveri malcapitati non avevano la benché minima idea di cosa stesse succedendo. Successivamente abbiamo avuto modo di assistere alle stravaganti peripezie di Terence Koh non ultima quella di adottare un tenero virgulto che molti pensano sia parte integrante di una sua nuova performance.

Inoltre apprendiamo da Exibart che la brava artista Tania Bruguera ha recentemente sovvertito le regole, sostituendo la sua performance al Madre di Napoli con una conferenza stampa ed aggiungendo in seguito che il cambio non faceva parte di un’azione artistica ma solo di una semplice conferenza. Ovviamente il pubblico confuso ha pensato ad una probabile performance a sorpresa della giovane artista.

Takashi Murakami, icona orientale del pop a Venezia

Sarà Takashi Murakami, l’artista giapponese icona orientale del pop e star internazionale, il protagonista dell’appuntamento straordinario nell’ambito de L’OPERA PARLA, calendario di incontri di approfondimento delle opere e degli artisti in mostra, promossa da Palazzo Grassi in collaborazione con l’Università di Ca’ Foscari, lo IUAV e l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

L’artista, presente nella Collezione François Pinault e nella mostra Mapping the Studio in corso a Palazzo Grassi e Punta della Dogana con importanti lavori esposti in entrambe le sedi, incontrerà il pubblico a Palazzo Grassi, venerdì 11 giugno, dalle 16 alle 19.00. Aperto al pubblico sino ad esaurimento posti, l’incontro – intitolato “Dal Nihonga al Superflat” – propone una conversazione tra Takashi Murakami e dallo storico dell’arte giapponese Nobuo Tsuji, rettore dell’università Tama di Tokyo e direttore del Miho Museum di Shiga prefecture. Moderatore sarà Angela Vettese, professore di teoria e critica dell’arte contemporanea all’Università IUAV di Venezia e membro del Comitato scientifico di Punta della Dogana François Pinault Foundation.

Anni ’00, il decennio irreale alla Famiglia Margini di Milano

Famiglia Margini, in collaborazione con Fabbrica Borroni, presenta a Milano il 24 Giugno prossimo una crew di artisti che raccontano il primo decennio del nuovo millennio. Dalla caduta delle torri gemelle al primo presidente nero, da Berlusconi a Ratzinger, dal boom economico della Cina alla crisi internazionale, da Osama allo Tzunami, dalla precarietà del lavoro a quella dei rapporti, dal cellulare a facebook! Figli di una tecnologia violenta, Matrix premoniva oniricamente la non vita attuale.

Catene fatte da fibre ottiche, sms come Rimbaud, lettere senza carta e immagini che si consumano su cartelli roteanti.” Sono il ragazzo degli anni zero, quelli dell’inizio di un qualcosa senza nome…”Nuovo millennio, nuovo secolo iniziato con un decennio che ha ripercorso stili e concetti di una vecchia Storia che deprediamo senz’analizzarla.

Terence Koh adotta un bebè, speriamo non si tratti di una performance?

Terence Koh ne ha combinata un’altra delle sue, anche se questa volta sembrerebbe che le sue bizzarre azioni siano guidate da un lodevole intento. Il caleidoscopico folletto dell’arte contemporanea ha infatti adottato un piccolo bebè che sembra in tutto e per tutto la sua esatta copia. Dopo la fine della bolla speculativa dell’arte contemporanea, nell’autunno del 2008, Koh ha faticato lungamente per tenersi a galla all’interno della scena.

Negli ultimi tempi però sembra che l’artista abbia ritrovato un insperato equilibrio, grazie alla sua nuova amicizia con Lady Gaga, personaggio sopra le righe che a sua  volta sembra destinato a ritagliarsi un posto nel giro dell’arte. Lady Gaga ha infatti stretto amicizia con Klaus Biesenbach curatore capo del MoMa che ultimamente ha accompagnato Koh e la biondissima cantante durante un tour della prestigiosa istituzione.

5o artisti fotografano il futuro

Come sarà il futuro? Chissa che tipo di mezzi di comunicazione o di locomozione useremo e chissà se riusciremo mai a sconfiggere la morte. Insomma tra macchine volanti, nanotecnologie e robot umanoidi, il futuro sarà sicuramente entusiasmante ma da qui a fare previsioni certe la strada è molto lunga e tortuosa.

L’arte è per natura visionaria ed è per questo che è stato chiesto a 50 artisti di fornire la loro personale immagine del futuro nel corso della mostra 50 Artists Photograph The Future, in visione alla Higher Pictures di New York fino al prossimo 3 luglio. Tra le tante fotografie esposte, l’unico dato veramente certo è che agli artisti la fantasia non manca di sicuro. La fotografa Mariah Robertson prevede ad esempio delle alternazioni anatomiche, una sorta di fusione tra mondo vegetale ed essere umano.

E se come vicino di casa avessimo un mostro?

Easy going monsters, mostri alla mano. Mostri come vicini di pianerottolo. I mostri sono tra noi. Escono fuori dalle remote regioni dell’incubo, dai meandri dell’immaginario collettivo. Fuori dal cinema e dalla letteratura di genere. Liberi, davvero, circolano nelle città all’orlo del collasso. Si confondono tra le folle e le tribù metropolitane e si mostrano in tutto il loro oscuro splendore a chi ha occhi buoni per vederli. Rivendicano il diritto di un’esistenza che fuoriesca dai limiti delle narrazioni preordinate, abbattendo ogni distinzione tra reale e fittizio, scena e fuori scena.

Non siamo più in pericolo? Sono mostri addomesticati, diventati creature civili? O siamo sull’orlo di una mostruosa, incontenibile, inenarrabile insurrezione? Attingendo al vasto patrimonio dell’immaginario horror, bizzarro e pauroso, la mostra NEXT-DOOR MONSTERS, a cura di Francesco Paolo Del Re, vuole proporre una riscrittura di alcune figure mostruose che affollano il repertorio cinematografico, popolari o quasi dimenticate, ancestrali o di nuovissima confezione. Attraverso lo sguardo disparato di dieci artisti, lo spettatore è chiamato a essere protagonista di un’indagine di desideri, ambizioni e possibilità dei mostri della porta accanto o dei mostri dentro di noi.

Razzismo in Arizona: “Sbiancate quel bambino”

Incredibile ma vero, siamo ancora qui a parlare di un tremendo caso di razzismo e censura all’interno del mondo dell’arte La notizia arriva direttamente dal quotidiano Arizona Central e sinceramente vorremmo non averla mai letta. Gli artisti Pamela J. Smith e R.E. Wall sono stati chiamati a dipingere un grande  murale sulla facciata di una scuola di Prescott, la Miller Valley ad essere precisi. Il progetto dal titolo Go on Green doveva coprire due mura dell’edificio e mostrare la gioiosa relazione tra ragazzi ed ambiente.

Alla fine i due artisti hanno dipinto quattro allegri ragazzi immersi nella natura, la figura dominante è un bambino ispanico e proprio questo soggetto ha sollevato diverse questioni. Il preside della scuola ha infatti ordinato agli artisti di schiarire la pelle del ragazzo in primo piano. All’assurda richiesta si è unito l’incredibile comportamento della popolazione di Prescott: “Alcuni ragazzi della scuola elementare hanno lavorato assieme a noi e per due mesi sono stati sistematicamente coperti da insulti razzisti dalle persone che passavano a bordo delle loro automobili” ha dichiarato non senza una punta di disgusto R.E. Wall.

Tris di Sgarbi: Biennale, Maxxi e Polo Museale di Venezia

Continuano le peripezie del Vittorione nazionale, lo abbiamo seguito con estrema attenzione lo scorso venerdì in tv nel corso del programma di Rai 2 L’Ultima Parola. Durante lo show (si discuteva di un Italia che non valorizza i propri tesori a cielo aperto), Vittorio Sgarbi ha sparato alcune delle sue perle, definendo l’Ara Pacis di Richard Meier un’inutile pompa di benzina, simbolo di una politica di sinistra sprecona ed inconcludente. Sgarbi ha poi criticato i fischi contro il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi nel corso della conferenza stampa per l’opening del Maxxi di Roma.

In tale occasione Bondi aveva dichiarato: “Rivendico al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro Altero Matteoli il merito di aver portato a compimento il primo museo delle arti del XXI secolo». In più Vittorione ha ipotizzato di cambiare il nome del Maxxi ed intitolarlo a Silvio Berlusconi proprio come il Beaubourg parigino, noto come Centre Pompidou perchè fortemente voluto dall’allora presidente francese Georges Pompidou. Inoltre in questi prossimi giorni, Vittorio Sgarbi dovrebbe ricevere da Bondi la nomina di Soprintendente Speciale al Polo Museale di Venezia che si aggiungerebbe a quella di curatore del Padiglione Italia alla prossima Biennale e a tante altre cariche.

Collezionismo difficile per coppie senza figli

Sono una sognatrice e quando mi trovo di fronte ad un’opera d’arte non posso fare a meno di chiedermi se me la terrei in casa quella cosa li. Lasciando perdere costi e spazi, vorrei vederla tutti i giorni per il resto della mia vita? Me lo domandavo anche all’inaugurazione della seconda personale dell’artista svedese Nathalie Djurberg da Giò Marconi a Milano.

La risposta è contenuta nel titolo di questo articolo, astenersi perditempo, ma soprattutto: soggetti deboli di cuore, di spirito (in tutte le sue accezioni), chi è vulnerabile, i facilmente impressionabili, i puritani e i bacchettoni. Astenersi un pò tutti, Nathalie fa arte per se stessa, sul tavolo della sua cucina a Berlino e poco importa se ha vinto un Leone d’Argento per il più promettente giovane artista della Mostra Fare Mondi all’ultima Biennale di Venezia. Importa ancor meno se mentre guardi uno dei suoi video ti vengono su, direttamente dallo stomaco, una raffica di domande, che vorresti fare proprio a lei, perché credi di aver capito qualcosa, ma hai bisogno della conferma.

Mattia Bonetti alla Cardi Black Box di Milano

Lunedi’ 7 giugno Cardi Black Box presenterà un particolare progetto espositivo: una mostra interamente dedicata al design, nell’ottica sempre piu’ attuale delle contaminazioni tra l’arte contemporanea e le altre discipline creative.  Un progetto di respiro internazionale che vede per la prima volta in Italia l’allestimento di una personale dell’artista-designer svizzero Mattia Bonetti con un’ampia selezione di lavori in edizione limitata.  Mattia Bonetti disegna mobili fantastici, nell’accezione piu’ classica del termine: fantastico, che riguarda la fantasia, l’immaginazione, l’inusuale, cio’ che e’ fuori della realtà, cio’ che appartiene a un’altra dimensione.

Usa il computer solo per finalizzare il progetto; le sue opere sono frutto di un lavoro certosino che nasce dalla matita sulla carta, con quella tecnica rapida e diretta che da sempre ha lasciato piena libertà d’espressione a generazioni di creativi delle arti visive. La combinazione di stupore e precisione maniacale con cui l’artista lavora in due dimensioni viene magicamente – benche’ con un impegno di mesi – riprodotto nei dettagli della sua produzione. La facoltà di realizzare in 3D cio’ che esiste sul foglio e’ straordinaria nei particolari, nei materiali, nelle finiture e nei colori: dalla mano di Bonetti nasce un nuovo paese delle meraviglie. Questa incredibile abilità nel passare dal disegno al laboratorio e’ singolare allorche’ sorprendente, e lo e’ altrettanto la capacità di rendere gli oggetti della fantasia gli stessi oggetti che vivranno poi fisicamente nello spazio.

Ricordando Luoise Bourgeois

Ora che la grande Louise Bourgeois ci ha lasciato saranno in molti a piangere la sua scomparsa. La triste notizia ha fatto in questi giorni il giro del mondo catalizzando l’attenzione di tutti i media del globo, la grande dama dell’arte contemporanea internazionale si è spenta a New York a causa di un attacco cardiaco all’età di 98 anni. Il mondo dell’arte perde dunque uno dei suoi più importanti e poetici protagonisti, un’artista che ha rappresentato un legame diretto con il cubismo, il simbolismo, il surrealismo, l’arte astratta e tutto quello che è accaduto nei decenni a seguire.

Nata a Parigi nel giorno di natale del 1911, sin da bambina Louise Bourgeois ebbe uno spiccato talento per la matematica ed nel corso dell’adolescenza svolse diverse mansioni nel laboratorio di riparazione e vendita di tappezzerie antiche dei genitori. Nel 1938 l’artista si trasferì a New York , dando inizio ad una carriera artistica dagli sviluppi lentissimi. Il successo critico e commerciale arrivò solo negli anni ’70 qunado l’artista era oltre i 60 anni d’età. Nel 1982 il Moma gli dedicò una storica retrospettiva e nello stesso anno Robert Mapplethorpe scattò alcune celebri fotografie che la ritraevano con una scultura di lattice rassomigliante ad un gigantesco fallo. Quella foto, misteriosa, bizzarra ed affascinante, rimase nella storia.

Ritrovato un filmato sulla guerra di Spagna girato da Henri Cartier Bresson

Henri Cartier Bresson è stato uno dei più grandi fotografi di tutti I tempi, da molti considerato il padre del fotogiornalismo nella sua carriera ha ritratto personalità importanti in tutti i campi come Balthus, Albert Camus, Truman Capote, Coco Chanel e Marcel Duchamp. Inutile aggiungere che le fotografie di Cartier Bresson sono state esposte nei più prestigiosi musei di tutto il mondo e che tuttora istituzioni e gallerie organizzano numerosi eventi a lui dedicati. Negli ultimi giorni però una sensazionale scoperta ha puntato ulteriori riflettori sul nome del celebre fotografo.

Un ricercatore spagnolo ha infatti ritrovato un documentario sulla guerra di Spagna girato da Cartier Bresson in persona.  Come molti di voi sapranno, durante la Seconda Guerra Mondiale, Cartier Bresson fece persino parte della resistenza francese, continuando a svolgere costantemente la sua attività fotografica. L’indomito fotografo ha quindi combattuto, documentando gli orrori della guerra ma oltre a schierarsi dalla parte dei francesi, partecipò anche alla Guerra civile spagnola . Il clamoroso ritrovamento a circa 72 anni di distanza, consta di una bobina da 18 minuti di filmato che Cartier Bresson aveva girato tra i volontari americani della Brigata Abramo Lincoln durante la Guerra Civile spagnola.

Quattro mostre alla Galleria Continua di San Gimignano

La galleria continua presenta un interessante evento dal titolo Quattro mostre, ciclo espositivo con opere di Daniel Buren, Loris Cecchini, Kader Attia e Hans Op de Beeck che sarà aperto al pubblico dal 6 giungo 2010, fino al prossimo 4 settembre 2010.

Daniel Buren torna ad esporre negli spazi di Galleria Continua di San Gimignano con Circa il ritorno di una svolta  Iscrizioni, lavoro situato, versione IV, giugno 2010.  Artista di fama internazionale, Buren e’ uno dei maggiori esponenti delle neo-avanguardie artistiche della fine degli anni sessanta e degli anni settanta. Valendosi di uno “strumento visivo” invariabile – l’alternanza di strisce verticali bianche/colorate di 8,7 cm – l’artista indaga da oltre 40 anni i rapporti fra l’opera d’arte, il luogo in cui prende corpo e lo spettatore.  L’azzeramento dei modi tradizionali del fare arte, la scelta del definitivo abbandono della figurazione in favore di un’arte astratta, l’elemento concettuale sono aspetti predominanti dell’arte di Daniel Buren.