Fiere e Web, un veleno per le gallerie tradizionali?

Il mercato dell’arte contemporanea, formato dalla tradizionale rete di gallerie private più o meno grandi, è attualmente subordinato dei meccanismi operativi che ai nostri giorni appaiono un tantino superati se non in netto declino. Ovviamente non si tratta di giudizi personali ma di considerazioni nate alla luce di quanto pubblicato dalla Cinoa (Confédération Internationale des Négociants en Oeuvres d’Art) nel volume The Role of Art and Antique Dealers – An Added Value, pubblicato a giugno 2011.

Lo studio del Cinoa parla chiaro, il grosso delle vendite di mercato è attualmente appannaggio delle grandi manifestazioni fieristiche internazionali e delle varie realtà online che in questi ultimi tempi sono spuntate come funghi, creando non poco interesse fra collezionisti e semplici appassionati. Sempre più gallerie lamentano una crescente diminuzione di pubblico e vendite durante le inaugurazioni stagionali, ma quando si parla di fiere gli affari cambiano rotta in maniera repentina. Insomma la cara vecchia abitudine di creare una propria scuderia di artisti e programmare la consueta serie di mostre per la stagione espositiva non basta più.

J&PEG, I Santissimi e Ahmad Nejad alla Gagliardi Art System di Torino

Gagliardi Art System è lieta di presentare per la prima volta a Torino la ricerca di tre giovani artisti: J&PEG e Ahmad Nejad, i Santissimi che realizzano, per questa occasione, progetti specifici e articolati per lo spazio di Via Cervino 16. J&PEG (Antonio Managò e Simone Zecubi) presentano Caso Comune, progetto artistico di a cura di Alberto Mugnaini. Verranno esposte opere di grande formato espressamente realizzate per l’occasione, consistenti in fotografie digitali e pittura acrilica su PVC montato su telaio. La realizzazione fotografico-pittorica rappresenta la fase finale di un processo che vede i due artisti impegnati in una vera e propria perfomance, durante la quale essi stessi, coadiuvati o meno da altri attori, impersonano i soggetti dei loro lavori.

L’arte plastica dei J&PEG consiste nel ricercare la cifra visiva, il geroglifico simbolico del nostro vivere attuale. La perdita d’identità che esprime è quella di un’identità stereotipata, l’angoscia che pervade queste immagini è l’ansia del soggetto reificato che si mette in scena e dà vita a un teatro di crisalidi in cui esso stesso si fonde alle cose. Queste sagome che fanno una sola massa con i loro bagagli, statuarie e metafisiche, sono i prodotti di una umanità che si trova tanto più nuda in quanto spogliata da una degenerazione della carne.

Luca Frei allo Studio Dabbeni di Lugano

Lo Studio Dabbeni di Lugano (Svizzera) presenta la sua terza mostra personale dell’artista Luca Frei (nato a Lugano nel 1976, vive a Malmö, in Svezia).  Nella prima sala, un lavoro installativo, The Hours, costituito da sessanta clessidre della medesima grandezza, poste su scaffalature metalliche. In questo, il tentativo di dare rappresentazione concreta ad un tempo che risulta frammentato, ma anche moltiplicato. L’artista intende suscitare un magnetismo esperibile da chi entra in contatto con l’opera, che si esprima attraverso l’atto di invertire questi strumenti di misura, quando la sabbia si sia venuta a depositare sul fondo.

Quasi a fungere da contraltare a questo lavoro, una serie di disegni a carboncino che rappresentano linee simili a bastoncini di incenso che, sfumate con il dito, richiamano alla mente l’idea del fumo che sale verso l’alto.  Di fortissimo impatto emotivo per lo spettatore, nella seconda sala espositiva, si pongono quattro grandi tele, che propongono una figura stilizzata, rappresentata di spalle. Non è percepibile un profilo umano, tuttavia la figura mostra una parte di volto, di lato, molto sinteticamente definito, e la testa assume l’aspetto di una calotta.

Parliamo di opere, non di nomi

Quando guardate una mostra, ammirate la valenza delle opere o preferite semplicemente ammirare i nomi degli artisti o peggio ancora i loro curriculum? La risposta a questa domanda dovrebbe essere assai semplice, eppure sembra che non tutti siano in linea con l’affermazione: “l’opera prima di tutto”. Negli ultimi tempi infatti, molti attori dell nostro sistemone artistico nazionalpopolare hanno dimostrato di pensare solo al loro progetto curatoriale, sparando nomi blasonati, piuttosto che osservare da vicino la produzione degli artisti.

Esempio lampante di questa pratica assai deprecabile è l’attuale Padiglione Italia (con relative Biennali diffuse in ogni regione) di Vittorio Sgarbi. Per tener fede al suo progetto, il celebre storico ha di fatto affastellato decine e decine di nomi, creando una sorta di fai da te dell’arte, con artisti lasciati alla loro mercé che hanno trasportato le opere a proprie spese e non hanno avuto nemmeno voce in capitolo per quanto riguarda l’allestimento.

Tutte le gallerie di Roma The Road to Contemporary Art 2011

La quarta edizione di ROMA – The Road to Contemporary Art avrà luogo nel cuore della primavera romana dal 5 all’8 Maggio 2011.Ad accogliere l’esposizione sarà nuovamente il MACRO Testaccio, la sede che ha sedotto gli oltre 50.000 visitatori della scorsa edizione, un ex mattatoio recentemente restaurato che conserva ancora visibili le strutture della sua originaria destinazione d’uso. Un luogo magico che accoglierà espositori e pubblico sino a tarda sera rendendo la Fiera un esclusivo luogo di ritrovo, tra arte e mondanità.

Ecco la lista degli espositori dell’edizione 2011:


GALLERIE

1/9 unosunove arte contemporanea, Roma | amt_project, Bratislava | Analix Forever, Ginevra | artesilva,  Seregno (Milano-Brianza) | Alfonso Artiaco, Napoli | Astuni, Bologna, Pietrasanta | Blindarte, Napoli | Boxart, Verona | Brand New Gallery, Milano | Cà di Frà, Milano | Camera 16, Milano | Studio D’Arte Campaiola, Roma | Michela Cattai, Milano | Changing Role, Napoli | Cherry and Martin, Los Angeles |  China Art Objects, Los Angeles | CO2 Contemporary Art, Roma | Rossella Colombari, Milano | Continua, San Gimignano, Beijing, Le Moulin | Corsoveneziaotto, Milano |

Alex Cecchetti al project space di Kaleidoscope a Milano

Il project space di Kaleidoscope ospita The Two Magicians, un progetto di Alex Cecchetti (1976, Terni; vive e lavora a Parigi).  Il lavoro di Cecchetti è caratterizzato dalla capacità di dare vita, attraverso un’ampia varietà di media, a situazioni che innescano relazioni critiche tra cose e individui. Tali relazioni si rivelano presto come grimaldelli utilizzati dall’artista per indagare il sorgere di tensioni e attriti, e al contempo mettere in discussione il principio di autorialità individuale.

Nella serie di performance I giocatori, ad esempio, Cecchetti invita ogni volta un diverso artista a confrontarsi con lui in un dialogo fatto non di parole ma bensì di oggetti, azioni e materiali, che si accumulano dando vita a un assemblage in continua evoluzione, fino alla resa di uno dei duellanti. Il 3 aprile alle ore 18.30, Cecchetti presenterà The Two Magicians, una performance concepita appositamente per gli spazi del project space di Kaleidoscope che lo pone in relazione con la danzatrice Julia Cima.

Il cut up del curatore alla moda

L’alchimia che rende eccezionale ed unico un testo curatoriale è senz’altro dura da trovare. Occorre leggere, studiare e documentarsi con un occhio sempre attento alle altre discipline artistiche ed alla filosofia. Ci vuole impegno, ma soprattutto passione. A volte però è possibile imbattersi in testi  che sembrano tutti uguali, quel termine è decisamente inflazionato e quel periodo l’abbiamo sentito un milione di volte. Stai a vedere che ad unirli assieme alcuni testi curatoriali possono fondersi a perfezione?

Già, questo esperimento di cut up alla William Burroughs noi l’abbiamo provato ed abbiamo constatato con discreto disgusto che unendo una ventina di testi in poco tempo si ottiene un bel prodotto uniformato, proprio come centinaia di altri testi senz’anima tanto apprezzati dagli addetti ai lavori very cool. Mancano ovviamente passione e sentimento ma tanto chisseneimporta, basta buttar giù due frasi d’effetto e tutto gira a perfezione.

Il Giovane artista eterno ed il Giovane artista premio

Giovane artista, talento emergente. Etichette sempre più abusate dal sistema, lame a doppio taglio che in molti casi possono ritorcersi contro chi le impugna come luccicanti trofei da offrire al mercato. Il nostro paese è pieno di giovani artisti e gallerie, fondazioni e quanto altro li coccolano per un periodo limitato, nella speranza di trovare al più presto una gallina dalle uova d’oro da spremere a dovere. Essere giovani artisti di talento è però cosa assai ardua, anche se va detto che l’Italia abbonda di figure interessanti destinate a “sfondare”, prima o poi. A far da cornice a questi veraci ed impegnati ricercatori dell’arte vi è però un nucleo di “soliti noti” che tenta di confondere le acque per continuare a vivacchiare all’interno della scena. Questo nucleo è suddiviso in varie categorie che noi prontamente vi offriamo qui di seguito:

Giovane artista premio – si tratta di una categoria che solitamente vince prestigiosi concorsi e residenze messe in palio da blasonate fondazioni. Per qualche tempo il giovane artista premio riesce ad accaparrarsi allori multipli in diverse discipline e nello stesso anno. Trascorso il termine del suo “mandato” è destinato ad infoltire la schiera dei dimenticati ma continuerà a vincere qualche premio  ogni tanto, per sbarcare il lunario.

Artefiera 2011, alcune considerazioni sparse

C’era più gente, c’era meno gente. Anzi c’erano meno parvenus e più intenditori ma a pensarci bene c’erano meno intenditori e più parvenus.  E dobbiamo dire che abbiamo visto galleristi disperati per le poche vendite, anzi a pensarci bene la maggior parte delle gallerie erano soddisfatte per le buone vendite. Ed abbiamo visto sempre le solite opere ma a pensarci bene quest’anno le opere erano tutte diverse. Questa è Artefiera Bologna, tutti vorrebbero tastarle il polso ma ogni possibile stima si riduce solo ad una chiacchiera da bar, un giudizio molto personale che tale rimane, la fiera è sempre la fiera.

Certo molte gallerie hanno disertato e forse si è trattato di un attimo di pausa per riorganizzare le idee ma i più maligni parlano di perdita di smalto e di collezionisti da parte della celebre manifestazione. Si sono visti in giro molti “bollini rossi” su opere meno costose e multipli ma il disperato momento di crisi economica in cui tutti ci troviamo esercita ed eserciterà ancora per molto tempo una determinante pressione sulle compravendite d’arte, nulla di male quindi se i collezionisti tendono ad essere più guardinghi.

Globartmag visita la VIP art fair la prima fiera virtuale – parte 1

Mentre il nostro sistema dell’arte ha già puntato i riflettori sull’imminente opening di Artefiera a Bologna edizione 2011 la redazione di Globartmag ha ottenuto il pass per la VIP art fair, la nuova fiera virtuale destinata a cambiare le sorti delle manifestazioni di mercato legate all’arte. Certo si parla di un’esperienza ben diversa da quella di gironzolare per gli stand, in mezzo al caos generato da visitatori ed addetti ai lavori, sentirsi per alcuni giorni parte di un circus internazionale, ammirare da vicino opere ed incontrare artisti e galleristi. L’esperienza offerta da VIP art fair è quantomeno minimal e solitaria, c’è comunque la possibilità di parlare con lo staff di ogni galleria della fiera e per ogni opera è presente una quotazione minima e massima, un utile e simpatico price range che aiuta a comprendere a grandi linee il valore della stessa.

E’ inoltre possibile togliersi lo sfizio di chiedere i prezzi delle opere agli assistenti online, cosa che molti visitatori non fanno nelle fiere “fisiche” per pura timidezza, ma si sa la riservatezza offerta da tastiera e monitor è capace di sciogliere ogni tabù. Andando al sodo con l’analisi della fiera, l’interfaccia del sito e la grafica ci sono sembrate ben fatte anche se un poco datate la navigazione diventa però da cardiopalma per connessioni poco veloci, questo perchè la fiera negli ultimi giorni ha fatto registrare un numero di visite fuori da ogni previsione.

Blade Runner, il replicante Roy Batty e l’arte nostrana

Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. …fondazioni che mettono studi a disposizione di giovani artisti a patto che siano artisti locali e poi cambiano il regolamento in corsa, ammettendo nomi a loro piacimento. Concorsi che premiano artisti protetti da prestigiose gallerie ed anche concorsi che pilotano le scelte dei componenti della giuria. Borse di studio concesse a pochi eletti. Quotazioni che salgono a proprio piacimento. Musei pubblici che architettano mostre ad hoc per le gallerie private. Vendite al di fuori delle tasse. Professionisti non retribuiti, assistenti di galleria senza previdenza sociale e contributi.

Recensioni sui magazine rigorosamente buoniste per non tradire la fiducia degli inserzionisti. Notizie “pagate” per farsi pubblicità. Mostre a pagamento, cataloghi a pagamento. Istituzioni che chiudono la porta in faccia ai talenti locali. Curatori che rubano i progetti ad altri curatori, artisti che infangano altri artisti, storici che sbraitano in tv.

VIP Art Fair, la nuova fiera per i big esclusivamente online

Le fiere d’arte contemporanea rappresentano sempre una prestigiosa e redditizia piattaforma di mercato per le gallerie. Va detto inoltre che i collezionisti all’interno delle fiere hanno a disposizione una vasta scelta di opere da poter aggiungere al loro carnet. Insomma le fiere sono e saranno grandi appuntamenti della stagione artistica internazionale. Ovviamente non tutti dispongono del tempo necessario per recarsi a visitare le maggiori fiere internazionali come Frieze a Londra, ARCO a Madrid o Art Basel a Miami Beach.

Dal prossimo 22 gennaio (fino al 30 gennaio 2011) questo problema potrebbe dissolversi come neve al sole. Già perchè proprio in quella data sarà inaugurata una nuovissima fiera d’arte contemporanea che prende il nome di VIP Art Fair. La caratteristica principale di questa piattaforma è che tutto si svolgerà su internet, insomma gallerie, artisti ed acquisti saranno tutti online.

L’Italia e le troppe scene dell’arte emergente

La scena dell’arte emergente italiana. In verità sarebbe più corretto parlare di scene della giovane arte, poiché le divisioni presenti all’interno del nostro paese sono ancor più evidenti quando si parla di creatività. Tali sottoinsiemi di un grande insieme appaiono slegati da quest’ultimo e questo inutile frazionamento rappresenta il punto debole dell’arte emergente del tricolore. Unendo tutte queste diversità l’Italia potrebbe sfruttare al meglio la sua forza creativa, inserendosi nel gruppetto delle nazioni che “contano”. Unità e collaborazione è quindi l’auspicio e l’esortazione che ci sentiamo di rivolgere a tutti gli addetti del settore, all’insegna di un 2011 proficuo per la giovane arte italiana. Ecco quindi l’analisi delle varie scene presenti sul nostro territorio:

La scena delle fondazioni, associazioni ed altre organizzazioni che hanno come obiettivo la  promozione dell’arte emergente gioca un ruolo importante nel nostro paese. Questi organismi generalmente si propongono come piattaforme per la sperimentazione ma spesso e volentieri supportano nomi già noti al mainstream. Si gioca sul sicuro con meno rischi e si punta su artisti con buoni dealers alle spalle. Ogni fondazione ha il suo gruppo di giovani artisti ben distinto.

L’oroscopo dell’arte contemporanea del 2011

Ecco a voi un oroscopo semiserio dell’arte contemporanea del 2011. Alcune previsioni forse si riveleranno azzeccate altre non si avvereranno mai, ma questo è l’imprevedibile mondo dell’arte. Bando alle ciance e partiamo subito col servizio:

I musei di arte contemporanea si apriranno a nuove prospettive. Sappiamo bene che i direttori di alcuni musei espongono solo artisti di determinate gallerie. Così facendo ci si dimentica di agire per interesse pubblico e si agisce per interesse di una ristretta cerchia di amichetti. Tutti sono contenti e le quotazioni degli artisti salgono. Inciuciare meno è la parola d’ordine.

I giovani artisti avranno maggior controllo sulle loro carriere. Oramai il mondo di internet mette a disposizione diverse soluzioni per mostrare il proprio lavoro o stringere accordi tramite i social networks. I giretti poco chiari di certi dealers opportunisti sono noti a tutti, evitare quindi di subire una strumentalizzazione del proprio lavoro ed agire sempre di più in modo indipendente. L’oracolo consiglia spregiudicatezza.