Artnet Magazine chiude, il giornalismo d’arte online non se la passa bene

Notizia inaspettata quanto drammatica legata al giornalismo d’arte. Il prestigioso Artnet Magazine (facente parte del noto circuito di Artnet) ha definitivamente chiuso i battenti. La triste decisione è stata presa dall’editore Walter Robinson, che ha diretto per ben 16 anni la testata:  “Mi sono divertito parecchio in tutti questi anni, abbiamo lavorato egregiamente, creando una testata di critica d’arte senza appesantirla troppo con inutili barocchismi” ha dichiarato alla stampa l’ex direttore.

Le parole di Robinson coprono però una realtà ben più oscura di quella data in pasto ai media. In tutti questi anni di attività infatti, Artnet Magazine è riuscito a barcamenarsi nel duro mondo dell’editoria online salvo poi caracollare duramente in questo ultimo periodo di crisi economica. Già, i soldi nel mondo dell’arte, almeno per quanto riguarda determinati servizi, sembrano essere finiti sul serio. Dalle nostre parti si fatica duramente per trovare inserzionisti disposti ad investire.

Luca Vitone alla Fondazione Brodbeck di Catania

Negli anni ’30, il noto romanziere André Gide raccomandava, persino ai manipolatori Surrealisti, la conoscenza della geografia prima di intraprendere qualsivoglia attività artistica. Sin dalla seconda metà degli anni ’80, l’esperienza artistica di Luca Vitone si è concentrata essenzialmente sull’idea, e insieme la pratica, di luogo. In questo caso il luogo assume un duplice significato: quello di immagine geografica storico-culturale e di individuazione di spazio concreto. Nel corso degli anni, dunque, Luca Vitone ha fatto sua questa attitudine modernista coniugando la figura romantica dell’esploratore alla analisi e all’ironia concettuale.

Il suo lavoro, originale non solo nel panorama artistico italiano ma anche in quello internazionale, esplora così il modo in cui i luoghi si soggettivizzano attraverso la produzione culturale: l’arte, la cartografia, la musica, il cibo, l’architettura, le associazioni politiche e le minoranze etniche. L’artista, in questo suo continuo ripensare la geografia, ricostruisce (produce) un soggetto – un territorio o un paesaggio – inventando persino percorsi dimenticati e memorie, offrendo uno spazio misurabile e visibile ai soggetti autonomi e individuali prodotti dall’immaginazione creatrice. Accanto, nel senso spaziale e metonimico, a questa personale ricerca geografica, Luca Vitone ha avviato, da circa un decennio, una altrettanto originale e differente riflessione sulla natura del monocromo (emblema ma anche bersaglio telelogico dell’arte di avanguardia del ‘900).

Re-generation al MACRO Testaccio di Roma

Re-generation, è la grande collettiva che presenta più di cinquanta degli artisti che contribuiscono — o hanno contribuito in anni recenti — a rinnovare il fermento artistico e culturale romano, sostenuti dai nuovi musei, fondazioni e gallerie che richiamano in città critici, curatori e altre figure chiave del settore, riposizionando così la capitale sulla mappa del circuito dell’arte contemporanea internazionale.

I due padiglioni e gli spazi esterni di MACRO Testaccio ospitano opere di pittura, fotografia, video e installazione che dialogano con un nucleo di opere di artisti storici che hanno lavorato e vissuto in città. La sera dell’inaugurazione, gli artisti Valentino Diego e Emma Seach, Giuseppe Pietroniro, Gabriele de Santis e Valentina Vetturi aprono il programma di performance che, insieme alla rassegna di proiezioni video, si sviluppa lungo tutto il corso della mostra. Mercoledì 27 e giovedì 28 giugno Valerio Rocco Orlando conduce il tour performativo Promenades, con partenza alle 17.00 da piazza di Siena, Villa Borghese.

Si chiude una deludente prima parte del 2012

Ancora una volta la stagione espositiva volge al termine ed ancora una volta siamo qui a contare i feriti. Già, la prima parte del 2012 non si è conclusa molto bene, anzi si potrebbe affermare senza ombra di dubbio che l’ultimo trimestre è stato quantomai disastroso. Le gallerie private hanno mantenuto il livello di guardia e, salvo sporadici casi, non hanno rischiato il lancio di nuovi nomi. Molti dealers hanno preferito rinverdire il loro back catalogue piuttosto che tentare il salto nel vuoto.

Cronica ormai la diserzione di questi ultimi dalle fiere d’arte contemporanea di spicco come Torino, Bologna, Milano e Roma. Le quattro kermesse hanno mostrato di non saper tenere il passo con i tempi e non è escluso che si ritorni ad una partita a tre. Roma non ha saputo convincere sino in fondo chi attendeva il rilancio definitivo.

Terzo meeting per D’apres Giorgio

Ester Coen e’ il secondo ospite (il 23/06/2012)  a condurre una visita guidata personalizzata della mostra collettiva ‘D’apres Giorgio’, a cura di Luca Lo Pinto, che durera’ un anno. Un’opportunita’ per riflettere sui processi interpretativi e sulle modalita’ con le quali persone diverse possono guardare allo stesso oggetto o, come in questo caso, ad un’esposizione. Installazioni, dipinti, disegni, sculture, fotografie, sono realizzati appositamente da artisti italiani e stranieri nell’intento di offrire un secondo livello di lettura della Casa-museo. Per l’occasione una nuova opera sara’ aggiunta: ‘Cash Only at Lunch’, 2012 dell’artista Nicholas Hatfull.

La mostra si articola in un ampio arco temporale e coinvolge artisti volutamente eterogenei fra loro per generazione, poetica e ricerca stilistica: Alek O, Darren Bader, Nina Beier, Carola Bonfili, Benny Chirco, Giulio Frigo, Martino Gamper, Paul Armand Gette, Tobias Madison & Kaspar Müller, Marcello Maloberti, Momus, Olaf Nicolai, Henrik Olesen, Luigi Ontani, Nicola Pecoraro, Emilio Prini, Dan Rees,Izet Sheshivari, Alexandre Singh, John Stezaker, Luca Trevisani, Luca Vitone e Raphäel Zarka.

Mirko Smerdel alla Jarach Gallery di Venezia

Jarach Gallery è lieta di presentare “SHE’S LOST CONTROL”, mostra personale di Mirko Smerdel.  Il montaggio concettuale del lavoro di Mirko Smerdel (Firenze, 1978) è frutto di un’indagine sui significati del simbolismo architettonico, in cui si può riconoscere un approccio archeologico di pensiero e di ricerca verso l’immagine. Ispirandosi a una frase grafitata sui muri del cantiere del quartiere Isola a Milano, l’artista costruisce una narrazione visuale che mostra i luoghi testimoni di aggressive trasformazioni urbane e lotte politiche.

 “I vostri Grattacieli sono macerie prima ancora di essere costruiti” richiama così sia immagini dei progetti edilizi in via di sviluppo, che foto d’epoca del quartiere Isola, che i famosi skyscrapers americani, nascenti negli stessi anni della costituzione della Comune di Parigi, di cui Place Vendôme rimane simbolo. Attraverso associazioni d’idee, Smerdel contestualizza l’architettura futura del quartiere Isola, facendo risaltare l’operazione d’espropriazione d’identità che la costituisce. Aria Spinelli

Chiara Dynys allo Spazioborgogno di Milano

Guardati è il nuovo progetto espositivo di Chiara Dynys che inaugura mercoledì 27 giugno 2012 alle ore 18.30 presso lo Spazioborgogno di Milano.

Concepito dall’artista appositamente per lo spazio postindustriale di Ripa di Porta Ticinese 113, il progetto rappresenta un ulteriore sviluppo della ricerca artistica di Chiara Dynys incentrata sul processo conoscitivo e le relazioni fra l’opera, l’ambiente espositivo e il suo pubblico. L’esposizione si compone di due parti distinte, una anticipata quest’anno con una mostra alla Galerie Hollenbach di Stoccarda e una completamente inedita.

50 nomi da collezionare…tra 10 anni

Adrian Ghenie

Selezionare una lista di artisti più collezionati del momento non è certamente cosa facile, visto che i risultati delle aste cambiano di giorno in giorno. Se poi l’obiettivo è quello di fornire una lista di nomi su cui vale la pena scommettere in futuro, allora la missione diventa quasi impossibile. Ovviamente un magazine superspecialistico come Art+Auction non si fa certo spaventare dalle missioni impossibili.

Ecco quindi che nel nuovo numero la celebre rivista ha deciso di sciorinare i nomi di ben 50 artisti che nel prossimo futuro saranno molto gettonati nelle aste internazionali. Ovviamente i risultati di questa lista si potranno vedere in un periodo abbastanza lungo. Si stima infatti che per poter raggiungere delle quotazioni da capogiro bisognerà attendere dai 10 ai 30 anni. Ovviamente la cosa potrà dar sorridere il pubblico ma il vero collezionista deve saper come “far invecchiare il vino buono”.  Un dato assai positivo di questa lista è la massiccia presenza di opere pittoriche. Anche se la pittura è data per spacciata da più parti, le aste ed il collezionismo in genere la ritiene molto più allettante di tante altre manifestazioni creative. Il dato negativo è invece l’ormai cronica assenza di artisti italiani all’interno di queste “liste”. Anche se le hit list non ci sono mai piaciute va detto che i nostri artisti, al di fuori dei confini nazionali, sono sempre più ignorati. Comunque sia, ecco la lista:

Il peggior artista di sempre

Dan Colen

Chi è il peggior artista di sempre? Beh, solitamente noi siamo sempre impegnati ad offrirvi il meglio dell’arte contemporanea ma come si sa le cose peggiori sono sempre le più divertenti e quindi non possiamo esimerci dal farci due sane risate. L’idea di stilare questa singolare lista di rinnegati è venuta in mente a Charlie Finch, critico, curatore e giornalista stanutense di fama internazionale, noto per la sua verve smaccatamente irriverente. Secondo Finch la responsabilità parte tutta dal caro e vecchio Damien Hirst, colpevole di aver stravolto il motto “lo spettatore completa l’opera” creato dal grande genio Marcel Duchamp.

Ebbene, i peggiori artisti di sempre, sempre a sentir Finch, sarebbero tre: Joe Bradley, Dan Colen e Rob Pruitt. Il critico accuserebbe i tre di creare arte solo per i soldi ma oltre a questo, nelle menti dei tre grandi protagonisti ci sarebbe ben poco altro.  Dan Colen avrebbe raggiunto il peggio del peggio con le sue motociclette impilate (Cracks in The Clouds del 2010) presentate alla Gagosian Gallery.

Design With A View a Fiesole

Il 6, 7 e 8 Luglio, presso la Pensione Bencistà di Fiesole – Firenze, si terrà la prima edizione di Design With A View. L’evento, realizzato in collaborazione con il Master in Communication Design del Central Saint Martins, nasce con l’intento di rendere il design e lo scambio culturale veicolo e motore di innovazione. Attraverso una mostra, verranno presentate le tesi degli studenti del Master in Communication Design del Central Saint Martins School of Arts & Design di Londra, università tra le più importanti e prestigiose in questo campo in Europa. I progetti di tesi si interrogano su problematiche sociali attuali, promuovendo una ricerca volta ad ampliare orizzonti e dischiudere nuove prospettive nel campo del design.

Dei trenta progetti che costituiscono la mostra, cinque saranno approfonditi attraverso conferenze e workshops. Durante le conferenze alcuni designer italiani illustreranno il loro approccio alle tematiche prese in esame. Seguiranno workshops, tenuti dagli studenti del Central Saint Martins, durante i quali i partecipanti avranno modo di confrontarsi con i temi di alcuni progetti di tesi.

Elad Lassry al PAC di Milano

Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, dal 6 luglio al 16 settembre 2012, presenta la prima mostra monografica che un’istituzione museale italiana dedica al lavoro di Elad Lassry (1977, Tel Aviv; vive e lavora a Los Angeles) a cura di Alessandro Rabottini. La mostra, promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Moda, Design e dal PAC, ad oggi rappresenta la più ampia panoramica mai realizzata sul lavoro dell’artista israeliano, che il pubblico italiano ha già avuto modo di apprezzare nell’ultima edizione della Biennale di Venezia.

Il lavoro di Lassry è caratterizzato da una riflessione sull’ubiquità dell’immagine nella società contemporanea e sulla possibilità di ridefinire codici visivi conosciuti e abitudini interpretative. In questa mostra verranno presentate un’ampia selezione di opere a parete, quattro film, nuove opere di scultura e un’installazione che fonde fotografia, scultura e architettura realizzata appositamente per il PAC.

WIlfred Prieto e Ilya & Emilia Kabakov all’HangarBicocca di Milano

Dal 22 giugno al 2 settembre 2012 HangarBicocca presenta “Equilibrando la curva”, una mostra dell’artista cubano Wilfredo Prieto, che vive e lavora tra l’Avana e New York. Costituita da opere e installazioni di sorprendente immediatezza visiva, di cui la maggior parte realizzate appositamente per gli spazi di HangarBicocca, questa importante personale, a cura di Andrea Lissoni, mette in scena un universo spiazzante e visionario che invita a leggere la società contemporanea e i suoi macro temi: l’economia, la politica, l’ambiente.

All’apparenza ironiche e giocose, le opere di Prieto analizzano con occhio critico le problematiche e le contraddizioni sociali ed economiche del mondo di oggi, interrogano lo spazio pubblico e i suoi limiti, mettono in crisi convenzioni e stereotipi. Utilizzando oggetti, icone e materiali di uso comune della società globalizzata, l’artista realizza grandi ready-made, ambienti e performance che trasformano piccoli dettagli in imprevisti slittamenti di senso, prodotti di scarso valore in statement politici, modifiche di funzione in immagini perturbanti.

All’estero (non) parlano di noi

 

Il nostro blog è principalmente orientato su notizie provenienti da tutto il globo. Per sfornare ogni giorno notizie fresche sul dorato mondo dell’arte contemporanea, la nostra redazione è costantemente aggiornata su ciò che scrivono i blogs ed i magazine d’oltreconfine. Solitamente vi teniamo informati su una nuova ed affascinatnte mostra negli States, su qualche bizzarro fatto nel Regno Unito, su qualche entusiasmante opera partorita in Germania. Come potrete notare, abbiamo citato tre superpotenze dell’arte, nazioni che puntualmente occupano le prime pagine delle testate.

E l’Italia? Sarebbe a dire,  che ruolo riveste il nostro belpaese all’interno dei magazine stranieri? Beh non aspettatevi certo un ruolo di primo piano. Inoltre, le notizie in cui compare la nostra sgangherata italietta non sono certo entusiasmanti, ma andiamo a vedere cosa dicono di noi all’estero: