I tirannosauri della cultura e la sopravvivenza delle loro poltrone

Il nostro è un paese di baroni e di dinosauri. Già tra massoni, lobby, corporazioni e quanto altro, la nostra “meglio gioventù” è costretta a fuggire all’estero, se vuole combinare qualcosa di buono. Loro invece, i dinosauri ed i baroni intendo, sono sempre lì fermi sulla poltrona a decidere di tutto e tutti. Ma se fossero dinosauri illuminati sarebbe già una fortuna, il guaio è che si tratta di dinosauri stanchi e ciechi che riescono solo a combinare una sequela infinita di danni, per  assicurarsi la propria sopravvivenza. Anche il mondo della cultura è pieno zeppo di tirannosauri da far paura, andiamo a vedere quali sono le quattro specie più pericolose in modo da trovarci preparati ad un loro attacco:

1 Lorenzo Ornaghi – Mitico Ministro per i Beni e Le Attività Culturali nominato dal temutissimo Monti. In pochi mesi è riuscito a dilaniare ciò che è rimasto del nostro amor proprio sfiduciando il MAXXI di Roma e facendoci guadagnare le prime pagine dei magazine di tutto il mondo.

2 Vittorio Vittorione Nazionale© Sgarbi – Sono passati quasi due anni ma grazie alle sue spaventose gesta ancora siamo qui a cercar di lavar via l’onta della vergogna. Padiglione Italia alla Biennale di Venezia da bomba all’Hotel e conseguente figuraccia internazionale. Diteci se esiste un dinosauro più pericoloso di questo.

La Quadriennale? Meglio non averla

 

 

«La Quadriennale d’arte di Roma, prevista per il prossimo ottobre, non si farà. Non abbiamo i soldi per realizzarla. Il ministero per i Beni culturali e Arcus Spa non ci hanno dato alcun finanziamento. Servivano, a stare strettissimi, due milioni. Non è arrivata nemmeno una lira». Questa la “denuncia” di Jas Gawronski, presidente della Fondazione La Quadriennale di Roma, al Corriere della Sera dopo la sconcertante serrata della manifestazione capitolina. La Quadriennale non si farà e come aggiunge il Corriere, era un fatto che non si era mai verificato prima.

 Sarebbe bene sottolineare che Gawronski era stato chiamato proprio per le sue abilità manageriali e che organizzare gli eventi con profumati stanziamenti pubblici non è poi un’impresa impossibile. La reale bravura sta appunto nel procacciarsi soldi nel privato, ma d’altra parte (come già detto in un nostro precedente articolo/provocazione) il fundraising non esiste e anche il buon Gawronski è dovuto scendere a patti con questa dura realtà.

Non diamo la colpa solamente alle istituzioni

Mentre la crisi economica imperversa in lungo ed in largo, i momenti di tensione si moltiplicano ed anche il nostro amato mondo dell’arte contemporanea comincia a mostrare i segni di una stanchezza oramai cronica che avrebbe bisogno di un bel ricostituente. Da ormai  più di un mese, sempre stando all’orologio presente nell’homepage di Exibart, AMACI ha chiesto inutilmente di incontrare Mario Monti, mentre la Consulta dell’Arte di Roma ha chiesto l’incontro pubblico con il ministro Lorenzo Ornaghi da circa 36 giorni.

Il governo non sembra poi tanto interessato a comprendere il senso delle rivolte che imperversano nel nostro settore culturale ma forse il problema non è solo questo. Noi facciamo parte di uno stato assistenzialista e siamo per forza di cose portati a pensare che le istituzioni debbano metterci una pezza ogniqualvolta i meccanismi si inceppano o funzionano male.

In lutto il mondo della cultura ma il calcio non si ferma mai

  

Con il sofferto silenzio dei luoghi della cultura si manifesterà, oltre che la condanna di ogni gesto di violenza, la sincera partecipazione al dolore della famiglia della vittima, di tutte le persone coinvolte nell’attentato, di tutta la città di Brindisi”. Queste le parole del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi, alla luce dell’orribile attentato alla scuola Falcone-Morvillo di Brindisi che ha causato la morte della giovane Melissa Bassi.

La decisione di Ornaghi è stata quindi quella di interrompere l’iniziativa promossa dal Mibac che prevedeva l’apertura straordinaria e gratuita dei musei statali, civici, siti archeologici, biblioteche e palazzi storici di tutta Italia fino alle ore 20 dello scorso 19 maggio. Per una tragica coincidenza la città di Roma aveva organizzato proiezioni di immagini di Falcone e Borsellino ed altre iniziative per ricordare i 20 anni della strage di Capaci.

Una MAXXI rissa

Il tracollo del MAXXI di Roma somiglia troppo a quello che negli ultimi mesi stiamo assistendo nel resto del nostro martoriato stivale. Andiamo a farvi il riassunto di questa assurda telenovela. Circa un mese fa la decisione presa dal Mibac di commissariare il museo per un presunto buco nel bilancio. Di fatto il ministero aveva già da tempo chiuso i rubinetti, pregiudicando così il bilancio preventivo del 2012. Insomma una situazione del tipo “ti levo i soldi e poi dico che non hai soldi”. La presidenza del museo si era invece difesa sciorinando 450 mila visitatori nel 2011 ed una capacità di autofinanziamento di circa il 50% per quanto riguarda i fondi necessari alla sopravvivenza, tutto questo nonostante il taglione del 43% dei fondi statali che abbiamo citato poco fa.

 In tutto questo bisogna calcolare il disastroso danno d’immagine subito dal museo, quasi tutti i più importanti quotidiani internazionali hanno parlato di questa vicenda e ciò non è senz’altro salutare per la ricerca di nuovi sponsor.

Il MAXXI commissariato da una nazione commissariata

Polemiche, baruffe, bugie e controbugie. La strana vicenda del commissariamento del MAXXI di Roma ha il solito sapore della farsa all’italiana. Questa volta però è lo stato, nella fattispecie del Mibac, ad aver innescato una polemica che sinceramente potevamo risparmiarci. I bilanci del museo sono chiarissimi, Lorenzo Ornaghi sembra non vederli ed intanto volano dichiarazioni del tipo: “avviare un processo di commissariamento non significa necessariamente commissariare.

Si tratta di un processo dovuto”, insomma cosa da queste dichiarazioni non è certo se il ministero abbia intenzione o meno di commissariare il museo. Intanto contro lo spauracchio si sono mosse numerose forze politiche ed anche la Regione Lazio, all’interno della partnership della Fondazione MAXXI,  ha depositato una mozione per :  “scongiurare il commissariamento da parte del Mibac e a sollecitare in tutte le sedi opportune lo sblocco della partecipazione regionale, anche in relazione all’erogazione dei relativi fondi già impegnati”.

Nei musei italiani le statistiche si fanno da Natale a Santo Stefano

Anno nuovo, mondo museale nuovo. Certo, sarebbe bello poter assistere ad un cambiamento del genere anche se insperato, svegliarci un giorno e poter renderci conto che i nostri poli istituzionali si sono trasformati in una macchina da guerra ben congegnata. Inaugurazioni programmate a regola, mostre interessanti anche per il pubblico e non solo per gli addetti ai lavori, eventi centrali affiancati da sotto-clou in grado di tener alto l’interesse, elementi multimediali e didattici, programmi per i più giovani, screenings di video e quanto altro fa arte.

In special modo andrebbero curate le statistiche, vale a dire la base per compiere futuri studi sull’andamento dei musei. Questo al di fuori dei nostri confini nazionali rappresenta la regola ma da noi questi accorgimenti sono rari come l’acqua nel deserto. Prendiamo ad esempio le ultime statistiche rilasciate da un raggiante MIBAC: nei giorni di Vigilia, Natale e Santo Stefano i nostri musei hanno riscontrato un incremento complessivo di visitatori del 17,73% rispetto al 2010, per un totale di presenze pari a 63.745 (mentre le statistiche dello scorso anno parlavano di  54.144 presenze). Nello specifico, alla vigilia di Natale si è registrato un incremento di visitatori del 24,29% rispetto al 2010, con incassi del 27,09% in più rispetto all’anno precedente.