Dopo le MAXXI vicende la privatizzazione è l’unica via possibile

Circa tre anni or sono il segretario del partito inglese dei conservatori Jeremy Hunt, promise una gestione dei musei pubblici all’americana e cioè con il supporto di sponsor e benefattori privati: “Credo nel finanziamento pubblico ma in questo sistema economico contemporaneo bisogna introdurre altre fonti di finanziamento per lo sviluppo dell’arte e della cultura” dichiarò Hunt in quel frangente.

The Small Utopia alla Fondazione Prada di Venezia

La Fondazione Prada annuncia l’apertura di Ca’ Corner della Regina, storico palazzo affacciato sul Canal Grande, come sua nuova architettura espositiva. Messo a disposizione dalla Fondazione Musei Civici usufruttuaria dello storico stabile di proprietà del Comune di Venezia, per un periodo di tempo di sei anni con intesa di rinnovo, l’edificio sarà aperto con una mostra che documenta l’attività multiforme della Fondazione Prada (dal  5/7/2012 al 25/11/2012).

La prima esposizione offre una lettura dell’approccio culturale della Fondazione senza imporre un’interpretazione tematica e univoca del materiale artistico e museale presentato. Le singole installazioni e presenze nelle stanze del palazzo sono quindi da considerarsi esempi che testimoniano i diversi aspetti dell’identità, passata e futura, della Fondazione Prada, creata nel 1993 da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli per diffondere l’arte contemporanea. Esse comprendono una selezione della collezione, un anticipo di future collaborazioni e il progetto per la nuova sede permanente della Fondazione di Milano in Largo Isarco, disegnato da Rem Koolhaas e OMA, che in Ca’ Corner della Regina include la presentazione di modelli in scala del futuro complesso architettonico, che aprirà nel 2013.

Il collettivo Rotor alla Fondazione Prada di Milano

Ex limbo, il progetto che Rotor presenta presso la Fondazione Prada di Milano (dal 13 aprile al 5 giugno 2011), è una riflessione sugli elementi architettonici e scenografici che hanno costituito i set delle sfilate creati da Prada e OMA per più di un decennio e, dopo l’uso, sono ritornati ad essere materiali grezzi, conservati in vari depositi. Il punto di partenza della mostra è stata la curiosità per i materiali che sono stati impiegati, per le motivazioni che hanno portato alla loro conservazione e per la modalità pratica con cui si è affrontato questo aspetto.

Il lavoro di Rotor consiste infatti nel mettere in evidenza il “resto”: un mondo di elementi e di tracce che, dopo lo splendore funzionale, smontato e posto in un limbo, può tornare in vita sotto altre forme. Un labirinto di materiali che non sono semplici scarti, ma sono i portatori della memoria e dello straordinario lavoro che c’è dietro e intorno ad ogni precedente uso e costruzione: ex limbo.

John Baldessari alla Fondazione Prada

La Fondazione Prada e’ lieta di annunciare la prossima mostra dedicata all’artista John Baldessari (1931, National City, CA) che si terrà in via Fogazzaro 36 a Milano dal 29 ottobre 2010 al 31 dicembre 2010. Per la Fondazione Prada l’artista californiano ha concepito un progetto totalmente inedito, dal titolo “The Giacometti Variations”. Consiste in una serie di enormi figure, alte circa 4,5 metri, ispirate all’immaginario dello scultore svizzero, che saranno abbigliate e accessoriate con oggetti e con vestiti, disegnati da Baldessari stesso, al fine di formare, seppure immobili, un’ipotetica sfilata. Un’ipotesi di integrazione che tende a captare le valenze di un dialogo tra arte e moda, dove l’osmosi tra mannequin e entità scultorea diventa una dichiarazione di reciproca attrazione e comunicazione.

La logica del progetto e’ cosi’ descritta dall’artista stesso: “Ho sempre voluto fare quadri e sculture alti. Sospetto che sia perche’ io sono piuttosto alto. Ho avuto poche opportunità poiche’ la maggior parte delle gallerie hanno muri la cui altezza rispecchia quella dei muri nelle case dei collezionisti. Alcuni anni fa, sono stato invitato ad esporre presso l’Haus der Kunst, a Monaco di Baviera. Dato che l’ingresso li’ e’ estremamente alto, ho cominciato a pensare a lavori alti che potessero catturarne lo spazio.

Gagosian apre in Grecia e Miuccia Prada è la nuova Peggy Guggenheim

Mentre le gallerie d’arte contemporanea italiane sonnecchiano sotto l’ombrellone fiaccate dalla calura estiva, il resto della scena internazionale sta preparando l’offensiva autunnale. Larry Gagosian ad esempio ha deciso di continuare il suo personale Risiko dell’arte, invadendo con i suoi carrarmatini una delle mete vacanziere preferite dal popolo italico. Gagosian aprirà infatti la sua ottava galleria d’arte in Grecia ed esattamente al numero 3 di Merlin Steet nella città di Atene.

si vocifera che il vecchio Larry sia entrato in confidenza con tre dei collezionisti più famosi del mondo: Dakis Joannou, Dimitris Daskalopoulous e  Dinos Martinos, tutti e tre di nazionalità ellenica. La mostra d’apertura del nuovo spazio espositivo sarà Leaving Paphos Ringed with Waves, personale di Cy Twombly che aprirà le porte il prossimo 29 settembre. Da alcune indiscrezioni sembra che Marina Livanos sia stata contattata per condurre l’avventura greca di Gagosian.

Le stravaganti macchine di Tom Sachs

 L’Aldrich Contemporary Art Museum di Ridgefield nel Connecticut ospiterà fino al 16 settembre prossimo un’interessante mostra dedicata a Tom Sachs ed alla sua serie di opere incentrate sulla macchina fotografica. Per molti anni una piccola ma significante parte della produzione di Sachs ha avuto a che fare con le macchine fotografiche.

Questa mostra offre la possibilità di ammirare 12 opere dal 1972 ad oggi che non solo esplorano l’oggetto fotografico come oggetto funzionale e scultoreo ma tracciano il percorso della fotografia e dell’industria moderna nello scorso secolo. La mostra presenta i primi lavori di Sachs come una replica in terracotta di una macchina fotografica Nikon SLR che lo stesso artista fece all’età di otto anni come regalo a suo padre. Tra gli oggetti in mostra anche una curiosa instant camera stile Polaroid assemblata con una Canon digital camera, una piccola stampante Hp ed una batteria di un trapano senza fili Makita.

Transformer, il centro d’arte contemporanea di Prada

Incredibile progetto della Fondazione Prada lanciato a Seoul in Corea del Sud, nuova piattaforma asiatica su cui il mercato dell’arte contemporanea sta scommettendo parecchio. L’intento della fondazione è quello di offrire un nuovo centro multidisciplinare legato al’arte, al cinema, ad eventi speciali ed alla moda.

Ma la vera notizia è che il Prada Transformer (questo il nome del progetto) è una meraviglia architettonica in grado di ruotare su se stessa, cambiando l’intera anima dello spazio espositivo in relazione all’evento proposto sia esso la proiezione di un film, una mostra d’arte o la presentazione di una nuova collezione moda. La bianca struttura è stata interamente progettata da Rem Koolhaas/AMO che ha sfornato un piccolo gioiello metamorfico elegante e minimal, costituito da quattro semplici forme geometriche in grado di cambiare regolarmente grazie all’ausilio di piccole gru che la renderanno pronta per ospitare quattro diverse configurazioni.