Gian Maria Tosatti, Tetralogia della polvere alla Casa Bossi di Novara

Uno splendido edificio antonelliano abbandonato per oltre trent’anni. Una storia dimenticata trasformata in polvere. Questo è lo scenario in cui si ambienta la mostra Tetralogia della polvere di Gian Maria Tosatti, realizzata in co-produzione dal Comitato d’Amore di Casa Bossi e da Associazione Culturale Rest-Art, in collaborazione con LaRete Art Projects e con patrocinio della Fondazione Comunità Novarese Onlus.

Dal 23 aprile (opening su invito 21-22 aprile) Casa Bossi a Novara diventa teatro di un’opera d’arte ambientale, in cui l’artista offre una sapiente lettura dello spazio monumentale e delle sue testimonianze nascoste.  Il vuoto primordiale dell’edificio (5000 metri quadri disposti su otto livelli) è al centro dell’indagine artistica di Gian Maria Tosatti.

Vedere la Madonna o non vederla affatto

Ho seguito distrattamente ma non senza un certo interesse una singolare polemica apparsa in questi giorni sulle pagine di Artribune. In realtà  non dovrebbe trattarsi di una polemica, visto che tutto è partito da un semplice resoconto di una mostra. Ma come si sa in Italia si è facili alle zuffe, specialmente se esse scaturiscono dal variegato mondo della rete. Il resoconto in questione è focalizzato su una recente opere del bravo Gian Maria Tosatti in quel di New York, durante una residenza d’artista.

Non sto qui a dilungarmi sulla descrizione dell’opera visto che potrete trovare immagini e parole all’interno dell’articolo pubblicato da Artribune. Inutile aggiungere che Gian Maria Tosatti ha intrapreso da anni un percorso creativo ben preciso che non ha certo bisogno di difese esterne e non può sollevare dubbi sulla qualità sia filosofica che formale. Detto questo, l’operato di un artista può e deve essere criticato, può piacere o meno ma non è questo il punto. Ciò che mi ha davvero colpita è la sfilza di commenti negativi, perlopiù dettati da una malcelata invidia, presenti in calce all’articolo.

UniverZi DiverZi, Due giorni di performance artistiche, laboratori, esposizioni, musica, danza e cucina per Space Metropoliz

Sabato 8 e Domenica 9 Ottobre 2011 il Metropoliz, l’occupazione meticcia di via Prenestina, 913 a Roma apre ancora una volta le porte all’arte nell’ambito del “cantiere cinematografico” di Space Metropoliz. Le basi di” Big Rocket”, il Grande Razzo che traghetterà  i metropoliziani sulla Luna sono state approntate: “UniverZi DiverZi” è la risposta di visionari d’ogni sorta alla chiamata lanciata per partecipare tutti insieme alla sua festosa progettazione condivisa.

Antonello Viola, trasferirà al Metropoliz il suo studio di pittore per un giorno, chiedendo ospitalità a una delle famiglie che vivono nell’ex fabbrica. Ad ospitarlo saranno peruviani, marocchini, etiopi, rom rumeni, ucraini, italiani? Angelo Bellobono, con la sua installazione “Tutte le lune del mondo”, porterà i volti di uomini, donne e bambini del Metropoliz a librarsi leggeri nell’aria, oltre l’alto muro di cinta che li separa dalla città, a metà strada tra il cielo e la terra. In ogni angolo dell’ex-salumificio l’arte sarà di casa. Sulla torre ancora visitabile il telescopio di Gian Maria Tosatti, e negli essiccatoi l’installazione di Guendalina Salini (visitabile fino a domenica 9 e poi riproposta a partire dal 13 ottobre alla Casa dell’Architettura).

L’hôtel sur la Lune, ultima installazione site-specific di Gian Maria Tosatti

Mercoledì  3 Agosto 2011 verrà inaugurata L’hôtel sur la Lune, ultima installazione site-specific di Gian Maria Tosatti, un grande telescopio posto sul tetto dell’ex-salumificio Fiorucci (via Prenestina, 912 – Roma) per permettere a migranti e precari che lo abitano, di vedere la Luna. L’opera è stata ideata e realizzata nell’ambito del progetto artistico e filmico “Space Metropoliz” di Fabrizio Boni e Giorgio de Finis.

Dopo gli interventi di Cesare Pietroiusti, Francesco Sylos Labini, Cobol Pongide, Giangiacomo Gandolfi, Carmelo Colangelo, Francesco Careri, solo per citarne alcuni, Gian Maria Tosatti chiude il primo ciclo di appuntamenti “preparatori” e si apre il vero e proprio “cantiere” che da settembre si concentrerà sulla costruzione condivisa di Big Rocket, il grande razzo capace di portare i metropoliziani sulla Luna aprendo la strada all’era delle migrazioni “esoplanetarie”… alla ricerca di un mondo migliore.

Gian Maria Tosatti – Lo spazio come memoria personale e collettiva

Lunedì 6 giugno 2011, alle ore 17.00, si terrà presso il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Sapienza Università di Roma, la MasterClass / Incontro con l’artista Gian Maria Tosatti dal titolo Lo spazio come memoria personale e collettiva, a cura di Chiara Pirozzi.

In questa occasione l’artista presenterà le sue opere a partire dall’ultimo lavoro intitolato Testamento – Devozioni X, un’installazione site-specific realizzata all’interno della Torretta dell’Ospedale San Camillo di Roma. L’opera rappresenta l’ultima tappa del ciclo Devozioni, nel quale l’artista ha realizzato una serie di installazioni in luoghi fatiscenti e obsoleti della città. Con questa operazione Gian Maria Tosatti costruisce ambienti visionari, allo scopo di rendere espliciti una serie di archetipi che, a partire dall’età classica, hanno fortemente segnato e condizionato la storia dell’umanità.

L’ultima “Devozione” di Gian Maria Tosatti

Si chiude con un Testamento il ciclo di installazioni ambientali intitolato Devozioni e sviluppato da Gian Maria Tosatti dal 2005 ad oggi. Questa decima tappa, curata da Alessandro Facente e prodotta dalla Fondazione VOLUME!, rappresenta l’apice di una sofferta meditazione sul tempo e sulla memoria dove la totalità dell’esperienza umana appare come un grande silenzio fra due pensieri, un silenzio riempito dal lontano e disturbato suono di un messaggio radiofonico.

La solitaria missione esplorativa del fruitore all’interno della Torretta dell’ospedale San Camillo di Roma diviene un tentativo estremo di afferrare la realtà attraverso ciò che di essa rimane, in un’ascesa fisica proporzionale ad una discesa della coscienza all’interno del ricordo.

Testamento è la decima ed ultima tappa del ciclo Devozioni di Gian Maria Tosatti

Giovedì 10 maggio 2011, dalle ore 16.00, presso la Torretta dell’ospedale San Camillo di Roma inaugura Testamento – devozioni X di Gian Maria Tosatti a cura di Alessandro Facente. Prodotto dalla Fondazione VOLUME!, in collaborazione con l’Ospedale San Camillo/Forlanini, Ordine dei Medici e con il patrocinio di Roma Capitale, Provincia di Roma e Regione Lazio, Testamento è la decima ed ultima tappa del ciclo Devozioni che, dal 2005, si è sviluppato in dieci installazioni ambientali per dieci edifici della città di Roma, connettendo insieme ricerca visiva e architettura. Devozioni è l’attraversamento del singolo visitatore all’interno dello spazio, quasi fosse esso stesso un performer.

Il percorso in solitudine nello spazio che Tosatti cerca, individua e modifica in ogni specifica tappa, completa l’obiettivo che il ciclo nella sua interezza esprime: strutturare un discorso sull’imminenza del contemporaneo partendo dalla valenza archetipa che dieci momenti centrali del Vangelo rappresentano all’interno dell’identità culturale occidentale. Testamento – devozioni X, è un intervento sulla fine dell’umanità, sull’impossibilità di una resurrezione.

Curator’s Table al Progetto Reload di Roma

Dal 17 al 22 gennaio 2011 il Progetto Reload Roma ospiterà l’evento Curator’s Table. L’evento intende mettere in mostra la fase di ricerca curatoriale. Se solitamente viene esposto il lavoro dell’artista e discusso il processo che risiede dietro lo sviluppo di un opera d’arte, Curator’s Table presenta le fasi di sviluppo inerenti l’idea del curatore, frutto di un percorso continuo e costante. Studio visits, incontri, letture, impressioni, scoperte sono i momenti di studio che si intrecciano per rivelarsi sotto forma di testo scritto o visivo.

Curator’s Table rivela le fasi di ricerca, gli ultimi incontri, i legami ancora impercettibili ma potenzialmente attivi tra argomenti, poetiche, pratiche che conducono all’elaborazione di un discorso critico complesso costruito nel tempo. Cosa hanno in comune i lavori esposti? Come viene condotta la ricerca curatoriale? Quali sono i percorsi che regolano la ricerca? Disponendo il materiale studiato, depositato, raccolto su un palco, si cerca di riconoscere la sottile linea rossa che da il via al saggio visivo, al tentativo curatoriale di stesura di una partitura critica sul presente.

The Wall (Archives) al Progetto Reolad Roma

Da lunedì 10 fino al 15 gennaio il Progetto Reload Roma ospiterà l’evento The Wall (Archives) curato da  Pietro Gaglianò. Il progetto consiste nella creazione di un archivio compilato attraverso i contributi formali o teorici di artisti, curatori, professionisti di diverse discipline sul concetto di muro, inteso nella sua declinazione geopolitica, sociale, morale. L’archivio si muove di città in città ampliandosi col lavoro degli artisti incontrati nel percorso.

Alla fine della mostra nel tunnel l’archivio resterà aperto e consultabile in uno degli altri spazi di Reload. Durante i due mesi del progetto il curatore incontrerà gli artisti di Roma e li inviterà ad aggiungere propri file all’archivio. Ho chiesto ad amici, artisti, curatori, professionisti di diverse discipline, di inviarmi un contributo formale o teorico per creare un archivio sul concetto di muro, inteso nella sua declinazione geopolitica, sociale, morale.

Ma che ce frega, ma che ce importa della Project Room

Eccoci giunti all’inizio del nuovo anno, molti di voi avranno già stilato una lista di buoni propositi per il 2011 ma tra lo smettere di fumare ed il mettersi a dieta c’è anche una lunga lista di sogni e desideri che ognuno vorrebbe veder realizzati. La scrivente ne ha ben due nel cassetto. Ambedue sono legati al territorio romano e allo sviluppo della giovane arte contemporanea ed anche se al momento sembrano irrealizzabili è giusto lottare per tentare di renderli un poco più concreti.

Parliamo del primo, sarebbe giunto il momento di istituire una Project Room legata alla scena locale in almeno uno dei poli museali della capitale dedicati all’arte contemporanea. Disporre di meravigliosi centri culturali come il MAXXI o il MACRO è un vanto, ma non è salutare rendere queste due istituzioni delle isole barricate nel loro splendore. Il MACRO lo scorso anno ha lanciato il pregevole progetto Roommates ma siamo ancora ben lontani da una solida programmazione legata alla giovane arte. Stiamo parlando di un museo che dispone di un vasto bacino di spazi espositivi, non sarebbe quindi un peccato dedicare una piccolissima parte di questi spazi all’arte locale, non ci vogliono grandi investimenti, solo un poco di impegno.

Tre progetti per il CIAC al Castello Colonna di Genazzano

 Il CIAC, Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea – Castello Colonna, sabato 23 maggio inaugura in contemporanea tre progetti: una grande mostra dal titolo Altre Stanze dell’artista Gioacchino Pontrelli che propone oltre venti grandi tele. Tutti lavori scelti tra la produzione degli ultimi anni più uno nuovo realizzato per il CIAC.

L’artista persegue una sua linea di ricerca fatta di interni, luoghi dove la presenza umana è assente ma continuamente evocata dalla rassicurante riconoscibilità di elementi di design, oggetti del desiderio alla portata tutti. L’individuo si riconosce negli oggetti perché in essi si può leggere la traccia della vita di ciascuno. Nei suoi lavori, il tratto fermo e quasi fotografico della pennellata lascia d’improvviso trasparire tracce, sempre più evidenti, di irregolarità. Intere zone dello spazio pittorico sono occupate da colore che sembra colare senza una direzione, un magma indistinto che tutto avvolge e distrugge. Un doppio binario dunque, fra perfezione segnica e caos.