Non si brinda senza Bellini

In questi giorni la notizia è rimbalzata su tutti i magazine di arte contemporanea: Andrea Bellini lascia il Castello di Rivoli per il CAC di Ginevra ed il museo torna a nuotare nel grande mare della tristezza che ormai da tempo bagna la nostra martoriata Penisola. L’accoppiata Beatrice Merz / Andrea Bellini non ha certo contribuito a proiettare il museo nell’olimpo dell’arte contemporanea internazionale anzi, tra Arte Povera e sbadigli, Rivoli ci ha fatto vedere ben poco nei circa 2 anni di gestione del duo. 

Due direttori, due profumati stipendi e molto poco da vedere: Possiamo migliorare e lo faremo”, queste le parole ( dichiarate al quotidiano La Stampa) della coppia di fronte al colossale buco di 480 mila euro, scavato all’interno dei bilanci del povero museo nel marzo 2011. Di fatto per migliorare si è fatto ben poco, 2.2 milioni di euro elargiti dalla Regione per il museo, 145 milioni di euro a testa per lo stipendio annuale dei due direttori.

Censura alla fiera di Tunisi, colpita la Street Art

Ci risiamo, la censura ha colpito ancora, ed ancora una volta le sue luride grinfie si sono posate sul mondo della  Street Art. A farne le spese è stato il graffiti artist tunisino Elecktro Jaye che si era illuso di poter esporre le sue opere alla Primtemps des Art, un’importante fiera d’arte contemporanea organizzata a Tunisi. Poco dopo aver installato le opere, Jaye si è visto costretto a tirarle giù dalla parete:

uno degli organizzatori della fiera mi ha detto che aveva ricevuto alcune pressioni dagli organi di stato e che dovevo togliere le mie opere poiché giudicate troppo impegnate politicamente. A sua detta le opere avrebbero potuto causare dei problemi. Ma alla fine i problemi sono sorti comunque” ha dichiarato l’artista ai microfoni di Tunisia Live.

Margot Quan Knight alla Gagliardi Art System di Torino

La galleria Gagliardi Art System è lieta di presentare Screenshots, nuovo progetto inedito di Margot Quan Knight (dal 7 giugno al 21 luglio 2012). L’artista, la cui ricerca è da sempre focalizzata sull’interpretazione fotografica del reale, spesso con esiti stranianti e poetici, indaga ora, con originalità di visione e mezzi, nuove percezioni visive suggerite da strumenti come Skype, sempre più di uso comune.

La frammentazione di visione tipica di questa modalità di comunicazione (che è in parallelo frammentazione emotiva, poiché le persone connesse sono fisicamente lontane ma unite da relazioni affettive) viene tradotta dall’artista con un’immagine in pixel dipinti su tela, bianco su bianco, percepibile solo con una particolare inclinazione della luce.

Caso Sotheby’s vs movimentatori: c’è l’accordo!

C’è la crisi è vero ma sentir parlare di mancanza di fondi in un settore di lusso come quello delle aste sembra proprio un controsenso bello e buono.  Sta di fatto che in questi ultimi mesi un colosso come Sotheby’s ha maltrattato i suoi lavoratori che a loro volta hanno risposto con una dura stagione di proteste.  Tutto è cominciato a New York verso la fine d’agosto dello scorso anno. Circa 43 lavoratori del gigantesco brand internazionale hanno dato vita ad uno sciopero causato dal mancato rinnovamento del loro contratto, scaduto verso la fine di luglio.

I lavoratori del Teamsters Local 814 hanno successivamente iniziato un picchetto di protesta, realizzando ad oggi il più longevo sciopero della storia di Sotheby’s. In sostanza questo agguerrito team appartiene alla categoria dei movimentatori, un profilo altamente specializzato che si occupa di “maneggiare” e spostare fisicamente le preziose opere messe in vendita dalla casa d’aste.

Ancora una riflessione su La Quadriennale di Roma

Vorremmo qui di seguito esprimere il nostro dissenso per la cancellazione de La Quadriennale di Roma, pubblicando un testo redatto da Occupiamoci di Contemporaneo poiché esso esprime al meglio il pensiero di tutti coloro i quali hanno a cuore la cultura di questo paese. In questo momento.

Ecco fatto. Mancava ancora qualcosa alla festa dell’addio all’arte italiana? Non vi preoccupate. Eccovi serviti. Il grande giornalista televisivo ed ex parlamentare Jas Gawronski (nominato nel febbraio dello scorso anno dall’allora ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi) che per i suoi noti meriti manageriali e culturali, è stato fatto accomodare sulla poltrona presidenziale dell’unico ente-fondazione italiano deputato al sostegno e alla promozione dell’arte italiana fuori e dentro i confini nazionali, dichiara che purtroppo non avendo ricevuto i due milioni di euro attesi dallo stato, proprio con grande dispiacere deve comunicare che la prossima Quadriennale di Roma non si farà.

Do not think alla Fabbrica del Vapore di Milano

Arriva a Milano, alla Fabbrica del Vapore “Do not think“, il progetto skateboarding promosso dalla Fondation d’Art Oxylane, dopo le tappe di Berlino e Wroclaw (Polonia) e prima di proseguire il viaggio verso Barcellona, Marsiglia e Londra.  Opere di: Andrea Belfi, Dave the Chimp, Brad Downey, Jacques Floret, Micha Wermkauf & Matthias Leinke, Christian Roth, The Wa

Un incontro tra arte e sport: una grande rampa per skate decorata verrà regalata alla città di Milano e sarà realizzata all’interno del piazzale della Fabbrica del Vapore, mentre l’esposizione proseguirà in alcuni spazi interni. In mostra le opere di otto artisti tra musica, disegni, installazioni, fotografie e video, tutte ispirate al mondo dello skateboarding, con il patrocinio del Comune di Milano.

Che bella l’Italia dell’arte contemporanea

Benvenuti in Italia, la patria della cultura e dell’arte. Tanto tempo fa potevamo sbandierare questo slogan, oggi queste parole suonano a dir poco ridicole. Questo poiché di questa beneamata cultura non rimane che un vago ricordo. Sono bastati due governi per trascinare le nostre risorse artistiche in un baratro senza fine, un orrido da cui uscire sarà molto difficile. Crolli del Colosseo, crolli di Pompei e crolli della Pinacoteca di Brera. Queste sono solo alcune delle più tristi vicende legate ai capisaldi della nostra cultura classica e moderna. Ma per quanto riguarda l’arte contemporanea le cose vanno ancora peggio.

Padiglioni Italia alla Biennale di Venezia affidati a megalomani che finiscono per metterci in mutande innanzi al mondo intero,  musei che vengono commissariati per buchi nel bilancio provocati dallo stesso governo che poi usa gli stessi per i valzer di poltrone (figura barbina anche qui), Padiglioni alla Biennale d’architettura che rischiano di passare in cavalleria. Ed anche le presidenze delle Biennali rischiano di fare la stessa fine salvo poi salvarsi in corner allo scoccare del novantesimo minuto.

La Quadriennale? Meglio non averla

 

 

«La Quadriennale d’arte di Roma, prevista per il prossimo ottobre, non si farà. Non abbiamo i soldi per realizzarla. Il ministero per i Beni culturali e Arcus Spa non ci hanno dato alcun finanziamento. Servivano, a stare strettissimi, due milioni. Non è arrivata nemmeno una lira». Questa la “denuncia” di Jas Gawronski, presidente della Fondazione La Quadriennale di Roma, al Corriere della Sera dopo la sconcertante serrata della manifestazione capitolina. La Quadriennale non si farà e come aggiunge il Corriere, era un fatto che non si era mai verificato prima.

 Sarebbe bene sottolineare che Gawronski era stato chiamato proprio per le sue abilità manageriali e che organizzare gli eventi con profumati stanziamenti pubblici non è poi un’impresa impossibile. La reale bravura sta appunto nel procacciarsi soldi nel privato, ma d’altra parte (come già detto in un nostro precedente articolo/provocazione) il fundraising non esiste e anche il buon Gawronski è dovuto scendere a patti con questa dura realtà.

Marzia Migliora al Castello di Rivoli

Viaggio intorno alla mia camera è un progetto speciale dell’artista Marzia Migliora per Oltre il muro, la nuova proposta di allestimento e percorsi attraverso la collezione permanente del Castello di Rivoli a cura di Beatrice Merz. Il progetto dialoga non solo con gli spazi e con la storia stessa del primo museo italiano dedicato all’arte contemporanea, ma coinvolge – attraverso una chiamata alla partecipazione attiva – la struttura vivente dei visitatori del Museo. Il pubblico come attore degli spazi e dei progetti culturali del Castello diviene, grazie all’artista, un collaboratore, evidenziando la funzione culturale, educativa e divulgativa del Museo il quale è casa di tutti, in primis dei cittadini.

Ai cittadini del territorio è richiesto di diventare prestatori, nella modalità propria dell’arte, di un oggetto personale, ovvero una poltrona da un posto del proprio salotto. Le poltrone selezionate, saranno ospitate temporaneamente al Museo, entrando in relazione con le opere della collezione. Il prestatore, cede temporaneamente e in modo anonimo un oggetto personale e d’uso quotidiano, per condividerlo con la collettività; prestare qualcosa di proprio mettendolo a disposizione di altri è simbolo di una presenza partecipata.

Mario Merz e Giuseppe Penone da Maria Cilena a Milano

In questa occasione verranno esposte due serie di opere su carta di due protagonisti dell’Arte Povera. Le 14 tavole che compongono il ciclo Da un erbario raccolto nel 1979 in Woga-Woga, Australia, realizzato da Merz nel 1989, accostano a diversi esemplari di foglie di piante (su cui l’artista interviene come suo solito con lo scotch) la numerazione tipica della successione di Fibonacci.

Le Trentatré erbe di Penone, anch’esse datate 1989, sono invece il risultato di un’azione di frottage con risvolti intensamente lirici. Le 33 opere verranno esposte una al giorno, come se fossero fogli di una sorta di calendario poetico incentrato sul rapporto tra uomo e natura. In galleria saranno presenti anche altri due lavori di Merz: una Salamandra e un Fagiolo, entrambi realizzati nell’89 su carta da lucido in cassetta di ferro.

Nature Vs Nurture alla FaMa Gallery di Verona

NATURE VS NURTURE è la nuova mostra collettiva di FaMa Gallery che presenta opere di David Casini, Mat Collishaw, Patricia Piccinini, Barry Reigate e Sissi. L’esposizione inaugura venerdì 8 giugno e resterà aperta fino al 28 luglio 2012.  Nature vs nurture, natura vs educazione, cultura. Questa dicotomia – tra le caratteristiche e i tratti per così dire naturali, insiti nell’individuo e antecedenti qualsiasi influenza data dalla società e dalla cultura e tutto ciò che, invece, lo forma e lo modella e che proviene dal contesto nel quale egli si sviluppa – rimasta per lungo tempo al centro del dibattito scientifico, in particolar modo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, ha prodotto innumerevoli studi sull’origine innata o culturale dei tratti fisici e comportamentali umani ed è tornata recentemente al centro dell’attenzione degli studiosi, soprattutto in ambito umanistico.

La mostra NATURE VS NURTURE muove da questo ampio e complesso dibattito per interrogare il lavoro di cinque artisti che analizzano nella loro pratica, seppur con tecniche e approcci differenti, il metodo scientifico, fino ad arrivare ad appropriarsi dei suoi presupposti e dei suoi obiettivi, ma indagano allo stesso tempo sulle conseguenze, anche politiche, che le idee di evoluzione e progresso hanno nella definizione di una società moderna.

Al via la IX edizione del Premio Celeste

PREMIO CELESTE IX EDIZIONE 2012

Le iscrizioni alla IX edizione del Premio Celeste sono aperte fino al 30 giugno 2012.

Quest’anno sono in palio € 20.000 di premi così suddivisi:
Premio Pittura € 4.000
Premio Fotografia & Grafica digitale € 4.000
Premio Video & Animazione € 4.000
Premio Installazione, Scultura & Performance € 4.000
Curatore dell’edizione 2012 è lo stilista italiano Antonio Marras.
Quest’anno il comitato di Selezione è composto dai seguenti critici e curatori d’arte contemporanea: Giuliana Altea, Katia Baraldi, Lorenzo Bruni, Alberto D’Ambruoso, Marco Delogu, Daniele De Luigi, Laura Fanti, Renata Ferri, Carolina Lio, Anna Santomauro, Stefano Verri, Visual Container (Giorgio Fedeli, Alessandrà Arnò). 

Ashley Bickerton Alla Cardi Black Box di Milano

Ho sempre amato la pittura, la fotografia e la scultura come tecniche utilizzate separatamente nel lavoro di altri artisti. Tuttavia, personalmente, credo che esse siano “problematiche” come forme individuali d’espressione: infatti, è solo nel loro utilizzo congiunto che riesco a sentirmi veramente a mio agio. La pittura mi è sempre sembrata troppo “cartonata”, la fotografia un po’ troppo fredda, e la scultura…Diciamo che non mi sono mai sentito troppo a mio agio nello spazio tridimensionale.

Nei lavori dei primi anni dipingevo direttamente sui miei modelli, sui loro vestiti ed accessori; successivamente li fotografavo in una serie di primi piani, da “cucire” insieme dopo essere stati “cubificati” attraverso Photoshop. Ciò che ne risultava veniva poi stampato su tela e quindi intervenivo con la pittura. Con il passare del tempo la pittura e lo strato di colore e trucco applicato sui miei modelli è diventato più spesso e più brutale, gli accessori e gli ornamenti sempre più irreali.